mercoledì 31 marzo 2010

champions league: il punto dopo l'andata dei quarti di finale

Di Diego Del Pozzo

L'andata dei quarti di finale di Champions League ha offerto agli appassionati tre ottimi match - emozionanti, combattuti e ricchi di episodi interessanti - e un grandissimo spettacolo, paragonabile alla "prima" di un capolavoro cinematografico, teatrale o musicale.
Lo spettacolo in questione è, ovviamente, Arsenal-Barcellona, la gara che ha messo di fronte quelle che, al giorno d'oggi, sono forse le due squadre più appaganti dal punto di vista estetico, tra quelle dell'intero panorama internazionale. Il 2-2 conclusivo non rende giustizia alla straordinaria performance degli uomini di Guardiola, che in particolare nella prima mezz'ora di gioco sono stati addirittura impressionanti per come hanno schiacciato nella propria area di rigore gli spaesati Gunners di Arsène Wenger. Credo, infatti, di non aver mai visto l'Arsenal del maestro alsaziano, per giunta in casa propria, costantemente chiuso nei suoi venti metri, asfissiato dal pressing altissimo degli avversari e, soprattutto, "bombardato" con tiri da tutte le direzioni e miracolato dagli impensabili interventi salvifici di un immenso Almunia. Intorno al venticinquesimo minuto del primo tempo, stordito dal tornado blaugrana, ho addirittura dovuto cambiare canale per evitare di perdere i sensi e cadere vittima della Sindrome di Stendhal. Dopo aver guardato per un po' Inter-CSKA, però, sono tornato al match dell'Emirates, in tempo per assistere ai due inevitabili gol di Ibrahimovic (nella foto, la seconda marcatura dello svedese) e, soprattutto, alla rimonta tutta cuore di un Arsenal trascinato dal neo-entrato Walcott e capace di recuperare una gara che sembrava assolutamente persa (e, devo dire, l'incapacità di chiuderla è stata l'unica pecca di questo immenso Barcellona).
Detto dello spettacolo irripetibile andato in scena a Londra, gli altri tre quarti di finale hanno, comunque, offerto spunti di un certo interesse, a partire dal 1-0 col quale l'Inter di Mourinho ha chiuso a suo favore una gara casalinga più complicata di quanto tanti osservatori superficiali avessero pronosticato: il fatto di averla portata a casa senza subire gol e di andare a Mosca con una rete di vantaggio, dunque, può essere considerato un buon risultato.
Ieri sera, poi, le altre quattro squadre ancora in lizza se le erano date di santa ragione in altri due confronti di buon livello tecnico e ricchi di emozioni e capovolgimenti di fronte. Nel derby francese, il Lione era riuscito a mettere due gol di distanza tra sé e il Bordeaux, grazie al 3-1 conquistato in casa propria: per i Girondins nulla è perduto - grazie alla rete in trasferta del centravanti Chamakh su geniale assist di Gourcuff - anche se la gara d'andata ha fornito l'ennesimo indizio a proposito dell'evidente calo degli uomini di Laurent Blanc, rispetto a qualche mese fa, forse anche a causa delle troppe voci di mercato che interessano tanti uomini-chiave (a partire proprio dal tecnico). L'altro match clou del turno è andato in scena all'Allianz Arena, dove il Bayern Monaco di Louis van Gaal, privo di Robben, ha avuto la forza di rimontare in extremis un Manchester United che, grazie alla rete del solito Rooney (qui nella foto), pareva aver archiviato pure la pratica teutonica con la stessa irrisoria facilità riservata al Milan. Invece, con un secondo tempo di enorme impeto e volontà, i bavaresi hanno schiacciato gli inglesi nella propria metà campo, concedendo però un paio di pericolosissime ripartenze, concretizzando la loro pressione con le due reti di Ribery (su punizione deviata dallo stesso Rooney in barriera) e, all'ultima palla utile nei minuti di recupero, di un Olic rapacissimo. In vista del ritorno all'Old Trafford, dunque, il risultato di 2-1 imporrà agli uomini di sir Alex Ferguson (privi di Rooney, infortunato) di attaccare, seppur con giudizio, per segnare la rete che li qualificherebbe alle semifinali; così facendo, però, potrebbe esserci spazio per i letali capovolgimenti di fronte dei tedeschi.
Dopo i match di andata, comunque, resto ancora fermo sui miei pronostici di dicembre, cioè semifinali con Bayern Monaco, Bordeaux, Barcellona e Inter (questa, per la verità, al posto del Chelsea, che avevo indicato vincente nel doppio confronto con i nerazzurri).

domenica 28 marzo 2010

ranieri sorprende mourinho e la roma riapre la serie a

Di Diego Del Pozzo

Adesso sì che la Serie A 2009-2010 è davvero riaperta. Dopo il 2-1 casalingo di ieri pomeriggio nel confronto diretto, infatti, la Roma si porta a un solo punto dall'Inter quando mancano ancora sette giornate alla fine del campionato.
Il match dell'Olimpico è stato entusiasmante, perché ha messo l'una di fronte all'altra due squadre forti e ben allenate, che - dopo una prima, inevitabile, fase di studio - hanno preferito affrontarsi a viso aperto, provando costantemente a segnare un gol in più dell'avversario. Gare come questa, insomma, fanno certamente bene al tanto vituperato calcio italiano e possono costituire un'ottima base per provare a rilanciarlo anche all'estero.
Al di là della sfortuna interista che ha prodotto ben tre pali, la Roma ha comunque meritato la vittoria più degli avversari, per la maggiore voglia e determinazione con la quale l'ha inseguita, per il quasi costante dominio dei ritmi di gioco e per la raffinatezza di alcune mosse tattiche con le quali Claudio Ranieri ha sorpreso un nervosissimo José Mourinho al fischio d'inizio, costringendolo a impiegare quasi quarantacinque minuti per studiare una risposta più o meno efficace: e mi riferisco, in particolare, all'inusuale 4-4-2 col quale il tecnico di Testaccio ha schierato la propria squadra in avvio, con Menez che, dal tridente, indietreggiava regolarmente a centrocampo sulla destra, portando De Rossi a scalare sulla sinistra per opporsi a Maicon (che, invece, Vucinic non seguiva quasi mai, restando più avanzato e pronto a possibili capovolgimenti di fronte). Con tale impostazione tattica, la Roma ha letteralmente dominato il primo tempo, sospinta anche dallo straordinario entusiasmo di un Olimpico strapieno e ribollente. Nella seconda metà, quindi, la gara s'è riequilibrata, grazie a una Inter tutta nervi (pure troppi!!!) e muscoli, ma purtroppo anche a causa di due gravissimi errori arbitrali a favore dei nerazzurri: il gol del pareggio derivante da un fuorigioco di un paio di metri di Goran Pandev e un rigore netto non assegnato a Brighi, atterrato in area da Julio Cesar. Per fortuna, comunque, a differenza di precedenti occasioni, le topiche dell'arbitro non hanno inciso sul risultato finale, influenzato invece dalle performance "mostruose" di campioni come Daniele De Rossi (nella foto sopra, esultante dopo il suo gol), Luca Toni e David Pizarro.
Adesso, però, Ranieri deve essere bravo a gestire l'eccesso di entusiasmo causato da un momento come questo. Se ci riuscirà, da qui alla fine potremo vederne davvero delle belle.

venerdì 26 marzo 2010

il napoli distrugge una juve abbastanza penosa

Di Diego Del Pozzo

Devo dire che ieri sera, verso la fine del posticipo di Serie A meritatamente perso 3-1 al San Paolo, la Juve mi ha fatto addirittura un po' pena. Infatti, è stato abbastanza imbarazzante, anche se per me motivo di grande godimento, vedere la prepotenza calcistica con la quale il Napoli è riuscito a schiacciarla nella propria area di rigore quasi per l'intero secondo tempo, appena gli azzurri hanno deciso di alzare un po' il ritmo di gioco.
Dopo una prima frazione nervosissima e bruttina, alla ripresa del gioco gli uomini di Mazzarri hanno letteralmente travolto quelli di Zaccheroni, bombardandoli da tutte le posizioni, sfiorando il gol a ripetizione, segnandone tre e sprecando persino un calcio di rigore con Marek Hamsik (qui nella foto). E va tenuto presente che, tra le doti principali del Napoli di quest'anno, non c'è certamente la concretezza in fase conclusiva. Se il match di ieri sera fosse terminato 5-1, come ai bei tempi di Maifredi, nessuno avrebbe potuto obiettare nulla...
Il Napoli, comunque, ha ritrovato il gol di alcuni uomini fondamentali, primi tra tutti lo stesso Hamsik (bravo a superare subito lo sconforto per l'errore dagli undici metri) e un Fabio Quagliarella tonico e grintoso come non lo si vedeva da tempo. Mi sembra evidente che la nuova posizione di Lavezzi centravanti abbia giovato a entrambi, oltre che allo stesso Pocho, non a caso autore della terza rete, su ottima imbeccata di Campagnaro. Adesso, però, Mazzarri deve essere bravo a frenare subito gli entusiasmi dell'ambiente e a tenere alta la concentrazione della squadra, in vista della gara di domenica pomeriggio col rognoso Catania di Sinisa Mihailovic, in questo momento compagine decisamente più ostica di questa Juve tristissima e grigia come mi è capitato di vederla poche altre volte nel corso della sua storia.
Tornando al Napoli, invece, la vittoria di ieri sera lo ripropone prepotentemente in corsa per il quarto posto, distante soli tre punti. E il fatto che gli azzurri siano attualmente sesti (e vicinissimi alla quarta piazza), dopo aver trascorso due mesi esatti senza vincere una gara, deve far riflettere sulla mediocrità complessiva della Serie A di quest'anno, ma anche sulle concrete possibilità, per gli uomini di Walter Mazzarri, di chiudere la stagione in maniera positiva, riuscendo magari a ottenere un obiettivo che, alla vigilia, era francamente impensabile.

martedì 23 marzo 2010

equilibrio sovrano in tutta europa

Di Diego Del Pozzo

L'attuale stagione calcistica per club sta evidenziando una caratteristica comune a tutti i principali campionati europei: quella derivante da un equilibrio ai vertici delle classifiche, in grado di tener viva l'attenzione degli appassionati fino alle battute finali dei vari tornei.
Francia, Germania, Inghilterra, Italia vedono, infatti, autentiche ammucchiate in testa alle rispettive massime leghe calcistiche. Facciamo, dunque, un rapido riepilogo.
In Ligue 1, dopo ventinove giornate, la situazione è questa: Bordeaux e Montpellier 56 punti, Auxerre 55, Marsiglia 53, Lilla e Lione 51; con girondini e marsigliesi che devono recuperare una gara. In Bundesliga, invece, dopo ventisette giornate, c'è questa classifica: Bayern Monaco 56 punti, Schalke 04 55, Bayer Leverkusen 53. La Premier League, a sua volta, consumate trentuno giornate, propone la seguente graduatoria: Manchester United 69 punti, Arsenal 67, Chelsea 65 (con una gara in meno). La vera novità, rispetto al trend recente, è forse proprio la Serie A italiana, dove i dominatori dell'Inter sono seriamente minacciati da Milan e Roma: dopo ventinove partite e prima del turno infrasettimanale di stasera, la classifica li vede primi a quota 60, con i rossoneri a 59 e i giallorossi a 56 (ma con lo scontro diretto da giocare in casa propria sabato prossimo).
Insomma, dove si guarda si guarda, probabilmente da qui alla fine della stagione se ne vedranno delle belle.

lunedì 22 marzo 2010

il cavallo di razza dovrebbe ringraziare l'asino

Di Diego Del Pozzo

Se ieri pomeriggio l'Inter non s'è ritrovata al secondo posto in classifica, scavalcata dal Milan, lo deve solo e unicamente all'ottima prova del Napoli di Walter Mazzarri a San Siro nel match contro i rossoneri di Leonardo: una partita che i partenopei hanno dominato tatticamente, grazie a un paio di mosse a sorpresa del tecnico azzurro - Campagnaro terzino sinistro con ampia licenza di spingere e, come ha fatto, segnare (qui, nella foto, la sua esultanza); Lavezzi nell'inedita posizione di centravanti, con Quagliarella e Hamsik a girargli intorno - che, dunque, meriterebbe almeno un telegramma di ringraziamenti da colui che, nonostante il perdurante silenzio stampa, qualche settimana fa lo aveva definito "asino" tramite terzi.
Addirittura, a Milano il punteggio finale di 1-1 sta stretto agli azzurri, per come hanno saputo dominare il primo tempo e per le tante occasioni da rete sprecate - nota dolente dell'attuale stagione partenopea... - che avrebbero potuto produrre persino due-tre gol di vantaggio, a metà gara, per la squadra in trasferta. Certo, nel secondo tempo il Milan ha provato a capirci qualcosa e ha sfiorato la rete, a sua volta, in un paio di occasioni, andando a sbattere su un Morgan De Sanctis bravo e reattivo come al solito, anche se il portiere del Napoli avrebbe potuto far meglio sul cross di Ronaldinho raccolto di testa da Inzaghi per il punto del pareggio. Però, anche i partenopei, nel sotto-finale, sono andati nuovamente vicini al gol con Quagliarella (deludente pure stavolta).
Pari tutto sommato giusto, dunque. Con l'Inter di Mourinho che riesce, conseguentemente, a mantenere la testa della classifica di Serie A. E col presunto "asino" che ha fatto un enorme favore a colui che ama pensare a se stesso come a un "cavallo di razza".

domenica 21 marzo 2010

inghilterra: che sia davvero l'anno buono per i gunners?

Di Diego Del Pozzo

Quando la Premier League ha consumato, ormai, anche la sua trentunesima giornata le possibilità dell'Arsenal di conquistare il titolo di campione d'Inghilterra sono ancora incredibilmente intatte. Anzi.
Ieri pomeriggio, infatti, i Gunners hanno superato un buon West Ham in un derby londinese più complicato di quanto non lasci supporre il 2-0 finale (gol di Denilson e Fabregas su rigore, entrambi qui nella foto, con Almunia che ha parato a sua volta un penalty a Diamanti). Ma proprio questa capacità di uscire indenni dai momenti difficili, abbastanza inedita a questi livelli per gli uomini di Arsène Wenger, mi lascia ben sperare per la conclusione della stagione.
Attualmente, l'Arsenal è secondo in classifica con 67 punti, a due lunghezze dal Manchester United capolista (69) e due più su del Chelsea, terzo a quota 65 ma con una gara in meno. Tra le tre contendenti, però, i Gunners hanno certamente un calendario più semplice rispetto a Red Devils e Blues: basti pensare soltanto a ciò che accadrà tra due giornate, quando all'Emirates si esibirà il Wolverhampton mentre all'Old Trafford United e Chelsea se le daranno di santa ragione (calcisticamente parlando), con la concreta possibilità che una delle due possa venire irrimediabilmente danneggiata nella lotta per il titolo (soprattutto se a perdere dovessero essere gli uomini di Carlo Ancelotti).
D'altra parte, col recupero del pur non irresistibile Bendtner, l'Arsenal può disporre ora di quel riferimento offensivo "di peso" che tanto è mancato alla squadra per parecchi mesi e che, invece, è così importante per favorire i letali inserimenti della straordinaria batteria di trequartisti e incursori in dotazione (Arshavin, Nasri, Walcott, Rosicky, Fabregas...). E se a inizio Aprile dovesse rientrare anche Van Persie, come pare probabile, allora sì che il puzzle sarebbe davvero completo.

sabato 20 marzo 2010

europa league: quarti di finale di grande interesse

Di Diego Del Pozzo

Mentre tutta l'attenzione dei mass media è focalizzata sul sorteggio per i quarti di finale della Champions League, i veri appassionati non devono assolutamente trascurare l'altra competizione europea per club, cioè la ex Coppa Uefa, ora denominata - in modo orribile, a dire il vero - Europa League.
Anch'esso giunto ai quarti di finale, infatti, questo torneo proporrà giovedì 1 e 8 aprile una serie di confronti a eliminazione diretta decisamente interessanti, con diversi club di grande tradizione ancora in corsa per la vittoria.
Ecco, allora, cosa prevedono i quarti di finale di Europa League: Fulham - Wolfsburg, Amburgo - Standard Liegi, Valencia - Atletico Madrid, Benfica - Liverpool. Dunque, un programma gustosissimo, con gare tra club di cinque nazioni differenti: Inghilterra, Germania, Spagna, Belgio, Portogallo. Attenzione, in particolare, all'incandescente derby spagnolo tra il Valencia di David Villa e l'Atletico Madrid del Kun Aguero, ma soprattutto al match con più storia e blasone dell'intera competizione: quello tra Benfica e Liverpool, due squadre prestigiose che in passato hanno vinto (e più volte) anche la massima competizione continentale. E, a questo punto del torneo, favoriti d'obbligo per il successo finale sono proprio i Reds guidati da Rafa Benitez.

venerdì 19 marzo 2010

champions league: gli accoppiamenti dei quarti di finale

Di Diego Del Pozzo

Con la grande prestazione di Londra contro il Chelsea, la nuova Inter europea di José Mourinho si è meritata la fortuna dell'abbinamento dei quarti di finale col CSKA Mosca, oggetto del desiderio per tutte le squadre ancora in lizza per la conquista della Champions League.
Dunque, sorteggio quasi perfetto per i nerazzurri, anche se la gara di andata si disputerà a San Siro e il ritorno sarà a Mosca sul terreno sintetico del CSKA (nella foto, il giapponese Keisuke Honda, decisivo nel ritorno degli ottavi contro il Siviglia).
Negli altri match dei quarti di finale, si affronteranno Arsenal e Barcellona (sicuramente il confronto esteticamente più interessante), Olympique Lione e Bordeaux (dunque, il calcio francese ha già la semifinale garantita) e Bayern Monaco - Manchester United, nella rivincita di una delle finali più drammatiche della storia (2-1 per i Red Devils, con due reti nei minuti di recupero e risultato totalmente rovesciato).
Il tabellone tennistico già definito fino alle semifinali, però, mette l'Inter dallo stesso lato dei campioni in carica catalani con i quali, a meno di miracoli dell'Arsenal, potrebbe esserci l'occasione per riscattare l'umiliazione calcistica subìta nelle due gare del girone eliminatorio. Dall'altra parte, Bayern e Bordeaux potrebbero dar vita a una semifinale incerta e suggestiva. Il sorteggio di stamattina, infatti, lascia aperta la possibilità che arrivino in semifinale proprio le squadre che io avevo pronosticato già mesi fa: Barcellona, Bayern Monaco, Bordeaux, con la sola eccezione dell'Inter al posto del Chelsea. Ovviamente, per fare in modo che tutto ciò si realizzi davvero bisognerà fare i conti con la classe immensa di Wayne Rooney e l'esperienza impareggiabile di sir Alex Ferguson.
Dunque, ricapitolando, nei quarti di finale di Champions League in programma il 30 e 31 marzo (andata) e il 6 e 7 aprile (ritorno) si affronteranno: Inter - CSKA Mosca, Arsenal - Barcellona, Olympique Lione - Bordeaux, Bayern Monaco - Manchester United. Le semifinali sono in programma il 20 e 21 aprile (andata) e il 27 e 28 aprile (ritorno), mentre la finale si svolgerà al Santiago Bernabeu di Madrid sabato 22 maggio.

europa league: i bianconeri ce l'hanno fatta!!!

Di Diego Del Pozzo

E così, alla fine, i bianconeri ce l'hanno fatta a qualificarsi per i quarti di finale di Europa League. Ebbene sì, è servita un'autentica impresa, ma alla fine ce l'hanno proprio fatta...
Ovviamente, sto parlando dei bianconeri londinesi del Fulham, che con un match di ritorno giocato nella meravigliosa cornice del Craven Cottage con enorme intensità, aiutati in questo da una Juventus assolutamente ridicola e improponibile a questi livelli, sono riusciti a ribaltare il 3-1 a sfavore dell'andata grazie a una bellissima vittoria per 4-1 (qui, nella foto di Graham Chadwick, il gol del momentaneo 1-1 siglato da Bobby Zamora). Si tratta di un autentico trionfo per mister Roy Hodgson, sempre più a suo agio nel ruolo di "King of the Cottage", per ciò che è riuscito a fare in questi due anni sulla panchina del Fulham.
In quanto ai bianconeri torinesi, c'è ben poco da dire. Dopo la gara di andata mi aveva colpito la strumentale disonestà di tanti media italioti, che non avevano esitato a salutare con trionfalistici titoloni il 3-1 casalingo contro quella che resta, né più né meno, una buona squadra di metà classifica in Premier League. A parti rovesciate, è come se la stampa britannica avesse esultato in maniera smodata per un 3-1 all'Emirates dell'Arsenal sul... Bologna. Il match di ieri sera, invece, ha mostrato chiaramente l'improponibilità di una compagine come quella attuale juventina, almeno per ciò che concerne eventuali discorsi di vertice, in Italia e in Europa. La ricostruzione dovrà proseguire su ben altre basi e con ben altra competenza, anche se, francamente, l'attuale dirigenza bianconera non mi pare in grado di assolvere a un compito decisamente più gravoso di quanto, con tutta evidenza, si sia creduto in casa Fiat.

giovedì 18 marzo 2010

champions league: il punto dopo gli ottavi di finale

Di Diego Del Pozzo

Arsenal, Barcellona, Bayern Monaco, Bordeaux, CSKA Mosca, Inter, Lione, Manchester United: sono queste, in rigoroso ordine alfabetico, le otto squadre qualificate ai quarti di finale della Champions League 2009-2010. Dunque, soltanto l'Inghilterra e una sorprendente Francia riescono a portare due rappresentanti tra le Elite Eight (citazione NCAA, in tempi di March Madness...), mentre la super-pubblicizzata Liga spagnola è rappresentata unicamente dalla sua compagine più forte, proprio come la Serie A italiana e la Bundesliga tedesca. Saluto positivamente, infine, il ritorno ai vertici del calcio russo, anche qui grazie alla sua squadra meglio equipaggiata (troppo sottovalutata dagli addetti ai lavori, nei commenti di questi giorni prima del sorteggio di domani a Nyon).
L'evento più rilevante degli ottavi di finale conclusisi ieri sera è, certamente, l'ingresso ufficiale dell'Inter nella ristretta rosa delle favorite per la vittoria finale. Anzi, se la mentalità e la solidità mostrate nella trionfale notte londinese dovessero essere ribadite pure nei match successivi, i nerazzurri andrebbero inevitabilmente considerati sullo stesso livello di Manchester United e Barcellona, finaliste della passata edizione e favorite anche quest'anno per la quasi totalità degli osservatori: tutte e due, tra l'altro, hanno regolato le rispettive "pratiche" distruggendo gli avversari di turno (Milan e Stoccarda) con due perentori 4-0 casalinghi, che ne hanno evidenziato la miriade di soluzioni offensive a disposizione, la solidità degli impianti di gioco e lo straordinario stato di forma delle due star Wayne Rooney e Leo Messi, in questo momento certamente i due più forti calciatori dell'intero panorama mondiale.
Da parte sua, prosegue un po' in sordina il cammino sicuro - nonostante l'attuale momento di scarsa brillantezza in Ligue 1 - del bel Bordeaux di Laurent Blanc, che finora ha ottenuto in Champions ben sette vittorie e un pareggio negli otto match disputati: e qualora gli uomini-chiave Yoann Gourcuff, Fernando Menegazzo e Marouane Chamakh (qui nella foto, la loro esultanza durante il match di ieri sera) si mantenessero in forma anche nei prossimi due mesi, i Girondins potrebbero davvero diventare la "mina vagante" del torneo. Tale, invece, non va più considerato il Bayern Monaco di Louis van Gaal, in quanto compagine dotata di blasone, esperienza, forza politica, guida tecnica di primo livello e rosa più che adeguata. Un'altra possibile sorpresa potrebbe, quindi, arrivare dal sempre sbarazzino Arsenal di "mastro" Arsène Wenger, però soltanto se i Gunners fossero in grado di puntare anche sui pieni recuperi di Cesc Fabregas e Robin Van Persie (non dimentichiamo, però, che la squadra giunta lo scorso anno in semifinale non poteva schierare, per motivi di burocrazia UEFA, un certo Andrei Arshavin...).
In attesa del sorteggio di domani, che potrebbe scompaginare i miei "piani" proponendo abbinamenti tra alcune di loro, mi piace sottolineare, in conclusione, come tre delle quattro semifinaliste da me pronosticate mesi fa siano ancora in lizza: Barcellona, Bayern Monaco, Bordeaux, mentre la quarta (il Chelsea) potrebbe essere sostituita tra le prime quattro da chi l'ha eliminata nel confronto diretto (l'Inter). Continuo, da parte mia, a riservarmi un dubbio sul Manchester United, comunque fortissimo ma con risorse minori rispetto agli anni passati (dice niente la sigla CR9?).

mercoledì 17 marzo 2010

una grande inter scopre (finalmente) come si gioca in europa

Di Diego Del Pozzo

Chi segue regolarmente Calciopassioni sa quanto poco io ami José Mourinho. La bellissima vittoria di ieri sera dell'Inter in casa del Chelsea, però, è innanzitutto un successo del tecnico portoghese: una vittoria preparata meticolosamente, fortissimamente voluta e meritatamente ottenuta.
L'Inter vista ieri sera a Stamford Bridge, infatti, ha mostrato finalmente quella mentalità europea tante (troppe) volte invocata e mai realmente emersa, nonostante il blasone societario e le ingenti risorse tecnico-economiche a disposizione. Ebbene, Mourinho è riuscito a trapiantare definitivamente questa mentalità nella propria squadra che, dopo il match di ieri, credo abbia ormai ultimato la propria mutazione genetica. L'Inter, infatti, in una gara "senza domani" ha mostrato cuore, "palle", atletismo, intensità, velocità di corpo e di mente, unità d'intenti assoluta tra tutti i suoi giocatori, propensione al sacrificio da parte delle sue stelle, ma anche apprezzabili trame di gioco con scambi veloci nel breve tra i suoi rinomati solisti (Sneijder su tutti...).
Queste e altre qualità mostrate ieri a Londra sono state certamente amplificate dall'approccio sfrontato del proprio allenatore, che - a proposito di "palle" fumanti - ha urlato chiaro ciò che aveva in mente fin dall'ingresso delle squadre sul terreno di gioco, schierando contemporaneamente tutti gli attaccanti a disposizione (Eto'o, Milito, Pandev) assieme a Sneijder (dando al tempo stesso, con questa mossa, una ulteriore "lezione" al "ribelle" Mario Balotelli, esplicitamente richiamato all'ordine dai "senatori" nel dopo-gara). Le mosse di Mourinho, poi, sono state ulteriormente rafforzate dalla straordinaria attitudine al sacrificio mostrata in particolare dagli attaccanti esterni Eto'o (qui nella foto) e Pandev, sempre pronti a ripiegare sulle fasce di centrocampo per impedire le discese di Ivanovic e Zhirkov, contrastare, pressare come due medianacci. Quindi, naturalmente, a decidere è stata la qualità dei singoli, con Sneijder che ha lanciato "alla Suarez" Samuel Eto'o e il camerunense che ha finalizzato alla sua maniera, fredda e senza possibilità di ritorno: d'altra parte, stiamo parlando dell'uomo che ha già deciso ben due finali di Champions League e che, a differenza dell'Ibrahimovic scambiato senza rimpianti col Barcellona, ha sempre fatto della sua mentalità vincente una caratteristica primaria.
Con la partita di ieri, José Mourinho si giocava tantissimo, soprattutto dopo la contestata esclusione di Balotelli per motivi disciplinari. Su di lui, infatti, erano già spianati i "fucili" della critica, pronta ad aprire il linciaggio mediatico in caso di eventuale passo falso. Bene: ieri ha vinto lui, su tutti i fronti.
Adesso, però, per l'Inter si apre una prospettiva inedita, con una Champions da affrontare per vincerla e un campionato ancora tutto da decidere. Insomma, il livello di gioco si alzerà ulteriormente e soltanto i più forti - e quelli con i nervi più saldi - potranno uscirne vincitori...

lunedì 15 marzo 2010

il milan riapre definitivamente il campionato italiano

Di Diego Del Pozzo

Con un gol dell'uomo "nato pronto", al secolo Clarence Seedorf, il Milan brasileiro di Leonardo (qui nella foto) si mette alle spalle la batosta dell'Old Trafford e riapre in maniera definitiva una Serie A che, appena un mese e mezzo fa, sembrava già assegnata ai cugini nerazzurri. Certo, la fatica fatta per superare il Chievo (ottimo!) è stata immane ed è servita un'autentica prodezza balistica al novantaduesimo minuto da parte di uno dei giocatori più vincenti del calcio di oggi. Però, con una Inter decisamente distratta dal "big match" di Champions League contro il Chelsea, i rossoneri si sono guadagnati sul campo almeno la chance di provarci fino alla fine.
A mio parere, poi, non va considerata fuori gioco nemmeno la Roma di Claudio Ranieri, nonostante la cronica incapacità di approfittare delle situazioni favorevoli: non va dimenticato, infatti, che domenica i nerazzurri andranno a Palermo dopo le fatiche europee e che, dopo la parentesi interna col Livorno, sbarcheranno proprio nella capitale per uno scontro diretto con i giallorossi che si preannuncia accesissimo.
Naturalmente, un'Inter concentrata sull'obiettivo finale resta ancora la naturale favorita per il titolo. Però, l'osservatore neutrale non può che gioire per un torneo che, a differenza dell'ultimo, quest'anno potrebbe offrire emozioni forti anche per quanto concerne la lotta di vertice.

domenica 14 marzo 2010

al napoli serve un centravanti che sappia fare gol

Di Diego Del Pozzo

Al di là del grave e condizionante errore arbitrale - sul 1-0, rigore negato a Lavezzi e conseguente mancata espulsione del difensore viola Felipe per fallo da ultimo uomo - il Napoli ha perso ieri sera contro la Fiorentina (1-3) soprattutto a causa della maggiore concretezza sotto rete degli uomini di Prandelli: d'altra parte, di centravanti come Alberto Gilardino, in Italia, non ce ne sono poi così tanti...
Nel corso dell'intero incontro, infatti, la squadra allenata da Walter Mazzarri ha costruito la consueta moltitudine di chiare occasioni da rete, riuscendo però a concretizzarne soltanto una con un Pocho che, per il resto, ha evidenziato ancora una volta i suoi chiari limiti in zona-gol, fallendo almeno altre due ghiotte opportunità. Inoltre, una volta sostituito il pur deludente Denis con un fumosissimo Quagliarella, gli azzurri hanno perso il loro unico punto di riferimento in area avversaria, cedendo inevitabilmente campo ai gigliati (Quagliarella come Lavezzi, infatti, parte frequentemente da dietro, svaria molto e si muove troppo per restare poi lucido in fase di conclusione).
L'ulteriore salto di qualità di una squadra che, comunque, appare destinata inevitabilmente a crescere passa, dunque, per un esame freddo e distaccato delle risorse attualmente a disposizione, con particolare riferimento ai limiti offensivi degli attaccanti presenti in rosa: al Napoli della prossima stagione, infatti, servirà innanzitutto un centravanti capace di assicurare tra i quindici e i venti gol a campionato; un attaccante centrale, fisico, bravo pure in acrobazia, cinico in area di rigore. Se German Denis fosse più concreto sotto porta si potrebbe anche continuare a puntare su di lui, ma per il salto di qualità serve qualcosa di più e meglio, con l'argentino destinato a fare da ottimo primo cambio del nuovo titolare.

venerdì 12 marzo 2010

un "medioevo atletico" da superare, prima che sia tardi...

Di Diego Del Pozzo

Nella sua cronaca sulla Gazzetta dello Sport di ieri, un giornalista intelligente come Luigi Garlando ha opportunamente parlato di "medioevo atletico" da superare da parte del calcio italiano. Certo è che la differenza di ritmo e intensità delle squadre nostrane rispetto a quelle impegnate negli altri principali campionati europei emerge con prepotente e preoccupante regolarità in occasione di ogni confronto internazionale, in particolar modo nei match a eliminazione diretta, sia in Champions League che nella neonata Europa League (la ex Coppa Uefa).
Si spiega anche, o soprattutto, così il devastante 4-0 col quale il Manchester United ha messo fine alla "leggenda" del "Grande Milan" europeo, distruggendolo nello spirito e nel corpo (qui nella foto, l'esultanza di Wayne Rooney dopo il suo ennesimo gol ai rossoneri); ma si spiegano così pure sconfitte come quelle della Roma contro un'onesta - ma estremamente aggressiva e organizzata - compagine greca come il Panathinaikos; o l'eliminazione della Juventus in Champions per mano di Bordeaux e Bayern Monaco; o ancora le difficoltà del Genoa (che, invece, in Italia fa dell'intensità agonistica e della carica atletica il proprio punto di forza...).
In attesa del confronto tra Chelsea e Inter di martedì prossimo, dunque, una riflessione più ad ampio raggio deve necessariamente imporsi: in Europa va avanti chi riesce ad abbinare alla qualità superiore anche la corsa e l'intensità. Qualcosa va fatto, che sia nei metodi di allenamento o nella preparazione o in altri aspetti della gestione di una squadra. E va fatto con una certa urgenza. Altrimenti, il declino del calcio italiano è destinato a non arrestarsi tanto presto...

giovedì 11 marzo 2010

clamoroso: si rigioca manchester - milan?

Di Diego Del Pozzo

Clamoroso!!! Sarebbe già pronto un decreto interpretativo col quale il Governo italiano chiede ufficialmente alla Uefa di poter rigiocare il match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Manchester United e Milan!!!
Il decreto, secondo le primissime indiscrezioni, prevederebbe la ripetizione di tutte quelle gare di Champions disputate tra squadre italiane e inglesi allenate rispettivamente da allenatori brasiliani di età inferiore ai 45 anni e scozzesi di età superiore ai 65 anni.
In caso di rigetto dell'istanza, il Governo italiano starebbe già organizzando una imponente manifestazione di piazza col coinvolgimento di tutti i Milan Club d'Europa...

lunedì 8 marzo 2010

il week-end internazionale in cinque punti

Di Diego Del Pozzo

1) In Spagna un Barcellona sempre più in difficoltà si fa raggiungere al primo posto in classifica dal Real Madrid. Adesso le due squadre sono a pari punti, anche se l'inerzia pare tutta a favore dei Blancos. Mentre i catalani si facevano bloccare sul pari dall'Almeria, infatti, i madrileni riuscivano nell'impresa di rimontare due gol al Siviglia, chiudendo il match addirittura al novantaduesimo sul 3-2 (qui, nella foto, la gioia di Sergio Ramos e Kakà): da una parte, dunque, accenno di crisi, prime polemiche e un Ibrahimovic (espulso) sempre più avulso dal gioco della squadra; dall'altra, invece, entusiasmo alle stelle, Kakà e Cristiano Ronaldo sempre più inseriti e un gioco offensivo dirompente. Come altrove in Europa, però, il prosieguo della stagione dipenderà molto dagli esiti del ritorno degli ottavi di Champions League, dove le due grandi di Spagna partono da un 1-1 esterno con lo Stoccarda (il Barca) e uno 0-1 da rimontare al Bernabeu contro la "bestia nera" Lione (il Real). Dice tanto sulla reale consistenza media della Liga, infine, la "forbice" enorme che esiste tra le due capolista a 62 punti e il Valencia terzo a 46 (seppur con una gara in meno).
2) In Inghilterra un Portsmouth devastato dai debiti riesce ad accedere alle semifinali di F.A. Cup, superando il rampante Birmingham di Alex McLeish con una prova tutta cuore e carattere. Al termine di un match di grande intensità, la doppietta di Piquionne vale il 2-0 finale e accende di entusiasmo un Fratton Park ribollente come ai bei tempi. Peccato, però, che la stagione di Premier League si concluderà con la retrocessione e che, poi, ci saranno da affrontare i gravi problemi economici. Sempre in Coppa d'Inghilterra, un ottimo Aston Villa rimonta due gol al Reading e lo batte 4-2 a domicilio con tripletta dell'eterno centravanti norvegese John Carew; il Chelsea di Carlo Ancelotti regola lo Stoke City a Stamford Bridge col più classico 2-0 (reti dei due simboli Lampard e Terry), anche se il pensiero di tutti è già al "Clash of the Titans" con l'Inter in programma la settimana prossima; infine, Fulham e Tottenham si danno appuntamento al replay, dopo lo 0-0 del match di Craven Cottage. Nelle semifinali del 10 e 11 aprile, in programma a Wembley, c'è già l'abbinamento tra Chelsea e Aston Villa, mentre il Portsmouth aspetta la vincente del derby londinese di White Hart Lane.
3) La Bundesliga tedesca è sempre più in mano al Bayern Monaco di Louis Van Gaal, nonostante il pareggio di Colonia causato da un gol dell'ex Podolski (nella foto, Ribery inseguito dal portoghese Petit). Questo perché il week-end ha portato la prima sconfitta stagionale del principale antagonista dei bavaresi, cioè quel Bayer Leverkusen infarcito di giovani di qualità (tra i quali, spicca il fuoriclasse Tony Kroos, in prestito proprio dal Bayern) e finora giunto al di là delle più rosee aspettative. Al secondo posto si issa, grazie al roboante 4-1 a Francoforte contro l'Eintracht, un sempre più solido Schalke 04, che il grande Felix Magath ha letteralmente trasformato, grazie ai suoi "intensi" metodi di allenamento (non lo chiamano a caso "il torturatore"), alla sagacia tattica e alla grinta straordinaria che riesce a trasmettere ai suoi giocatori: per una conferma basterebbe chiedere ai campioni in carica del Wolfsburg, ai quali l'allenatore del miracolo della scorsa stagione manca davvero tanto. E anche qui, se il Bayern dovesse fare strada in Champions, lo Schalke potrebbe provare addirittura il colpo a sorpresa (adesso è a soli due punti dalla vetta).
4) In Francia è andato in scena il confronto diretto tra le due capoclassifica Bordeaux e Montpellier, con la sorprendente neo-promossa che è riuscita nell'impresa di fermare la corazzata guidata da Laurent Blanc sul punteggio di 1-1. Prosegue, dunque, la corsa a due a quota 52, anche se i Girondins hanno ben due gare da recuperare rispetto ai rivali diretti. Al terzo posto c'è il Lione, che non ha saputo approfittare del pareggio della coppia di testa, impattando 0-0 col Boulogne-sur-Mer penultimo in graduatoria. Gli uomini di Claude Puel, in ogni caso, sono a soli due punti dalla vetta. Subito dietro di loro, poi, c'è l'altra grande di Francia, l'Olympique Marsiglia, a sua volta bloccata sul 1-1 dal Lorient, anche se, con un match da recuperare, nutre ancora la speranza di issarsi a 52 punti. L'equilibrio regna sovrano, comunque, col Bordeaux che mi sembra ancora superiore alla concorrenza, anche se da qui in avanti dovrà dosare bene le energie, in modo da gestire il doppio impegno - secondo me farà strada in Champions League - al quale non è tanto abituato.
5) In chiusura, ritorno in Inghilterra per ricordare che mentre il Chelsea era impegnato in F.A. Cup, Manchester United e Arsenal disputavano i loro match di Premier League, facendo entrambi bottino pieno contro Wolverhampton (0-1) e Burnley (3-1). Adesso, i Red Devils sono momentaneamente in vetta alla classifica (63 punti), mentre i Gunners hanno raggiunto la squadra di Ancelotti (61) sulla scia della quarta vittoria consecutiva: e, se devo guardare il calendario delle tre contendenti, non posso che nutrire più di una semplice speranzella per una positiva chiusura di stagione da parte dei Wenger Boys, che ad aprile dovrebbero riavere anche Van Persie per un auspicabile rush finale. Giudice inflessibile - e, si spera, imparziale - sarà il Tottenham, che nelle ultime tre giornate affronterà una dopo l'altra le tre prime in classifica - Arsenal e Chelsea in casa, con chiusura all'Old Trafford - e ne potrà, dunque, decidere i destini.

un "catenaccio" da oscar: "... and the winner is... gasperini"

Di Diego Del Pozzo

Ieri sera, il Genoa ha approfittato del gran freddo di San Siro e della serata un po' storta di tanti uomini di Mourinho, per mettere in scena un grandissimo "catenaccio" - termine da intendersi senza alcuna accezione negativa - e portare a casa un meritato 0-0 sul campo della capolista.
Se l'Academy Awards avesse previsto un Oscar speciale per la miglior partita difensiva dell'anno, dunque, Gasperini e i suoi giocatori avrebbero senz'altro meritato di vincere la preziosa statuetta, grazie a un match intelligente ed estremamente saggio.
E, intanto, dopo l'ennesimo pareggio dell'Inter, la Serie A resta più aperta che mai...

venerdì 5 marzo 2010

balotelli darebbe tutto per giocare in nazionale ai mondiali

Di Diego Del Pozzo

In questi giorni, prima-durante-dopo il match dell'Italia Under 21 contro i pari età ungheresi, ho visto Mario Balotelli sorridere felice più e più volte, da solo o in compagnia dei suoi compagni. Sì, proprio lui che viene spesso accusato dagli osservatori di non ridere ed esultare nemmeno dopo aver segnato gol importanti con la maglia dell'Inter (qui nella foto, al centro tra Ogbonna e Okaka, nel ritiro dell'Under 21, che proprio in occasione della gara con l'Ungheria ha schierato per la prima volta contemporaneamente tre italiani con la pelle nera).
Il particolare, solo apparentemente di scarso interesse, mi sembra invece importante, in quanto chiaramente indicativo della grande voglia che il diciannovenne attaccante nerazzurro ha di indossare la maglia della sua Nazionale (che, per motivi burocratici, ha potuto iniziare a frequentare solo una volta maggiorenne, senza fare la trafila delle giovanili). Sì, proprio lui che i razzisti vorrebbero "non italiano" per il colore della sua pelle: lui che, in realtà, è nato a Palermo e, dunque, è italianissimo.
D'altra parte, Balotelli ha sempre dichiarato - a chi gli chiedeva il perché delle sue mancate esultanze dopo i gol - che avrebbe festeggiato per una rete in una finale mondiale con la maglia dell'Italia. Sempre lui, inoltre, ha più volte rifiutato la corte serrata della federcalcio del Ghana - nazione dei suoi genitori naturali - che è arrivata persino a garantirgli un posto da titolare ai prossimi Mondiali sudafricani. Ebbene, quei mondiali - e, magari, anche quelli del 2014, 2018 e 2022 - Mario vuole disputarli guidando l'attacco della Nazionale che sente intimamente e profondamente sua e della quale, quindi, considera un enorme onore indossare la maglia. E immaginiano per un attimo che cosa potrebbe combinare, col suo sconfinato talento calcistico, un Mario Balotelli stracarico di motivazioni. Senza dimenticare che stiamo parlando di un calciatore che, seppur non ancora ventenne, ha già messo il suo sigillo sugli ultimi due scudetti interisti e che ha ampiamente dimostrato di non soffrire i match decisivi o comunque importanti. Anzi.
Insomma, nonostante ciò che continua a dichiarare l'ineffabile commissario tecnico Marcello Lippi, Balotelli servirebbe come il pane a questa Italia. Già adesso...

mercoledì 3 marzo 2010

i debiti del manchester united: i tifosi all'attacco dei glazer

Tutti contro i Glazer: in sole 24 ore altri 20mila tifosi del Manchester United hanno aderito alla campagna per cacciare l'attuale proprietà statunitense. E' stato lo stesso Manchester United Supporters Trust - promotore dell'iniziativa contro la famiglia Glazer, alla quale si chiede di cedere lo United, ora gravato da oltre 790 milioni di euro di debiti - ad annunciare l'adesione record.
I tifosi hanno, inoltre, ribadito il proprio sostegno al tentativo di acquisto del club da parte di un consorzio di facoltosi supporter, conosciuti come Red Knights (Cavalieri Rossi), che stanno mettendo a punto un'offerta di oltre mille milioni di euro ai Glazer. Per fronteggiare i debiti sempre più preoccupanti, lo scorso mese i Glazer hanno lanciato sul mercato obbligazioni del valore di 550 milioni di euro. Ma dopo la mossa dei Red Knights, che proprio ieri hanno confermato pubblicamente le loro intenzioni di acquisto, la campagna anti-Glazer si è intensificata.
"Un mese fa, prima dell'annuncio dei bond dello United, i sostenitori della nostra protesta erano 36mila; ieri sera sono cresciuti a 76mila", ha dichiarato Duncan Drasdo, direttore del Manchester United Supporters Trust. "Anche se non ci staremmo all'interno dell'Old Trafford, vogliamo arrivare - ha concluso - fino a 100mila". Nel frattempo David Gill, direttore generale dello United, ha voluto sottolineare i successi economici del club, che nel primo semestre dell'anno fiscale in corso ha fatto registrare un fatturato di circa 160 milioni di euro: un dato che conferma la determinazione dei Glazer, proprietari dal 2005, di non cedere alle pressioni dei tifosi.
(Fonte: Ansa)

lunedì 1 marzo 2010

off-topic: domani si presenta "rock around the screen"

Domani pomeriggio, alle ore 18, presso il megastore La Feltrinelli - Libri e Musica di piazza dei Martiri a Napoli, è in programma la presentazione del volume Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito (Liguori Editore).
Interviene lo storico del cinema Valerio Caprara; coordina la giornalista Teresa Mancini. Saranno presenti i due curatori, gli autori dei vari saggi e il direttore della collana Cinema e Storia Pasquale Iaccio. E' prevista la proiezione di un video realizzato in collaborazione con la Scuola di Cinema e Fotografia di Napoli Pigrecoemme.
"A metà anni Cinquanta, il rock - spiegano i curatori Del Pozzo ed Esposito - determina una svolta epocale nel rapporto tra cinema e popular music. Il nostro libro esplora proprio questo affascinante intreccio attraverso saggi e interviste esclusive a registi rock come Julien Temple e Carlo Verdone e a musicisti come Gaetano Curreri e Fabio Liberatori".
Le interviste sono realizzate da Fabio Maiello, mentre i saggi sono, oltre che dei due curatori, di Simone Arcagni, Alberto Castellano, Giandomenico Curi, Bruno Di Marino, Giacomo Fabbrocino, Rosario Gallone, Michelangelo Iossa, Corrado Morra e Antonio Tricomi.
Ovviamente, chi fosse a Napoli si faccia vedere, perché più siamo e meglio è...