sabato 30 ottobre 2010

serie a: si continua a sottovalutare troppo la lazio

Di Diego Del Pozzo

C'è troppa sottovalutazione nei confronti della sorprendente Lazio di questo avvio di stagione. Tutti i principali commentatori, infatti, sembrano attendersi da un momento all'altro il crollo della squadra allenata da Edi Reja, come se fosse lesa maestà avvicinarsi troppo alla vetta se non si è di Milano o Torino.
E, invece, secondo me la Lazio ha tutte le carte in regola per confermarsi anche nel prosieguo del torneo, grazie a una rosa ampia e piuttosto qualitativa, alle migliori stagioni in carriera di uomini-cardine come Mauri a centrocampo e Biava in difesa, alle giuste alternative in panchina (da Matuzalem a Rocchi), a uno Zarate definitivamente sulla rampa di lancio e, soprattutto, all'inserimento su un telaio collaudato di un giocatore in grado di fare realmente la differenza: l'ottimo brasiliano Hernanes. Se l'ambiente terrà la testa a posto, insomma, gli uomini del sempre troppo criticato Lotito potrebbero togliersi davvero qualche soddisfazione inattesa.

martedì 26 ottobre 2010

ancora difetti di personalità: napoli-milan 1-2

Di Diego Del Pozzo

Dopo il Liverpool anche il Milan. Con l'aggravante, però, che i rossoneri sono riusciti addirittura a espugnare il San Paolo (1-2), invece di accontentarsi dello 0-0 come gli inglesi. Insomma, di fronte ad avversari di caratura superiore, soprattutto dal punto di vista della personalità, il Napoli continua a mostrare di essere ancora piuttosto acerbo, soprattutto nei suoi uomini-guida, o presunti tali. A rincuorarmi, però, c'è la consapevolezza che questo gruppo, nonostante qualche evidente limite strutturale, è chiaramente destinato a crescere. Vedremo...

lunedì 25 ottobre 2010

rassegna stampa su sky sport: la competenza dimenticata

Di Diego Del Pozzo

Esilarante rassegna stampa, stamattina a Sky Sport 24. Il buon Paolo Leopizzi, sempre caustico nel commentare gli errori altrui, si accinge, infatti, a illustrare le pagine dei quotidiani in edicola oggi dedicate a Napoli-Milan di questa sera, subito dopo un servizio della redazione che ha appena presentato la possibile formazione rossonera, con Papastathopoulos schierato titolare in difesa.
Ebbene, Leopizzi inizia la sua rassegna stampa dal quotidiano partenopeo Il Mattino, con queste testuali parole: "Vedete, a differenza del nostro servizio, sul Mattino non c'è nessuna traccia di Papastathopoulos...". Tutto ciò, mentre la regia inquadra la formazione milanista riprodotta sulla pagina del giornale napoletano, dove si legge in bella evidenza il nome Sokratis (a indicare proprio Papastathopoulos, che sulla maglia preferisce far scrivere quello che è nient'altro che il suo nome di battesimo). Pochi secondi dopo, l'ineffabile Leopizzi insiste: "E adesso passiamo alla Nazione: anche qui, vedete, è sparito Papastathopoulos...". Ovviamente, la regia inquadra pure stavolta la pagina del quotidiano fiorentino, che schiera Sokratis al centro della linea difensiva invece che sulla destra. Naturalmente, il Sokratis evidenziato è di nuovo lo stesso Papastathopoulos "dimenticato" secondo Paolo Leopizzi.
Per la serie: la competenza, questa sconosciuta... Lei sì davvero dimenticata.

sabato 23 ottobre 2010

napoli-liverpool 0-0: la caratura internazionale fa la differenza

Di Diego Del Pozzo

Il match di Europa League tra Napoli e Liverpool non ha fatto altro che confermare come la caratura internazionale la si conquisti soltanto frequentando regolarmente determinati palcoscenici. Un Napoli intimorito e contratto, infatti, è stato controllato abbastanza agevolmente da un Liverpool infarcito di riserve e giovanotti di belle speranze, perché il tecnico Hodgson ha preferito risparmiare i titolari per le gare di un campionato più complicato del previsto.
Comunque, anche così i Reds sono riusciti a imporre la loro maggiore personalità e a portare a casa lo 0-0 che volevano alla vigilia. I padroni di casa, invece, devono crescere ancora tanto...

giovedì 21 ottobre 2010

napoli violenta contro i tifosi del liverpool: che vergogna!

Di Diego Del Pozzo

Poi dicono gli hooligans... I due episodi di aggressione contro tifosi del Liverpool avvenuti a Napoli nella notte prima del match di Europa League tra azzurri e Reds mi hanno fatto davvero vergognare di essere napoletano. Non è possibile, infatti, che in una città semi-blindata grazie a un piano-sicurezza senza precedenti (mirato sopratutto al tifo inglese, però) vi sia tanta maleducazione e violenza gratuita (o forse, sì, nella Napoli di oggi ciò è possibile...).
Uno dei feriti degli agguati notturni avvenuti in pieno centro cittadino è addirittura il proprietario di un ristorante, uscito in strada per calmare un gruppo di facinorosi che stavano lanciando pietre e bottiglie all'indirizzo di quindici turisti inglesi intenti a cenare nel suo locale. Portato all'ospedale, i sanitari gli hanno riscontrato contusioni e ferite all'orecchio e alla mano sinistra guaribili in sette giorni. Intorno all'una di notte, poi, una decina di giovani armati di bastoni e almeno un coltello hanno aggredito e ferito due inglesi. I due malcapitati, Ian Lee Friar (44 anni) e Alexander Philip Phillips (53 anni), sono stati entrambi giudicati guaribili in dieci giorni dai sanitari dell'ospedale Loreto Mare, dove sono stati portati dopo l'aggressione per aver riportato, rispettivamente, una ferita lacerocontusa al cranio e ferite da punta e taglio al gluteo sinistro, coscia destra e regione occipitale. Per Phillips si è reso necessario il ricovero mentre Friar è stato dimesso.
Che vergogna!

mercoledì 20 ottobre 2010

champions league: ancora una goleada casalinga per l'arsenal


La consueta goleada di Champions League dell'Arsenal all'Emirates (stavolta 5-1 allo Shakhtar Donetsk)

lunedì 18 ottobre 2010

serie a: il "flaco" pastore continua a crescere...

Di Diego Del Pozzo

C'è un calciatore che, in queste prime settimane, sta mettendo letteralmente a ferro e fuoco la Serie A dall'alto della sua classe cristallina. Si tratta di Javier Pastore, il ventunenne fuoriclasse del Palermo, ormai nel mirino dei grandi club di mezza Europa.
Cresciuto nel Talleres di Cordoba, squadra della quale è anche tifoso, Pastore è esploso a soli vent'anni durante il Clausura 2009, che l'ha visto sfiorare il titolo di campione d'Argentina nelle fila dello spettacolare Huracan allenato da Angel Cappa. Quella squadra giovane e sbarazzina aveva in rosa anche altri elementi interessanti, come il baby bomber Matias De Federico e il centrocampista Mario Bolatti. Però, è indubbio che già allora fosse proprio Pastore la stella più ammirata.
Bravissimo, dunque, il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, a battere sul tempo la concorrenza di club europei ben più potenti dei rosanero, contando anche sul fatto che il potentissimo agente del fuoriclasse argentino, il discusso Marcelo Simonian, volesse far crescere il proprio pupillo con calma, in una piazza di livello medio, prima di fargli spiccare il volo verso destinazioni ben più remunerative per entrambi.
Dopo alcuni mesi di studio e di ambientamento al calcio italiano, Javier Pastore ha cambiato marcia già nel corso della seconda metà della scorsa Serie A, strappando il posto nell'undici titolare al brasiliano Fabio Simplicio e mettendosi in luce per le doti tecniche fuori dal comune, per la velocità di corsa e di esecuzione e per una personalità già sviluppata. A fare il resto, poi, ci ha pensato Diego Armando Maradona durante il Mondiale sudafricano (nella foto), inserendo Pastore tra i tredici-quattordici uomini della rotazione-base e dandogli ulteriore convinzione con una definizione che ha fatto subito il giro del mondo: quella di "maleducato del calcio", per come il ragazzo sa affidarsi all'istinto purissimo e alla superiore intelligenza calcistica, al di là degli schemi e degli accorgimenti tattici.
Al suo secondo anno in Italia, quindi, Pastore ha saputo compiere un nuovo salto di qualità, grazie anche a una maggiore efficacia in fase conclusiva. E, giovandosi degli insegnamenti di un maestro di calcio come Delio Rossi (che lo sta gestendo in maniera assolutamente saggia e oculata), sono certo che, da qui al termine della stagione, il giovane e longilineo trequartista argentino (detto El Flaco) potrà compiere nuovi passi in avanti verso la sua definitiva esplosione ai massimi livelli mondiali.

sabato 16 ottobre 2010

libri: ritorna la guida alla premier league di renato la monica

Di Diego Del Pozzo

Davvero da non perdere, per tutti gli appassionati di calcio inglese e non solo. Confermando la formula vincente dello scorso anno, formato tascabile ma contenuti extralarge, questa utilissima guida realizzata ottimamente da Renato La Monica offre, agli addetti ai lavori e ai semplici appassionati, schede dettagliate e coloratissime delle venti squadre della Premier League inglese 2010-2011, dall'Arsenal al Wolverhampton.
Di ogni allenatore e calciatore presente in rosa, la guida riporta carriere, dati biografici, scadenza del contratto, curiosità (per esempio, il piede preferito), presenze in Nazionale, palmarès. A completare il prezioso libretto, poi, ci sono anche calendario del campionato, statistiche particolari delle varie squadre e generali della Lega, albi d'oro delle principali competizioni inglesi, acquisti e cessioni dell'ultima sessione di calciomercato.

Renato La Monica, Guida alla Premier League 2010-2011, Edizioni Cardano - 160 pagine, 15 euro.

giovedì 14 ottobre 2010

italia-serbia, non disputata: le colpe di chi organizza...

Di Diego Del Pozzo

Martedì sera, a Genova, Italia e Serbia non hanno potuto disputare il loro match di qualificazione per gli Europei del 2012. L'intero stadio, infatti, è stato letteralmente preso in ostaggio da un gruppo di teppisti serbi, capeggiati da un energumeno idiota tatuato di nome Ivan, che in appena due giorni - dopo il sacrosanto arresto dell'altra notte - è già diventato un divo per i mass media italioti e che, dunque, non mi meraviglierei di vedere arruolato, tra qualche mese, nel cast dei protagonisti di show catodici come L'isola dei famosi. D'altra parte, siamo o non siamo "la terra dei cachi"? (qui, nella foto: la sera dopo c'era già chi lo imitava a Le Iene)
Quanto accaduto martedì sera a Genova, però, deve far riflettere molto seriamente per un altro motivo: la totale inadeguatezza dell'organizzazione italiana (che, per questo, merita una punizione, oltre a quella sacrosanta e ben più pesante che dovrà colpire la Federcalcio serba...) e, in particolar modo, l'inefficienza dei servizi di Intelligence nostrani, evidentemente troppo occupati con vicende amene come la proprietà della presunta casa di Montecarlo del presidente della Camera, invece di tenere sotto controllo una situazione che, tra l'altro, appariva fin troppo chiara anche a un osservatore distratto di cose balcaniche, a maggior ragione dopo gli incidenti verificatisi durante il Gay Pride belgradese di qualche giorno fa. La mafia serba, che per ovvi motivi non vuole l'ingresso di Belgrado in Europa, sta facendo di tutto per far sì che tale ingresso avvenga il più tardi possibile: e quale cassa di risonanza migliore, per i loro obiettivi, di una partita di calcio con l'Italia trasmessa dalle televisioni di mezzo mondo?
Naturalmente, tutto ciò con lo sport non c'entra assolutamente nulla. Ma c'entra, purtroppo, con la credibilità di un Paese - l'Italia - agli occhi del resto d'Europa: sarebbe semplicemente bastato lavorare un po' meglio in fase preventiva, infatti, per far sì che nulla di quanto visto martedì sera a Genova avesse potuto verificarsi...

mercoledì 13 ottobre 2010

bestie feroci...

domenica 10 ottobre 2010

l'ultima ca$$ata di Sky: Del Piero miglior 10 di sempre!!!

Di Diego Del Pozzo

Approfittando della pausa dei campionati per i match delle nazionali, nella redazione di Sky Sport 24 hanno deciso di trascorrere la domenica allegramente insieme, sperimentando funghi allucinogeni e altre sostanze più o meno naturali, in modo da ampliare le "porte della percezione". Soltanto così si può spiegare, infatti, "l'allucinante" - lui sì - sondaggio portato avanti per l'intera giornata, approfittando del fatto che il calendario odierno segnasse 10/10/10. "Chi è il più forte numero 10 di sempre?", hanno chiesto agli zombie che avevano deciso a loro volta di trascorrere l'intera giornata domenicale con quell'allegra compagnia invece di scegliere una bella gita autunnale fuori porta. E, come sempre capita in tali circostanze, il verdetto del sondaggio-supermegacazzatona è stato degno dell'idea di partenza: il buon Alex Del Piero, infatti, ha "eliminato" in semifinale Maradona e - col 63% delle preferenze contro il 37% - in finale Pelé, "vincendo" il "titolo" di miglior numero 10 di sempre, secondo i telespettatori di Sky Sport 24, che ovviamente ha omaggiato il "vincitore" con un bel servizio su di lui, trasmesso in "heavy rotation" fino a notte fonda, manco fosse l'ultima "bomba" di calciomercato. A quando, passando dal calcio al basket, un nuovo sondaggio per stabilire chi è più forte tra Michael Jordan e Carlton Myers? E quello su chi è più forte tra Hulk e la Cosa?

sabato 9 ottobre 2010

euro 2012: un'italia troppo buona (e lenta) fa 0-0 a belfast

Di Diego Del Pozzo

Ieri sera, la Nazionale italiana allenata da Cesare Prandelli ha sprecato una buona occasione per ipotecare la qualificazione per gli Europei 2012 di Polonia-Ucraina. Lo 0-0 di Belfast contro una non certo irresistibile Irlanda del Nord, infatti, avrebbe potuto (dovuto, visto il livello degli avversari) facilmente essere una vittoria che, considerato il clamoroso successo esterno dell'Estonia in Serbia (1-3), avrebbe permesso all'Italia di lanciarsi in una prima "fuga".
Invece, da Belfast la squadra di Prandelli ritorna con qualche dubbio in più circa la reale caratura internazionale di troppi giocatori, a partire dal leader tecnico Cassano per giungere al rilanciato Borriello e al pariruolo Pazzini, colpevoli di essersi divorati le due più clamorose occasioni da rete dell'intero match. Il ritmo dell'Italia è stato troppo blando, nonostante la buona prova di Mauri: e le tante chance di far gol lo stesso dimostrano soltanto che, alzando un po' quel benedetto ritmo di gioco, si sarebbe potuto sferrare facilmente il colpo del k.o. ai nordirlandesi.
Adesso, martedì a Genova, gli azzurri si troveranno di fronte una Serbia ferita dall'inatteso stop casalingo contro gli estoni. E i serbi, come tutti i balcanici, sono sempre da prendere con le molle; soprattutto quando tutto sembra remargli contro...

giovedì 7 ottobre 2010

anche per prandelli in italia ci sono pochi giovani validi

Di Diego Del Pozzo

Mi hanno molto colpito le parole di questi giorni del commissario tecnico italiano Cesare Prandelli che, per spiegare ai mass media la convocazione dello stagionato Gianluca Zambrotta in vista del doppio impegno della Nazionale contro Irlanda del Nord (domani) e Serbia (martedì), ha detto - testualmente - che "Non ci sono molti ventenni più bravi di lui" e, allargando il discorso al contesto, che "In Serie A non vedo così tanti giovani di valore". Insomma, dopo un paio di mesi di lavoro, anche il nuovo c.t. è giunto alle stesse conclusioni del suo predecessore Marcello Lippi. Che sia proprio questa la realtà del pallone italico?

martedì 5 ottobre 2010

due bellissimi articoli sul ritorno di zeman domenica a foggia

Ieri e oggi, La Gazzetta dello Sport ha pubblicato due bellissimi articoli dell'inviato Paolo Condò dedicati al "ritorno a casa" di Zeman. Mi piace riproporre qui di seguito questi due pezzi - il secondo è una lunga intervista al Boemo - in omaggio a ciò che è stata Zemanlandia e - perché no? - a ciò che potrà ancora essere in futuro. (d.d.p.)
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Il tempo si è fermato. Riapre casa Zeman
Di Paolo Condò
(La Gazzetta dello Sport - 4 ottobre 2010)

C'è molto di studiato, e qualcosa di istrionico, nella lentezza con la quale Zdenek Zeman, sedici anni dopo l'ultima volta da allenatore del Foggia, entra sul prato dello Zaccheria. L'intero stadio scatta in piedi ad applaudirlo, una corsia di flash gli disegna il percorso verso la panchina, ma lui indugia. Scruta i tifosi più vicini. Aspetta. L'aveva detto alla vigilia, che si attendeva l'omaggio delle caramelle che un suo tifoso personale, Fernando Iannucci, non gli aveva mai fatto mancare ai tempi di Zemanlandia. "Spero innanzitutto di vederlo perché so che non è stato bene", aveva spiegato il boemo, misurando con un semplice pensiero l'abissale distanza umana che corre fra il calcio metropolitano e il pallone di provincia, nel quale può essere un tecnico a preoccuparsi di un tifoso anziché il contrario. Le caramelle arrivano sul filo del fischio d'avvio, e Zeman ne è in qualche modo rassicurato visto che poi dirà, con una smorfia divertita, "per darmele ha atteso che i fotografi fossero rivolti verso di lui".
Dopo due turni giocati a Vasto per l'indisponibilità dello stadio, il ritorno di Zdenek Zeman allo Zaccheria è una storia piena di zeta ma non per questo final. Facile che si riveli piuttosto una (ri)partenza, perché molti dei ragazzi arrivati in prestito dalle Primavera dei grandi club sono di qualità. Casillo e Pavone hanno sì costruito una squadra competitiva con 10 mila euro, ma se il Milan ha concesso Romagnoli e il Palermo Laribi è perché sanno che Zeman glieli restituirà laureati. Basterà il magistero del vecchio profeta per centrare la promozione in B? Difficile dirlo ora: questo 2-2 col Viareggio conferma al Foggia lo status di squadra professionistica più prolifica (18 gol segnati) ma anche più perforata (15 subiti). E' una questione di tempi. Zeman attua un fuorigioco a metà campo che non si impara in un mese: il primo gol subito ieri nasce da un allineamento sbagliato, il secondo da un errore individuale a difesa schierata. Viceversa le sovrapposizioni giocate dai triangoli laterali terzino-mezzala-punta esterna, ringiovaniscono di sedici anni i presenti allo stadio. Alla fine sono applausi: difficile non essere grati a chi ti toglie sedici anni.
Sarà per questo che la firma di Zeman, più che mai assimilabile al segno di Zorro, figura persino sulle tessere di abbonamento. Sarebbe marketing, ma la parola è un po' troppo metropolitana per trovarsi a suo agio qui. Mister Pernacchia, un fiorellino che ha spiato insieme a noi l'allenamento (chiuso) del sabato emettendo suoni di singolare efficacia, verosimilmente è digiuno di marketing; ma capisce molto bene che quell'uomo strano e serio può fare per la sua città assai più di un onorevole. E Zeman, che sa di essere sia l'eroe dei gessati in tribuna che del popolino scapigliato, governa la scena con consumata maestria. Oggi vola a Roma per passare il giorno libero in famiglia, domani è il turno dei famosi gradoni, la massacrante seduta atletica su e giù per curve e gradinate.
Ricorderete la scena di Karate Kid in cui il maestro Miyagi promette a Danny di insegnargli il karate, e come primo esercizio gli ordina di dare la cera con un movimento circolare della mano destra e di toglierla nello stesso modo con la sinistra. Stremato da un lavoro del quale non vede l'attinenza col karate, a fine giornata Danny se ne lamenta. Miyagi allora fa il gesto di colpirlo, e il ragazzo para muovendo il braccio a cerchio prima verso destra ("dai la cera"), poi verso sinistra ("togli la cera"). Allo stesso modo i ragazzi del Foggia, distrutti al martedì dai gradoni, ogni domenica dovranno estrarre da quella fatica l'energia per correre a perdifiato oltre i loro limiti verso la terra promessa: Zemanlandia. Uno striscione spiega tutto e anche di più: "Ciao mamma, guarda come mi diverto".
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Zeman: "Molti copiano il mio calcio..."
Di Paolo Condò
(La Gazzetta dello Sport - 5 ottobre 2010)

"Che cosa stavamo dicendo?". Zdenek Zeman sembra arrossire, o forse è soltanto il bel sole di Foggia a cuocergli il viso come capita ai marinai. Pochi istanti prima la Gialappa's si è messa a chiacchierargli dentro a una tasca e lui - che già sussurra e non esclama - ha farfugliato mezza frase imbarazzata, "è la suoneria del cellulare, parlano con Frengo...", la memorabile macchietta che Antonio Albanese gli dedicò a Mai dire gol. Ma se è facile fermare il tempo su un telefonino, farlo in campo è un'altra faccenda. Tornare indietro di sedici anni, poi... "Il mio calcio non è cambiato, i concetti base sono rimasti gli stessi come l'obiettivo ultimo, che è riempire lo stadio. Gli attori hanno bisogno di un pubblico, le sue dimensioni aiutano a capire la bontà di un lavoro".
Lei ha detto che se sedici anni fa la definivano avanti di vent'anni, oggi gliene restano comunque quattro di vantaggio sulla concorrenza. Al di là della bella battuta, si sente sempre un anticipatore?
"E' passato molto tempo e certe mie vecchie idee ora sono condivise. Prendiamo la preparazione atletica. Quando cominciai ad allenare, molti giocatori erano abituati a fare due giri di campo e poi subito la partitella; logico che le mie squadre, sottoposte a un lavoro fisico duro e metodico, alla domenica corressero il doppio delle altre. Oggi la parte atletica è curata ovunque, non posso più marcare una differenza in quel senso".
Dal punto di vista tattico siete un cantiere, com'è normale dopo due mesi di lavoro. Però le sovrapposizioni dei bei tempi si cominciano a intravedere; e fare il portiere di una squadra di Zeman è sempre una professione eccitante...
"Dobbiamo ancora lavorare molto, la costruzione del nuovo Foggia è appena agli inizi, e non pensi che sia orgoglioso di avere la difesa più battuta dei campionati professionistici. Fra qualche settimana spero di conservare soltanto il miglior attacco, anche perché in carriera, e la cosa non è mai stata granché sottolineata, soltanto una volta ho chiuso un torneo con la difesa peggiore. E comunque non sono retrocesso nemmeno quella volta".
Vero, ma non ci ha risposto. Si sente ancora un anticipatore?
"No. Il Barcellona di questi anni ha occupato il terreno alla mia maniera, ma sviluppando possesso palla anziché verticalizzazione, e l'ha fatto benissimo grazie a una straordinaria tecnica individuale. Io credo più nell'attacco rapido perché i miei ragazzi a un certo punto della ragnatela sbaglierebbero un passaggio. Devono essere più veloci dell'errore in agguato".
Sempre deluso da come Mourinho fece fuori il Barcellona in semifinale?
"La questione è semplice: se voglio che la mia squadra diventi un modello, e l'Inter aveva e ha quest'ambizione, devo proporre qualcosa e non solo distruggere. Ho criticato il Mourinho di Barcellona, e solo quello, perché rinunciò a giocarsela".
Ma era rimasto in dieci. E l'anno prima Hiddink, con il Chelsea, ragionando alla stessa maniera fu l'unico a mettere nei guai il Barça.
"Non mi interessa, è una mentalità che non mi appartiene. Non è giusto giocare così, o almeno io la vedo in questo modo".
Come la trattano?
"Con rispetto eccessivo. Siamo tutti uguali, se sono qui è perché valgo la Lega Pro, evidentemente".
C'è una differenza. Lei è l'unico allenatore di terza serie cui Moratti, nel corso dell'estate, ha esplicitamente pensato per la panchina dei campioni d'Europa.
"Le sue parole mi hanno fatto piacere, ma sapevo che nel concreto andare all'Inter sarebbe stato difficilissimo. Non sbagliavo".
Come l'avrebbe cambiata?
"Mettendo i giocatori nel ruolo in cui rendono di più, e trovo che Benitez si stia muovendo in quel senso. Eto'o è un centravanti formidabile, dev'essere lui a giocare in mezzo".
Tornando alle verticalizzazioni, ha sentito che Allegri chiede a Pirlo di giocare più o meno come faceva Di Biagio con lei?
"Il problema del Milan non è Pirlo, che sa verticalizzare come pochi. Il problema è la staticità delle punte. Il lancio rapido per impedire alla difesa di schierarsi ha un senso se gli attaccanti, col loro movimento, l'hanno già spettinata".
La nuova Juve le piace?
"Non gioca il mio calcio".
Le resterà per sempre il rimpianto di non averla allenata, vero?
"Forse ho avuto una possibilità l'ultimo anno di Boniperti. Ora è improponibile, ovviamente, ma è vero che da ragazzo sognavo di sedere su quella panchina".
Zeman, visto che altrove non la chiamano, utilizzerà il Foggia per tornare in Serie A?
"Ci utilizzeremo a vicenda per divertirci. Se poi cominceremo a salire, immagino che il divertimento sarà maggiore".

lunedì 4 ottobre 2010

serie a: il napoli domina la roma e si issa al secondo posto

Di Diego Del Pozzo

"Napoli-Roma è la sfida tra chi ha fiato e chi no": era stato il tifoso giallorosso Carlo Verdone, nella giornata di sabato, a introdurre il "Derby del Sud" con queste preoccupate parole. E, ieri pomeriggio, il match del San Paolo ha confermato in pieno i suoi timori.
Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato, anche perché giocato a ritmi blandi, il Napoli ha letteralmente spazzato via la Roma nel corso della seconda frazione di gioco, nel momento stesso in cui ha deciso di accelerare. E pensare che, a metà settimana, i giallorossi avevano potuto giocare di martedì sera a casa propria in Champions League, mentre i partenopei erano stati in trasferta su un campo complicato come Bucarest ben due giorni dopo (di giovedì sera) ed erano potuti rientrare a Napoli soltanto nella prima mattinata di venerdì (senza voler citare le energie inutili sprecate per rimontare dall'assurdo 0-3 iniziale al definitivo 3-3 contro la Steaua...). Ebbene, la differenza di condizione atletica s'è vista, ma a tutto vantaggio degli uomini di Mazzarri, peraltro a sua volta nettamente vittorioso nel confronto diretto con un Claudio Ranieri colpevole di aver azzardato una formazione cervellotica (il 3-4-2-1 di partenza, speculare a quello di un Napoli che, però, gioca così da sempre) e di aver ulteriormente peggiorato la situazione con cambi sbagliatissimi come quello di Borriello (quando era evidente a tutti che Totti non si reggeva in piedi...).
Detto ciò, però, vanno sottolineati - pur senza ingigantirli - anche i meriti del Napoli, che quando può schierare tutti i suoi titolari è in grado di giocarsela con chiunque, soprattutto se gli viene concesso di impostare la gara sui prepotenti scatti del Pocho Lavezzi (ieri davvero incontenibile) e sui repentini capovolgimenti del fronte di gioco organizzati da quel regista atipico che è Gargano e da un Hamsik monumentale quando riesce ad abbinare, come ieri, lucidità e fluidità di gioco in mezzo al campo e capacità di preservarsi per quei letali inserimenti offensivi che, in questi anni, sono diventati il suo marchio di fabbrica (paradigmatico, in tal senso, è il suo primo gol di ieri pomeriggio: sopra nella foto). Certo, nulla si può dire su una ritrovata solidità difensiva degli azzurri, dato l'assoluto nulla offensivo prodotto dalla Roma al San Paolo. Però, va salutato comunque con favore quello che, dopo lo 0-0 casalingo contro l'Utrecht e i due allenamenti contro gli svedesi dell'Elfsborg, è stato il primo match stagionale concluso dal Napoli senza mettere a repentaglio le coronarie dei propri sostenitori. Anzi, vista la condizione attuale delle due squadre e il gioco espresso in questo momento, direi che nel primo "Derby del Sud" della stagione 2010-2011 tutto è andato secondo logica, una volta tanto senza particolari sussulti.

successo per il film di incerti ambientato durante argentina '78

Mi piace segnalare, qui di seguito, il successo conseguito in questi giorni da un film italiano intelligente e coraggioso ambientato durante i "Mondiali della vergogna", cioè quelli del 1978 in Argentina. Mi riferisco a "Complici del silenzio" di Stefano Incerti, capace di conquistare il pubblico svedese durante il bel festival segnalato più sotto. (d.d.p.)
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Grande commozione e diversi minuti di applausi a Stoccolma per Complici del silenzio, il film di Stefano Incerti che indaga tra gli orrori della dittatura militare argentina durante i Mondiali di calcio del 1978 (qui sotto, una scena col protagonista Alessio Boni). La pellicola del regista napoletano è stata proiettata nella capitale svedese nell'ambito della tredicesima edizione dell'Italian Film Festival, la principale manifestazione dedicata alla promozione del cinema italiano sul mercato scandinavo. Tra gli altri film visti in questi giorni, hanno riscosso particolare successo, oltre a quello di Incerti, anche Il compleanno di Marco Filiberti (che sarà distribuito in Svezia dalla Non Stop Entertainment), Due vite per caso di Alessandro Aronadio, Cosa voglio di più di Silvio Soldini, Marpiccolo di Alessandro Di Robilant, Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo, Alza la testa di Alessandro Angelini. Durante la serata conclusiva, in programma domani, sarà proiettato Il prossimo tuo della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone, che sarà presente al cinema Sture assieme al produttore Francesco Torelli.
L'Italian Film Festival, diretto dallo storico del cinema Vincenzo Esposito, è organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma e dalla FICC - Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, col contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema.

domenica 3 ottobre 2010

bundesliga: la sorpresa mainz non si ferma e fa 7 su 7!

Di Diego Del Pozzo

La sorpresa più grande nell'intero panorama calcistico europeo arriva certamente dalla Germania. Per la precisione, da Mainz (che gli autarchici italianizzano in Magonza), cittadina di 200mila abitanti alla confluenza dei fiumi Reno e Meno. Qui, infatti, la piccola squadra locale sta facendo gridare al miracolo tutti gli osservatori, dominando letteralmente la Bundesliga dall'alto di sette vittorie nelle prime sette giornate. Allenato dal rampante Thomas Tuchel, il Mainz d'inizio stagione ha già raggiunto il Bayern Monaco del 1995-'96 e il Kaiserslautern del 2001-'02 nel libro dei record, perché nessun'altra squadra tedesca, tranne queste tre, era mai riuscita a partire in maniera così prepotente. Con i loro 21 punti in classifica, i ragazzini terribili di Tuchel hanno già scavato un solco profondo nei confronti del resto della concorrenza, eccezion fatta per l'ottimo Borussia Dortmund che segue a sole tre lunghezze. L'impresa più recente - quella del 7 su 7 - è di ieri: 4-2 all'Hoffenheim in uno Stadion am Bruchweg coloratissimo e ribollente di entusiasmo. Alla fine, tecnico e giocatori si sono issati lungo le reti di protezione per andare a salutare i loro tifosi sugli spalti.
Sono tanti, finora, i giocatori che stanno rendendo ben oltre le aspettative della vigilia, a partire dagli interessantissimi Schurrle e Szalai (nella foto sopra, mentre esulta dopo un gol), ventitreenne fotocopia di Robin Van Persie che, nonostante il posto da titolare nella nazionale ungherese, era stato dirottato dal Real Madrid - che lo aveva prelevato l'anno scorso dallo Stoccarda - nella squadra satellite, il Castilla. Adesso, invece, l'attaccante che il Mainz ha acquistato a titolo definitivo sta calamitando su di sé gli occhi degli uomini-mercato di mezza Europa e, se dovesse confermarsi a questi livelli, sarà certamente un pezzo pregiato del prossimo calciomercato.
Probabilmente, il Mainz non durerà fino alla fine. Ma, per il momento, nessuno sembra aver avvertito questo gruppo di ragazzi veloci e spettacolari, che la scorsa settimana, tra le altre cose, s'è pure tolto lo sfizio di espugnare l'Allianz Arena, facendo piombare il Bayern di Van Gaal in una crisi abbastanza inattesa. Ovviamente, il decisivo 2-1 è stato del solito Adam Szalai.

venerdì 1 ottobre 2010

gli sconcertanti sali-scendi del napoli d'inizio stagione

Di Diego Del Pozzo

Da 1-0 a 1-1 (contro la Fiorentina), da 0-1 a 2-1 e poi 2-2 (contro il Bari), da 0-1 a 2-1 (contro la Sampdoria), da 1-0 a 1-3 (contro il Chievo), da 0-1 a 4-1 (contro il Cesena), da 0-3 a 3-3 (contro la Steaua Bucarest): questi sono gli sconcertanti sali-scendi che hanno caratterizzato lo scoppiettante inizio di stagione del Napoli. Troppe altalene di risultato, spesso all'interno della stessa partita, lasciano pensare, però, a una "coperta" un po' troppo corta. Forse sarebbe servita un po' di "stoffa" in più, per stare appena appena più comodi...