venerdì 27 novembre 2020

L'impatto di Maradona sull'immaginario globale e il rapporto con Napoli

Di Diego Del Pozzo

A proposito dell'impatto di Maradona sull'immaginario globale contemporaneo (dove per "contemporaneo" intendo "degli ultimi trentacinque anni"), questa è un'immagine tratta da Il sapore della ciliegia, bellissimo film del maestro iraniano Abbas Kiarostami, premiato nel 1997 con la Palma d'oro al Festival di Cannes. Il film è ambientato tra lande desolate alla periferia e nei dintorni di Teheran. Eppure, a un certo punto, in mezzo al nulla, in un angolo dell'inquadratura spunta questo poster che vale più di mille trattati sociologici.


Questo, ovviamente, è solo uno tra i tanti esempi possibili, ma mi sembra perfetto per far capire perché chi si riferisce a Maradona soltanto come al più grande calciatore della storia di questo sport continui a sbagliare per difetto. Con Maradona, dal punto di vista dell'impatto sulla propria epoca anche al di fuori del suo specifico ambito, siamo dalle parti, forse, di John Lennon e Muhammad Ali, ma onestamente non me ne vengono in mente altri.
 
Ecco, provate a pensare a questo personaggio enorme, a modo suo titanico dall'alto del suo metro e sessantacinque centimetri, e inseritelo calcisticamente - cioè per quel che riguarda il suo ambito specifico, nel quale è il più grande di tutti - in una squadra tutto sommato di secondo piano rispetto alle tradizionali big del calcio mondiale e umanamente nel contesto di una città con la quale scatta subito un'immedesimazione totale. Se mettete assieme tutti questi elementi e li shakerate ben bene tra di loro, non riuscirete comunque a capire fino in fondo, dall'esterno, che cosa sia stato e sia ancora oggi Diego Armando Maradona per Napoli e per i napoletani. Ok? 
 
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