lunedì 31 maggio 2010

sudafrica 2010: dubbi e certezze dell'argentina verso i mondiali

Di Diego Del Pozzo

La nazionale argentina che si presenterà ai Mondiali sudafricani è destinata a restare un'incognita fino al calcio d'inizio della gara d'esordio, nonostante sia chiarissima la formazione-tipo che il commissario tecnico Diego Armando Maradona ha intenzione di schierare in Sudafrica.
I dubbi degli osservatori, infatti, sono tanti e derivano principalmente dall'assoluta mancanza d'esperienza del neo-ct a questi livelli di competizione: riuscirà Maradona, si chiedono in molti, a tenere unito un gruppo "difficile" e, soprattutto, a farlo rendere al livello del talento a sua disposizione? A sfavore del tecnico depongono le mancate convocazioni, piuttosto inspiegabili, degli interisti Javier Zanetti ed Esteban Cambiasso, in due reparti - e, ancor più nello specifico, in due posizioni - che non abbondano certo in quanto ad alternative. Sulla fascia destra della difesa, infatti, Maradona dovrebbe affidarsi allo stopper Otamendi o "abbassare" l'esterno di centrocampo Jonàs Gutierrez, mentre la presenza di Zanetti gli avrebbe assicurato un calciatore "di ruolo", peraltro carico di voglia, carisma, esperienza. In mezzo al campo, poi, la convocazione di Cambiasso (come quella di Gago, altro assente illustre) avrebbe consentito di dare un po' di pausa a capitan Mascherano, che non ha invece nessuna alternativa testuale nell'attuale rosa argentina. Altra incognita a centrocampo è, inoltre, rappresentata dalla reale tenuta atletica di un campione come Juan Sebastian Veron, autentico allenatore in campo e certamente "suggeritore" di alcune scelte di Diego: riuscirà a reggere fisicamente per l'intero torneo?
Tra i punti di forza della Selecciòn, invece, c'è senz'altro l'attacco atomico, che in Sudafrica potrà ruotare addirittura Higuain e Milito come centravanti, Tevez e Aguero come seconde punte, con Martin Palermo seduto in panchina e il genio di Leo Messi pronto alla definitiva esplosione anche a livello di nazionali. Senza dimenticare la presenza a centrocampo di due ali pure veloci e spettacolari come Angel Di Maria e Maxi Rodriguez.
Insomma, pesando dubbi e certezze, l'Argentina 2010 va certamente inserita tra le favorite dei Mondiali sudafricani, anche se la mia sensazione è che il "Fattore Diego" potrà rivelarsi decisivo. Se nel bene oppure nel male lo si capirà soltanto tra qualche settimana...

sabato 29 maggio 2010

libri: con kuper e szymanski dietro le quinte del calcio moderno

Di Diego Del Pozzo

Giusto in tempo per l'inizio dei Mondiali sudafricani arriva anche nelle librerie del Belpaese la traduzione italiana, merito di Isbn Edizioni, di un volume calcistico decisamente stimolante. S'intitola Calcionomica. Meraviglie segreti e stranezze del calcio mondiale e lo hanno scritto a quattro mani un ottimo storico del calcio come Simon Kuper (suoi i notevoli Ajax, la squadra del ghetto e Calcio e potere, tradotti sempre da Isbn) e l'economista Stefan Szymanski.
Nel loro libro, Kuper e Szymanski ripercorrono a modo loro la storia e la geografia del calcio mondiale, affidandosi da un lato alla razionalità dei numeri e dall'altro ad analisi mai banali degli aspetti sociali e politici dell'universo pallonaro mondiale. In questo modo, riescono a proporre al lettore una serie di scoperte davvero sorprendenti e a tracciare una cartografia calcistica spesso inedita, che per l'edizione italiana è rivista e ampliata anche con dati e statistiche riguardanti il panorama nostrano.
Così, nelle densissime ma avvincenti pagine di Calcionomica, trovano sorprendenti risposte alcune domande ricorrenti nelle discussioni di ogni appassionato di calcio che si rispetti. Basti pensare, per restare in atmosfera di Coppa del Mondo, a due addirittura famigerate come "Perché la nazionale inglese vince così poco?" e "Una nazionale africana potrà mai vincere un Mondiale?". E sono proprio i numeri a far scaturire, quasi automaticamente, le risposte e a sfatare oltre un secolo di banalità e luoghi comuni (si pensi, per esempio, al mitico "Oggi il calcio è soltanto business", oppure a un altro cult assoluto come "Il calcio moderno è noioso perché vincono sempre le grandi").
D'altra parte, come sa bene ogni appassionato hard, il calcio è legato ai numeri quasi a filo doppio, fin dalle origini: si pensi semplicemente ai risultati, alle classifiche, alle statistiche varie e assortite, alle date importanti, alle pagelle, persino al Fantacalcio. Nonostante ciò, però, in molte analisi ci si continua ad affidare alla cosiddetta "esperienza". Ecco, con Calcionomica Kuper e Szymanski propongono un'altra via; e, cosa fondamentale, lo fanno senza annoiare mai.

Simon Kuper e Stefan Szymanski, Calcionomica. Meraviglie segreti e stranezze del calcio mondiale, Isbn Edizioni - 364 pagine, 24 euro.

venerdì 28 maggio 2010

ciao josè, peccato per come sei andato via...

Di Diego Del Pozzo

Soltanto un inguaribile egocentrico maniacale come José Mourinho poteva rovinare in questo modo la festa per la Champions League interista conquistata, principalmennte per merito suo, dopo ben quarantacinque anni di attesa. Insomma, volendo tacere di altro, lasciare lo stadio Santiago Bernabeu, pochi minuti dopo la cerimonia di premiazione, sull'auto di Florentino Perez è stata una imperdonabile mancanza di tatto, educazione e sensibilità nei confronti del presidente Massimo Moratti e dei tantissimi tifosi interisti che, in questi due anni, lo hanno addirittura idolatrato.
Adesso, il vate portoghese andrà al Real Madrid con l'ambizioso obiettivo di diventare "
il primo e unico allenatore capace di vincere la Champions League con tre squadre diverse" (parole sue!), schiavo della sua sfrenata megalomania e della sua irrefrenabile voglia di sfide sempre nuove. Chissà, però, magari José è destinato a fare come Ibrahimovic, che lo scorso anno lasciò in fretta e furia l'Inter per andare "in una squadra capace di vincere la Champions" (anche qui, parole sue!). Peccato, invece, che la "Coppa dalle grandi orecchie" l'abbia vinta quest'anno proprio la sua ex squadra...

domenica 23 maggio 2010

champions league: l'inter di mourinho entra nella leggenda

Madrid, Stadio Santiago Bernabeu, sabato 22 maggio 2010
Finale della Champions League 2009-2010

Bayern Monaco - Inter 0-2
(Diego Milito al 35' e al 70')

BAYERN MONACO (4-4-1-1): Butt - 7; Lahm - 6, Van Buyten - 4, Demichelis - 4, Badstuber - 4.5; Robben - 7, Van Bommel - 5, Schweinsteiger - 5.5, Altintop - 5.5 (dal 18' s.t. Klose - 5.5); Mueller - 7; Olic - 5 (dal 38' s.t. Gomez - s.v.)
Riserve: Rensing, Contento, Gorlitz, Pranjic, Tymoshchuk
Allenatore: Louis van Gaal - 6.
INTER (4-2-3-1): Julio Cesar - 7; Maicon - 6.5, Lucio - 8, Samuel - 8, Chivu - 6 (dal 23' s.t. Stankovic - 6.5); Zanetti - 7.5, Cambiasso - 8; Eto'o - 7.5, Sneijder - 7.5, Pandev 6.5 (dal 33' s.t. Muntari - 6); Milito - 9 (dal 46' s.t. Materazzi - s.v.)
Riserve: Toldo, Cordoba, Mariga, Balotelli
Allenatore: José Mourinho - 8.5.


INTER CAMPIONE D'EUROPA!!!

mercoledì 19 maggio 2010

libri: l'educazione sentimentale del "mourinho immaginario"

Di Diego Del Pozzo

In attesa di leggerlo con più attenzione, voglio segnalare in questa sede un libro che, a prima vista, mi sembra davvero stimolante e originale: s'intitola Mourinho immaginario. Una educazione sentimentale e l'ha scritto, per l'editore Limina, il ventisettenne Federico Mastrolilli, meglio noto ai lettori di blog calcistici con lo pseudonimo di El Senor Dionigi, principale animatore di Lacrime di Borghetti.
"Per sapere chi è davvero José Mourinho - si legge nella scheda di presentazione del volume - è inutile afferrarsi alla sua biografia, alla cronaca sportiva, alle opinioni degli addetti ai lavori. Serve un approccio diverso, libero, sfrenato, letterario, dadaista. Per tentare di ricostruire i percorsi che stanno dietro a questa figura, a questo dandy moderno che vive con ironia il proprio ruolo demiurgico, occorre allora abbandonare ogni velleità di continuità narrativa, per lasciarsi andare al fluire dell'aneddoto e apprezzare l'effervescenza sfuggente dell'epifania. Questo libro vuole allora ricomporre l'insieme dei frammenti che ne hanno contraddistinto la nostra conoscenza mediatica, offrendone però una chiave di lettura diversa, affettuosa e disincantata, senza preconcetti, senza pretese cosmiche, ma con amore per il dettaglio. Il suo più grande merito (e la sua grande novità) consiste nel metterci sempre la faccia, nel polarizzare l'attenzione su di sé, riuscendo a togliere ai calciatori l'amletico dilemma di essere individui responsabilizzati. Ecco allora che la sua apparente tirannia del protagonismo toglie, cristologicamente, la possibilità ai calciatori di commettere il peccato di pensare e di interrogarsi su se stessi. Mourinho fa squadra, fa società, fa anima. Nessuno, o quasi nessuno, lo aveva mai fatto prima. Serve faccia tosta per fare l'interprete di Sir Bobby Robson e presentarsi agli inventori del football come lo Special One. Così come serve faccia tosta per reggere ad armi pari la sapienza dialettica dei vari Ferguson, Capello, Lippi, per accusare gli avversari di finire la stagione con "zero tituli", per far entrare illegalmente il suo cane in Inghilterra pur di non sottoporlo a quarantena (o per chiamarlo Gullit...), o per accusare i giornalisti italiani di "prostituzione intellettuale". Così diverso dai colleghi e lontano dai luoghi comuni del calcio, deve molto al fatto di non essere un ex calciatore e quindi di poter quasi sabotare l'ambiente. Mourinho è il Grande Gatsby del mondo del calcio: tutti partecipano alla sua festa, ma nessuno può dire di conoscerlo davvero. Ma una cosa è certa: il calcio italiano è nelle sue mani, il circo gira intorno a lui. È arrivato il momento di capire perché, con questo pamphlet dissacrante e ironico, che vuole svelare il personaggio Mourinho come nessuno ha mai fatto prima".

Federico Mastrolilli, Mourinho immaginario. Una educazione sentimentale, Limina - 166 pagine, 19.90 euro.

martedì 18 maggio 2010

serie a 2009-2010: il bilancio del napoli

Di Diego Del Pozzo

Dopo il fragoroso passo falso della scorsa stagione, al termine della Serie A 2009-2010 il Napoli di Aurelio De Laurentiis può dirsi nuovamente in corsa per posizionarsi, in maniera magari non episodica, nelle posizioni di vertice del panorama italiano.
Il sesto posto finale, con conseguente qualificazione diretta all'Europa League del prossimo anno (nella foto, la festa al San Paolo al termine di Napoli-Atalanta 2-0), è in linea, infatti, con quelli che erano gli obiettivi della vigilia. Il bilancio conclusivo parla di 59 punti, frutto di 15 vittorie, 14 pareggi e 9 sconfitte, con 50 gol realizzati e 43 subìti. Capocannoniere della squadra è stato il "solito" Marek Hamsik - l'unico calciatore di livello realmente internazionale presente in rosa - con 12 marcature, davanti a Fabio Quagliarella con 11, Ezequiel Lavezzi con 8, German Denis e Christian Maggio con 5 a testa.
La svolta della stagione, dopo una partenza francamente disastrosa, s'è avuta all'ottava giornata, quando De Laurentiis ha deciso di sostituire alla guida tecnica della squadra un deludente Roberto Donadoni con Walter Mazzarri, confermatosi anche a Napoli come uno tra i più preparati allenatori dell'attuale panorama italiano. L'avvicendamento in panchina era stato anticipato dalla "cacciata" di Pier Paolo Marino, che sarebbe stato sostituito, di lì a qualche settimana, dal giovane Riccardo Bigon nel ruolo di direttore sportivo.
Dal momento della svolta tecnica, comunque, il Napoli ha riscoperto una voglia di lottare e di non mollare mai che non si vedeva da tempo, abbinata a un grande dinamismo e a una ritrovata saldezza difensiva. Mazzarri ha ottenuto tutto ciò con poche mosse, però efficacissime: il duro e lucido Pazienza titolare in mezzo al campo accanto a Gargano, per costituire una diga centrale dinamica e difficile da superare; Paolo Cannavaro "riempito" di fiducia e restituito alla migliore stagione della carriera (avrebbe meritato di concluderla con la partecipazione a Sudafrica 2010); grande spazio accordato a professionisti serissimi come Aronica e Grava, frettolosamente accantonati da Donadoni, con lo "stagionato" Gianluca Grava capace d'inserirsi nelle graduatorie dei difensori più efficaci dell'intero torneo; Hamsik sgravato da compiti di copertura per i quali non appare ancora tagliato e inserito di fatto nel tridente offensivo, accanto a Lavezzi e Quagliarella.
E i risultati sarebbero potuti essere ancora più positivi senza qualche svista arbitrale di troppo e senza alcune ingenuità da parte di giocatori ancora piuttosto inesperti e non abituati a vincere. Inoltre, sono stati decisamente limitanti i continui infortuni all'esterno sinistro Andrea Dossena, arrivato a gennaio dal Liverpool per colmare lo storico "buco" su quella fascia; e anche la discontinuità di Quagliarella e la scarsa lucidità sotto rete di un Denis che, però, non ha mai lesinato in generosità e partecipazione alla manovra. Tra le delusioni stagionali, inoltre, va inserito anche un Luca Cigarini apparso chiaramente a disagio nel confronto con una piazza complessa come quella partenopea: ma al giovane regista ex atalantino va, comunque, data una prova d'appello l'anno prossimo.
Volendo guardare il bicchiere mezzo vuoto, però, va sottolineato come il Napoli abbia perso una grande occasione per accedere addirittura alla Champions League, alla quale s'è qualificata, invece, la sorprendente Sampdoria di Cassano e Pazzini: non so, infatti, quando capiterà di nuovo una stagione caratterizzata dal contemporaneo, clamoroso fallimento di Fiorentina e, soprattutto, Juventus. In vista del prossimo anno, comunque, la rosa va certamente rafforzata e ampliata, perché l'Europa League - che si gioca di giovedì - potrebbe togliere preziose energie a un gruppo che, invece, dovrà continuare a dare segnali di crescita innanzitutto in Serie A.

lunedì 17 maggio 2010

domenica 16 maggio 2010

f.a. cup: per il chelsea di ancelotti arriva il "double"

Di Diego Del Pozzo

Dopo la Premier League, Carlo Ancelotti porta a casa anche la F.A. Cup, rendendo indimenticabile la sua stagione d'esordio nel calcio inglese. Così, battendo 1-0 un generosissimo Portsmouth col "solito" gol di Drogba, il Chelsea riesce nell'impresa di conquistare il "Double" per la prima volta nella sua storia.
Quella disputata ieri a Wembley, comunque, è stata una finale bella e combattuta, ricca di occasioni da gol e capovolgimenti di fronte, con un Chelsea dominante ma davvero sfortunato nel corso di un primo tempo che gli vede colpire addirittura cinque volte i legni della porta difesa da James. I Pompeys, però, escono meglio dei rivali dagli spogliatoi e, dopo undici minuti dall'inizio della ripresa (56'), si conquistano una occasione enorme per capovolgere il pronostico: un calcio di rigore che, purtroppo per loro, Kevin-Prince Boateng calcia malissimo facendoselo parare da un comunque ottimo Peter Cech (autore anche di un paio di altri interventi decisivi). L'episodio negativo distrugge il morale del Portsmouth che, non a caso, viene punito appena tre minuti dopo (59') da una punizione forte e angolata di Didier Drogba, il quale trova lo spiraglio giusto attraverso la barriera e sorprende James. Nel finale c'è spazio ancora per un rigore stranamente fallito da Frankie Lampard, per qualche perdita di tempo di troppo dei Blues e per gli orgogliosi ma sterili tentativi di un Portsmouth che, in ogni caso, esce a testa altissima dalla F.A. Cup Final 2009-2010, riscattando in parte la stagione che lo vede retrocedere amaramente dalla Premier League in Championship, peraltro sotto una montagna di debiti che potrebbe fargli subìre una forte penalizzazione all'inizio del prossimo campionato.
Col successo in Coppa d'Inghilterra, invece, il Chelsea chiude "alla grande" una stagione che avrebbe potuto essere estremamente negativa dopo l'eliminazione in Champions League da parte dell'Inter dell'ex José Mourinho. Inoltre, Carlo Ancelotti riesce - con la sola forza del lavoro e dei risultati - a conquistare, finalmente, il cuore dei suoi nuovi tifosi che, nei minuti conclusivi della vittoriosa finale di Wembley, gli dedicano i meritati "cori personalizzati" coniati soltanto per gli idoli autentici. Adesso, però, in estate ci sarà da lavorare, per ringiovanire un po' la squadra, rafforzarla e puntare a quello che resta il vero, grande obiettivo del patròn Roman Abramovich: il titolo di campioni d'Europa.

lunedì 10 maggio 2010

bayern e chelsea campioni in germania e inghilterra

Di Diego Del Pozzo

Bayern Monaco e Chelsea hanno tenuto fede ai pronostici d'inizio stagione che, pur in un quadro piuttosto equilibrato, li indicavano come favoriti nella corsa ai titoli, rispettivamente, di Germania e d'Inghilterra. Alla fine di due tornei combattuti ed emozionanti, infatti, gli squadroni sapientemente guidati in panchina da Louis van Gaal e Carlo Ancelotti hanno avuto la meglio sulla concorrenza di Schalke 04 e Manchester United, con Bayer Leverkusen e Arsenal a recitare nei ruoli degli outsider sbarazzini ma, per un motivo o per l'altro, tradizionalmente incapaci di durare fino alla fine (qui sotto, una immagine di festa a Stamford Bridge, con Anelka che esulta davanti ai propri tifosi). In Bundesliga, dunque, il Bayern ha cambiato passo nel mese di novembre, dopo un inizio estremamente deludente e quasi in linea con la sconclusionata gestione tecnica klinsmanniana della stagione precedente. Il cambiamento, poi, è diventato addirittura eclatante in coincidenza col successo esterno (1-4) all'Olimpico di Torino contro la Juventus, primo passo di quella che, nei mesi seguenti, sarebbe diventata un'autentica marcia trionfale anche a livello europeo. A quella vecchia volpe di van Gaal vanno ascritti molti meriti: dal "lancio" ai massimi livelli del giovane e già decisivo Thomas Muller e di prospetti interessanti come Badstuber e Contento, fino alla perfetta gestione di un Arijen Robben assolutamente devastante e giunto alla sua migliore stagione in carriera. Adesso, dopo il titolo nazionale, i bavaresi possono sognare una storica tripletta, perché nei prossimi due week-end si giocheranno anche le finali di Coppa di Germania e, soprattutto, di Champions League.
In Premier League, invece, il Chelsea di Carlo Ancelotti ha mostrato una straordinaria regolarità per l'intera stagione, fugando grazie all'evidenza dei risultati i dubbi dei tifosi e del patròn Abramovich sulla nuova gestione tecnica. In particolare, Ancelotti è stato molto bravo a gestire gli umori di squadra e ambiente dopo la sanguinosa eliminazione agli ottavi di Champions League per mano dell'Inter guidata dall'ex José Mourinho. E' stato proprio lì, infatti, che il tecnico italiano ha saputo costruire le basi per il quarto titolo nella storia dei Blues londinesi, approfittando della netta - e, purtroppo, attesa - flessione di un Arsenal che aveva, fin lì, illuso i propri sostenitori; ma, soprattutto, respingendo con la calma dei forti gli assalti di un Manchester United che - trascinato da un immenso Wayne Rooney - è rimasto sempre in scia al Chelsea, insidiandolo fino alla fine. Anche in questo caso, i meriti di Ancelotti appaiono evidenti, in particolare per ciò che concerne il pieno recupero di un calciatore decisivo come Malouda - un po' in disarmo nelle ultime due annate - e gli straordinari dividendi pagati dalla sua scelta di puntare con convinzione sulla coppia offensiva Anelka-Drogba, che lo scorso anno qualcuno (Scolari) voleva incompatibili tra loro. L'attacco esplosivo del Chelsea 2009-2010 nasce proprio da qui, con Drogba issatosi sul trono dei cannonieri di Premier e il suo partner offensivo consacratosi come uno tra i migliori "registi d'attacco" dell'intero panorama internazionale. E anche i Blues, nel prossimo fine settimana, potranno arricchire il proprio palmares stagionale, giocandosi la prestigiosa finale di F.A. Cup col Portsmouth.

sabato 8 maggio 2010

francia: marsiglia campione con due giornate d'anticipo

Di Diego Del Pozzo

Prima di affrontare come merita questo intenso week-end calcistico, mi piace fare un rapido passo indietro per tornare a mercoledì, quando l'Olympique Marsiglia ottimamente allenato da Didier Deschamps è riuscito nell'impresa di laurearsi campione di Francia con ben due giornate d'anticipo rispetto alla conclusione della Ligue 1.
Al titolo, l'OM è giunta grazie al successo per 3-1 sul Rennes e alla concomitante sconfitta dell'Auxerre a Lione per 2-1. La rimonta dei marsigliesi nella parte finale della stagione è stata davvero straordinaria, col deciso cambio di passo operato in coincidenza con l'eliminazione dall'Europa League. Certo, gli uomini di Deschamps si sono potuti giovare anche del suicidio collettivo messo in scena dal Bordeaux di Laurent Blanc, lacerato dalle troppe voci di mercato attorno al tecnico e alle stelle della squadra. Ma, va detto forte e chiaro, l'OM ha meritato questo successo.
Per il Marsiglia si tratta del nono titolo della sua storia, diciotto anni dopo l'ultimo, che risaliva al 1992.

venerdì 7 maggio 2010

the best of...: il "mourinho-pensiero 2009-2010"

Di Diego Del Pozzo

Quando andrà via dall'Italia mancherà un po' a tutti. Anche a chi, come me, non ne ha mai sopportato gli eccessi verbali. Comunque, mentre l'attuale stagione calcistica si avvia alla conclusione, ecco il meglio del "Mourinho-pensiero 2009-2010", tratto dal sito del Corriere dello Sport, che ha dedicato persino un sondaggio all'argomento.
Come si può leggere qui di seguito (in rigoroso ordine sparso...), anche quest'anno il tecnico portoghese è riuscito a lanciare nuovi tormentoni, dopo gli "zero tituli" e la "prostitusione intellectuale" dell'anno scorso. E allora, buon divertimento...
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The Best of José Mourinho (2009-2010):
Dopo la coppa Italia vinta: «Ora la Roma può pagare il Siena»;
Su Ranieri: «L'ho sostituito al Chelsea perché volevano vincere»;
Contro Juve e Roma: «Sento il rumore dei nemici, mi piace»;
Su Cassano: «Non viene perché ci ha segnato contro»;
Dopo la vittoria contro il Barça: «Non sa perdere»;
Contro la Roma: «E' furba: piange quando cerca un giocatore ma poi non da' i suoi»;
Contro Totti: «A me tre mesi per le manette. A lui per i pollici niente?»;
Contro il Cska: «Giochiamo su un campo di plastica»;
Contro tutti: «L'Italia non mi piace e io non piaccio all'Italia»;
Contro il Milan: «Sappiamo come si è riaperto il campionato»;
Su Calciopoli: «Da allenatore provai grande vergogna»;
Contro Ancelotti: «Fa parte del clan di chi non mi ama»;
Contro Mazzarri: «Non ha vinto neanche la coppa Toscana. De Laurentiis non ha i soldi per prendermi»;
Contro la Juve-1: «Per loro l'area di rigore è di 25 metri»;
Dopo il derby di ritorno: «Stasera l'arbitro ha fatto di tutto per non farci vincere»;
Contro Balotelli: «Mariga ha milioni di neuroni, lui invece...»;
Contro Zaccheroni: «Non prendo lezioni da chi ha perso 5-1 in casa»;
Contro Lippi-1: «Ha brutti ricordi alla Pinetina, ecco perché non viene»;
Sull'Inter: «Se mi cacciano non resto sicuramente disoccupato»;
Ai tifosi dell'Inter: «Sì, sono un bauscia»;
Contro la Juve-2: «Non l'ho vista, ho mangiato i calamari»;
Contro Zeman: «Non lo conosco»;
Contro Cannavaro: «Lasci stare Santon e pensi a Legrottaglie»;
Contro Lippi-2: «Io lavoro, non perdo tempo».

giovedì 6 maggio 2010

off-topic: dal 13 al 26, a napoli, c'è "l'infinito viaggiare"

Un suggestivo viaggio artistico e culturale alla scoperta del "potere dei luoghi", grazie al cinema e alla fotografia: ecco ciò che propone, per la sua seconda edizione, il festival L'Infinito Viaggiare, presentato oggi in conferenza stampa nella sala eventi dell'Ente Provinciale per il Turismo di Napoli.
L'Infinito Viaggiare, dedicato quest'anno proprio al tema "Il potere dei luoghi", si svolgerà da giovedì 13 a mercoledì 26 maggio in varie locations del centro e della periferia di Napoli. In conferenza stampa, lo hanno presentato l'amministratore dell'EPT di Napoli, Dario Scalabrini; la direttrice artistica Francesca Mauro; il produttore cinematografico Giorgio Magliulo; il presidente della Scuola di cinema e fotografia Pigrecoemme, Corrado Morra.
L'Infinito Viaggiare si articola in tre differenti segmenti: una mostra fotografica, una rassegna cinematografica e una serie di dialoghi con ospiti prestigiosi.
La mostra fotografica, intitolata Tra sacro e profano: i luoghi di culto della città storica di Napoli, sarà allestita nella chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta (via dei Tribunali, 16) dal 13 al 26 maggio (aperta tutti i giorni, dalle 9 alle 18, esclusa la domenica): si compone di 74 fotografie ed è il risultato del laboratorio Dentro la città storica, realizzato presso la Scuola di cinema e fotografia di Napoli Pigrecoemme. Saranno esposte, dunque, le fotografie realizzate dagli allievi del laboratorio, ma anche quelle di ex allievi dei corsi di cinema e di fotografi "esterni", tutti orientati a una riflessione visiva sul "potere dei luoghi di culto", che vanno a costituire, nei 74 scatti, altrettanti capitoli di una simbolica Odissea nella città, lungo un itinerario per "frammenti visivi" composto dai molteplici percorsi cittadini possibili che si snodano attorno ai luoghi del potere (politico, religioso, culturale, storico, scientifico, misterico e mitologico). Da queste suggestioni visive scaturirà una vera e propria "mappa della città storica", che sarà in distribuzione nei prossimi giorni presso tutti gli infopoint dell'Ente Provinciale per il Turismo di Napoli e consentirà ai turisti di costruire autonomamente i propri personalissimi itinerari eccentrici partenopei. L'inaugurazione della mostra è prevista per giovedì 13 alle ore 18, nella chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, dove la storica dell'arte Francesca Amirante guiderà i visitatori lungo questo viaggio visivo oscillante, appunto, "tra sacro e profano".
Anche la rassegna cinematografica Così lontano, così vicino si concentra sulla rappresentazione del potere dei luoghi nelle sue molteplici sfumature reali e simboliche. La rassegna proporrà 20 film, divisi in tre sezioni. Quella principale s'intitola Napoli nel cinema ed è in programma al cinema Ambasciatori dal 13 al 26 maggio; al suo interno vi sarà spazio per la potenza, la magia, il potere evocativo e la suggestione dei luoghi della città, visti e raccontati da cineasti italiani del passato e del presente nei seguenti titoli: Carosello napoletano di Ettore Giannini, Pensavo fosse amore, invece era un calesse di Massimo Troisi, L'amore molesto di Mario Martone, Libera di Pappi Corsicato, Non è giusto di Antonietta De Lillo, La guerra di Mario di Antonio Capuano, Il verificatore di Stefano Incerti, Incantesimo napoletano di Paolo Genovese e Luca Miniero, Vento di terra di Vincenzo Marra. La seconda sezione cinematografica, I luoghi del cinema europeo, si svolgerà, invece, lunedì 17 e martedì 18 maggio al multicinema Modernissimo, dove si alterneranno la Svezia di Ingmar Bergman (Come in uno specchio), la Germania di Wim Wenders (Così lontano, così vicino), la Bosnia di Emir Kusturica (Papà è in viaggio d'affari), la Francia di François Truffaut (L'uomo che amava le donne), la Spagna di Pedro Almodóvar (Che ho fatto io per meritare questo?) e il Regno Unito di Ken Loach (Family Life), per sei visioni d'autore capaci di trasformare luoghi intimi e personali in elementi condivisi dell'immaginario collettivo contemporaneo. Terzo e ultimo segmento filmico è quello intitolato I luoghi oscuri, in programma mercoledì 19 maggio al Happy Maxicinema di Afragola: si tratta di un viaggio nella produzione horror contemporanea, attraverso quattro "cult movies" come Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir, Le colline hanno gli occhi di Wes Craven, The Others di Alejandro Amenabar e 1408 di Mikael Håfstörm.
Accanto alla mostra fotografica e alla rassegna cinematografica, completa il denso programma de L'Infinito Viaggiare la sezione dei Dialoghi, prevista come evento di chiusura del festival per mercoledì 26 maggio, alle 20.30, quando al cinema Ambasciatori avrà luogo l'incontro a più voci intitolato I Vesuviani tra passato, presente e futuro: un dialogo sul cinema partenopeo, al quale prenderanno parte, per la prima volta tutti assieme da tredici anni a questa parte, i registi del film collettivo che tante polemiche e discussioni suscitò alla Mostra di Venezia del 1997: così, saranno presenti in sala Antonio Capuano, Pappi Corsicato, Antonietta De Lillo, Stefano Incerti e Mario Martone; e con loro ci saranno anche le attrici Cristina Donadio e Teresa Saponangelo e il produttore Giorgio Magliulo. L'incontro offrirà una ghiotta occasione per fare il punto della situazione e per tracciare le prospettive future di quella che, all'epoca, fu definita - anche ben oltre le intenzioni dei singoli autori - "scuola napoletana". A seguire, naturalmente, la proiezione de I Vesuviani chiuderà l'edizione 2010 de L'Infinito Viaggiare.
Il festival è un progetto dell'Assessorato al Turismo della Regione Campania realizzato col finanziamento dell'Unione Europea (Por Fesr Campania 2007-2013, Asse 1, Obiettivo operativo 1.12), affidato, per l'organizzazione, all'EPT - Ente Provinciale per il Turismo di Napoli.

mercoledì 5 maggio 2010

olanda: il twente ha la meglio sull'ajax e diventa campione

Di Diego Del Pozzo

Dopo il secondo posto della scorsa stagione, il Twente guidato dall'ex commissario tecnico dell'Inghilterra, il bistrattato Steve McClaren, riesce a conquistare il titolo di Campione d'Olanda, davanti a un'Ajax che ha posto, comunque, le basi per una rinascita che appare un po' più vicina (tra l'altro, gli ajacidi possono vantare il miglior attacco e la miglior difesa, rispettivamente con 106 reti fatte e 20 subite, oltre al miglior giocatore del torneo, l'uruguayano Luis Suarez, autore di 35 gol e 17 assist).
Col successo conquistato a Enschede, dunque, McClaren si prende una clamorosa rivincita sui detrattori, anzitutto inglesi, e rilancia una carriera che, adesso, potrebbe vivere una seconda giovinezza. Nella vittoria in Eredivisie 2009-2010, infatti, c'è davvero tanto del tecnico inglese, capace di costruire la squadra tassello per tassello (si pensi, per esempio, alle scelte vincenti di Ruiz e Stoch) e di fornirle quell'indispensabile solidità mentale che le ha poi permesso di avere la meglio, di misura, su un'avversaria di grande valore come l'Ajax.
Chi volesse saperne di più, in ogni caso, può leggere il resoconto dettagliato del super-esperto Alec Cordolcini sul suo blog Radio Olanda, dal quale riprendo la seguente Top 11 della Eredivisie 2009-2010, schierata ovviamente col 4-3-3: Velthuizen (Vitesse); Van der Wiel (Ajax), Vlaar (Feyenoord), Douglas (Twente), Vertonghen (Ajax); Enoh (Ajax), Afellay (Psv Eindhoven), Janssen (Twente); Ruiz (Twente), Suarez (Ajax), Dzsudzsak (Psv Eindhoven).

martedì 4 maggio 2010

libri: l'epopea grande e sfortunata di eduard streltsov

Di Diego Del Pozzo

Già un paio di mesi fa mi era capitato di leggere un interessante profilo di Eduard Streltsov sul Guerin Sportivo, grazie a quell'ottimo giornalista che è Alec Cordolcini.
Adesso, a quello che in molti considerano il più forte calciatore russo di sempre dedica un bel libro un altro giornalista curioso e preparato come Marco Iaria, autore per Limina di Donne, vodka e gulag. Eduard Streltsov, il campione.
Negli anni Cinquanta, Streltsov era una giovane stella della Torpedo Mosca e della Nazionale sovietica. Il ciuffo alla teddy boy, lo spirito ribelle, vodka a volontà, vita notturna e avventure amorose si affiancavano a una classe cristallina sui campi di gioco, poiché Eduard era bello, dannatamente bello, ma anche pericolosamente "occidentale" per il regime comunista.
Così, a soli 20 anni, alla vigilia dei Mondiali svedesi del 1958, si trovò a dover affrontare la partita più difficile della sua vita: di fronte a una controversa accusa di violenza sessuale, infatti, gli dissero di scegliere tra il proclamarsi colpevole e volare in Svezia a sfidare Pelé, come gli fu promesso dalle autorità, oppure difendersi combattendo per la propria innocenza. Per un giovane calciatore, affamato di successo e desideroso del palcoscenico planetario, la scelta fu quasi automatica, così come il tradimento da parte delle stesse autorità che gli avevano promesso il perdono per un crimine forse mai nemmeno commesso. Così, Eduard conobbe l'inferno del gulag e vide la sua carriera irrimediabilmente compromessa. Anni dopo, però, si è venuto a sapere che, probabilmente, dietro questa torbida vicenda si nascondeva addirittura la vendetta di una donna molto potente, membro autorevole del Politburo, alla quale Eduard aveva fatto uno sgarbo.
Sullo sfondo del controverso rapporto fra sport e comunismo, dunque, questo libro intenso e documentato racconta la carriera spezzata del più grande talento del calcio russo, capace di segnare 25 gol in 38 partite con l'URSS. Le pagine scorrono veloci e ci fanno conoscere i precoci successi, le macchinazioni della propaganda, il giallo attorno al processo per stupro; e ancora, i cinque anni trascorsi nel gulag, dove Streltsov sopravvisse giocando a calcio e dilettando i funzionari del Partito; per giungere, infine, al clamoroso ritorno in campo, ormai sfiduciato e appesantito, per guidare comunque la "sua" Torpedo a un inatteso titolo nazionale.

Marco Iaria, Donne, vodka e gulag. Eduard Streltsov, il campione, Limina - 154 pagine, 19.90 euro.

lunedì 3 maggio 2010

domenica 2 maggio 2010

un bel libro sugli intrecci tra calcio e politica

Di Massimo Grilli
(www.corrieredellosport.it - 12 aprile 2010)

Parla di Mandela e di Sudafrica, e quindi anche del prossimo Mondiale, questo bel libro sugli intrecci generalmente nefasti tra il calcio e la politica.
Un viaggio che parte dal 1919, da una partita giocata a Belfast sullo sfondo dei conflitti esistenti tra l'Irlanda e l'Inghilterra, e che si snoda in 37 racconti, passando dai saluti romani dell'Italia di Pozzo, campione del Mondo nel 1934 e 1938, fino al pugno chiuso di Sollier, dalla "Prima guerra del football" scoppiata tra El Salvador e Honduras agli scontri di Zagabria tra Dinamo e Stella Rossa, dalla rivalità calcistica e religiosa tra i due squadroni di Glasgow, Rangers e Celtic, fino alla recente crisi politica tra Algeria e Egitto, innescata dallo spareggio per il Mondiale.
Tanti protagonisti e tanti fatti più o meno conosciuti (le mani fracassate di Ducadam portiere della Steaua Bucarest, il maoismo di Breitner, la morte per un autogol di Escobar e quella misteriosa di Sindelar), a ricordarci come il calcio - lo sport più popolare del mondo - sia un fenomeno sociale a qualsiasi latitudine, utilizzato a volte per affermare il proprio potere o per cercare il consenso, altre invece come mezzo di protesta.

Vincenzo Paliotto, L'altro calcio. Storie di football e politica, L'Albero Laboratorio Editoriale - 144 pagine, 10 euro.

sabato 1 maggio 2010

champions league: l'inter in finale trentotto anni dopo

Di Diego Del Pozzo

Bayern Monaco - Inter e Atletico Madrid - Fulham: saranno queste le due finali 2010 di Champions League ed Europa League, dopo la disputa dei quattro match di ritorno delle semifinali.
Di particolare rilievo, nella manifestazione-regina, l'approdo alla finale di Madrid da parte dei nerazzurri allenati da José Mourinho, ben trentotto anni dopo l'ultima volta (sconfitti 2-0 dall'Ajax) e addirittura quarantacinque anni dopo aver vinto il loro secondo trofeo (1-0 sul Benfica).
Mai sconfitta fu più dolce del 1-0 incassato a Barcellona, contro i campioni in carica, al termine di una gara addirittura eroica per com'è stata condotta, in dieci per oltre un'ora in seguito alla sciocca espulsione di Thiago Motta. Nonostante l'inferiorità numerica e il clima incandescente, però, l'Inter ha saputo controllare la partita con la calma dei forti, dall'alto di una preparazione perfetta che ha permesso a tutti i giocatori di sapere sempre ciò che c'era da fare in qualunque momento e di fronte a qualsiasi difficoltà.
Il merito principale per l'approdo in finale dell'Inter va, certamente, attribuito a José Mourinho, che è realmente riuscito a cambiare, una volta per tutte, la mentalità europea della squadra, fornendole una sicurezza e un'autostima sconosciute fino allo scorso anno. E se a ciò si aggiunge un impianto di gioco e un progetto tecnico-tattico decisamente più adatti alle competizioni europee, grazie ai decisivi innesti estivi fortemente voluti dall'allenatore portoghese, allora il quadro può dirsi completo.
Adesso, però, dietro l'angolo c'è il Bayern Monaco di quella vecchia volpe di Louis van Gaal, ovvero uno dei maestri di Mourinho. E allora, sono certo che, sabato 22 maggio al Santiago Bernabeu, assisteremo a una vera e propria "guerra di cervelli" tra questi due grandi allenatori.