venerdì 27 marzo 2009

cassa(no)...

Di Diego Del Pozzo

Marcello Lippi è il commissario tecnico che, nel 2006, ha preferito far diventare campione del mondo l'onesto Zaccardo pur di non convocare in Nazionale il suo "nemico giurato" Christian Panucci, in quel periodo nettamente il più forte laterale destro italiano nonché uno tra i migliori quattro-cinque difensori nostrani in assoluto.
Dunque, considerando questo precedente, fossi in Antonio Cassano inizierei seriamente a preoccuparmi, poiché si sta iniziando a concretizzare, per lui, l'ipotesi di un Mondiale 2010 da seguire in televisione come semplice spettatore. L'ennesima mancata convocazione del talento di Bari Vecchia, infatti, non è spiegabile in alcun modo dal punto di vista tecnico, ma piuttosto con una probabile antipatia nutrita nei suoi confronti dall'ineffabile "Grazie Marcello", che evidentemente continua a considerare Cassano una "testa calda" sfasciaspogliatoi, fingendo di ignorare l'autentica trasformazione che ha interessato il fantasista barese nell'ultimo anno e mezzo.
Tralasciando per un attimo l'aspetto tecnico, dato che appare evidente a chiunque capisca un minimo di calcio come Antonio Cassano sia oggi nettamente il più forte calciatore italiano in attività, Marcello Lippi dovrebbe riflettere un po' più a lungo sul fatto che, magari, arrivati a 26 anni si sia più maturi e consapevoli rispetto ai 20 o ai 18 anni e che, di conseguenza, si decida di commettere un minore numero di cazzate e di dedicarsi con maggior rispetto - anzitutto verso se stessi e il proprio talento - alla professione che si è scelto di praticare.
Cassano oggi è l'autentico leader della Sampdoria che sta risalendo a falcate sicure la classifica; ne è l'uomo-squadra e il capitano, il "leader emotivo" e ovviamente quello tecnico, ne rappresenta l'anima e il cuore. In quasi due campionati si è lasciato andare soltanto un paio di volte ad atteggiamenti in campo censurabili dal punto di vista comportamentale; atteggiamenti, comunque, superati per gravità e frequenza da quelli di altri calciatori per i quali le porte della Nazionale sono invece sempre aperte. Addirittura, Cassano ha preso, negli ultimi tempi, la divertente abitudine di andare vicino alla propria panchina per calmare il suo sanguigno allenatore, Walter Mazzarri, quando lo vede protestare troppo con gli arbitri: se non è maturità questa...
Dal punto di vista tecnico, a 26 anni compiuti, Antonio Cassano sa dominare le partite come pochi altri calciatori del suo tempo: gestisce i ritmi delle partite, serve assist al bacio (dieci in totale in questo campionato, sei per il solo Pazzini, arrivato in Nazionale - beffa delle beffe! - proprio grazie a lui), fa gol con buona frequenza (già otto volte: il nazionale argentino Ezequiel Lavezzi, una tra le star conclamate della Serie A, ha realizzato un gol in meno), soprattutto mostra una convinzione e una sicurezza inedite nei propri mezzi abbinando alla classe cristallina anche una concretezza che lo rende assolutamente letale per le squadre avversarie. Sarebbe davvero un "delitto", insomma, sprecare un simile talento e privarne una Nazionale che, invece, andrebbe rifondata proprio attorno a lui e a pochi altri.
Tra l'altro, l'anno prossimo Antonio Cassano, a 27 anni, sarebbe ancor di più nel pieno della maturità e, qualora glielo si lasciasse disputare, potrebbe davvero marchiare a fuoco il Mondiale di Sudafrica 2010 e imporsi come uno tra i protagonisti assoluti della rassegna.
Da parte mia, voglio continuare a sperare, dunque, che "Grazie Marcello" non trasformi, con la sua cocciutagine, un possibile "Mondiale di Cassano" in un non auspicabile Mondiale senza Cassano.

1 commento:

  1. Quello dell'anno prossimo potrebbe essere il suo mondiale. Giorgio

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