lunedì 2 marzo 2009
(auto)gol
Di Diego Del Pozzo
Vorrei soffermarmi per un attimo ancora su Juve-Napoli di sabato sera. Un caro amico, che fa parte della mia stessa lega privata di Fantacalcio, dopo il fischio finale della partita mi ha inviato il seguente sms: "Conta poco, ma se danno il gol a Marchisio rinuncio ai 3 punti: è una questione di principio".
Ebbene, l'amico in questione è un appassionato sincero di calcio, oltre che tifoso del Napoli. Il suo conciso "grido di dolore" - fatto, evidentemente, da uno che ha Marchisio in squadra al Fantacalcio e che, dunque, si sarebbe giovato del "gol" del centrocampista juventino - deve farci riflettere, ancora una volta, sull'assurdità di un regolamento che ha, ormai, cancellato di fatto gli autogol dalla casistica, a meno che un atleta non impazzisca e tiri direttamente nella propria porta.
L'interpretazione corrente del regolamento, secondo la quale un calciatore si vede attribuire un gol ogni volta che tira volontariamente verso la porta avversaria e il pallone da lui calciato entra in rete, senza tener conto di una o diecimila deviazioni da parte di uno o più avversari, è un assurdo logico, soprattutto quando tali deviazioni diventano decisive ai fini della realizzazione di un gol, modificando irrimediabilmente la traiettoria di un tiro e spiazzando il portiere.
E, a tale proposito, il caso dell'autogol di Blasi, sabato sera in Juventus-Napoli 1-0, è assolutamente paradigmatico: senza la deviazione determinante del centrocampista azzurro, infatti, il tiraccio di Marchisio sarebbe probabilmente terminato addirittura nei pressi della bandierina del calcio d'angolo.
Ma mentre questo scempio continua a imperversare sui campi di calcio i governanti del pallone preferiscono interrogarsi sulla possibilità di introdurre il cartellino arancione (!?!?!), per fortuna scongiurata, durante l'ultima riunione dell'International Board, da un rigurgito di sanità mentale e di buon gusto.
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