venerdì 30 agosto 2013

un girone affascinante per il nuovo napoli da champions

Di Diego Del Pozzo

Dopo il sorteggio di ieri dei gironi della Champions League 2013-2014, per il nuovo Napoli di Rafa Benitez si profilano all'orizzonte sei grandi match europei, affascinanti e probabilmente molto spettacolari, da affrontare senza paura ma con la dovuta attenzione, contro squadre di livello internazionale e di notevole tradizione ma, per fortuna, attualmente all'altezza (più o meno) degli azzurri: la meno forte e solida tra le quattro inglesi (Arsenal), una francese d'elite ma non certo inarrivabile (OM) e i giovani e sbarazzini vicecampioni d'Europa in carica (il travolgente Borussia Dortmund). E si prospettano grandi scontri anche tra tre "santoni" della panchina come Benitez, Wenger e Klopp.
Credo che tutte e tre le rivali volessero evitare proprio il Napoli, al momento del sorteggio della quarta urna (gli azzurri, purtroppo, partivano dalla quarta fascia di merito), perché quella che si affaccia alla nuova stagione europea non è più la squadra garibaldina ma inesperta di Walter Mazzarri (comunque, sorpresa positiva della Champions di due stagioni fa), bensì una compagine ormai rodata, cosciente della propria forza tecnico-tattica e mentale e, soprattutto, infarcita di uomini abituati a scontri internazionali di alto livello (bastino i nomi di Reina, Maggio, Albiol, Zuniga, Armero, Behrami, Inler, Dzemaili, Pandev, Hamsik, Callejon, Mertens, Higuain), guidati da un tecnico come Benitez che in carriera ha già vinto praticamente tutto e che, tra l'altro, è animato da una enorme voglia di rimettersi in gioco.
Se tutto va per il verso giusto, insomma, credo che ci sarà da divertirsi. Comunque, a bocce ancora ferme (e col calciomercato ancora aperto), per la qualificazione agli Ottavi di finale io azzardo quest'ordine di classifica: Borussia, Napoli, Arsenal, Marsiglia. Incrociamo le dita...

serie a 2013-2014: napoli-bologna 3-0 nell'analisi tattica di bacconi

Di Adriano Bacconi
(Il Mattino - 27 agosto 2013)

Ci sono due aspetti della prestazione del Napoli che mi hanno particolarmente colpito. La prima è la capacità di liberare e occupare spazi di gioco senza soluzione di continuità, la seconda quella di cercare il recupero immediato una volta persa palla.
Sono due aspetti che hanno lo stesso pre-requisito: il dinamismo. Per poter conquistare campo senza risultare prevedibili (specialmente contro squadre predisposte alla difesa come il Bologna) occorre cambiare spesso posizione e togliere punti di riferimento all'avversario. È una questione di spazi e tempi di gioco. Nel Napoli c'è questa disponibilità a partire dai 4 giocatori d'attacco, quelli che solitamente fanno più fatica a mettersi al servizio degli altri.
Il gol del 3-0 di Marek Hamsik
Tutte le azioni d'attacco che vedremo nei minuti successivi si svolgono su questo canovaccio. Il possesso palla è alimentato da tutti i giocatori, da tutti i reparti, da molti passaggi veloci facilitati dalle tante opzioni di scelta offerte al portatore di palla. Anche l'azione che, dopo circa mezz'ora di dominio tecnico-tattico, porta in vantaggio il Napoli è frutto di questa generosità collettiva. Da quando Zuniga supera la metà campo a quando Callejon si esibisce nel tap-in vincente passano trenta secondi di calcio vero dove la palla viaggia da un azzurro all'altro con naturalezza, con velocità, con intelligenza. Come nell'azione di apertura, anche in questo caso è Pandev col suo sinistro a cambiare gioco verso destra premiando l'allargamento di Hamsik. Nel frattempo Higuain si sposta a destra. Nel buco centrale taglia repentino Callejon, bravo anche a rientrare dal fuorigioco al momento del tiro in porta dello slovacco.
Lo stesso pre-requisito, la disponibilità di corsa, è necessaria nella fase di transizione. Il Bologna non è mai riuscito a ripartire ingabbiato dal pressing immediato dei giocatori azzurri nella zona della palla persa. Duplici gli obiettivi di questo sacrificio iniziale richiesto a tutti i giocatori indistintamente: se possibile recuperare la palla per poi predisporsi al contro-break o, almeno, rallentare l'uscita avversaria e consentire alla squadra di riposizionarsi compatta sotto la linea della palla.
In una gara scintillante dal punto di vista delle soluzioni offensive è più difficile richiamare alla mente le azioni di pressing, ma questa è stata una delle armi essenziali per dare ritmo e continuità al gioco e disorientare l'avversario. È una delle qualità che negli ultimi due anni ha permesso alla Juve di segnare un solco con le inseguitrici.
Il gol del 2-0 è frutto proprio di questo atteggiamento costruito nel ritiro di Dimaro dove certi lavori evidentemente hanno avuto effetti immediati. La dinamica dell'azione ricalca infatti in maniera impressionate un'esercitazione che vidi il giorno che andai a trovare Benitez e il suo staff in Trentino. Si trattava di un lavoro su 2 quadrati dove 4 giocatori dovevano liberarsi con passaggi veloci dal pressing di un avversario e, evitando altri 2 avversari posti a copertura, pescare un compagno posto nell'altro quadrato. Proprio quello che è avvenuto al 46' del primo tempo. Callejon, ripiegato in difesa, recupera la palla. Si crea subito un quadrato coi due mediani e Hamsik che improvvisano un mini torello a un tocco fino al cambio di gioco dello slovacco sull'out opposto per Pandev. Da qui la ripartenza feroce con la combinazione finale Zuniga-Hamsik.
Non possiamo non citare, in questo contesto, la preziosa azione dei due mediani svizzeri, in particolare di Inler. Arrivava da una stagione complicata, tanto da sembrare un giocatore involuto e depresso. La sua prestazione è stata invece ottima. Terzo giocatore del Napoli per palle recuperate (13), primo per passaggi riusciti (68), a ridosso degli attaccanti nello score dei tiri in porta (2). Insomma buona, anzi buonissima la prima. Si attendono conferme nell'immediato futuro.