lunedì 31 agosto 2009

fabio, ce l'avevi quasi fatta!!!

Di Diego Del Pozzo

Ieri sera, pochi minuti dopo il fischio d'inizio di Napoli-Livorno (3-1 per i partenopei il risultato finale), Fabio Quagliarella ha assecondato il proprio istinto e la voglia irrefrenabile di sbloccarsi davanti al suo pubblico: così, appena superato il centrocampo, ha scagliato un autentico bolide verso la porta livornese, vedendolo andare a sbattere contro la traversa, che gli ha negato per pochi centimetri il gol dell'anno.
Per fortuna, comunque, in seguito Fabio s'è rifatto con gli interessi, siglando una doppietta decisiva per la prima vittoria del Napoli in campionato.
Qui di seguito, ecco la sintesi del match.

domenica 30 agosto 2009

caro mou, non troverai sempre leonardo

Di Diego Del Pozzo

Mentre la Juve sta espugnando lo stadio Olimpico di Roma con un bel gol del brasiliano Diego, scrivo poche righe dal backstage all'aperto del Negro Festival, la manifestazione di musica etnica che si conclude stasera nello scenario bellissimo delle Grotte dell'Angelo a Pertosa, una settantina di chilometri più a sud di Salerno.
A pochi metri da me, Roy Paci & Aretuska stanno provando in vista del loro concerto di stasera. Al suono della loro musica, invece, io stavo riflettendo su quanto accaduto ieri sera a San Siro, in occasione del derby agostano tra Inter e Milan: i nerazzurri hanno distrutto i rossoneri, battendoli 4-0; Mourinho è apparso in televisione facendo beffardamente notare quanto lui non sia poi così scarso; gli interisti del regno già pregustano trionfi interplanetari; e chi più ne ha più ne metta.
Ebbene, nonostante la netta differenza di organico tra le due squadre (ovviamente tutta a favore dell'Inter), non posso fare a meno di notare quanto sia stata decisiva l'inesperienza di Leonardo come allenatore a livello di vertice, a partire dal polso debole mostrato con un Seedorf presentatosi in panchina in tenuta balneare (cosa che, di fatto, ha causato l'espulsione di Gattuso, per il ritardo col quale l'olandese s'è preparato per sostituirlo al momento del suo infortunio).
Per questo e altri motivi, dunque, fossi in Mourinho, non esulterei più di tanto: di Leonardo, sulle panchine della Serie A, infatti, ce n'è uno solo; e il portoghese ha già dimostrato ampiamente quanto vada in difficoltà, invece, con i tatticismi degli allenatori italiani, nonostante la straordinaria fuoriserie che gli ha dato il mecenate Moratti (impressione rafforzata in me dall'autentica lezione tattica che gli ha impartito il buon Ventura alla prima giornata).
Certo, l'Inter di quest'anno - soprattutto dopo l'arrivo dell'olandese Sneijder - è davvero fortissima. Però, i "tituli" andranno conquistati, come sempre, partita dopo partita, magari provando a mantenere nei limiti della civiltà il confronto dialettico con gli avversari, a differenza di quanto accaduto lo scorso anno.

sabato 29 agosto 2009

ancora sugli scontri londinesi...

Di Diego Del Pozzo

Le immagini degli scontri di martedì sera tra gruppi di tifosi del West Ham e del Millwall, in occasione della gara di Carling Cup vinta dagli Hammers 3-1 dopo i tempi supplementari, hanno fatto il giro del mondo, provocando riflessioni, più o meno banali, anche nel nostro Paese.
In realtà, quanto accaduto non deve meravigliare più di tanto, poiché se la violenza è stata praticamente estirpata dagli stadi inglesi, essa non si può certo dire scomparsa dalla società britannica (che, ovviamente, non rappresenta un'eccezione rispetto al resto del mondo occidentale...).
A proposito degli avvenimenti di martedì, che hanno provocato centinaia di feriti e sono stati amplificati proprio per essersi verificati dinanzi alle telecamere, va però detto che essi non sono certo stati gestiti alla perfezione dalle forze dell'ordine inglesi, soprattutto alla luce dell'acerrima rivalità esistente tra le due tifoserie. Per contestualizzare al meglio ciò che è accaduto a Londra martedì sera, mi piace riportare quanto scritto da Luca Manes sul suo blog:
"La partita di martedì era la prima dal 2004-05, quando le due gare del campionato di Championship - che avemmo modo di seguire dal vivo - furono pressoché prive di scontri, ma il livello di militarizzazione fuori e dentro gli stadi fu incredibile. Per capirci, il match in casa del Millwall fu giocato alle 12 di una piovosa domenica mattina di novembre, alla presenza di 15mila spettatori e oltre 1.500 poliziotti in assetto anti-sommossa. Un'occasione così "ghiotta" come quella di martedì, per di più sotto forma di gara secca di coppa e in notturna, sarebbe forse ricapitata solo tra un bel po' di anni, e dunque valeva la pena prenderla al volo. Non a caso nelle baruffe pre-partita la polizia ha individuato numerosi teppisti privi di biglietto o addirittura con un banning order (la nostra diffida) sul groppone. Tante "vecchie facce", membri dei gruppi di hooligans del passato come i temutissimi Inter City Firm (West Ham) e Bushwhackers (Millwall), si sono dati appuntamento per una sorta di rimpatriata - il che spiega anche il numero così alto di persone coinvolte".
In conclusione, rimando proprio al blog di Luca chi volesse leggere integralmente il suo intervento su questo argomento.

venerdì 28 agosto 2009

il ritorno della violenza nel calcio inglese

Di Diego Del Pozzo

M'è sembrato che, qui in Italia, tutti gli osservatori di cose calcistiche non stessero aspettando altro che il riesplodere cruento della feroce rivalità tra i fans di West Ham e Millwall. Questo per potersi riempire la bocca con soddisfazione e con frasi fatte del tipo "Ma allora, non è vero che gli inglesi hanno sconfitto gli hooligans..." e via banalizzando.
Alla voce "banalità", peraltro, appartiene anche il modo nel quale gli scontri di martedì sera in occasione del match di Carling Cup disputato al Boleyn Ground sono stati collegati al film del 2005 interpretato da Elijah Wood (Hooligans, che racconta proprio la "guerra" tra queste due tifoserie): "Un film aveva previsto tutto", hanno improvvidamente titolato i quotidiani nostrani, ignorando come la pellicola in questione non avesse fatto altro che portare sul grande schermo una tra le rivalità più antiche e cruente del calcio britannico (senza prevedere nulla di nuovo o imprevedibile, dunque...).
Comunque, per la serie "Anche gli inglesi sono come noi", a Londra sono stati effettuati immediatamente i primi arresti ed è stato già deciso di bandire a vita i responsabili da tutti gli stadi del Regno Unito... Qui da noi, invece, si continua a discutere di "tessera del tifoso"...

mercoledì 26 agosto 2009

il napoli dopo la prima

Di Diego Del Pozzo

Sempre dal solito Internet Point della costa ionica calabrese, ecco alcune brevi considerazioni sul nuovo Napoli di Roberto Donadoni, dopo la sfortunatissima sconfitta di Palermo alla prima giornata di campionato.
Innanzitutto, ci tengo a dire che erano anni che non mi capitava di assistere a una partita così prepotentemente dominata dagli azzurri, sul piano del gioco, del ritmo, delle occasioni da gol. Nemmeno il Napoli di Reja nei suoi momenti migliori, quando nello scorso novembre toccò anche la vetta della classifica, aveva mai espresso tanta sicurezza e sfrontatezza, controllando la partita e i suoi ritmi a piacimento: quella squadra, infatti, anche nei suoi esiti di massima spettacolarità, ha quasi sempre agito in contropiede, mentre nella serata palermitana gli uomini di Donadoni hanno impostato e gestito la partita come desideravano, almeno per un'ora abbondante.
Tre pali, un gol regolare annullato ad Hamsik, altre tre nitide occasioni da rete con l'uomo liberato davanti al portiere, il gol buono realizzato sempre dal centrocampista slovacco: questo il computo delle azioni pericolose create dal Napoli a Palermo. Dall'altra parte, invece, vanno segnalati quasi unicamente i due gol subiti su ingenuità prima di Maggio - che, però, è stato letteralmente atterrato dal palermitano Cavani, senza che l'arbitro Rosetti rilevasse nulla - e poi di uno Zuniga assolutamente spaesato sul lato sinistro del campo.
Ecco, al di là della sfortuna e delle sviste arbitrali, mi sento di indicare proprio nella errata sostituzione Datolo-Zuniga un elemento decisivo per la sconfitta del Napoli. L'ottimo Donadoni di questo avvio di stagione, infatti, in questo frangente ha evidenziato, ancora una volta, i suoi limiti nella lettura in corso di match: una volta uscito il buon Datolo di Palermo, il Napoli ha perso il gioco sul lato sinistro e ha continuato ad attaccare soltanto centralmente e a destra; in più, il colombiano Zuniga ha mostrato la sua chiara inadattabilità alla fascia sinistra, accentrandosi costantemente, lasciando sempre vuoto il lato di competenza (che, però, non è il suo), fino al "patatrac" del goffo fallo da rigore su Cavani, anch'esso - a mio avviso - provocato da un difetto di posizione derivante dall'essere fuori ruolo.
Dunque, a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato, l'esigenza primaria del Napoli per completare la rosa è sempre la stessa: un buon esterno sinistro da schierare nell'undici titolare!
Comunque, già domenica sera contro il Livorno, rivedrò con grande piacere la squadra generosa e volitiva che ha esordito a Palermo. E speriamo bene...

martedì 25 agosto 2009

vacanze sì, vacanze no... ma si gioca ovunque...

Di Diego Del Pozzo

In attesa di rientrare definitivamente da questa mia lunga vacanza, approfitto di qualche minuto libero da bagni, bimba e altro per entrare in un Internet Point della costa ionica calabrese e salutare i lettori di Calciopassioni. In realtà, a inizio mese non avevo annunciato la pausa estiva perché credevo che avrei potuto aggiornare il sito anche in vacanza. Così, invece, non è stato.
Nel frattempo, la stagione calcistica è già ricominciata da qualche settimana, anche se con l'anomalia di un calciomercato ancora aperto e che, quindi, potrebbe in qualche modo mutare l'idea che mi sono fatto della scala di valori dei principali campionati.
Ecco, dunque, alcuni spunti, veloci e inevitabilmente destinati a essere smentiti:
1) Un Napoli sicuramente rinforzato dalla campagna acquisti estiva - ma, purtroppo, ancora incompleto in diversi ruoli - ha mostrato grande personalità, finalmente un ottimo Marek Hamsik (qui sotto, nella foto) e un bel gioco sul campo del Palermo. Soltanto la sfortuna (tre pali), qualche ingenuità e un paio di sviste arbitrali non hanno permesso di portare a casa i tre punti, che sarebbero stati meritatissimi.
2) In Premier League, l'Arsenal - che tutti davano per nettamente indebolito - è partito "col botto": 10 gol nelle prime due giornate (1-6 a Goodison Park contro l'Everton e 4-1 interno contro il Portsmouth). Se il buongiorno si vede dal mattino...
3) Tornando in Serie A, la pausa estiva non ha cambiato l'atteggiamento di José Mourinho, che continua a cercare nemici ovunque. E siamo soltanto all'inizio...
4) In Bundesliga, l'Amburgo sembra aver, finalmente, azzeccato le mosse giuste. Intanto, al Bayern, il vate olandese rischia di fare la stessa fine della sopravvalutata "pantegana bionda".
5) L'inizio di Ligue 1 ha proposto un Bordeaux ancora più forte e maturo della scorsa stagione. Che possa essere protagonista anche in Europa?
6) Ancora Premier League: il Liverpool è partito malissimo. Incidenti di percorso o deficienze strutturali? Intanto, gli sceicchi continuano a rinforzare l'ambiziosissimo Manchester City (ultimo acquisto, l'ottimo difensore Lescott dall'Everton), mentre al Tottenham "mastro" Redknapp sembra aver trovato la chimica giusta e ha impostato una squadra che vuol puntare in alto. Ovviamente, Carletto permettendo...
7) Domenica partirà anche la Liga delle stelle (Cristiano Ronaldo, Kakà, Ibrahimovic), col Barcellona campione di tutto che, intanto, ha già conquistato la Supercoppa di Spagna.
8) E, infine, si gioca a pieno ritmo, per fortuna, sia in Brasile che in Argentina.
Per ora è tutto. A risentirci, per la ripresa a pieno ritmo, nei prossimi giorni.

mercoledì 5 agosto 2009

napoli: presentate le nuove maglie

Di Diego Del Pozzo

Stasera il Napoli ha presentato ufficialmente le nuove divise da gioco che indosserà nel corso della stagione che va a incominciare. Lo ha fatto davanti a 40.000 spettatori, durante un vivace match amichevole disputato allo stadio San Paolo contro l'Espanyol (0-0 il risultato finale). Ecco qui un po' di foto del nuovo completo da gara realizzato dalla Macron: a una prima occhiata sembra davvero bello; sicuramente più di quello Diadora degli ultimi due campionati.

inizio vacanze, fine vacanze

Di Diego Del Pozzo

Mentre io mi accingo ad andare in ferie, mi accorgo che, invece, le vacanze calcistiche sono già finite, se mai possono considerarsi davvero iniziate.
La scorsa settimana, infatti, sono partiti i campionati di Belgio e Olanda, in questo week-end prendono il via anche Ligue 1 (Francia) e Bundesliga (Germania), Champions League ed Europa League continuano a disputare i rispettivi turni preliminari (già con partite di ottimo livello), le amichevoli internazionali s'infittiscono sempre di più, si avvicina anche il primo turno "serio" della Coppa Italia, i principali quotidiani italiani hanno già pubblicato da tempo gli elenchi con le quotazioni dei calciatori per i loro fantasy games (Magic Cup, Fantacalcio, ecc.).
Insomma, in pieno agosto e col calciomercato ancora apertissimo, si ricomincia a fare sul serio...

martedì 4 agosto 2009

pensiero della settimana: che sceneggiatura...

Di Diego Del Pozzo

Ieri sera è andata in scena la grande festa di presentazione del Napoli 2009-2010, a bordo della lussuosa nave ammiraglia della principale compagnia crocieristica italiana: Simona Ventura come presentatrice, Alessandro Siani e altri artisti della "Scuderia Filmauro" a esibirsi, una platea di mille selezionatissimi vip, la squadra al completo sul palcoscenico.
A un certo punto, il presidente Aurelio De Laurentiis ha deciso di "fare la pace" pubblicamente col suo calciatore più carismatico e problematico, cioè il Pocho Lavezzi: ebbene, don Aurelio ha iniziato a intonare, assieme ai presenti, il coro "Olé, olé, olé, olé, Pocho, Pocho...", per poi abbracciare e baciare il suo campione ribelle, alla fine scioltosi in un sorriso compiaciuto.
Però, però... Tutto molto bello, tutto troppo perfetto: quasi come se un esperto sceneggiatore, anche dotato di un certo talento, avesse imbastito un'ingegnosa trama fin dal principio: dal clamoroso sfogo presidenziale deflagrato durante il ritiro austriaco per poi giungere al lieto fine tanto atteso e auspicato da ogni tifoso.
Insomma, pura fiction che, si spera, possa introdurre, però, una stagione agonistica caratterizzata, invece, dalla concretezza dei risultati.

lunedì 3 agosto 2009

l'ultimo sorriso di bobby robson

Di Stefano Olivari
(Il Giornale - 1 agosto 2009)

Sessant’anni di calcio al massimo, di cui quasi venti convivendo con il cancro. Dietro al tranquillo sorriso di Sir Bobby Robson, spentosi a 76 anni a casa sua davanti alla moglie Elsie e ai tre figli, c’era l’Inghilterra vera. Quella dei ragazzi della working class che diventano idoli del loro mondo: imparando lingue e allargando le conoscenze, ma senza perdere di vista il punto di partenza.
Papà minatore, lui elettricista fino al primo contratto da calciatore professionista, Robson nasce come centrocampista offensivo: stella del Fulham e del West Bromwich Albion, si guadagna anche il Mondiale 1958 con la nazionale di Winterbottom prima di diventare allenatore. Qualche mese ai Vancouver Royals della NASL e un anno con il Fulham, poi nel 1969 sale sul treno dell’Ipswich creando una delle più britanniche fra le squadre britanniche anni Settanta, mito ancora adesso delle fanzine di settore. Una FA Cup nel 1978 e la Coppa Uefa 1980-81, con due secondi posti nel massimo campionato e tanti giocatori da nostalgia canaglia: Terry Butcher, John Wark, Paul Mariner, Arnold Muhren, Alan Brazil.
Nel 1982 tocca proprio a Robson sostituire sulla panchina dell’Inghilterra Ron Greenwood. I suoi due Mondiali rimarranno nella storia anche senza coppa alzata: Mexico '86, eliminato nei quarti dal gol più furbo e dal gol più bello di tutti i tempi, Italia '90 con l’amarezza dei rigori in semifinale. Dopo le notti magiche torna nei club: PSV Eindhoven, dove vince due campionati, poi Sporting Lisbona dove viene esonerato. Si vendica andando al Porto a conquistare altri due titoli nazionali. Lo ingaggia il Barcellona: nel 1996-97 con il miglior Ronaldo e forse il miglior Robson di sempre arrivano Coppa delle Coppe e Copa del Rey, ma la Liga va al Real di Capello. Un breve ritorno al PSV prima di far risorgere il Newcastle, portato dal fondo della Premier League al terzo posto.
Infine il lavoro per la sua fondazione benefica e la lotta con la malattia. Riuscendo sempre a farsi apprezzare sia dagli appassionati sia dai colleghi che lo hanno conosciuto bene: da Alex Ferguson a José Mourinho, prima suo interprete a Lisbona e poi assistente al Porto e al Barcellona ("Un uomo dalla straordinaria passione, che ha dato tanto a chi ha avuto la fortuna di percorrere un tratto di strada con lui", così lo ha ricordato l’allenatore dell’Inter).
Domenica scorsa l’ultima commovente apparizione pubblica: a Newcastle, sulla sedia a rotelle e quasi irriconoscibile, per una partita di beneficenza fra vecchie glorie tedesche e inglesi dedicata proprio alla sua fondazione: in pratica le stesse squadre di quella semifinale di Torino. Stavolta al St. James’ Park ha vinto l’Inghilterra per tre a due, trascinata da un grande Gascoigne. Sorrideva, Robson, grato alla vita.