venerdì 30 gennaio 2015

incubo 2 (cit.)

Di Diego Del Pozzo

Stanotte ho sognato che la Juventus aveva battuto il Parma, eliminandolo dalla Coppa Italia, grazie a un gol decisivo in fuorigioco netto segnato a un minuto dal fischio finale. Ho sognato che il guardalinee era in perfetta posizione per segnalare l'off-side, ma preferiva tenere abbassata la bandierina.
Questo si chiama fuorigioco
Per fortuna, però, deve essere stato soltanto un brutto sogno, perché sia ieri sera nei commenti post-partita sulla Rai e su Sky, sia stamattina in tutti i notiziari specializzati (per esempio, in quello di Sky Sport 24), di questo netto fuorigioco non vi era traccia.
Evidentemente, ieri sera ho mangiato un po' pesante e devo aver avuto una cattiva digestione. ‪#‎Cipuòstare‬.
Ps: D'altra parte, quando una grande squadra ottiene una vittoria grazie (anche) a qualche svista arbitrale (ma c'è svista e svista...), i solerti e imparziali commentatori televisivi italiani imbastiscono veri e propri processi sommari in diretta, come fatto pochi giorni fa con Rafa Benitez dopo le vittorie del Napoli con l'Udinese e col Genoa. Dunque, deve essere stato davvero soltanto un brutto sogno... Meno male... Mi sarebbe dispiaciuto per il povero e indifeso Parma, se fosse stato utilizzato come vittima predestinata...
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giovedì 29 gennaio 2015

una nuova coppa italia è possibile? perché non facciamo le final eight?

Di Diego Del Pozzo

Ieri pomeriggio, sono intervenuto come ospite telefonico durante il programma calcistico ClubNapoli AllNews in onda sull'emittente locale napoletana Teleclubitalia. L'argomento della puntata era la possibile e, anzi, auspicabile riforma della Coppa Italia, per renderla più appetibile per gli appassionati (come avviene un po' ovunque, nelle nazioni calcisticamente evolute, dall'Inghilterra alla Spagna, dalla Germania alla Francia) e, magari, anche per porre fine alle sconcezze che si stanno verificando nell'edizione di quest'anno, funestata da ricorrenti errori arbitrali, spesso decisivi, ai danni delle società meno potenti, blasonate e mediaticamente rilevanti.
La più recente è di ieri sera, quando la grande Juventus ha eliminato il piccolo e derelitto Parma soltanto al novantesimo minuto grazie a un gol palesemente irregolare (fuorigioco non fischiato). Ma già negli altri match disputati durante il mese di gennaio avevano potuto godere di favori arbitrali evidentissimi anche Roma e Fiorentina (rigori inesistenti fischiati contro Empoli e Atalanta) e, seppur in misura minore, Inter, Napoli e Milan (opposte a Sampdoria, Udinese e Sassuolo). A un osservatore esterno, completamente neutrale, una tale meccanica ripetizione dell'errore arbitrale a senso unico (sempre a favore delle cosiddette "grandi") potrebbe persino suggerire l'ipotesi paranoica di una regia unica Lega-Rai-Tim (il torneo si chiama Tim Cup ed è la sola esclusiva calcistica Rai di un certo rilievo) finalizzata a ridurre al minimo qualsiasi rischio di non avere tutte le squadre più importanti presenti nelle fasi finali della coppa. Tutto ciò, peraltro, avviene nel quasi totale disinteresse dei mass media e di fronte agli spalti semivuoti di stadi anche prestigiosi come San Siro, l'Olimpico, il San Paolo.
E allora? Che cosa si può fare per rilanciare una competizione che, così com'è, è destinata a una vita ancora più ingloriosa e probabilmente non troppo lunga? Se lo sono chiesto gli amici di ClubNapoli AllNews, i quali dopo aver letto alcune mie considerazioni pubblicate nei giorni scorsi su Facebook hanno avuto la bontà di ospitare il mio intervento telefonico (qui una loro sintesi dal sito web dell'emittente) nel corso della puntata monografica interamente dedicata al tema della riforma della Coppa Italia (per la quale hanno lanciato anche un apposito hashtag: #unanuovacoppaitalia).
La mia idea-provocazione parte da un semplice assunto: se i vertici del calcio italiano vogliono una coppa riservata soltanto alle squadre d'elite, allora perché non ufficializzare tutto ciò con una nuova formula, che però sia capace anche di trasformare il torneo in un evento (cosa che oggi certamente non è), di valorizzare il brand "Coppa Italia" per attrarre più sponsor, catturare più attenzione mediatica e, magari, tornare a riempire gli stadi evitando così gli spettacoli indecorosi di queste settimane? La soluzione per me è molto semplice: il calcio deve copiare dal basket e adottare la formula delle Final Eight. Coppa Italia, dunque, riservata alle prime otto classificate al termine del girone d'andata di Serie A (così, si lotterebbe nei primi mesi della stagione anche per un ottavo o un settimo posto); tabellone tennistico con incroci tra la prima e l'ottava, la seconda e la settima, la terza e la sesta, la quarta e la quinta; partite a eliminazione diretta da disputare in campo neutro; intero torneo da realizzare in una sola città (con i soli quarti di finale divisi tra due località) nella seconda metà di gennaio, fermando la Serie A per una settimana, con partite previste di giovedì (quarti di finale: due in una città, alle ore 15 e alle 19; due in un'altra, alle 17 e alle 21), domenica (le due semifinali, alle 18 e alle 21) e mercoledì (la finale, alle ore 21); copertura mediatica massiccia, con diretta tv di tutti gli incontri, forte presenza sui social network e attività collaterali di vario tipo, diffuse sull'intero territorio della città ospitante (premi, mostre, concerti, incontri con i protagonisti, concorsi on line, iniziative di marketing virale, ecc.); inserti speciali realizzati sui principali quotidiani sportivi nei giorni precedenti; spazio apposito all'interno dell'album Calciatori Panini, con l'azienda modenese che, per esempio, potrebbe presentare proprio in quei giorni e in quel contesto le speciali figurine raffiguranti i protagonisti del girone d'andata di Serie A. In tal modo, il brand inizierebbe ad acquisire valore e il torneo potrebbe recuperare quei connotati di evento che oggi, purtroppo, non ha affatto.
Alle accuse di scarsa democraticità di un torneo impostato in questo modo, potrei rispondere facendo notare che con la formula d'elite almeno non si prenderebbe in giro nessuno e non si farebbero perdere energie preziose a piccole squadre come l'Empoli che, magari, provano a dare tutto nella partita di coppa, vengono umiliate da pessimi arbitraggi ed eliminate e poi pagano dazio nella successiva giornata di campionato, per l'eccessivo dispendio di energie e la rosa non adeguata al doppio impegno rispetto a una società più importante e ricca.
Detto ciò, però, alla mia provocazione mi piacerebbe che si potesse rispondere, invece, con una Coppa Italia completamente agli antipodi rispetto a questa da me immaginata, sul modello della F.A. Cup, con apertura all'intero movimento calcistico nazionale (anche a quello dilettantistico), sorteggio integrale senza nessuna tutela sia dell'avversario che del campo di gioco, partita secca a eliminazione diretta con eventuale replay a campi invertiti in caso di parità, semifinali e finale in campo neutro. Ma questa penso che sia un'utopia. D'altra parte, loro sono inglesi, mentre noi siamo italiani...

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un napoli in netta ripresa inizia il 2015 tornando terzo

Di Diego Del Pozzo

Il 2015 del Napoli è iniziato, nel giorno dell'Epifania, nel segno del compianto Pino Daniele, ricordato con grande intensità prima dell'avvio del match di campionato a Cesena (quello della ripresa dopo la pausa per le festività), poi vinto piuttosto agevolmente contro un avversario troppo più debole, che però è stato comunque dominato dagli azzurri col piglio della grande squadra. Nel 4-1 del "Manuzzi" sono andati in gol tutti i "tenori", Hamsik (migliore in campo) è apparso pienamente recuperato, Rafael in porta è sembrato addirittura un altro, il diffidato Koulibaly è stato tenuto a riposo, il neo-acquisto Gabbiadini è sembrato già scalpitante (così come il nuovo terzino sinistro Strinic).
Il discusso scontro Buffon-Koulibaly
Quattro giorni dopo, come seguito della recente finale di Supercoppa, è arrivato il giorno di Napoli-Juventus 2, stavolta di fronte ai 60mila tifosi azzurri del San Paolo e non ai 13mila sceicchi silenziosi di Doha. Ma tra azzurri e bianconeri è venuta fuori una partita brutta, tesissima, spezzettata, male arbitrata, messa dalla Juve sul piano che le è più congeniale, col Napoli che non è riuscito quasi mai a esprimere il proprio gioco e ha agito soltanto a sprazzi, mai in modo fluido e continuo. La squadra bianconera, così, è tornata a vincere al San Paolo dopo ben 14 anni, mostrandosi più concreta, esperta e solida mentalmente rispetto agli uomini di Benitez.
Detto ciò, però, dopo l'1-1, col Napoli in pressione e la Juventus in difficoltà, il secondo gol bianconero è stato segnato da Caceres in netto fuorigioco, tagliando le gambe agli azzurri. Inoltre, al Napoli è stato annullato un gol per fallo inesistente di Koulibaly su Buffon, col portiere che, leggermente sbilanciato da Chiellini mentre è in uscita alta, ha perso la palla cadendo, lui, addosso al difensore azzurro, nonostante ciò che ne hanno detto, poi, gli ex juventini Vialli e Ferrara e la fidanzata di Buffon nel sempre più partigiano post-partita di Sky Sport. A parti rovesciate, nei commenti del post-gara, si sarebbe parlato del solito grave errore difensivo del Napoli e di una mezza papera di Rafael. In questo caso, invece, quasi tutti gli opinionisti catodici sono accorsi compatti a nascondere l'infortunio della difesa e del portiere della Juventus e a sottolineare l'evidenza del fallo del per me incolpevole Koulibaly. Tornando all'arbitraggio, però, ho trovato ancora più fastidioso l'atteggiamento complessivo del "mitico" Tagliavento nei confronti dei giocatori bianconeri, ai quali continuano a essere permesse cose (proteste sguaiate, perdite di tempo, atteggiamenti intimidatori) che, in Italia, non vengono concesse a nessun altro. 
Dopo il fischio finale, anche un signore come Rafa Benitez ha perso l'abituale pazienza: "Sono arrabbiato - ha dichiarato l'allenatore del Napoli - e ne ho diritto perché ci sono buone ragioni per esserlo. Ogni volta che giochiamo con la Juve mi hanno insegnato la frase "Ci può stare". Allora ci può stare sempre. Ci può stare perché le decisioni si dice siano difficili. Ma è così difficile vedere Chiellini con un turbante bianco ed una maglia bianconera così come quella di Caceres al di là dei nostri difensori? Credo nella buona fede degli arbitri ma lasciatemi dire che non si può adesso analizzare tecnicamente in maniera corretta una partita condizionata da un errore decisivo che cambia i valori in campo. Mi spiace perché la squadra aveva recuperato il risultato e stava salendo come livello di gioco. Quell'episodio ha cambiato tutto, ma anche il gol annullato a noi mi pare strano. E' stato Buffon a sbattere su Koulibaly in uscita, la palla era in gioco in quel momento e non vedo alcun fallo. Questa partita poteva cambiare l'aspetto della classifica. Noi lavoriamo sempre per essere ad alti livelli con le prime, oggi sono soddisfatto dell'atteggiamento della squadra, ma ripeto che sono arrabbiato e ci sono valide ragioni".
Higuaìn, decisivo anche con Lazio e Genoa
Per fortuna, però, il momento di netta ripresa del Napoli ha trovato una nuova conferma in occasione della successiva partita di campionato, con un grande match difensivo degli azzurri (molto simile a quello di Firenze), capaci di portare a casa tre punti importantissimi espugnando il campo di un'ottima Lazio, con un gol decisivo di Higuaìn a metà del primo tempo. La squadra di Pioli (complimenti!) nonostante le tante assenze non ha rinnegato la propria identità di gioco e ha impostato una gara sempre propositiva, alla ricerca di un gol che, però, non è arrivato grazie alla notevole applicazione degli uomini di Benitez e alla loro concentrazione costante. Dunque, Lazio che ha fatto la partita e ha spinto molto, ma Napoli che, tutto sommato, ha rischiato pochissimo e soprattutto nel primo tempo, mentre nel secondo ha controllato senza troppi affanni ed è ripartito pericolosamente in veloci contropiede, sfiorando ripetutamente il raddoppio. Tra le fila degli azzurri, gran partita di Albiol, ben spalleggiato da Koulibaly; buon esordio di Strinic a sinistra; importante il lavoro della diga di centrocampo Gargano-Lopez, con De Guzman prima e Hamsik poi efficaci nel ricucire fase difensiva e ripartenze offensive; davanti, naturalmente, Higuaìn decisivo come sanno esserlo i fuoriclasse. Lazio - Napoli era una specie di finale. E le squadre di Benitez, di solito, le finali le vincono.
Il girone di ritorno del Napoli, quindi, è iniziato lunedì sera in casa col Genoa: vittoria per 2-1 e azzurri (in jeans) di nuovo terzi in classifica da soli a 6 punti dal secondo posto di una Roma in netto rallentamento. Però, poiché il provocatorio #cipuòstare di Rafa Benitez ha evidentemente scatenato un vespaio sui media e i suoi attacchi alla presunta sacralità della Juventus hanno dato il via al fuoco violento degli amici degli amici (pronti a tutto pur di difendere le loro posizioni di potere e privilegio), cerco di essere il più netto possibile nel mio giudizio su questa partita: 1) il Napoli l'ha dominata e avrebbe potuto e dovuto vincerla 6-1; 2) il fallo da rigore di Kucka su Higuaìn che tante polemiche ha sollevato è nettissimo; 3) nel primo tempo, può esserci un altro rigore non fischiato per il Napoli; 4) Higuaìn viene fermato per due volte con falli da dietro da ultimo uomo, senza che l'arbitro fischi fallo ed espulsione del difensore genoano; 5) sul suo primo gol, a un certo punto dell'azione il Pipita si trova in leggerissimo (quasi impercettibile) fuorigioco, complicato da giudicare da parte di un guardalinee non ben allineato.
Sugli episodi 2 e 5, già durante la telecronaca, s'è messa in moto la "macchina del fango" di Sky Sport (gli amici degli amici di cui sopra), potenziata ulteriormente nel post-partita e utilizzata in funzione pro-juventina (per la serie: a fine campionato torti e ragioni si compensano). Sono stati francamente vergognosi. E mi hanno fatto venir voglia di disdire l'abbonamento alla pay tv o, perlomeno, di seguire senza commento i prossimi match. Senza commento, infatti, anche in Napoli-Genoa si sarebbero potuti meglio apprezzare i due falli da ultimo uomo non fischiati su Higuaìn lanciato in porta (col Genoa che poteva restare in 10 uomini già nel primo tempo) e ci si sarebbe potuti godere in tutta la sua lampante evidenza la bella spinta a due mani da dietro di Kucka su Higuaìn (nel gioco del calcio questo è un fallo da rigore). Poi, certo, sul primo gol del Napoli c'è un fuorigioco davvero impercettibile del Pipita, col guardalinee però non ben allineato (questa la vera pecca!) e con l'azione che scorre via velocissima. Ben altra cosa rispetto allo scandaloso fischio mancato in Napoli-Juventus sul gol di Caceres del 2-1 di testa su calcio da fermo.
In particolare, però, proprio intorno al rigore (per me netto) concesso al Napoli è stata operata (fin dal momento della telecronaca in diretta) una impressionante operazione di mistificazione mediatica, con le immagini che smentivano in tempo reale i vari commenti assolutamente campati in aria che le accompagnavano. In tutta onestà, credo che questo Napoli di nuovo terzo da solo e in netta ripresa stia iniziando seriamente a dare fastidio a coloro che, per quanto hanno speso sul mercato, devono per forza di cose entrare in Champions. Roma su tutti.
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mercoledì 28 gennaio 2015

la f.a. cup, le sue mille sorprese e il suo fascino unico

Di Diego Del Pozzo

Alexis Sanchez nel match di Coppa contro il Brighton
In Inghilterra, nello scorso fine settimana, s'è completato un bellissimo quarto turno di F.A. Cup, con le prime tre della Premier League (Chelsea, Manchester City e Southampton) eliminate in casa propria da squadre di rango inferiore (rispettivamente Bradford, Middlesbrough e Crystal Palace; e Mourinho che ha parlato di "vergogna" dopo il pesante 2-4 casalingo); Manchester United e Liverpool costrette al replay; anche Tottenham e Swansea buttate fuori da avversarie di serie inferiori; e il solo Arsenal che è riuscito a qualificarsi vincendo 3-2 ma rischiando sul campo del piccolo e mai domo Brighton and Hove.
Insomma, la Coppa d'Inghilterra si conferma ancora una volta il torneo più affascinante del mondo (oltre che il più antico). Altro che la nostra Coppetta Italia tutela-grandi!
E il 2015 del calcio inglese, tra Capodanno e l'Epifania, era iniziato proprio, come da tradizione, con la disputa dei match del terzo turno di F.A. Cup, torneo dal fascino unico per la sua storia e la sua formula (eliminazione diretta, sorteggio integrale e partecipazione aperta alle squadre di tutte le categorie del football d'Oltremanica, professionistiche e dilettantistiche).
Gli Spartans all'attacco!
La mia squadra di culto di questa edizione è stata certamente quella dei Blyth Spartans, club dilettantistico iscritto alla Northern Premier League Premier Division, cioè il settimo livello nella piramide delle serie calcistiche inglesi (più in basso del nostro campionato d'Eccellenza).
Blyth è una cittadina portuale del Northumberland, nel Nord-est dell'Inghilterra. Fondati nel 1899, gli Spartans giocano nel piccolo e suggestivo Croft Park, caratterizzato dalle tipiche staccionate verdi a bordo campo. Quest'anno sono arrivati al terzo turno della F.A. Cup, dove hanno addirittura sfiorato l'impresa contro il ben più quotato Birmingham City, squadra professionistica che milita nella Championship (l'equivalente della Serie B italiana). Spinti dai loro caldissimi tifosi, infatti, all'inizio dell'anno gli Spartans hanno messo sotto gli avversari nel primo tempo, chiuso avanti di due gol, prima di cedere soltanto nel finale (2-3) a causa dell'inevitabile calo atletico e delle ovvie differenze di talento.
Da parte mia, al fischio finale non ho potuto fare a meno di alzarmi in piedi e applaudire con convinzione i generosissimi Blyth Spartans e, con loro, tutti quelli che giocano ancora a pallone innanzitutto per divertirsi.
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