martedì 28 agosto 2012

la nuova stagione al via: il punto di fine estate

Di Diego Del Pozzo

L'estate sta finendo, potrei osservare tra Catalano e i Righeira. Con lei, però, sta finendo anche il tempo del chiacchiericcio del calciomercato (per la verità molto fiacco quest'anno, causa crisi, tranne che per lo sceicco parigino "pigliatutto"). Tocca di nuovo al campo, dunque, dare i propri verdetti, con l'inizio della nuova stagione calcistica.
Nel post precedente, ormai vecchio di un paio di mesi, salutavo l'arrivo di Giroud all'Arsenal come un rinforzo per l'attacco, mentre negli ultimi giorni di mercato i Gunners hanno ceduto Robin Van Persie ai rivali del Manchester United e Alex Song al Barcellona, in modo da prepararsi degnamente a non vincere nulla anche quest'anno. Per il resto, con un clamoroso immobilismo da parte del Mancity campione, in Inghilterra ha fatto acquisti soltanto il Chelsea trionfatore in Europa riaffidato a Roberto Di Matteo, aggiungendo in rosa, tra gli altri, anche un vero fuoriclasse come il trequartista belga Hazard.
In Germania, il movimento più rilevante mi sembra l'arrivo di Marco Reus ai campioni in carica del Borussia Dortmund, dove andrà a sostituire Kagawa, ceduto al Manchester United, con un saldo tecnico a mio avviso nettamente positivo. Anche la Liga, causa debiti delle banche spagnole che li foraggiano generosamente, s'è distinta per la sobrietà di Real Madrid e Barcellona, che hanno comprato rispettivamente solo Modric e la coppia Song-Alba.
Del "caso" del ricchissimo Paris Saint Germain ancelottiano non mi va nemmeno di parlare (bastano i nomi: Ibra-ThiagoSilva-Lavezzi-Verratti-Lucas), mentre è interessante capire come escono la Serie A e il calcio italiano da una sessione di mercato che, pure, ha fatto seguito alla rinascita del secondo posto europeo conquistato dalla Nazionale guidata da Cesare Prandelli.
Senza troppi giri di parole: il campionato italiano è diventato ancora più mediocre e povero tecnicamente, con la perdita di altri protagonisti di primissimo piano e con squadroni-guida come il Milan ridimensionati in maniera inattesa e, francamente, imbarazzante. Ciò non vuol dire che la nuova stagione non riuscirà a offrire momenti di divertimento e interesse agli appassionati, ma un po' tutti hanno dovuto fare i conti con debiti crescenti e con una liquidità sempre più limitata. Che sia la volta buona per far davvero giocare con continuità un po' di giovani in rampa di lancio?
Intelligenti mi sono sembrate le mosse di mercato dei campioni in carica della Juventus, che hanno aggiunto due ottimi giocatori come Asamoah e Isla, facendo anche tornare alla base (riacquistandolo a caro prezzo) Sebastian Giovinco. L'impressione, però, è che - almeno finora - manchi ancora quell'attaccante di livello internazionale capace di fare la differenza in Italia e in Europa, dove peraltro la ritrovata (anche nell'arroganza) Vecchia Signora non potrà contare sui favori arbitrali che, in ossequio ai bei tempi moggiani, l'hanno certamente agevolata nelle prime uscite ufficiali di stagione, con la farsa cinese della Supercoppa, in particolare, che griderà ancora vendetta per tanto tempo, così come il gol-fantasma di Muntari dello scorso anno, a mio avviso decisivo per il crollo psicologico del Milan e la conseguente conquista del titolo da parte dei bianconeri. E decisiva, in senso negativo però, potrebbe risultare pure la squalifica di dieci mesi del tecnico juventino Antonio Conte, importante in panchina per la grinta e la "presenza" con la quale sa guidare la propria squadra. Vedremo...
Per la lotta al vertice, dietro ai bianconeri piazzerei la Roma di Zeman, affascinante e talentuosissima, con i suoi tanti attaccanti e la guida di un grande Maestro come il Boemo, capace di ridare entusiasmo all'intero ambiente col suo solo ritorno sulla panchina giallorossa (e mi aspetto molto da Mattia Destro); poi, la solida Inter di Stramaccioni (ma basta giochi di parole col cognome dell'allenatore, please...), che ha addizionato in questi giorni Cassano-Gargano-Pereira agli altri nuovi Handanovic-Silvestre-Mudingayi-Palacio, rivoluzionando e ringiovanendo una squadra che era giunta, ormai, a fine ciclo; infine, il Napoli di Walter Mazzarri, libero dal peso psico-fisico della Champions League, ulteriormente maturato da quella decisiva esperienza, rinforzato dall'acquisto di Behrami e dall'approdo nell'undici titolare di un fuoriclasse come Goran Pandev, col campioncino di casa Lorenzo Insigne in rampa di lancio, con Gamberini a dare esperienza e profondità alla difesa, Britos titolare che va considerato un nuovo acquisto a tutti gli effetti, Cavani sempre più straripante già ad agosto, Hamsik ormai campione totale di livello mondiale e il giovane talento El Kaddouri pronto a dargli un po' di fiato quando se ne presenterà la necessità. A mio avviso, non peserà più di tanto la perdita di Lavezzi, mentre potrebbe farlo quella di Gargano, stupidamente ceduto a una concorrente diretta, alla quale porterà il suo dinamismo unico e quella capacità rara di rovesciare il fronte e ripartire come pochi altri centrocampisti. La vera differenza, però, potrebbe farla un allenatore come Mazzarri, che rispetto ai suoi altri colleghi di vertice siede da quattro stagioni sulla stessa panchina e, dunque, può guidare una squadra dai meccanismi già perfettamente rodati.
Senza dilungarmi ulteriormente, voglio chiudere con una meritatissima menzione per la nuova, affascinante Fiorentina di Vincenzo Montella, che ha messo assieme un trio di centrocampo unico in Italia per la tecnica e il talento che porterà sul campo (Borja Valero - Pizarro - Aquilani): mi incuriosisce davvero molto. E domenica prossima, alla seconda giornata di Serie A, arriverà al San Paolo per sfidare proprio il Napoli...