Ho letto, con qualche giorno di ritardo, questo commento di Antonio Corbo, che giustamente evidenzia l'ennesima gaffe dell'Amministrazione comunale di Napoli. Ecco il bel pezzetto. (d.d.p.)
Cannavò è un collega autorevole che ricordo con infinito rispetto. La mia prima reazione: bella idea, ecco un assessore di pronta sensibilità. La mia seconda reazione devo però confidarla: è giusto ricordare Cannavò, certo, ma non c'è qualche altra grande figura di napoletano da ricordare a Napoli? Penso subito a Gino Palumbo, il caposcuola in Italia dei giornalisti sportivi moderni. Direttore della Gazzetta, vicedirettore del Corriere della Sera, il quotidiano che avrebbe anche diretto se non fosse stato falciato da un tumore. Rifiutò l'incarico con la sua leggendaria onestà da un ospedale di Parigi, dove aveva appena saputo che la sua vita era segnata. Accanto a lui si è formato anche Candido Cannavò. Prima di andare a Milano, Palumbo aveva insegnato questo mestiere ad almeno due generazioni di giornalisti napoletani. Scrivo i nomi di quelli che se ne sono già andati: Enrico e Cesare Marcucci, Antonio Scotti, Riccardo Cassero, Lello Barbuto, Elio Tramontano, Ciccio Assini, Agostino Panico, Guido Prestisimone, Mario Vitelli.
Bell'idea quella dell'assessore allo sport del Comune di Napoli, splendide la figura e la carriera di Cannavò, mi sono detto: ma possibile che Ponticelli non abbia pensato in questi anni anche ad un napoletano? Ne parlo con Toni Iavarone, presidente dell'Unione Stampa Sportiva (Ussi) di Napoli. Collega attento. Di buona memoria e tempra. "Come", si soprende anche lui, "il Comune non sa che la sala stampa del San Paolo è già dedicata alla memoria di Gino Palumbo?".
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