venerdì 19 aprile 2019

un bilancio della prima stagione di ancelotti a napoli

Di Giuseppe Cascone

Dopo l'eliminazione ai quarti di finale di Europa League si è di fatto conclusa per il Napoli la stagione calcistica 2018-2019. Sarà dura assistere alle ultime sei giornate di Serie A, anche se resta qualche partita sulla carta affascinante, come quelle con Atalanta e Inter al San Paolo.
Adesso gli azzurri possono guardare al futuro e voltare pagina. Finalmente.
La stagione che volge al termine era difficile da affrontare, insidiosa, soprattutto perché seguiva la tempesta emotiva dello scudetto mancato nell'anno precedente. La vittoria a Torino contro la Juventus, esattamente un anno fa, al 90esimo minuto, poteva essere uno dei ricordi più belli di sempre per i tifosi del Napoli. Invece, oggi quel ricordo è per molti una fitta al cuore.
Il post-Sarri era complicato (e ancora non sapevamo che sarebbe stato anche un post-Hamsik...). Era complicato sul piano tattico, sul piano emotivo, sul piano del rapporto con la piazza. Il triennio sarriano aveva infatti acceso intense passioni e stava per concludersi con una vittoria miracolosa sfumata proprio sul più bello, lasciando un lungo strascico di delusione e amarezza.
Forse qualsiasi altro allenatore, dopo Sarri, sarebbe stato stritolato. Ancelotti, invece, con acume e saggezza, ha scelto una strada precisa: ha quasi subito raggiunto l'obiettivo della qualificazione in Champions League e ha fatto una bellissima figura in Europa, anche se le ultime tre partite lasciano un po' di amaro in bocca (va però ricordato che un quarto di finale con l'Arsenal di Emery sarebbe stato duro per qualsiasi squadra europea, anche per le big).
Ora il tecnico emiliano può finalmente avviare la costruzione del suo Napoli.
Quest'anno era una traversata nel deserto, si sapeva: tuttavia "traversando traversando", il Napoli è comunque arrivato secondo (chi parla di fallimento è francamente poco credibile).
L'unico appunto che si potrebbe fare al mister riguarda le sue dichiarazioni della prima parte di stagione, quando ha ripetuto più volte che l'obiettivo per il 2018-2019 era portare gli azzurri a essere competitivi fino alla fine in tutte le competizioni. Forse ci credeva davvero, forse aveva sopravvalutato la rosa o forse, più semplicemente, parlava in coerenza con la sua storia, che lo ha visto vincere quasi sempre (prima da top player, poi da top manager). Fatto sta che, in una piazza come Napoli, la creazione di queste aspettative è molto rischiosa. Probabilmente questo primo anno gli sarà servito anche a capire meglio il contesto.
Ora Ancelotti deve "scendere in campo", prendersi il Napoli, costruire la "sua" squadra.
La prossima sessione di mercato dirà molto sul futuro: servirà innalzare la qualità tecnica e il tasso di agonismo, mantenendo un occhio alla solidità del bilancio. Non sarà semplice, ma è possibile. Da stamattina comincia davvero l'era Ancelotti.
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riassunto delle puntate precedenti

13 novembre 2017: Italia-Svezia 0-0 e azzurri fuori dai Mondiali per la prima volta dal 1958

22 aprile 2018: grazie a un magnifico gol di testa di Koulibaly, il Napoli allenato da Maurizio Sarri batte in casa sua una Juventus atleticamente a pezzi (zero tiri nello specchio della porta avversaria) e riapre la Serie A riportandosi a un solo punto di distacco dai bianconeri. L'impressione di tutti gli osservatori è che l'inerzia, a quattro giornate dalla conclusione del campionato italiano, sia tutta a favore dei partenopei.

28 aprile 2018: l'arbitro Daniele Orsato pone fine alla sua carriera ad alto livello con una disastrosa prestazione in un match decisivo per la Serie A 2017-2018 come Inter-Juventus, espellendo per errore il nerazzurro Vecino e graziando ripetutamente alcuni calciatori bianconeri (Alex Sandro, Barzagli e due volte Pjanic). Nel finale, una Juventus in evidenti difficoltà atletiche, con l'inerzia del match a favore dell'Inter, sfrutta la superiorità numerica e rimonta da 1-2 a 3-2 al 90esimo, portandosi e +4 sul Napoli secondo e sferrando una mazzata mortale al morale dei partenopei.

6 maggio 2018: un Napoli ancora col morale a pezzi, dopo gli eventi di Inter-Juventus della settimana precedente, pareggia 2-2 in casa col Torino e, anche senza la certezza matematica, alza bandiera bianca nei confronti della Juventus. Al termine del campionato, gli uomini di Sarri totalizzano ben 91 punti in classifica, nuovo record per la società, piazzandosi a quattro lunghezze dai neo-campioni d'Italia.

Stagione 2018-2019: dopo tre anni magnifici (seppur privi di trofei) sotto la guida tecnica di Maurizio Sarri, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis mette sotto contratto Carlo Ancelotti, per provare ad alzare l'asticella. La Juventus risponde con l'acquisto di Cristiano Ronaldo e con una campagna acquisti costosissima (Cancelo, Emre Can, Perin, tra gli altri) che rende persino superflua la disputa del campionato di Serie A, in pratica già assegnato fin da agosto 2018. La scommessa della dirigenza bianconera è quella di puntare alla conquista della Champions League, con una rosa tra le più attrezzate a livello europeo. La scommessa si rivela fallimentare ad aprile 2019, quando il giovane e sbarazzino Ajax domina la Juventus e la elimina già nei quarti di finale, costringendo un intero movimento calcistico - quello italiano - a porsi delle serissime domande sul reale livello della sua società più rappresentativa.

Febbraio 2019: a calciomercato già chiuso, il Napoli asseconda la volontà del suo capitano e leader Marek Hamsik (mai ripresosi dallo shock dello scudetto perso l'anno prima anche grazie all'arbitraggio di Orsato in Inter-Juventus) di tentare una nuova avventura sportiva (con tanto di contratto-monstre) e accetta di cederlo alla squadra cinese del Dalian Yifang, dopo dodici anni in maglia azzurra contrassegnati dai record di presenze e gol nella storia azzurra.
La stagione del Napoli, in pratica, si conclude in questo momento.

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noterella esplicativa (dopo un lungo silenzio)

Dopo quasi due anni di silenzio, ho deciso di "riesumare" questo mio blog calcistico, nato qualche anno fa per gioco e per diletto e, a un certo punto, trasformatosi in una voce piuttosto seguita tra gli appassionati di calcio alla ricerca di qualche analisi un po' diversa da quelle presenti sui media mainstream.
Il minor tempo a disposizione e un utilizzo maggiore dei social network anche per le mie analisi calcistiche mi avevano fatto abbandonare questa testata, alla quale pure continuo a tenere molto. Adesso, invece, voglio riprendere a farla vivere, provando a pubblicare nuovi contenuti, non soltanto miei, anche senza garantire al lettore un ritmo troppo regolare. Vediamo che succede...
Benvenuti su
Calciopassioni, dunque, a coloro che non vi erano mai entrati prima! E buona lettura a tutti! (d.d.p.)