mercoledì 18 settembre 2013

la costruzione corale del gioco di benitez, secondo bacconi

Di Adriano Bacconi
(Il Mattino - 16 settembre 2013)

Il primo posto in classifica a punteggio pieno dopo tre turni di campionato è per ora la vittoria della rifondazione voluta da De Laurentiis e realizzata con precisione chirurgica da Bigon, basata su decisioni razionali, fredde, distaccate da quel contesto umorale e passionale che si vive quotidianamente a Napoli. Mi riferisco in particolare alle scelte degli eredi di Mazzarri (Benitez) e Cavani (Higuain) e cerco di spiegarvi il perché.
L'esultanza di Higuain dopo il suo gol in Napoli-Atalanta 2-0
Rafa Benitez è il prototipo dell'allenatore scientifico, programmatore, metodico. Un personaggio che, senza poter contare su un passato da calciatore, ha saputo vincere in piazze e campionati diversi solo sulla forza della ragione e dello studio. Nessuno dei suoi giocatori (in particolare i nuovi arrivati) ha la presunzione di risolvere le gare da solo, come si vede invece spesso in tante squadre di élite, basta pensare a profili come Ibrahimovic o Balotelli. Al contrario, tutti partecipano umilmente al team building impostato dal mister spagnolo, dove la costruzione del gruppo è alla base del successo e si fonda sulla percezione dei singoli di poter vedere crescere il proprio valore attraverso processi collaborativi e la creazione di un clima di fiducia e di stima tra i compagni. 
La partita con l'Atalanta, pur nella sofferenza di una prestazione penalizzata dall'ampio turn-over predisposto in vista del gravoso impegno di Champions contro il Borussia Dortmund, è servita per consolidare tutto questo. Lo ha ammesso lo stesso Benitez in conferenza stampa: «Abbiamo vinto con giocatori nuovi e adesso tutti i componenti della rosa hanno più fiducia». La necessità di preservare l'integrazione fisica di alcuni giocatori ha permesso il recupero psicologico di altri che in futuro potranno risultare molto utili alla causa come capitan Cannavaro, autore di una buona gara seppur con un paio di leggerezze, Dzemaili, Mesto, Armero, Mertens. Non tutti hanno reso al massimo, ma tutti oggi si sentono più dentro il progetto tecnico.
Proprio un allenatore napoletano verace, Raffaele Di Pasquale, è l'autore di una tesi al corso master di Coverciano dal titolo intrigante: "La pedagogia antiautoritaria e la metodologia operativa nel calcio ad alto livello" (http://www.settoretecnico.figc.it/documenti.aspx?c=49&t=raffaele%20di%20pasquale). Di Pasquale nella sua opera spiega proprio la differenza tra processo e prodotto: «L’alternativa è sempre quella: miro alla consapevolezza dei processi che mi conducono ad un risultato o confido nella buona sorte o nella giocata “magica” del talento?».
Benitez essendo come approccio filosofico costruttivista, punta sul processo per arrivare al prodotto e questo si vede nel modo di stare in campo della squadra, oltre che nelle scelte degli interpreti.
Contro l'Atalanta, che faceva densità bassa e ripartiva con qualità in contropiede, occorreva una gara intelligente, paziente, attenta. La squadra, pur non brillante e senza la qualità garantita dai suoi giocatori più titolati, ha mantenuto la sua identità: ha tenuto a lungo la palla (67% di possesso) anche se a volte con troppa lentezza, ha coinvolto nella costruzione tutti i suoi elementi con una fitta ragnatela di passaggi (92% di riusciti), obbligando quindi tutti a stare con la testa dentro la partita, ha cercato l'ampiezza (27 cross) e non solo la profondità, come invece accade spesso alla squadre italiane. 
L'unico fuoriclasse a cui Benitez non ha saputo rinunciare neanche in questa circostanza è Gonzalo Higuain, migliore in campo per senso tattico, personalità, opportunismo. L'ex madridista è la summa dell'attaccante pensante, ideale per il gioco di Benitez, fosforo e non solo muscoli, capacità decisionali e non solo tecnica sopraffina, lettura degli spazi e dei tempi di gioco e non solo aggressività e generosità. La prima punta nel calcio moderno è quella che ha la maggior libertà di azione. E quella che detta i tempi e induce, di conseguenza, i comportamenti dei compagni di squadra. Ha quindi una grande responsabilità tattica oltre che il peso di dover finalizzare il gioco. L'argentino sente questa responsabilità collettiva e i suoi movimenti non sono mai fini a se stessi ma sempre funzionali a facilitare la collaborazione coi compagni. Come nell'azione del gol che sblocca il risultato. Higuain sceglie inizialmente di venire incontro al portatore di palla, invitando Hamsik ad andare alle sue spalle. Dopo aver scaricato lateralmente si defila un po' a sinistra per liberare il corridoio di passaggio di Insigne per Hamsik stesso. Mentre la palla arriva allo slovacco riparte bruciando Stendardo nello sprint, intuendo il possibile sviluppo dell'azione. Infine, calcia con freddezza sul secondo palo dove Consigli non può arrivare. Movimenti e gesti tecnici semplici ma elaborati da un pensiero sopraffino.

domenica 1 settembre 2013

serie a: chievo-napoli 2-4 e seconda "bestia nera" sbranata dagli azzurri

Di Diego Del Pozzo

Ok, la strada da percorrere sembra essere quella giusta: seconda "bestia nera" sbranata in soli sette giorni, per il nuovo Napoli di Rafa Benitez. La squadra azzurra, infatti, batte anche il Chievo (4-2 in trasferta), dopo la più che convincente vittoria casalinga di domenica scorsa col Bologna (3-0) nella giornata d'esordio della Serie A 2013-2014.
Il primo gol di Hamsik al Chievo
Nonostante una prestazione un po' svagata e/o sottotono da parte di qualcuno (Britos, Reina, Maggio, Behrami), con parecchi errori individuali e alcuni di reparto, soprattutto in fase difensiva, il Napoli espugna il Bentegodi di Verona con la sicurezza e la personalità delle grandi squadre, segnando ben 4 reti e reagendo prontamente al duplice pareggio degli uomini di Sannino. Così, dopo quella andata in scena sette giorni fa contro il Bologna, anche la seconda dimostrazione del debordante arsenale offensivo a disposizione di Benitez appare impressionante, con Higuain che si propone come pericolo costante per le difese avversarie, ma soprattutto sa essere uno spettacolare pivot offensivo capace di guidare i movimenti e gli inserimenti dei tre trequartisti alle sue spalle con rara intelligenza. E proprio i tre uomini alle spalle del centravanti argentino - Callejon, Hamsik e Insigne (ma in panchina ci sono anche Pandev - poi subentrato - e Mertens) - danno vita anche a Verona a un tourbillon stordente, con intrecci continui e scambi di posizione senza pause. Colpiscono, in particolar modo, il dinamismo pazzesco di Callejon e la generosità di un Insigne mai così partecipe anche in fase difensiva. A tutto ciò, naturalmente, va aggiunta la ciliegina sulla torta, cioè un Marek Hamsik letteralmente mostruoso, "tuttocampista" ormai con pochi eguali al mondo, arrivato già a 4 reti in soli due match di campionato e letteralmente esploso nella nuova posizione più avanzata cucitagli addosso da Benitez. Rispetto al passato anche recente, dello slovacco impressiona la personalità da autentico leader e trascinatore, d'altra parte degna del neocapitano della squadra azzurra.
Alla prima pausa per gli impegni delle Nazionali, dunque, il Napoli arriva con 6 punti su 6 in classifica, ben 7 gol fatti, 2 subìti e Hamsik capocannoniere del torneo, in attesa di una ripresa delle ostilità che porterà con sé anche gli attesi impegni di Champions League.
Le parole d'ordine per la nuova stagione degli azzurri sembrano essere "Dinamismo e personalità", accompagnate dal refrain col quale Benitez sta continuando a trasmettere alla squadra i suoi princìpi di gioco: quel "Senza fretta e senza pause" che anche a verona contro il Chievo ha consentito al Napoli di continuare a fare il proprio gioco senza timori, anche dopo l'1-1 e il 2-2 dei veronesi, situazione che - su quello stesso campo - fino all'anno scorso avrebbe, invece, provocato tensioni e nervosismo paralizzanti.
Ed ecco, per concludere, le mie pagelle azzurre di Chievo-Napoli 2-4: Reina 5.5 - Maggio 5.5, Albiol 6, Britos 5, Zuniga 6 - Behrami 5.5 (Dzemaili 6), Inler 6.5 - Callejon 7, Hamsik 8 (Pandev 6), Insigne 7 - Higuain 7.5 (Armero s.v.). All.: Benitez 7.

Ps in chiave Champions: Dando per scontato che col tempo i meccanismi difensivi migliorino, non sarebbe male se da questi ultimi due giorni di calciomercato arrivasse un altro difensore di livello internazionale, perché Walcott (Arsenal), Reus (Borussia Dortmund) e Ayew (Marsiglia) sono più forti del Paloschi che ieri ha messo a ferro e fuoco la difesa azzurra.