giovedì 12 marzo 2009

"zero tituli"

Di Diego Del Pozzo

"Zero tituli", disse il profeta. Ebbene, un 3-0 nettissimo ha marchiato a fuoco il triplice confronto tra il calcio italiano e quello inglese negli ottavi di finale di Champions League: 3-0, beninteso, a favore delle squadre d'Oltremanica, tutte qualificate ai quarti (assieme a Barcellona, Villareal, Bayern Monaco e Porto).
A Manchester United (meritatamente vittorioso contro l'ambiziosa Inter di Josè Mourinho), Arsenal (che passa ai rigori contro una Roma generosissima e sfortunatissima) e Chelsea (vincente contro la Juventus) si deve aggiungere, infatti, anche il poderoso Liverpool di Rafa Benitez, che ha letteralmente distrutto il Real Madrid imponendosi sia al Bernabeu (0-1) che ad Anfield (addirittura 4-0!!!).
Il calcio inglese di vertice, dunque, si conferma anche quest'anno padrone d'Europa, respingendo in particolare l'assalto che avrebbero voluto portargli le rappresentanti italiane, ringalluzzite dalla pubblicità che è arrivata sul nostro campionato dopo l'avvento del portoghese Mourinho alla guida dell'Inter, certamente la più attrezzata tra le nostre squadre per provare ad arrivare fino in fondo.
E, d'altra parte, l'unico motivo per il quale il presidente Moratti aveva deciso di sostituire, bruscamente, il tecnico che gli aveva portato gli ultimi tre scudetti (cioè Roberto Mancini) con questo affascinante e arrogante lusitano era proprio il tentativo di dare l'assalto al trofeo che rischiava di diventare, per il figlio del presidente della "Grande Inter" degli anni Sessanta, un'autentica ossessione.
Ebbene, la conseguenza automatica di questa scelta morattiana era la seguente: dato che in Italia avremmo vinto comunque, il tecnico portoghese doveva guadagnare il suo faraonico stipendio vincendo partite come quella di ieri sera, facendo fare, cioè, alla sua squadra il salto di qualità che le avrebbe permesso di entrare definitivamente nel ristretto novero dei club europei di vertice.
A uscire con le ossa rotte da questo turno di Champions League, dunque, è proprio e innanzitutto Josè Mourinho, che ha replicato esattamente lo stesso risultato delle ultime Inter manciniane - fuori agli ottavi - facendo addirittura peggio della prima versione guidata dal tecnico jesino: un fallimento su tutta la linea, che nemmeno la buona e coraggiosa partita disputata all'Old Trafford può ridimensionare. Grida ancora vendetta, infatti, la partita d'andata a San Siro, che lo United avrebbe potuto archiviare facilmente dopo una mezz'oretta; e, soprattutto, lascia enormi perplessità il cammino dei nerazzurri nel girone di qualificazione, il più facile del lotto (Werder Brema, Panathinaikos e addirittura Anorthosis Famagosta), chiuso con un allucinante secondo posto conquistato soltanto grazie alla scempiaggine del Werder: è proprio lì, infatti, che secondo me nasce il fallimento nerazzurro, nonostante le parole di Mourinho, che ancora adesso ribadisce come non avrebbe fatto nessuna differenza se la sua squadra fosse stata sorteggiata contro un altro avversario. Invece, la differenza ci sarebbe stata. Eccome, se ci sarebbe stata. L'Inter di ieri sera, infatti, esce a testa alta dalla Champions eliminata da una squadra - una delle poche - più forte di lei. Credo proprio che l'incrocio con un'altra avversaria - fosse stato anche il Chelsea di Hiddink - avrebbe fatto tutta la differenza di questo mondo.
Adesso Mourinho con la sua squadra si rituffa nel giardino domestico, riprendendo la sua guerra privata contro tutto e tutti. Già ieri sera, dopo la sconfitta, aveva sottolineato che "l'Italia intera sarà contenta della nostra sconfitta". In realtà, più che badare a ciò che pensa "l'Italia intera", il tecnico portoghese farebbe bene a concentrarsi su una verità inconfutabile: anche quest'anno, per l'ennesima volta, una Internazionale super-accessoriata resterà con "zero tituli" in campo internazionale.
La speranza è che la "lezione inglese" possa servire a Mourinho almeno per abbassare un po' i toni qui in Italia, per rendere l'atmosfera del nostro campionato nuovamente più respirabile.

2 commenti:

  1. Comunque, nonostante la batosta,
    ho visto dei passi avanti rispetto al disastro dell'anno scorso.
    La Juve ha tenuto testa al Chelsea. Ieri sera la Roma ha fatto una grande partita e l'Inter (da Manciniano devo ammetterlo) a tratti ha imposto il suo gioco all'Old Trafford contro la squadra più forte del mondo.
    L'anno prossimo per le italiane andrà meglio.
    Pingu71

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  2. Unica vera pecca è stato lo schierare Viera così debole e compassato nel primo tempo (ovviamente suo l'errore del gol di vidic). Ovviamente coi se e coi ma non si fa la storia ma con la formazione schierata dal portoghese gli inglesi ci capivano ben poco (o'shea così alto su balotelli andava spesso a vuoto) e senza il gol nei primi 5 minuti si sarebbe potuta e dovuta vedere un'altra partita. Quindi giusto infoltire il centrocampo e allargare gli spazi la propensione all'offendere non era venuta meno e con Ibra unica punta c'era il classico disagio da solitudine per lui,(che poteva anche colpire meglio di testa piuttosto che beccare la traversa) e mancanza di riferimento sugli inserimenti per gli altri ( a sto punto meglio muntari dall'inizio che non zanetti, ovviamente se non hai voluto far a meno di viera). Carattere e slanci della squadra sono figli del Mou pensiero e le paure del manchester anche dopo il secondo gol erano fondate,quindi non lo si può biasimare solo perché è antipatico e non allena la vostra formazione.
    Sarà per il prossimo anno lo ha detto Mou....
    Vincenzo"SENATORE" Scioarro

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