lunedì 30 giugno 2014

brasile 2014: il mio "diario mondiale" della prima fase

Di Diego Del Pozzo

Qui di seguito, potete leggere la prima parte del mio personalissimo "diario mondiale", assemblato mettendo semplicemente in rigoroso ordine cronologico i post con i quali, sulla mia bacheca di Facebook, ho commentato in questi giorni l'evolversi della Coppa del Mondo 2014 in corso di svolgimento in Brasile.
Questa prima parte del mio "diario" va dal 9 al 28 giugno e copre tutta la prima fase del Mondiale.
Buona lettura!

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9 giugno (sulla convocazione di Lorenzo Insigne)
Trovo davvero stravagante l'atteggiamento dei media italiani nei confronti di Lorenzo Insigne, passato in pochi mesi da talento di punta del nuovo calcio italiano a "convocato a sorpresa" (ma di chi?) per i Mondiali brasiliani, col dualismo creato a tavolino tra lui e lo sfortunato Giuseppe Rossi.
Quando è integro, quest'ultimo - mi preme chiarirlo subito - è certamente uno tra i migliori attaccanti di Serie A, pur non essendo un campione. In Brasile, comunque, sarebbe stato titolare.
Su Insigne, però, trovo insopportabile l'atteggiamento sminuente dei media italiani: a Sky, per esempio, stanno ancora piangendo per la sua convocazione "a sorpresa". Ecco, invece io credo che non vi sia stata nessuna sorpresa: Insigne fa parte dell'attuale gruppo della Nazionale da due anni e dopo il Mondiale prenderà definitivamente il posto di Cassano per molti anni. Vi sarebbe stata sorpresa in caso di mancata convocazione. E, in ogni caso, per me Prandelli lo ha sempre tenuto tra i 23 per il Brasile, non lo ha scelto in alternativa a Rossi e lo avrebbe portato anche se Pepito fosse stato sano, lasciando a casa un centrocampista (Aquilani).
Le caratteristiche di Lorenzo Insigne - cresciuto enormemente quest'anno con Benitez - le ha riassunte molto bene, lo scorso autunno, Arsène Wenger prima del match di andata di Champions tra Arsenal e Napoli: "Insigne mi piace molto. È un giocatore fantastico, perché abbina alla grande tecnica e velocità una resistenza fuori dal comune, che gli permette di coprire 60 metri di campo". E, infatti, i Gunners hanno appena offerto al Napoli 21 milioni di euro per acquistarlo.
Credo che Prandelli sappia molto bene quanto potranno tornargli utili le suddette caratteristiche di Lorenzinho nel caldo afoso brasiliano.

13 giugno (Brasile - Croazia 3-1)
Pletikosa sembra il nome di una malattia rara della pelle ("Cara, ho la Pletikosa..."). Certo non è il cognome di un portiere di calcio. Così, nel match inaugurale dei Mondiali, un'ottima Croazia ha preso appena tre gol dal favoritissimo (ma piuttosto mediocre) Brasile, nonostante la scelta incomprensibile di giocare senza portiere. E uno dei tre gol è arrivato grazie a un calcio di rigore inesistente. A proposito, avviso per le altre 31 squadre partecipanti: in area di rigore, i giocatori del Brasile non vanno nemmeno sfiorati.

13 giugno (Messico - Camerun 1-0)
In Messico-Camerun c'è un guardalinee visionario: ha annullato due gol regolari agli increduli messicani, per due fuorigioco inesistenti. Mah...
Per vincere 1-0, il Messico ha dovuto segnare tre reti.

13 giugno (Spagna - Olanda 1-5)
Stasera Olanda mazzarriana con la difesa a tre, due terzini come laterali, un centrocampo con due medianacci più Sneijder alla Hamsik e davanti Robben (Lavezzi) e Van Persie (Cavani).
Non c'è più religione... E non ci sono più gli olandesi di una volta...
Comunque, Olanda compattissima col suo inedito 3-5-1-1 e atleticamente superiore; Spagna presuntuosa, fisicamente svuotata e men che mediocre: incredibile ma logico il 5-1 finale!!!

14 giugno (Cile - Australia 3-1)
La vera partita "di culto" di oggi è stata certamente Cile - Australia, due squadre che corrono e hanno voglia, la prima molto tecnica e un po' leziosa, la seconda rozza e grintosa. Nottata divertente!
Alla fine, la maggiore qualità dei cileni ha pagato: 3-1 finale.

15 giugno (Inghilterra - Italia 1-2)
Bella partita tra Italia e Inghilterra, con gli azzurri meglio preparati atleticamente, rispetto agli inglesi, per fronteggiare le impossibili condizioni climatiche di Manaus.
Adesso, con questa vittoria per 2-1 e il sorprendente 3-1 della Costa Rica sull'Uruguay, il gruppo si fa interessantissimo...

16 giugno (Argentina - Bosnia Erzegovina 2-1)
Il cioccolatino del Pipita per Leo è una ghiottoneria per palati raffinatissimi...

17 giugno (Germania - Portogallo 4-0)
Cristiano Ronaldo avrebbe bisogno di un contorno più degno. Mica può vincere ogni volta le partite da solo...

17 giugno (Iran - Nigeria 0-0)
Soltanto chi ha passato una serata appresso a Iran - Nigeria e poi ha fatto le due di notte per guardarsi Ghana - Stati Uniti può dire di stare davvero seguendo i Mondiali di calcio...

17 giugno (Belgio - Algeria 2-1)
Bel terzino sinistro, questo Ghoulam. Ma dove gioca?

17 giugno (Belgio - Algeria 2-1)
Davvero bravo questo Mertens. Ha cambiato la partita del Belgio. Ma dove gioca?

18 giugno (spot & media)
Anche se dovesse essere eliminato al primo turno, l'Uruguay è stato protagonista della pubblicità più bella e raffinata del Mondiale: per intenditori la divertente rievocazione del "Fantasma del 1950".

18 giugno (Australia - Olanda 2-3)
Partita con tanti rovesciamenti di fronte e mille emozioni. Ottimi gli australiani, ma olandesi a 6 punti con 8 gol fatti in due match. E a proposito: Tim Cahill - che chiude oggi il suo Mondiale - non era vecchio? Però, per favore, adesso ridatemi l'Olanda in maglia arancione. Ok?

18 giugno (Spagna - Cile 0-2)
Cile flipper e bellissimo 1-0 di Edu Vargas ai campioni del mondo in carica!
Al fischio finale, poi, Spagna - Cile 0-2 e campeones iberici clamorosamente eliminati dopo sole due partite: fallimento su tutti i fronti!
In quanto allo spettacolare Cile di Jorge Sampaoli, si qualifica già per gli ottavi di finale, assieme all'Olanda (con la quale si giocherà il primo posto nel girone), ma soprattutto è nettamente la squadra più bella e interessante vista finora in Brasile: super-tecnica, velocissima, grintosa, atleticamente inesauribile, tatticamente all'avanguardia (con un solo difensore di ruolo e interscambi continui tra tutti i giocatori). Questo Cile può fare paura a tutti.

19 giugno (Uruguay - Inghilterra 2-1 / Colombia - Costa d'Avorio 2-1)
Luis Suarez irrompe nel Mondiale con la forza del predestinato: bellissima doppietta nella vittoria per 2-1 di un rinato Uruguay (con un grande Cavani) su una Inghilterra praticamente eliminata.
E, intanto, nell'altro big match (davvero intenso e spettacolare) la Colombia batte 2-1 la Costa d'Avorio e dimostra che, se tutto va bene, può seriamente provare a vincere il Mondiale, perché è una squadra completa e molto forte. Finora, comunque, James Rodriguez è il miglior giocatore del torneo.
Come volevasi dimostrare, quest'anno le sudamericane saranno grandi protagoniste fino alla fine.

20 giugno (durante Italia - Costarica)
Capisco il tifo, capisco il giornalismo embedded, ma come fa Fabio Caressa, durante la telecronaca di Italia - Costa Rica su Sky Sport, a dire che il fallo di Chiellini su Campbell non c'era? Diciamolo che era rigore netto e che l'arbitro ha dato una mano all'Italia! Suvvia, non facciamoci sempre conoscere!
Comunque, contro i centroamericani è durissima: corrono e sono molto tecnici. Nel secondo tempo, spero che Prandelli cambi il lentissimo Thiago Motta e Marchisio con Verratti e Insigne e passi dal 4-1-4-1 (con Balotelli troppo solo in attacco) al 4-3-3 (con tridente Candreva-Balotelli-Insigne).
Vediamo un po'...

20 giugno (Italia - Costa Rica 0-1)
"Ticos" già qualificati dopo due partite, in un girone nel quale avrebbero dovuto fare gli agnelli sacrificali e che, invece, finora hanno dominato.
Azzurri sulle gambe fin dall'inizio. Poco lucidi, sempre in ritardo sul pallone, costantemente in fuorigioco, incapaci di costruire un'occasione da gol per tutto il secondo tempo. Incomprensibili le scelte iniziali di Prandelli, che s'affida a un Thiago Motta "bollito", a un Abate semplicente non all'altezza e sottovaluta la stanchezza di Candreva e Marchisio, spompati dopo gli sforzi del match con l'Inghilterra. In attacco, poi, Balotelli è troppo solo nel primo tempo e troppo nervoso (e stanco) nel secondo.
Detto ciò, il Costa Rica gioca una bellissima partita, tatticamente perfetta (con l'ottimo commissario tecnico colombiano Jorge Luis Pinto che "incarta" Cesare Prandelli) e arricchita da alcune individualità di spicco, da Bolaños a Campbell, dal centrale di difesa Gonzalez al portiere Navas fino al match-winner Bryan Ruiz, capitano vero e giocatore davvero totale.
Adesso, con un giorno di riposo in meno, l'Italia è costretta a giocarsi la qualificazione nello scontro diretto con l'Uruguay di Cavani e Suarez, campione del Sudamerica in carica. In bocca al lupo. Ce ne sarà bisogno.

22 giugno (Germania - Ghana 2-2)
Ennesima grande partita proposta dal Mondiale brasiliano, con due squadre forti e preparate che si sono affrontate a viso aperto e in velocità, senza tatticismi ma con l'unico obiettivo di prevalere l'una sull'altra.
Peccato per i brasiliani d'Africa, che avevano rimontato il gol di svantaggio dei tedeschi (da 0-1 a 2-1) e che con la vittoria si sarebbero rilanciati con forza per la qualificazione agli ottavi. Col pareggio, invece, la Germania mette una seria ipoteca sul primato nel girone, mentre il Ghana dovrà battere il Portogallo e attendere il risultato di Stati Uniti - Germania.

22 giugno (in attesa di Italia - Uruguay)
Le grandi europee: i tempi di recupero sono un problema serio. E, in vista di Italia - Uruguay, nessun commentatore fa notare come i sudamericani abbiano anche un giorno di riposo in più. La vedo quasi impossibile.

22 giugno (dubbi su Francia e Olanda)
Finora la Francia ha giocato contro la Svizzera e contro l'Honduras ridotto in 10 uomini dopo mezz'ora. L'Olanda ha giocato contro la Spagna di questi Mondiali e ha faticato contro l'Australia. Vediamo se riesce a tenere il ritmo del Cile.

22 giugno (Belgio - Russia 1-0)
Oggi il Belgio schiera, contro la Russia, la formazione migliore fin dall'inizio. Però, nonostante ciò, delude moltissimo.
Nel primo tempo, infatti, è tenuto in piedi da Mertens. Nel secondo, invece, non produce praticamente nulla fino a 10 minuti dalla fine. Poi, in quegli ultimi 10 minuti, Eden Hazard (fin lì il peggiore in campo) decide di iniziare a giocare. E, come fanno i fuoriclasse, decide la partita mettendo il diciannovenne Origi (ottimo centravanti!) da solo davanti alla porta: 1-0 e Belgio qualificato con 6 punti in due match.
In quanto alla Russia, evidentemente nemmeno la "Cura Capello" è servita per darle più grinta, voglia e cuore: solita squadretta pallida, ormai quasi eliminata.

22 giugno (Corea del Sud - Algeria 2-4)
Intanto, l'Algeria distrugge la Corea del Sud: 3-0 persino stretto dopo il primo tempo, leggera reazione coreana nel secondo, 4-2 al fischio finale.
Belgio matematicamente primo nel girone, con la seconda qualificata che uscirà dall'interessante Algeria - Russia.

22 giugno (Argentina - Iran 1-0: Messi c'è!)
La notizia "mondiale" più rilevante del week-end, a mio avviso, è certamente quella che riguarda il nuovo status di Leo Messi con la maglia dell'Argentina. Finalmente, infatti, il giocatore più forte del mondo (assieme a Cristiano Ronaldo) ha mostrato di essere decisivo anche quando indossa la camiseta albiceleste della sua nazionale e non soltanto quella blaugrana del Barcellona.
In un match pessimo dell'Argentina, che sabato contro l'Iran avrebbe probabilmente addirittura meritato di perdere, Messi ha saputo sbloccare e decidere il risultato nel recupero del secondo tempo, con un'azione individuale degna della sua classe. Così, al novantunesimo minuto, 1-0 e Argentina già qualificata per gli ottavi. E va ricordato che sempre Messi aveva siglato il decisivo 2-1 nel precedente match vinto contro la Bosnia. In totale, dunque, due suoi gol hanno portato ben sei punti alla nazionale della quale è anche capitano.
E, in attesa di trovare gioco e automatismi, se l'Argentina può giovarsi del vero Leo Messi allora sono davvero dolori per tutti.

23 giugno (Olanda - Cile 2-0)
Giocare contro questa Olanda è davvero difficile: squadra tosta e solida, compatta, poco spettacolare, persino catenacciara, capace di far giocare malissimo i propri avversari e di proporre un calcio lontanissimo dalla gloriosa tradizione oranje, anche tatticamente, grazie a un incredibile 5-3-2 che scherzando (ma non troppo!) avevo definito "mazzarriano". Certo che, se pratichi un gioco difesa e contropiede e hai Robben che riparte a tutta velocità, allora le cose vengono quasi da sé...
Comunque, tra un calcione e l'altro e un paio di sviste arbitrali, anche il Cile di Jorge Sampaoli è caduto nelle trappole tattiche di quel vecchio volpone di Louis Van Gaal, che grazie ai gol dei subentrati Memphis Depay (ottimo!) e Fer ha portato a casa la terza vittoria su tre partite (2-0) e il conseguente primato nel difficile girone B del Mondiale brasiliano. I cileni, qualificatisi come secondi, troveranno probabilmente il Brasile agli ottavi di finale. La Spagna campione del mondo e d'Europa in carica torna a casa salutando il torneo con un netto 3-0 sulla povera Australia (gol di Villa, Torres e Mata; esordio iridato di Pepe Reina in porta, senza subire reti).

24 giugno (Camerun - Brasile 1-4 / Croazia - Messico 1-3)
I primi due ottavi di finale di questo bellissimo Mondiale brasiliano sono Brasile-Cile e Olanda-Messico. Nel turno conclusivo del girone, infatti, i padroni di casa hanno spazzato via, 4-1 con doppio Neymar Jr., un Camerun davvero deludente, che chiude il torneo senza punti all'attivo e con ben 9 reti subite (3 a partita!). Il Messico, da parte sua, ha disposto a proprio piacimento della Croazia (3-1), chiudendo il match nel corso di un grandissimo secondo tempo, disputato a velocità supersonica, con notevole intensità e trame offensive davvero spettacolari.
Nonostante la squillante vittoria, però, il Brasile anche stasera ha mostrato ancora i problemi già evidenziati nelle precedenti gare: amnesie difensive, difficoltà a costruire gioco con i centrocampisti e un attacco nel quale, in pratica, gioca il solo Neymar, peraltro in gran forma. Vedremo se basterà contro l'organizzazione tattica e il moto perpetuo del Cile di Jorge Sampaoli.
In quanto al Messico (campione olimpico in carica), sarà interessante vederlo in azione, con la sua tecnica e freschezza atletica, opposto al cinismo, ai tatticismi e alla fisicità dell'Olanda di Van Gaal, la quale in evidente contrasto con la propria tradizione calcistica pare ormai essersi specializzata nel far giocare male gli avversari, come una catenacciara qualsiasi.
Finora, comunque, dai primi due gironi si sono qualificate per gli ottavi di finale due squadre sudamericane, una centroamericana e soltanto un'europea. Tenendo presente che anche Colombia, Argentina e Costa Rica sono già qualificate, la tendenza mi sembra chiarissima. E preoccupante in vista della decisiva Italia-Uruguay di domani.

24 giugno (Italia - Uruguay 0-1: lo sfogo di Buffon)
"Questo è il giorno di un fallimento ed è inutile negarlo. Abbiamo perso due partite senza fare nemmeno un gol e senza creare troppe occasioni. Dunque, siamo stati eliminati meritatamente": sono le parole di Gianluigi Buffon, il capitano della nazionale italiana. Le sue frasi, pronunciate con l'enorme amarezza e delusione di chi un Mondiale ha saputo vincerlo, devono far riflettere, così come queste altre, dette subito dopo e riferite in particolare ai compagni più giovani e meno esperti, quasi tutti rivelatisi inadeguati alla prova dei fatti: "Chiederei a qualcuno di riflettere meglio prima di emettere giudizi su calciatori definiti vecchi troppo frettolosamente. Quando c'è da tirare la carretta, infatti, i vari De Rossi, Pirlo, Barzagli, Buffon sono sempre lì. E credo che bisognerebbe dare i meriti giusti a chi, poi, se li guadagna sul campo, perché quando si va in campo bisogna fare". Ogni riferimento ai vari Balotelli e coetanei non è puramente casuale, a riprova di un ambiente interno niente affatto sereno e con parecchie divisioni striscianti tra i vari clan.

24 giugno (Italia - Uruguay 0-1: i motivi della sconfitta)
Mentre si continua a urlare al morso di Luis Suarez su Chiellini e all'ingiusta espulsione di Marchisio (che, secondo me, invece, non doveva entrare in quel modo per provare a proteggere il pallone, con i tacchetti alti a colpire il ginocchio dell'avversario, col rischio di spezzarglielo) vorrei concentrarmi su alcuni semplici concetti che, invece, dopo la seconda eliminazione consecutiva dell'Italia al primo turno di un Mondiale in seguito alla sconfitta per 1-0 con l'Uruguay, a mio avviso dovrebbero essere messi maggiormente in evidenza:
1) in questa partita, Buffon ha effettuato una doppia parata decisiva nel primo tempo e un'altra, notevolissima, nel secondo; più un altro tiro a lato di Rodriguez dopo bell'inserimento in area italiana, per un totale di quattro pericolose occasioni da gol a favore dell'Uruguay;
2) di contro, l'Italia non ha mai tirato pericolosamente in porta (!!!);
3) su Cavani c'era un fallo nettissimo da rigore (di Bonucci) non visto dall'arbitro né dai suoi assistenti;
4) il commissario tecnico italiano Cesare Prandelli - che si è appena dimesso, ammettendo il fallimento del suo progetto tecnico - è stato "incartato" tatticamente per la seconda volta consecutiva dal diretto avversario (prima da Pinto della Costa Rica, oggi dal "Maestro" Tabarez dell'Uruguay);
5) lo stesso Prandelli ha mostrato, fin dalle convocazioni, di avere poche idee ma confusissime (quel Thiago Motta schierato al posto di Verratti contro la Costa Rica grida ancora vendetta, così come il "fantasma" di Cassano inspiegabilmente portato in Brasile o, più in generale, le cervellotiche riletture tattiche prandelliane dell'ultimo mese);
6) la preparazione atletica sarà stata anche accurata (il trentacinquenne Pirlo, in effetti, oggi correva ancora al novantesimo minuto), ma le motivazioni e il cuore del gruppo erano ai minimi livelli;
7) il livello tecnico medio del calcio italiano di oggi è davvero bassissimo;
8) il peso "politico" della Federazione italiana (pallidissima, col presidente Abete che a sua volta si è appena dimesso) è ancora più basso (e si spiega soltanto così una squadra quattro volte campione del mondo mandata a giocare prima in Amazzonia e poi, unica tra le grandi, per due volte consecutive alle ore 13 brasiliane: il peso "politico" si vede anche da queste cose).
Ps: Comunque, come era facile prevedere, Italia-Uruguay è stato un match di rara bruttezza.

24 giugno (Italia post-eliminazione: la confusione di Prandelli)
Nonostante lo scadimento attuale del calcio italiano, il Prandelli dell'ultimo mese e mezzo è sembrato in totale confusione, a partire dalle convocazioni assurde. Tutti lo attaccano per aver puntato fino in fondo su Balotelli, ma nessuno fa notare quanto sbagliata e inutile sia stata la convocazione del fantasma di Cassano, per non parlare di quelle di un Abate non all'altezza e di due scarti di altre nazionali come Paletta e Thiago Motta. A questo gruppo, sarebbero servite la freschezza atletica e la duttilità tattica di Florenzi, la corsa di Maggio, l'esperienza in area di rigore di Gilardino, probabilmente anche la classe di un Pepito Rossi a mezzo servizio. E ho citato soltanto questi quattro nomi, perché sono quattro titolari della nazionale italiana dell'ultimo biennio, accantonati senza garbo all'ultimo secondo.
Ovviamente, anche con loro l'Italia non sarebbe andata lontano, ma forse avrebbe almeno evitato l'umiliazione della seconda eliminazione consecutiva al primo turno di un Mondiale.

24 giugno (Italia post-eliminazione: si dimettono Pradelli e Abete)
Ah, a proposito, si è dimessa anche Alena Seredova.

24 giugno (Mondiale geometrico)
Dopo l'eliminazione dell'Italia, serata mondiale all'insegna della geometria con Giappone - Colombia, cioè Okubo contro Cuadrado!

25 giugno (Giappone - Colombia 1-4)
A parte gli scherzosi giochi di parole a tema geometrico (Okubo-Cuadrado), Giappone - Colombia 1-4 ha ribadito la forza dei sudamericani, che schierando le seconde linee (si fa per dire, vista la loro qualità) hanno schiantato anche la squadra di Zaccheroni e hanno chiuso il loro girone da primi in classifica a punteggio pieno. Negli ottavi di finale, al Maracanà, li attende un derby affascinante con l'Uruguay "killer" dell'Italia.
Per ora, mi sento di ribadire con convinzione quanto già scritto nei giorni scorsi, cioè che, fino a questo momento, il miglior giocatore del Mondiale appartiene proprio alla Colombia: si tratta del talentuoso quasi ventitreenne centrocampista offensivo James Rodriguez, che sta imprimendo il proprio marchio sul torneo a furia di gol, assist e giocate d'alta scuola.
Nell'altro match del girone, invece, la talentuosa ma incompiuta Costa d'Avorio ha fallito miseramente una qualificazione ampiamente alla sua portata, facendosi battere 2-1 (con rigore decisivo al 93') da una Grecia solida, compatta e ottimamente messa in campo, commovente per il cuore messo in quest'ultima partita. Trascinati dalla premiata ditta Samaris & Samaras (autori dei due gol), gli ellenici hanno meritato la qualificazione agli ottavi, dove arrivano per la prima volta nella loro storia e dove sfideranno l'altra sorpresa del torneo, la Costa Rica vincitrice del girone dell'Italia.
Finora, il tabellone degli ottavi di finale prevede Brasile - Cile, Olanda - Messico, Costa Rica - Grecia e Colombia - Uruguay. Da notare che, comunque vada, limitatamente a questi primi accoppiamenti, due squadre sudamericane sono già sicure di passare ai quarti di finale.

25 giugno (Italia post-eliminazione: commenti)
A proposito del fallimento dell'Italia al Mondiale brasiliano, condivido e sottoscrivo quanto detto da un osservatore acuto come Gianfranco Teotino stanotte su Sky Sport: "Il problema non è soltanto la gestione di questo Mondiale, ma un modello di sviluppo del calcio italiano che, negli ultimi quindici anni, ci sta portando alla rovina".

25 giugno (Italia post-eliminazione: l'anno zero)
Vivai e settori giovanili abbandonati a se stessi, stadi fatiscenti, tifosi perbene sempre meno tutelati, curve in mano alla violenza ultrà, società schiave unicamente degli introiti delle televisioni, dirigenti papponi e inadeguati a tutti i livelli, allenatori sempre meno attenti alla tecnica e interessati solo a sterili tatticismi (la tattica è un'altra cosa), assenza totale di etica e di sguardo verso il futuro.

26 giugno (Nigeria - Argentina 2-3)
L'Argentina sta crescendo costantemente (ieri miglior match del suo torneo, nella vittoria per 3-2 sulla Nigeria) e si qualifica come prima nel suo gruppo con tre successi in altrettante partite. Leo Messi, autore di una doppietta contro le Super-aquile nigeriane, è già arrivato a 4 gol (capocannoniere assieme al brasiliano Neymar, suo compagno a Barcellona). Se continua così (e se entra in forma anche Higuain), ne vedremo delle belle.
Intanto, definiti altri due ottavi di finale: Argentina-Svizzera e Francia-Nigeria.

26 giugno (Italia post-eliminazione: un ambiente spaccato nel ritiro azzurro)
Le scomode verità iniziano a emergere...

26 giugno (Italia post-eliminazione: il capro espiatorio)
Questo tiro a Balotelli è davvero stucchevole. Ma il Paese, ormai, ha individuato il capro espiatorio...

26 giugno (durante gli inni nazionali di Stati Uniti - Germania 0-1) 
Jurgen Klinsmann, da autentico cittadino del mondo e spirito libero, non si fa mancare nulla e, prima di Stati Uniti - Germania, canta entrambi gli inni nazionali: quello del Paese d'adozione che gli ha affidato la guida della squadra nazionale e quello della sua terra d'origine, oggi avversaria sul campo di gioco. Bel personaggio, Klinsmann...

27 giugno (Stati Uniti - Germania 0-1 / Portogallo - Ghana 2-1)
Ieri Germania e Stati Uniti hanno risposto con correttezza a quegli italioti che, da giorni, parlavano di possibile "biscotto" tra gli amiconi Klinsmann e Loew: i tedeschi non hanno guardato in faccia nessuno e hanno vinto la partita, gli americani hanno rischiato di essere eliminati. Peccato, però, per un Cristiano Ronaldo arrivato letteralmente a pezzi al Mondiale. Così, anche il Portogallo saluta già al primo turno.

27 giugno (Corea del Sud - Belgio 0-1 / Algeria - Russia 1-1)
Il Belgio fa sul serio anche giocando maluccio. Vedremo più avanti. Intanto, la pallidissima Russia di Capello è giustamente e logicamente eliminata dalla grande voglia e fisicità della... Francia 2. Pardòn, dell'Algeria. Comunque, scherzi a parte, il movimento calcistico francese, in pratica, porta due nazionali agli ottavi di finale. E questa cosa dovrebbe far riflettere... 

28 giugno (dopo la prima fase: una statistica interessante) 
Dopo il primo turno di Brasil 2014, il giocatore più preciso è Javier Mascherano dell'Argentina: su 278 passaggi ne ha completati (cioè, non ne ha sbagliati) l’89,4 per cento; e non si tratta soltanto di tocchettini a un metro di distanza, dato che i suoi passaggi sono stati per il 14 per cento "corti", il 69 per cento "medi" e il 17 per cento lunghi.
Capito perché Rafa Benitez - a parte le indiscusse doti di leadership, che lo hanno fatto soprannominare "El jefecito" fin dalle squadre giovanili - lo voleva a tutti i costi a Napoli? 

28 giugno (il tabellone degli ottavi di finale)
Oggi iniziano gli ottavi di finale del bellissimo Mondiale 2014 di calcio. Si comincia con due bollenti derby sudamericani: Brasile - Cile e Colombia - Uruguay. E si prosegue con Olanda - Messico e Costa Rica - Grecia (domani), Francia - Nigeria e Germania - Algeria (lunedì), Argentina - Svizzera e Belgio - Stati Uniti (martedì).
Già a casa, meritatamente, nazionali blasonate e/o molto attese come Spagna, Inghilterra, Italia, Portogallo, Russia, Croazia, Costa d'Avorio, Ghana, Camerun, Giappone.

28 giugno (la mia top 11 della prima fase)
In attesa degli ottavi di finale di Brasil 2014, ecco la mia Top 11 del primo turno, schierata col 4-2-3-1: Ochoa (Messico); Zuniga (Colombia), Marquez (Messico), Godin (Uruguay), Rojo (Argentina); Mascherano (Argentina), Arànguiz (Cile); Messi (Argentina), Rodriguez (Colombia), Neymar (Brasile); Muller (Germania); allenatore: Pinto (Costa Rica). E, a proposito di graduatorie, mi fa piacere che la FIFA abbia votato James Rodriguez della Colombia come miglior giocatore della fase a gironi del torneo. Verdetto che avevo anticipato (come mio personale) già qualche giorno fa.

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domenica 29 giugno 2014

serie a 2013-2014: il bilancio del napoli di rafa benitez

Di Diego Del Pozzo

Mentre i Mondiali brasiliani entrano nel vivo, voglio tornare di qualche settimana indietro nel tempo per archiviare definitivamente la stagione per club 2013-2014 facendo un bilancio, a freddo, dell'annata vissuta dal Napoli di Rafa Benitez, al suo primo anno sulla panchina azzurra.
Ebbene, Benitez - che in risposta ai detrattori, durante i mesi invernali, ripeteva continuamente che "i conti si fanno alla fine" - ha eguagliato il record di punti nella storia del Napoli in Serie A, 78, vincendo però nella stessa stagione la Coppa Italia (e, a tale proposito, quest'anno in Italia hanno vinto un trofeo soltanto Juventus e Napoli: per gli altri, iperpubblicizzata Roma compresa, "zeru tituli") e terminando un complicatissimo girone di Champions League con 4 vittorie su 6 match e 12 punti in classifica, alla pari con le qualificate Borussia Dortmund e Arsenal. Sì, sto parlando proprio di quella stessa Champions League che, secondo il precedente allenatore, portava via tra i 10 e i 15 punti in classifica in campionato. E ha fatto tutto ciò con una squadra quasi totalmente rinnovata e con un nuovo sistema di gioco, grazie al quale il Napoli ha segnato 104 gol in stagione, altro record societario.
L'aspetto divertente è che c'è persino chi ha storto la bocca, di fronte a questi risultati, perché il Napoli sarebbe passato dal secondo posto dello scorso anno al terzo di quest'anno, cosa che, in effetti, lo costringerà a disputare i fastidiosi preliminari della prossima Champions League in pieno agosto (unico inconveniente derivante da questa annata). A parte i distinguo che ho elencato poco più su, però, mi pare piuttosto evidente che, in futuro, sarà difficilissimo se non impossibile rivedere una Juventus da 102 punti, anche perché è una squadra abbastanza vecchia e a fine ciclo; così come sarà altrettanto difficile che una Roma l'anno prossimo impegnata anche in Champions League e, quindi, con due match a settimana da disputare, possa arrivare nuovamente alla soglia-scudetto degli 85 punti. E come sarà complicatissimo rivedere la sequenza di infortuni che, per almeno due-tre mesi, ha costretto gli azzurri a giocare, in pratica, senza terzini di ruolo (Maggio, Mesto, Zuniga fuori quasi in contemporanea).
La differenza sostanziale tra i 78 punti del Napoli di Mazzarri dello scorso campionato, rispetto ai 78 di questo di Benitez, comunque, risiede in un aspetto semplicissimo: con quel secondo posto, quella squadra aveva chiuso un ciclo che, in quattro anni e mezzo, ha prodotto concretamente una Coppa Italia; questa di Benitez è evidentemente a inizio ciclo, ha ampie possibilità di crescita e in soli 9 mesi ha già raggiunto lo stesso risultato della precedente incarnazione, una Coppa Italia. Il precedente trofeo, però, era probabilmente il massimo raggiungibile; questo rappresenta un evidente punto di partenza.
Merita qualche riga a parte l'esperienza del Napoli di Benitez nella Champions League 2013-2014, partendo dai fatti e dai numeri. Per la prima volta nella storia della Champions League una squadra è stata eliminata nella fase a gironi dopo aver totalizzato addirittura 12 punti, nel caso del Napoli frutto di 4 vittorie su 6 match, raccolte in un raggruppamento durissimo, composto dall'Arsenal che all'epoca stava dominando la Premier League (cioè il campionato più bello e competitivo del mondo), dal sempre scoppiettante Borussia Dortmund vicecampione d'Europa 2012-2013 e da un Olympique Marsiglia poi rivelatosi poco competitivo (ha terminato con sole sconfitte) ma, comunque, in partenza dotato di blasone e di solida tradizione internazionale (ha in bacheca anche una Coppa dei Campioni). Ebbene, in un simile girone, il rinnovato Napoli di Rafa Benitez - ripeto: appena all'alba di un nuovo progetto tecnico-tattico, con sei-sette titolari diversi rispetto allo scorso anno e, soprattutto, con un epocale passaggio, dopo anni, dalla linea difensiva a tre a quella a quattro - ha saputo chiudere a pari punti con tedeschi e inglesi ed è stato eliminato soltanto grazie alla classifica avulsa, dopo essere riuscito a vincere tutti e tre i match casalinghi (2-1 al Borussia, 3-2 al Marsiglia e 2-0 all'Arsenal) e quello in Francia (2-1 al Velodrome), perdendo soltanto a Londra e a Dortmund e, in quest'ultimo caso, con parecchie recriminazioni e anche un pizzico di sfortuna (basti pensare al rigore generoso dato ai tedeschi dopo pochi minuti e agli svarioni difensivi di Armero sul 2-0 e, soprattutto, sul decisivo 3-1). Di più, onestamente, non era lecito chiedere, anche perché sarebbe bastato un pareggio in una delle due gare tra Borussia e Arsenal per fare fuori una delle due e far avanzare gli azzurri.
Negli occhi dei tifosi partenopei, ma anche in quelli dei semplici appassionati, c'è ancora la bellissima prova del Napoli al San Paolo contro la forte squadra di Arsène Wenger, ridotta ai minimi termini dalla ferocia di un pressing altissimo e costante, dai continui aiuti degli esterni d'attacco ai due centrocampisti, da una difesa disposta quasi a centrocampo e sempre pronta a rilanciare l'azione con cambi di gioco profondi e precisi, dal movimento continuo e dai tagli e controtagli degli attaccanti, da una ritrovata solidità mentale generale che ha positivamente influito sull'equilibrio complessivo della formazione di un Benitez che, incurante delle critiche di quel periodo, ha preparato e condotto il match a modo suo e, come volevasi dimostrare, nella singola gara ha avuto ragione.
Riallargando la visuale all'intera stagione, il migliore in assoluto tra gli azzurri versione 2013-2014 è stato certamente José Callejon, autore di ben 15 gol in campionato e 20 totali, ma soprattutto inesauribile sulla fascia di competenza e sempre a suo agio di fronte a qualsiasi avversario. Dopo di lui, collocherei Dries Mertens (11 gol in Serie A e 13 totali) e Gonzalo Higuaìn (17 in campionato e 24 totali), entrambi con ulteriori margini di crescita per il prossimo anno. Ciascuno di questi tre campioni, peraltro, s'è distinto anche per aver servito tanti assist decisivi ai compagni. Tra i più positivi, a mio avviso, vanno inseriti anche un Lorenzo Insigne tatticamente miglioratissimo e atleticamente instancabile, un Pepe Reina leader naturale che andrebbe in tutti i modi riconfermato, un Federico Fernandez enormemente cresciuto grazie alla fiducia dell'allenatore. Da recuperare, ma in futuro tornerà certamente al centro del gioco, il capitano Marek Hamsik.

Insomma, dopo una stagione così, il Napoli targato Rafa Benitez per me è destinato senza ombra di dubbio a crescere ulteriormente.
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