giovedì 10 dicembre 2009

champions league: inter, il coraggio paga

Di Diego Del Pozzo

Ancora una volta, in occasione della partita conclusiva del primo turno di Champions League giocata ieri sera, le mosse di Josè Mourinho sono state psicologiche prim'ancora che tecnico-tattiche.
Infatti, essendo costretto a giocarsi il tutto per tutto in una gara secca contro un'avversaria, il Rubin Kazan, da lui ritenuta, a ragione, decisamente inferiore, l'allenatore portoghese ha deciso di schierare una formazione iper-offensiva fin dall'inizio, col tridente Balotelli-Milito-Eto'o supportato da un centrocampo molto qualitativo con Sneijder e Stankovic ai lati di Thiago Motta. In questo modo, il segnale che Mourinho ha voluto lanciare alla sua squadra è stato chiarissimo: "Siamo più forti, dunque andiamo in campo e distruggiamoli...". Ovviamente, essendo un uomo intelligente (seppure antipatico come pochi...), immagino che gli fosse ben chiaro il rischio di proporre uno schieramento spaccato in due e pronto a offrire il fianco ai veloci contrattacchi dei neo-bi-campioni di Russia. Ma, avrà ragionato Mou, per qualificarsi l'Inter deve comunque segnare un gol in più degli avversari e vincere la partita, anche se le reti dovessero essere tante, da una parte e dall'altra.
E, in effetti, il match di San Siro si è sviluppato esattamente secondo le previsioni del tecnico lusitano: Inter all'attacco con grinta, voglia e buone trame offensive; Rubin in contropiede spesso pericolosissimi con Julio Cesar che ha salvato risultato e qualificazione almeno in due-tre occasioni. Ne è scaturita una gara decisamente bella, veloce, spettacolare, vinta logicamente dalla squadra più forte e che, soprattutto, ha potuto contare sul giocatore più decisivo e talentuoso tra i ventidue in campo: il diciannovenne "cavallo pazzo" Mario Balotelli (sopra e sotto, due suoi esempi di strapotenza). Dal cilindro del giovane attaccante italiano, infatti, sono sbucati il decisivo assist di tacco per il primo gol di Eto'o e la spaventosa cannonata su punizione da trentacinque metri che ha fissato il punteggio sul definitivo 2-0.
Probabilmente, quella di ieri sera è stata la prima partita giocata dall'Inter di Josè Mourinho con una mentalità realmente europea: per intenderci, la stessa messa regolarmente in campo dai vari Barcellona, Manchester United e compagnia bella. E questa, in vista degli ottavi di finale a eliminazione diretta, potrebbe rappresentare una novità dirompente per l'intero panorama della Champions League.
Ma, a proposito di mentalità europea, chi sembra averla definitivamente acquisita è, senz'altro, la Fiorentina, che anche nel tempio di Anfield è andata a fare la partita, affrontando il Liverpool - peraltro, in un momento sempre più nero - con una sicurezza inimmaginabile fino a qualche mese fa. I viola di Cesare Prandelli, seguiti da più di tremila tifosi festanti e rumorosissimi, hanno condotto la gara e impegnato a più riprese il portiere brasiliano dei Reds Diego Cavalieri, recuperando il gol dell'immeritato svantaggio e vincendo la partita poco oltre il novantesimo minuto grazie al solito implacabile Alberto Gilardino (qui sotto, la sua esultanza dopo il gol). Adesso, con un pizzico di fortuna, per la Fiorentina potrebbero aprirsi interessantissime prospettive agli ottavi di finale, dove gli uomini di Prandelli saranno chiamati a confermare la nuova mentalità europea che avevo loro riconosciuto già in un mio precedente intervento. Tra l'altro, con gli introiti derivanti dalla qualificazione da aggiungere ai venticinque milioni di euro guadagnati in estate con la cessione di Felipe Melo e ancora non spesi, lo scafato direttore sportivo Pantaleo Corvino potrebbe rinforzare ulteriormente la rosa, magari con un centrocampista e un difensore di livello internazionale, in modo da far compiere alla squadra il decisivo salto di qualità: chissà, forse davvero questa Fiorentina può diventare ciò che è stata la Roma di Spalletti nella Champions League delle ultime tre-quattro stagioni, si spera con un briciolo di concretezza in più.
Altra italiana indubbiamente dotata di mentalità "da Champions" è il Milan brasileiro di Leonardo, anche se al primo turno ha sofferto più del dovuto con una squadra di livello non eccelso come lo Zurigo. Il Milan di questa stagione, però, è un unicum, dal gioco particolarissimo e dagli equilibri sempre piuttosto precari: e credo che, nel prosieguo dell'annata dei rossoneri, conterà molto, anzi sarà decisiva, la condizione fisico-atletica di alcuni uomini-chiave come Seedorf, Ronaldinho e Borriello.
In qualunque modo vada il sorteggio del 18 dicembre, comunque, sono certo che, dagli ottavi di finale di Champions League in poi, ne vedremo davvero delle belle...

1 commento:

  1. Giochino. Il 18 vedremo se ho azzeccato gli accoppiamenti:
    Chelsea-Inter
    Barcellona-Milan
    Porto-Fiorentina

    Pippo

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