mercoledì 29 luglio 2009

serie a 2009-2010: il napoli riparte da palermo

Di Diego Del Pozzo

Il campionato 2009-2010 del Napoli comincerà con la non semplice trasferta di Palermo, nella giornata inaugurale in programma il 23 agosto: un inizio "col botto", dunque, in un "Derby delle Due Sicilie" che si prevede caldissimo, non soltanto per motivi climatici. L'esordio al San Paolo, la settimana dopo, avverrà contro il neo-promosso Livorno.
Per quanto concerne i "big match", il Napoli li disputerà quasi tutti fuori casa nel girone d'andata: alla terza giornata, infatti, è previsto Genoa-Napoli, poi Inter-Napoli (alla quinta), Roma-Napoli (alla settima), Fiorentina-Napoli (alla nona), Napoli-Milan (alla decima), Juventus-Napoli (all'undicesima). L'ultima gara prima della sosta natalizia sarà con il Chievo, in casa, il 20 dicembre; mentre la ripresa dopo le festività porterà la tradizionalmente ostica trasferta di Bergamo conntro l'Atalanta, nel turno infrasettimanale del 6 gennaio.
Nei mesi di febbraio e marzo, poi, lo stadio San Paolo proporrà un cartellone all'insegna delle sfide stellari, poiché Inter, Roma, Fiorentina e Juventus scenderanno a Fuorigrotta nell'arco di appena quaranta giorni. Il Napoli chiuderà il campionato il 16 maggio a Marassi contro la Sampdoria.
Ecco, qui di seguito, il calendario dettagliato della Serie A 2009-2010 del Napoli.
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GIORNATA / PARTITA / ANDATA / RITORNO
1ª giornata: Palermo-Napoli, 23 agosto 2009 - 17 gennaio 2010
2ª giornata: Napoli-Livorno, 30 agosto 2009 - 24 gennaio 2010
3ª giornata: Genoa-Napoli, 13 settembre 2009 - 31 gennaio 2010
4ª giornata: Napoli-Udinese, 20 settembre 2009 - 7 febbraio 2010
5ª giornata: Inter-Napoli, 23 settembre 2009 - 14 febbraio 2010
6ª giornata: Napoli-Siena, 27 settembre 2009 - 21 febbraio 2010
7ª giornata: Roma-Napoli, 4 ottobre 2009 - 28 febbraio 2010
8ª giornata: Napoli-Bologna, 18 ottobre 2009 - 7 marzo 2010
9ª giornata: Fiorentina-Napoli, 25 ottobre 2009 - 14 marzo 2010
10ª giornata: Napoli-Milan, 28 ottobre 2009 - 21 marzo 2010
11ª giornata: Juventus-Napoli, 1 novembre 2009 - 24 marzo 2010
12ª giornata: Catania-Napoli, 8 novembre 2009 - 28 marzo 2010
13ª giornata: Napoli-Lazio, 22 novembre 2009 - 3 aprile 2010
14ª giornata: Parma-Napoli, 29 novembre 2009 - 11 aprile 2010
15ª giornata: Napoli-Bari, 6 dicembre 2009 - 18 aprile 2010
16ª giornata: Cagliari-Napoli, 13 dicembre 2009 - 25 aprile 2010
17ª giornata: Napoli-Chievo, 20 dicembre 2009 - 2 maggio 2010
18ª giornata: Atalanta-Napoli, 6 gennaio 2010 - 9 maggio 2010
19ª giornata: Napoli-Sampdoria, 10 gennaio 2010 - 16 maggio 2010
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Il calendario della Serie A 2009-2010 prevede cinque soste e quattro turni infrasettimanali.
Turni infrasettimanali: 23 settembre, 28 ottobre, 6 gennaio, 24 marzo.
Soste: 6 settembre, 11 ottobre, 15 novembre (partite della Nazionale), 27 dicembre, 3 gennaio (festività natalizie).

martedì 28 luglio 2009

pensiero della settimana: superlega

Di Diego Del Pozzo

Ieri i vertici della Serie A hanno praticamente ufficializzato - con l'ovvia benedizione del Governo - la scissione dalla Serie B e la conseguente nascita di una "superlega" all'italiana, che nelle intenzioni dovrebbe trovare le risorse economiche per contrapporsi allo strapotere sportivo e commerciale di Liga spagnola e Premier League inglese.
Poiché, però, siamo il Paese che ha saputo sprecare persino l'occasione dei Mondiali casalinghi del 1990 per provare a rimodernare seriamente il nostro parco impianti, mi permetto di dubitare sull'effettiva efficacia di questo nuovo organismo. Spero, comunque, che non sia soltanto uno stratagemma per far fare ancora più soldi ai soliti noti...
Intanto, la nuova "super" Serie A ha perso, durante questa calda estate appena all'inizio, i due suoi migliori giocatori stranieri: Kakà e Ibrahimovic.
Certo, se il buongiorno si vede dal mattino...

lunedì 27 luglio 2009

il grande veron e il suo "pincha"

Di Diego Del Pozzo

Causa concomitanti impegni lavorativi "in trasferta", non avevo ancora potuto celebrare degnamente in questa sede la vittoria dell'Estudiantes de La Plata nella Copa Libertadores 2009: successo materializzatosi grazie soprattutto alla leadership preziosa e alla classe sempre cristallina di Juan Sebastian Veron, che così, 39 anni dopo, raggiunge suo padre tra i grandi di questo trofeo continentale.
Nel match di ritorno al Minerão di Belo Horizonte, i favori del pronostico erano certamente per i padroni di casa del Cruzeiro, dopo lo 0-0 conquistato in trasferta a La Plata, contro un Pincha - il soprannome della squadra argentina - che era stato fermato più volte dai miracoli del portiere brasiliano Fabio. Invece, nella partita disputata in Brasile, non solo l'Estudiantes è stato capace di andare a vincere fuori casa, ma ha saputo farlo addirittura ribaltando il gol di svantaggio segnato da Henrique pochi minuti dopo l'inizio del secondo tempo, con un gran tiro da fuori area deviato dal difensore Desábato. E' stato allora che l'orgoglio del Pincha e, in particolar modo, quello del suo capitano è venuto fuori, con Veron che, nella mezz'ora conclusiva, ha deciso di prendersi in spalla la squadra e di portarla oltre i propri limiti strutturali, con una regia lucida e alcune giocate di gran classe, poi rivelatesi decisive per il risultato finale.
Prima, infatti, con una precisa apertura di destro, ha trovato Cellay libero sulla fascia, dandogli il tempo di crossare per l'accorrente Gaston Fernandez, che a centro area ha messo in rete. Poi, con l'inerzia del match ormai tutta a favore degli argentini, ha battuto magistralmente un calcio d'angolo che Mauro Boselli - capocannoniere della manifestazione, con 8 gol - ha insaccato di testa in acrobazia. Nonostante il forcing finale della Raposa, quindi, gli uomini del tecnico Alejandro Sabella sono riusciti a portare a termine l'impresa, chiudendo la partita con una vittoria per 2-1 e riportando così la Libertadores a La Plata quasi quarant'anni dopo le tre vinte all'epoca di Veron padre.

Copa Libertadores 2008-09 - Finale di ritorno:
Stadio Mineirão, Belo Horizonte (Brasile)
CRUZEIRO-ESTUDIANTES LA PLATA 1-2 (0-0)
Cruzeiro: Fábio; Jonathan, Thiago Heleno, Leonardo Silva, Gerson Magrão; Henrique, Marquinhos Paraná, Ramires, Wagner (dal 71' Athirson); Kléber, Wellington Paulista.
Allenatore: Adìlson Batista.
Estudiantes: Andújar; Cellay, Schiavi, Desábato, Re; Braña (dal 87' Sánchez), Pérez, Veron, Benítez (dal 80' Díaz); Fernández, Boselli.
Allenatore: Alejandro Sabella.
Arbitro: Carlos Chandía (Cile).
Reti: Henrique al 52'; Fernandez al 57', Boselli al 72'.
Ammoniti: Kléber; Veron, Braña, Cellay, Sánchez.

domenica 26 luglio 2009

mino raiola: un lord

Di Diego Del Pozzo

Oggi pomeriggio, seguendo il notiziario 24/7 di Sky Sport, mi sono imbattuto in una scena che mi ha fatto capire, una volta di più, quale rapporto di subordinazione quasi totale vi sia tra i giornalisti televisivi - in particolare, coloro che si autodefiniscono "esperti di mercato" (e a Sky Sport ve ne è un plotone) - e i procuratori dei calciatori, mercanti senza scrupoli, spesso sgrammaticati, che tengono in scacco l'ambiente con un'arroganza pari unicamente alla loro faccia tosta.
I due giovani giornalisti in questione, oggi, avevano in collegamento telefonico l'emblema del procuratore descritto poche righe fa, cioè Mino Raiola (qui nella foto), in questi giorni agli onori delle cronache in quanto rappresentante dell'Ibrahimovic appena acquistato dal Barcellona. Ebbene, Raiola - un personaggio che non sa mettere due-tre parole una dopo l'altra in un italiano appena appena decente - ha quasi insolentito i giovani e intimiditi giornalisti, mostrandosi costantemente infastidito per un collegamento che - com'è ovvio - faceva gioco anche a lui; negando ai due qualsivoglia notizia con grande aggressività e ribadendo più volte che la trattativa Ibra-Barca non era ancora conclusa e che certamente non si sarebbe conclusa di domenica (come a dire: "Non mi rompete le palle, mentre sono in spiaggia. E' ovvio che io oggi non lavoro...").
La cosa più grottesca di questa mia visione pomeridiana, però, è arrivata alla fine, quando la coppia di conduttori ha congedato Raiola non a male parole - come il "figuro" avrebbe meritato... - ma, addirittura, ringraziandolo per "averci concesso questa preziosa testimonianza in diretta telefonica" (Ma 'dde che?). A questo punto, ho pensato che, forse, ha ragione Raiola a comportarsi come si comporta...

venerdì 24 luglio 2009

l'aurelio furioso 2 - il ritorno

Di Diego Del Pozzo

Quando nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare di persona con Aurelio De Laurentiis all'Ischia Global Film & Music Fest, ho subito notato in lui una grinta e una carica davvero notevoli, proprio come se fosse già pronto per far esplodere "la bomba" che poi, ieri, ha letteralmente devastato la tranquillità del bunker austriaco di Lindabrunn, sede del ritiro estivo del Napoli.
Dopo l'incontro a tre col Pocho Lavezzi e il direttore generale Pier Paolo Marino, infatti, "l'Aurelio Furioso" ha voluto comunicare con i rappresentanti dei mass media, per dire la sua sulla vicenda che ha infiammato l'estate dei tifosi partenopei. Ed ecco alcune "perle", che fanno ben capire cosa dovrà aspettarsi Ezequiel Lavezzi dalla stagione che va a incominciare, dopo l'improvvida fuga in Argentina a causa della quale era entrato in diretta polemica con i vertici societari azzurri:

1) "Con Lavezzi abbiamo avuto un incontro, ma non parliamo la stessa lingua: lui ha una personalità e una cultura che non posso cambiare, ma noi restiamo sulle nostre posizioni e non sottostiamo ad alcun ricatto. Rispetto le sue idee ma non le condivido".
2) "Lavezzi vorrebbe rivedere la sua posizione economica? Ma è già stata rivista un anno fa. Adesso basta: i ricatti non mi piacciono. E poi, non ci ha fatto mica andare in Champions League o in Europa League. E ha fatto appena 7 gol, non 27. Insomma, cosa vuole?".
3) "La colpa del mito Lavezzi è dei media: è stato dipinto come il nuovo Maradona, forse per demeriti altrui, più che per meriti propri. Ma non è affatto il nuovo Maradona. Per ora, è soltanto un calciatore dal rendimento assai discontinuo: lo trovo poco atleta e anche poco integrato nel gruppo, spesso protagonista di giocate egoistiche fatte solo per il furor di popolo e non funzionali al bene della squadra".
4) "A me non interessa che deve fare il Mondiale: se gioca bene, il c.t. lo seleziona; altrimenti va fuori. E poi, non ho capito una cosa: l'anno prossimo il Mondiale non ci sarà; allora che succede, ti butti in branda a riposare?".
5) "Lavezzi ha enormi potenzialità, ma deve accettare le regole, come tutti: il Napoli vuole ricomporre, ma le cose si fanno in due. Noi non abbiamo sbagliato, non siamo andati via: io avevo un contratto per una partita amichevole in Slovacchia e lui che fa? Se ne va? Se l'avesse fatto un attore me lo sarei mangiato. Ha sbagliato anche ad andare a Natale in Sud America: noi siamo stati molto deboli, ma quest'anno non accadrà più".
6) "Se dopo tutte queste storie Lavezzi potrebbe essere demotivato? Problemi suoi. E' lui che mette a rischio la sua carriera. Io l'ho pagato 5 milioni e mezzo, non 40: non mi preoccupo. Non è un primo attore, anzi forse non ha capito che ci stiamo attrezzando pure per fare a meno di lui. Se si allenerà e meriterà, l'allenatore lo farà giocare, altrimenti giocheranno altri".
7) "Ma secondo voi perché ho speso così tanto per Quagliarella? Il tempo dei grandi eroi è finito: anche il mio amico Moratti pensa a cedere il suo centravanti. Ora, comunque, vediamo se il signor Lavezzi ci concede di fare l'atleta e non solo il giocatore".
8) "Non farò più sconti a nessuno: altro che decalogo, qui ci vogliono 40 regole, e chi non le rispetta va fuori. Basta movida, escort, sigarette e vita poco professionale. Chi non ascolta l'allenatore va in panchina. E' fuori".
9) "Per essere ancora più chiari, acquisteremo un altro attaccante che sia alternativo proprio a Lavezzi".
Dopo queste durissime esternazioni "presidenziali", l'entourage del Pocho ha scelto la via della morbidezza, facendo buon viso a cattivo gioco. D'altra parte, il contratto del calciatore è blindato e, con l'abilità tipica di chi lavora nei media, De Laurentiis è riuscito, in poche mosse, ad alienare a Lavezzi la simpatia del pubblico del San Paolo. Per ora, dunque, l'unica strada da seguire, per l'argentino, è quella di abbassare la testa e allenarsi con convinzione e serietà. Forse, alla fine potrebbero giovarsene tutti...

lunedì 20 luglio 2009

off topic: springsteen a roma, indimenticabile...

Di Vincenzo Esposito

Ci sono due tipi di concerti: quelli di Springsteen & The E Street Band e quelli degli altri. Esistono due metodi per descrivere i concerti del Boss: uno lucido e rigoroso, che mettiamo in pratica quando analizziamo le performance alle quali non abbiamo preso parte, ma delle quali conserviamo testimonianze, registrazioni audio e video; l'altro caldo e viscerale, che inevitabilmente si impone nelle discussioni inerenti i gigs che abbiamo esperito (che per molti italiani, di una certa età, vanno da quello di Milano del 21 giugno 1985 a quello di Roma del 19 luglio 2009).
Chi era all'Olimpico, domenica scorsa, ha percepito subito la sensazione di assistere ad uno dei migliori concerti degli ultimi anni quando, spente le luci, è partito il tema principale di C'era una volta il West, e "la più grande rock 'n' roll band del mondo" è salita sul palco con l'incedere epico degli eroi che conquistarono la Frontiera. Lo sguardo di Bruce fissava la linea dell'infinito, ma come sempre scrutava le anime di ognuno noi, come se sapesse tutto: le nostre passioni, illusioni, delusioni, sconfitte; come se fosse lì non solo per parlarci delle sue storie, ma anche delle nostre, e ricordarci che, in fondo, c'è qualcosa di mitico anche nel grigiore che talvolta colora i nostri giorni. E allora quale migliore attacco di Badlands, summa sublime della musica di Springsteen: "Ti svegli di notte con il terrore vero di passare la vita ad aspettare un momento che semplicemente non arriva". Come fai a non cantare a squarciagola questo verso che, in una sola serata, scaccia via le paure e ti fa risparmiare dieci anni di analisi junghiana? Out in the Street, Outlaw Pete (perfino questo bizzarro pasticcio rende bene dal vivo!) e No Surrender ti arrivano nella pancia senza soluzione di continuità. Quest'ultima canzone, in particolare, ti rovista nelle budella e ti regala il coraggio del quale hai bisogno per credere che non hai sbagliato proprio tutto nella vita. Certamente non hai sbagliato a scegliere Springsteen come "guida spirituale" negli anni dell'adolescenza (per chi scrive, gli anni Ottanta): quando intorno a te, dopo la fine delle ideologie (e per alcuni anche delle idee), imperavano l'edonismo reaganiano e il "menefreghismo" craxiano; ma tu rimanevi integro perché avevi capito, grazie a Springsteen, che si impara da una canzone di tre minuti più di quanto si apprende a scuola.
La E Street Band è proprio in gran spolvero: a tratti sembra di rivivere le emozioni musicali di 25 anni fa. Seeds, uno degli outtakes più incisivi di Bruce, viene eseguito con la grinta di una garage band di ventenni, e assieme alle seguenti Johnny 99 e Atlantic City (entrambe in versione rock) va a comporre un trittico sociologico che fa luce, con violenza elettrica, sulle cause storiche della crisi economica di oggi.
Poi arrivano le richieste del pubblico: il Boss "si bagna" nella folla (fonte inesauribile della sua energia), raccoglie cartelli con i titoli delle sue canzoni. Che bella idea! Semplice e geniale: solo a lui poteva venire in mente di trasformarsi in una sorta di jukebox vivente. Sale la febbre, vorresti che le suonasse tutte; purtroppo ne deve scegliere solo alcune. Preme il tasto e parte
Hungry Heart: la cantano tutti, anche se gli italiani non hanno mai imparato a memoria la prima strofa, e ripetono solo un verso del chorus, "everybody’s got a hungry heart". Ma che importa, va bene anche così, il messaggio è chiaro: abbiamo un cuore affamato di musica, emozioni, e sogni che magari svaniscono in fretta e poi diventano incubi (ma in quel momento sono reali e ti danno ossigeno). Il jukebox continua a sfornare canzoni, l'Olimpico si trasforma in un bagnasciuga anni Sessanta, e noi, improvvisati "beach boys", ce le godiamo: Pink Cadillac, I'm on Fire, Surprise Surprise (quest'ultima, forse, se la poteva risparmiare, ma gliela chiede una coppia di "promessi sposi", e Bruce, si sa, non sa dire di no alla sua grande "famiglia allargata").
Si ritorna a fare sul serio: Prove It All Night è tiratissima, e il lungo assolo di chitarra riapre le vecchie cicatrici che Darkness... procurò a molti di noi la prima volta che vi mettemmo sopra la puntina del giradischi. Waitin’ on a Sunny Day spiana il sentiero luminoso che conduce dritto a The Promised Land, anche se l'insidia (American Skin - 41 Shots) è acquattata dietro l'angolo. I fan di Springsteen lo sanno bene: l'American Dream è un caleidoscopio che proietta immagini di gioie e dolori, vita e morte!
Il finale si avvicina, parte
Born to Run. C'è qualche pazzo in tribuna che pensa di potersene stare seduto immobile, mentre sul palco Springsteen & The E Street Band suonano la sua vita (sì, proprio la vita del folle che se ne sta seduto pensando, forse, di non essere "nato per correre"). Alla fine si alzano e cantano anche i morti!
L'Encore set arriva senza neanche una pausa, Bruce ha proprio tanta voglia di suonare e "fare rumore": My City of Ruins, dedicata ai terremotati dell'Abruzzo (ve l'ho detto, il Boss sa tutto di noi!); l'armonica annuncia Thunder Road, la più "cinematografica" delle canzoni di Springsteen; American Land, con Mamma Adele Zirilli Springsteen che balla col figlio (che serata incredibile!); Bobby Jean ci ricorda che "we liked the same music, we liked the same bands, we liked the same clothes" (e ci mancherebbe!); Dancing in the Dark, con una ragazza del pubblico che balla con Bruce, come ai vecchi tempi; e Twist and Shout, in una versione lunghissima, che non finisce mai… ma proprio mai.
La ricorderemo per sempre, questa serata di tre ore: la racconteremo ai nostri figli e agli amici che non c'erano, come abbiamo fatto con i concerti di Milano, Roma, Torino... Tramandando le gesta eroiche, amplificando il mito.

sabato 18 luglio 2009

de laurentiis e il "biglietto virtuale"

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 18 luglio 2009)

Grintoso come sempre e pronto per confrontarsi con calciatori e staff tecnico, nel ritiro austriaco di Lindabrunn: è così che appare il presidente Aurelio De Laurentiis all’Ischia Global Film & Music Fest, dove è presente in veste di produttore cinematografico, ma con un occhio e il cuore già ai suoi giocatori, con i quali parlerà lunedì, come promesso nei giorni scorsi. Magari improvvisando anche quella “lezione” di un paio d’ore sui diritti e i doveri previsti nei contratti firmati da ciascuno, per evitare in futuro altri “casi” come quello che ha riguardato Lavezzi e i suoi procuratori. O magari raccontando anche in Austria di quando, l’anno scorso, s’inventò il “biglietto virtuale” per le partite europee del Napoli, con risultati strabilianti dal punto di vista economico.
Proprio col racconto dell’idea del “Virtual Ticket”, a Ischia De Laurentiis anticipa, in qualche modo, l’atmosfera dei match di alta classifica che attendono il Napoli durante la prossima stagione. Lo fa durante un summit con alcuni importanti produttori hollywoodiani, quando utilizza questo esempio calcistico. “Nel nostro Paese – spiega il presidente azzurro – c’è una totale prevenzione nei confronti di ciò che non si conosce. E questo frena la crescita e l’innovazione, in tutti i settori. Invece, col Napoli io mi sono inventato il “Biglietto virtuale” e ho fatto scoppiare la rivoluzione”.
De Laurentiis entra nel vivo del discorso: “Quando l’anno scorso sono stato per la prima volta al sorteggio delle coppe europee, a Nyon e poi a Montecarlo, ho avvicinato i dirigenti di Inter e Juventus e, poiché volevo capire, gli ho chiesto a che cifre vendessero le partite di un preliminare di Champions League. Quando mi sono sentito rispondere che stavamo parlando di 100-150mila euro gli ho chiesto, un po’ provocatoriamente, se volevano venderle a me”. Con questa premessa, l’attenzione della platea è tutta per lui. E Aurelio De Laurentiis passa a illustrare la “ricetta” innovativa che ha seguito per il suo Napoli: “Di fronte a cifre così esigue, ho pensato che per i diritti televisivi della partita di Intertoto contro il Panionios dovevo comportarmi in modo diverso. Prima ho provato con Rai e Mediaset, ricevendo soltanto rifiuti. Poi, d’accordo con i vertici di Sky, mi sono inventato la rivoluzione del “Virtual Ticket”, che ha posto il Napoli all’avanguardia rispetto alle grandi del calcio italiano”. De Laurentiis rievoca i dettagli: “Ho detto a Tom Mockridge di Sky che non volevo un euro per i diritti televisivi della partita, ma che doveva far gestire direttamente a me tutta la pubblicità sui tanti canali satellitari della loro piattaforma. Poi, gli ho proposto di mandare in onda la partita soltanto in “pay per view”, facendo pagare allo spettatore, quindi, un vero e proprio biglietto virtuale. In questo modo, alla fine ho fatturato un milione e 200mila euro per una semplice partita di Intertoto contro una piccola squadra greca. E’ così che si innova, senza appiattirsi sull’esistente, ma guardando al futuro”.

giovedì 16 luglio 2009

coppa italia 2009-2010: juve-napoli agli ottavi?

Di Diego Del Pozzo

Stamattina, è stato effettuato nella sede della Lega Calcio il sorteggio della Coppa Italia 2009-2010. Per il Napoli, si prospetta un derby di Ferragosto con la Salernitana e più avanti, in caso di passaggio agli ottavi, un "big match" con la Juventus che farebbe da rivincita della scorsa edizione del torneo, quando gli azzurri furono sconfitti ai rigori dai bianconeri. Per ora, comunque, si tratta soltanto di ipotesi.
Di certo c'è che il Napoli debutterà sabato 15 agosto nel terzo turno, giocando contro una tra Benevento, Prato e Salernitana. Le prime due, infatti, si affronteranno nel turno inaugurale il 2 agosto, con la vincente che sfiderà al turno successivo la Salernitana. Da quest'ultima gara, quindi, uscirà l'avversaria del Napoli nella partita di Ferragosto.
Come detto all'inizio, poi, se gli azzurri dovessero proseguire nel loro cammino, superando anche il quarto turno, potrebbero incrociare la Juventus per un ottavo di finale ricco di storia e fascino.

mercoledì 15 luglio 2009

un po' di rallentamento...

Di Diego Del Pozzo

In questi giorni il blog sta subendo un po' di rallentamenti, semplicemente perché sto seguendo un festival del cinema per il giornale col quale collaboro e, quindi, ho meno tempo per aggiornare Calciopassioni.
Comunque, stasera tra gli ospiti dell'Ischia Global Film & Music Fest c'è anche il presidente del Napoli, nonché produttore cinematografico, Aurelio De Laurentiis... Vedremo se ci regalerà qualche "perla"...

domenica 12 luglio 2009

una "serie a" sempre più televisiva

Di Diego Del Pozzo

Dal 2010, la settimana-tipo dell'appassionato di calcio potrebbe essere questa: lunedì, una gara di Serie A (ore 20.45); martedì e mercoledì, Champions League; giovedì, Europa League (l'ex Coppa Uefa); venerdì, un anticipo di Serie B; sabato, posticipi di Serie A alle ore 18 e alle 20.45, più posticipo di Serie B; domenica, una gara di A alle 12.30, cinque partite alle 15 e il posticipo serale alle 20.45.
Questa abbuffata potrebbe essere la conseguenza del nuovo contratto televisivo che la Lega Calcio stipulerà, grazie all'advisor Infront, per le stagioni 2010 e 2011. E le novità non finirebbero qui, perché la partita diventerà un vero e proprio evento che partirà 90 minuti prima del fischio d'inizio e si concluderà con le interviste e il lungo post-gara: ci saranno le telecamere negli spogliatoi, un minuto di ripresa col tecnico che dà le ultime istruzioni, le interviste a metà gara, alla fine e così via.
Insomma, a che cosa serviranno più gli stadi - e perché una società dovrebbe investirvi per migliorarli - in un movimento che sembrerà gestito direttamente dal "Grande Fratello" di orwelliana memoria?

sabato 11 luglio 2009

recopa: ldu quito regina del sudamerica


La Liga Deportiva Universitaria di Quito ha conquistato la Recopa Sudamericana 2009 superando con un netto 3-0 i brasiliani dell'Internacional di Porto Alegre nel ritorno della finale della manifestazione che mette di fronte le vincitrici della Copa Libertadores (LDU) e della Copa Sudamericana (Internacional).
Ha aperto le marcature, dopo dieci minuti, Carlos Espínola; mentre le altre due reti sono arrivate al 40', grazie all'argentino Claudio Bieler, e al 54' con Enrique Vera.
Un Internacional molto deludente non è mai stato realmente in partita e la Liga ha meritato la vittoria, tra il tripudio dei suoi tifosi stipati sugli spalti della Casa Blanca di Quito. (d.d.p.)

venerdì 10 luglio 2009

copa libertadores: estudiantes-cruzeiro 0-0

Di Diego Del Pozzo

Grandi emozioni e notevole intensità hanno caratterizzato la finale d'andata di Copa Libertadores giocata mercoledì sera in Argentina, allo stadio Ciudad de La Plata. Con due protagonisti, più o meno attesi, tra le fila delle finaliste: il leader tecnico-emotivo Juan Sebastian Veròn (qui nella foto) nell'Estudiantes e uno straordinario Fabio tra i pali del Cruzeiro. Sì, perché se, da un lato, la regia della Brujita ha illuminato con continuità il gioco del Pincha, dall'altro, il portiere brasiliano è stato realmente straordinario, poiché con almeno quattro interventi di grande difficoltà ha negato il gol a un Estudiantes dominante per più di settanta minuti.
Lo 0-0 conclusivo, invece, offre ottime possibilità alla Raposa di ritornare sul trono del Sudamerica, nonostante (o grazie a) un match di quasi esclusivo contenimento, strano e inusuale per la squadra allenata da Adìlson Batista, solitamente caratterizzata da trame di gioco piacevoli e a volte persino spettacolari. La tattica attendista, comunque, ha pagato ottimi dividendi, soprattutto grazie ai miracoli in serie del portiere brasiliano, particolarmente efficace su Mauro Boselli ed Enzo Perez. E alla fine, il Cruzeiro avrebbe potuto addirittura espugnare la "casa" del Pincha, se il duo d'attacco Kléber - Wellington Paulista non avesse sprecato alcune favorevoli occasioni nei minuti conclusivi.
Ma una sconfitta sarebbe stata davvero troppo beffarda e ingiusta, per un Estudiantes che avrebbe potuto andare a Belo Horizonte - dove si giocherà il match di ritorno, mercoledì prossimo - persino con un doppio vantaggio. La finale di ritorno, comunque, resta equilibrata, col Cruzeiro che parte sì favorito, ma anche con gli argentini capacissimi di andare a imporsi in trasferta, attaccandosi magari all'orgoglio infinito del loro leader trentacinquenne.
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Copa Libertadores 2009 - Finale d'andata:
Estudiantes-Cruzeiro 0-0
ESTUDIANTES DE LA PLATA: Mariano Andújar; Cristian Cellay, Rolando Schiavi, Leandro Desábato, Germán Ré; Enzo Pérez, Rodrigo Braña, Juan Sebastián Verón, Leandro Benítez (dal 75', Maxi Núñez); Gastón Fernández (dal 81', Juan Salgueiro), Mauro Boselli.
Allenatore: Alejandro Sabella.
CRUZEIRO: Fábio; Jonathan, Leonardo Silva, Anderson, Gerson Magrao (dal 86', Fabinho); Henrique, Marquinhos Paraná, Ramires, Wagner; Kléber, Wellington Paulista.
Allenatore: Adilson Batista.

ronaldo: tripletta "fenomenale"


Ecco, qui di seguito, il video di Corinthians-Fluminense 4-2, con la tripletta di Ronaldo. Al pari dell'ex interista Adriano, dunque, il fenomeno del Timão ha iniziato a mettere a ferro e fuoco il Brasileirão 2009. E pensare che entrambi sono appena al quaranta-cinquanta per cento della forma fisica. Viene da chiedersi, allora, cosa potrebbe accadere quando i due raggiungeranno una condizione atletica almeno accettabile... (d.d.p.)

giovedì 9 luglio 2009

il napoli in ritiro anche col "pocho"... ovviamente

Di Diego Del Pozzo

Come volevasi dimostrare, dopo un'estate trascorsa a guerreggiare con la società tramite i suoi procuratori, alle ore 21 di stasera, puntualissimo, Ezequiel Lavezzi s'è presentato alla cena romana che ha, di fatto, aperto la stagione del Napoli 2009-2010. In attesa della partenza di domani mattina, alle 10.30, per Vienna e poi, in pullman, per il centro sportivo di Lindabrunn, una sorta di "Coverciano austriaca" scelta come sede del ritiro estivo fino al 30 luglio.
Col senno di poi, dunque, il Pocho avrebbe fatto meglio a evitare l'antipatica fuga in Argentina e le successive polemiche, poiché era ovvio che alla fine avrebbe dovuto rispettare il contratto che lo lega al Napoli ancora per diversi anni, a meno di non voler incorrere in multe e deferimenti.
Stamattina, comunque, Lavezzi è sbarcato alle 7.35 a Fiumicino (qui sopra, nella foto esclusiva del Corriere dello Sport-Stadio), assieme ai connazionali Denis e Navarro. In aeroporto, a differenza dei due compagni, ha scansato tifosi e telecamere e, scortato dall'ormai "mitico" procuratore Alejandro Mazzoni (colui che ha rallegrato l'estate dei tifosi napoletani con boutade irresistibili), è andato via da un'uscita secondaria, per poi raggiungere il resto della squadra all'Hotel Hilton puntuale per la cena.
I convocati per il ritiro azzurro sono, per ora, venticinque: Gennaro Iezzo, Matteo Gianello e Nicolas Navarro (portieri); Salvatore Aronica, Hugo Campagnaro, Paolo Cannavaro, Matteo Contini, Gianluca Grava, Leandro Rinaudo, Erminio Rullo, Fabiano Santacroce, Juan Camilo Zuniga (difensori); Nicolas Amodio, Manuele Blasi, Mariano Bogliacino, Jesus Datolo, Walter Gargano, Marek Hamsik, Christian Maggio, Francesco Montervino, Michele Pazienza, Luigi Vitale (centrocampisti); German Denis, Ezequiel Lavezzi, Joao Batista Inacio Pià (attaccanti). A loro si uniranno, tra una settimana, i tre nazionali Morgan De Sanctis, Fabio Quagliarella e Luca Cigarini, ai quali è stato concesso ancora qualche giorno di vacanza.
Il Napoli lavorerà, quindi, da domani al 30 luglio presso il centro sportivo "Karl Beck Sportschule" di Lindabrunn. Giocherà la prima amichevole il 20 luglio a Sankt Polten (ore 19); la seconda uscita è prevista per il 21 luglio a Wiener Neustadt (ore 19) e la terza a Sollenau (ore 18). Gli azzurri sfideranno sempre i padroni di casa austriaci. Tra il 4 e il 5 agosto è in programma una partita a Napoli con avversario ancora da definire (per presentare ufficialmente la nuova maglia Macron), mentre il clou di questa prima fase di ritiro si svolgerà a Londra, dove sabato 8 agosto è prevista l'amichevole di lusso col West Ham allenato da Gianfranco Zola.
Speriamo che, per allora, Lavezzi sia di nuovo, col fisico e con lo spirito, un giocatore del Napoli di Roberto Donadoni. Senza "se" e senza "ma".

mercoledì 8 luglio 2009

brian clough anche al cinema

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 8 luglio 2009)

Il maledetto United di David Peace è anche un film, uscito nelle sale inglesi il 24 marzo e previsto per il 25 settembre in quelle italiane. Lo ha diretto Tom Hooper - che ha sostituito il designato Stephen Frears - e scritto Peter Morgan, sceneggiatore di fiducia dello stesso Frears.
Nel ruolo del mitico allenatore Brian Clough c'è Michael Sheen (qui sotto, nella foto), perfetto nel rendere la geniale e rude personalità di un manager capace di vincere il titolo nazionale col piccolo Derby County proprio ai danni di quell'odiato Leeds United che si troverà a guidare per i "maledetti" 44 giorni narrati nel romanzo. Nel 1979 e 1980, poi, Clough firmò la vera impresa della sua carriera: due Coppe dei Campioni vinte alla guida di una "provinciale" come il Nottingham Forest. Con Sheen, nel film recitano anche Jim Broadbent, Timothy Spall e Joseph Dempsie.
E sempre il calcio "Made in U.K." è al centro anche di Looking for Eric, il film di Ken Loach presentato allo scorso festival di Cannes e che sarà nelle sale italiane verso la fine dell'anno. E' la storia di un giovane tifoso che, in un momento di difficoltà della sua vita, incontra "magicamente" il suo idolo Eric Cantona, ex attaccante del Manchester United.

Nota: Questo mio pezzetto è uscito stamattina sul quotidiano Il Mattino, a corredo di un ampio articolo del professor Stefano Manferlotti sul romanzo di David Peace e altri libri di argomento calcistico. In attesa della mia recensione de Il maledetto United, già più volte annunciata e non ancora scritta, ho pensato, comunque, di riproporlo da solo anche sul mio blog.

martedì 7 luglio 2009

pensiero della settimana: il mercato che non c'è

Di Diego Del Pozzo

I frequentatori più assidui di questo sito avranno certamente notato la pressoché totale assenza di notizie e commenti riguardanti il calciomercato, in particolare quello italiano.
La mia è una scelta ponderata e non figlia della casualità, dato che, di fatto, in Italia quest'anno nessuna società della massima serie sta realmente facendo mercato, tranne forse Napoli e Genoa. Almeno finora.
Certo, la Juventus ha messo a segno il colpo Diego, però poi ha finito i soldi per fare altro (e il "Caso D'Agostino" è emblematico); l'Inter ha comprato Milito e Thiago Motta, sacrificando però mezza squadra primavera e altri calciatori futuribili come Acquafresca; il Milan si sta coprendo di ridicolo; la Roma è ferma, per intuibili motivi; Lazio e Fiorentina stanno ancora quasi a guardare; le altre medio-piccole non stanno andando oltre lo scambio di prestiti e comproprietà.
La verità è che anche il calcio professionistico, in particolar modo qui in Italia, sta finendo i soldi e, quindi, quello dell'estate 2009, tra un "prestito oneroso" e il continuo ricorso ai "parametro zero", rischia di diventare davvero... il mercato che non c'è.

lunedì 6 luglio 2009

argentina: vince il vélez tra le polemiche

Di Diego Del Pozzo

Un gol regolare annullato, un'allucinante grandinata con partita sospesa per quasi mezz'ora, un rigore sbagliato/parato, un salvataggio sulla linea, una traversa, qualche parata dei due portieri e un paio di occasioni fallite, un gol irregolare e decisivo siglato a sei minuti dalla fine e ingiustamente convalidato, un'espulsione per doppia ammonizione, un'altra sospensione di un quarto d'ora per proteste e battibecchi vari nei pressi delle due panchine, la testa di un giocatore rotta da un oggetto tirato dagli spalti, l'inevitabile invasione di campo dei tifosi dopo il fischio finale con la polizia che punta gli idranti al massimo sulla folla: già lo stringato resoconto cronologico della "finale" - perché di questo s'è trattato, in realtà - del torneo Clausura 2009 argentino basta per capire quante emozioni, non tutte positive, abbia offerto lo scontro tra Vélez Sarsfield e Huracàn che, ieri sera, ha concluso il primo semestre dell'anno con l'assegnazione del titolo (nella doppia immagine qui sotto, ripresa dalla prima pagina di Olé, l'ottimo portiere Monzòn dell'Huracàn, appena abbattuto dall'ex cagliaritano Larrivey, in occasione dell'azione del gol irregolare decisivo; e poi, i giocatori del Vélez in trionfo).
Alla fine, l'hanno spuntata per 1-0 gli uomini di casa, allenati da Ricardo Gareca, al termine di una gara veloce e dai buoni contenuti tecnici, ma estremamente nervosa e, soprattutto, immersa fino al collo in un clima di autentica isteria collettiva, che ha coinvolto un po' tutti: giocatori, pubblico, allenatori e, purtroppo, principalmente l'inadeguato arbitro Brazenas e i suoi collaboratori, responsabili dei misfatti che hanno inciso pesantemente sul risultato finale della partita e, conseguentemente, dell'intero torneo.
Misfatti che hanno danneggiato un'unica squadra: il giovane, spettacolare ma forse ancora un po' acerbo caratterialmente Huracàn allenato dal "filosofo" Angel Cappa. Non a caso, si tratta della squadra che ha giocato in trasferta. Da parte mia, infatti, sono abbastanza sicuro che, a campi invertiti, sarebbero stati invertiti anche i destinatari degli errori arbitrali, a ennesima conferma del serissimo problema di ordine pubblico che, ormai, investe il mondo del calcio in Argentina. Dico questo perché, pur dando per scontata la sua buona fede, è altamente probabile che l'arbitro Brazenas abbia contato fino a dieci, prima di decidere qualcosa riguardo al gol decisivo di Maxi Moralez; e che, mentre contava, si sia lasciato influenzare dall'atmosfera incandescente nella quale si stava disputando la partita. Con diverse centinaia di tifosi già appesi alle recinzioni metalliche delle tribune (dal lato interno rispetto al campo di gioco), cosa sarebbe successo, infatti, in caso di annullamento del gol del Vélez a soli sei minuti dalla fine? Probabilmente, sarebbe esploso il "Josè Amalfitani".
Detto ciò, però, è anche giusto sottolineare come i ragazzini del Globo siano arrivati alla sfida decisiva letteralmente schiacciati dalla tensione, in particolare le stelline Pastore e De Federico, entrambi piuttosto deludenti. Da parte loro, invece, i giocatori del Fortìn (qui sopra, la formazione schierata prima del match) hanno affrontato la gara con la consueta garra, andando come al solito ben oltre i propri limiti grazie a un gioco fisico e intenso basato sull'equilibrio e la solidità. Lo stesso Vélez, dunque, avrebbe meritato di vincere il titolo - comunque meritato, anzitutto per la maggiore regolarità - in circostanze diverse, proprio per non vederlo offuscato da macchie e sospetti.
Ps1: Mi piace rimandare all'ottimo articolo di Carlo Pizzigoni, pubblicato sul suo blog Bar delle Antille, segnalando in particolare l'accorato invito ai vertici del calcio argentino. In effetti, Carlo ha ragione: è ora che qualcuno intervenga, prima che uno dei movimenti calcistici più affascinanti del mondo (e ancora oggi è così) rischi di andare in frantumi. Da un altro bel blog come Sognando Futbolandia segnalo, invece, la prima pagina odierna di Olé, con la foto che ripropongo anch'io, più in alto: imperdibile!
Ps2: Comunque, anche questo Clausura 2009 ha offerto ampie dimostrazioni dell'inesauribile vitalità del calcio argentino, che si conferma fucina di talenti tra le migliori al mondo e che ha proposto, anche in questo semestre, alcune squadre davvero interessanti, prima tra tutte proprio il "piccolo Barcellona" del Sudamerica, cioè l'Huracàn di Angel Cappa.


sabato 4 luglio 2009

copa libertadores 2009: una finale tra grandi

Di Diego Del Pozzo

Le due semifinali della Copa Libertadores 2009 hanno emesso un verdetto chiaro e incontestabile: gli argentini dell'Estudiantes de La Plata e i brasiliani del Cruzeiro si giocheranno la cinquantesima edizione della coppa nella doppia finale di mercoledì 8 e 15 luglio, dopo aver rispettivamente eliminato - in due doppi confronti di notevole livello tecnico e agonistico - gli uruguayani del Nacional e i connazionali del Gremio. Sarà Argentina contro Brasile, dunque, in una finale che metterà l'una contro l'altra due grandi storiche del calcio sudamericano (nella foto qui sopra, tratta da Olé, Desàbato e Ramires a confronto). Tutte e due le squadre, infatti, hanno già nella loro bacheca il prestigioso trofeo, vinto ben tre volte dall'Estudiantes (1968, 1969, 1970, più la finale persa del 1971, ultima presenza all'atto conclusivo) e due dal Cruzeiro (1976 e 1997, più un'altra finale persa, ai rigori, nel 1977). In particolare, gli appassionati di calcio sudamericano vintage saranno particolarmente contenti per il ritorno in finale del Pincha, ben trentotto anni dopo l'ultima apparizione.
Nella sua semifinale, l'Estudiantes ha avuto la meglio in maniera piuttosto netta sul Nacional, battuto sia alla Plata (1-0) che in trasferta al Centenario di Montevideo (1-2): nel doppio confronto, gli argentini si sono fatti preferire per la maggiore esperienza e abitudine ai confronti "senza domani", rispetto ai pur talentuosi uruguayani, ancora piuttosto acerbi in molti elementi (emblematico, nella partita di ritorno, l'errore del pur interessantissimo centrale difensivo Coates, decisivo nell'azione del primo gol di Mauro Boselli). Tra l'altro, i meriti sono ancora maggiori per gli uomini del tecnico Alejandro Sabella (imbattuto nella Libertadores 2009), per aver dovuto affrontare l'incandescente clima del Centenario di Montevideo privi del loro leader naturale Juan Sebastian Veròn, infortunatosi nel match d'andata.
Qualche rimpianto in più, passando all'altra semifinale, può indubbiamente nutrirlo il Gremio, eliminato nel derby brasiliano dopo aver sprecato tante favorevoli occasioni da gol sullo 0-0, sia nell'andata al Mineirão di Belo Horizonte che nel ritorno casalingo all'Olimpico Monumental di Porto Alegre. Qui, poi, soltanto il grande cuore e la voglia di non deludere un pubblico come al solito straordinario ha permesso agli uomini di Paulo Autuori di rimontare dall'imprevedibile 0-2 siglato da un cinico Wellington Paulista e pareggiare, peraltro in dieci uomini, grazie ai gol di Réver e Souza (2-2 il punteggio finale). Anche in questa semifinale, comunque, sulla distanza delle due partite la Raposa ha dimostrato maggiore solidità, anzitutto mentale, meritando l'approdo all'atto conclusivo: decisivi, come detto, sono stati i venti minuti iniziali della seconda partita, nei quali la squadra di Adílson Baptista è praticamente rimasta a guardare, mentre il Gremio ha sfiorato più volte un vantaggio che avrebbe galvanizzato pubblico e giocatori e, in quanto tale, avrebbe potuto pesare tantissimo. Ma la qualificazione l'aveva, fondamentalmente, già decisa il 3-1 dell'andata a Belo Horizonte.
Sarà Estudiantes-Cruzeiro, dunque, il confronto che deciderà la vincitrice della Copa Libertadores del Cinquantenario, proprio per questo motivo particolarmente appetita da entrambi i club. E questa finale ha un precedente recente (anch'esso doppio) abbastanza curioso, dato che le due squadre si sono già incontrate durante questa stessa edizione del torneo, poiché ne hanno condiviso il girone eliminatorio: ebbene, i risultati delle due partite sono stati davvero strani, 3-0 Cruzeiro in Brasile e 4-0 Estudiantes in Argentina. Pronostico apertissimo, dunque.
Intanto, oggi sono stati designati gli arbitri delle due partite di finale: l'andata, mercoledì 8 allo stadio Ciudad de La Plata, sarà diretta dall'uruguayano Jorge Larrionda; il ritorno, mercoledì 15 allo stadio Mineirão di Belo Horizonte, dal cileno Carlos Chandìa. Gli appassionati italiani potranno seguire tutto, come di consueto, sui canali di Sportitalia (225 e 226 del pacchetto Sky).

copa libertadores 2009: sarà estudiantes-cruzeiro

Di Diego Del Pozzo

Sarà Estudiantes-Cruzeiro la finale della Copa Libertadores 2009. Dunque, una sfida tra due rappresentanti nobili delle scuole più prestigiose del calcio sudamericano, quella argentina e quella brasiliana: che c'è di meglio, per celebrare degnamente l'edizione numero 50 del più importante torneo internazionale per squadre di club dopo la Champions League europea?

Semifinali di ritorno:

A Montevideo: Nacional - Estudiantes de La Plata 1-2
Marcatori:
Mauro Boselli (E) al 52' e 91', Alexander Medina (N) al 75'.
Formazioni:
- Nacional: Rodrigo Muñoz, Mauricio Victorino, Sebastián Coates, Adrián Romero, Matías Rodríguez (Alvaro Fernández, dal 69'), Oscar Javier Morales, Diego Arismendi, Federico Domínguez (Santiago García, dal 59'), Angel Morales (Nicolás Lodeiro, 46'), Marcos Mondaini, Alexander Medina.
- Estudiantes: Mariano Andújar, Germán Ré, Rolando Schiavi, Leandro Desábato, Juan Manuel Díaz, Enzo Pérez (Diego Galván, 71'), Rodrigo Braña, Matías Sánchez, Leandro Benítez, Gastón Fernández (Juan Salgueiro, 68'), Mauro Boselli.

A Porto Alegre: Gremio - Cruzeiro 2-2
Marcatori:
Wellington Paulista (C) al 34' e 36', Réver (G) al 54', Souza (G) al 74'.
Formazioni:
- GREMIO: Víctor, Thiego, Leo, Rever, Fabio Santos, Tulio, Adilson, Tcheco, Souza, Maxi López, German Herrera (Perea, al 75').
- CRUZEIRO: Fábio, Jonathan, Thiago Heleno, Leonardo Silva (Anderson, al 51'), Gerson Magrao (Elicarlos, al 65'), Fabinho, Marquinhos Paraná, Ramires, Wagner, Wellington Paulista (Thiago Ribeiro, al 71'), Kleber.

mercoledì 1 luglio 2009

a volte ritornano. ma sono mai andati via?

Di Diego Del Pozzo

Non pensavo che avrei mai avuto la forza, né il coraggio, di mettere una simile immagine sul mio blog. E, invece, le fantascientifiche notizie bolognesi di questi giorni mi hanno praticamente costretto a inserire il "capoccione" che potete ammirare qui sotto e che, purtroppo, non ha bisogno di presentazioni.
Certo che è davvero paradossale constatare come la prima società ad aver fatto un passo ufficiale per servirsi della "consulenza" dell'ex direttore generale juventino sia stata proprio quella che, a causa delle porcherie poi svelate e passate alla storia come "Calciopoli", fu da quei signori (signori?) mandata di peso in Serie B.
Ah, che cosa non si farebbe per qualche punto in più in classifica e un posto in pianta stabile nella massima divisione...
D'altra parte, il "nuovo" Bologna della famiglia Menarini è stato semplicemente più trasparente, rispetto alle tante altre società italiane, anche di Serie A, che ancora si avvalgono regolarmente dei consigli e delle "dritte" - più o meno interessate - del celebre e potente amico di Marcello Lippi. Quindi, di che cosa ci meravigliamo?