domenica 6 dicembre 2009

il flamengo campione del brasile 17 anni dopo

Di Diego Del Pozzo

Ha dovuto attendere ben diciassette anni, lo sterminato popolo rubro-negro, ma ne è davvero valsa la pena. Sì, perché quello conquistato oggi dal Flamengo è il titolo di campione del Brasile meno atteso tra i sei che sono adesso nella sua ricca bacheca. E, anche per questo motivo, la gioia dei suoi tantissimi tifosi - si stima che un terzo degli appassionati brasiliani di calcio tifi per il Mengao - è stata ancora più grande e incontenibile (qui sotto, la festa del Maracanà).
Il Flamengo allenato con grande pragmatismo dall'ex centrocampista - anche romanista - Andrade vince, come da pronostico, la gara conclusiva casalinga col Gremio, giunto a Rio de Janeiro per perdere e, quindi, impedire agli acerrimi rivali cittadini dell'Internacional di Porto Alegre di conquistare un campionato, che, probabilmente, avrebbero anche potuto meritare. Ma di tutto ciò al Flamengo non può esser data la colpa, poiché lo sprint dei rubro-negros nelle due giornate conclusive del Brasileirao 2009, col sorpasso sul San Paolo e appunto sull'Internacional, gli ha permesso di potersi giocare il match point nelle condizioni più favorevoli, come nelle precedenti giornate non avevano saputo fare, invece, le rivali per il titolo (addirittura, il Palmeiras, dominatore della prima fase di stagione, ha completato il proprio clamoroso crollo in classifica riuscendo a non qualificarsi nemmeno per la Libertadores diretta).
Sulla gara odierna, disputata in un Maracanà strapieno di oltre ottantamila spettatori ribollenti di entusiasmo, c'è ben poco da dire, nonostante l'illusorio vantaggio di un Gremio che aveva fatto capire le proprie intenzioni fin dalla formazione schierata in partenza, con soli tre titolari. Com'era scritto, infatti, il Flamengo completava la propria rimonta, peraltro con due reti poco attese dei difensori David e Ronaldo Angelim (qui sotto, la sua esultanza dopo il gol del definitivo 2-1), incontrando ben poca opposizione dai calciatori avversari. Contemporaneamente, Internacional e San Paolo chiudevano le rispettive partite rifilando quattro gol a testa, rivelatisi inutili, alle malcapitate oppositrici: in tal modo, al di là delle polemiche sulla maggiore o minore vis pugnandi del Tricolor di Porto Alegre, per ciascuna aumentavano ulteriormente le recriminazioni su ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Grande protagonista della vittoria flamenguista in campionato è stato certamente Adriano, autore di ben 19 reti - capocannoniere assieme a Diego Tardelli dell'Atletico Mineiro - e di un contributo rilevante in termini di fisico, carisma, esperienza: un Adriano probabilmente a non più del quaranta-cinquanta per cento delle sue potenzialità, ma nuovamente felice e, soprattutto, a suo agio in un ambiente più adeguato alle proprie esigenze. Adesso, l'ex centravanti interista punta a disputare un grande campionato statale a inizio 2010, per poter convincere definitivamente il commissario tecnico Dunga a portarlo in Sudafrica con la Selecao. Accanto all'Imperatore, si sono rivelate determinanti due "vecchie volpi" come Ze Roberto e Petkovic, ma anche un terzino destro tra i più interessanti del torneo, come Leo Moura. Tutto ciò è stato mixato con realismo e pochi voli pindarici dal tecnico Andrade, che ha puntato innanzitutto su una difesa molto solida, ben protetta da tre mediani difficilmente superabili, affidandosi poi in attacco soprattutto alle invenzioni di Adriano (qui sotto, la foto della sua gioia irrefrenabile).
La grande stagione del futbol carioca - per anni "oltraggiato" dai trionfi di quello paulista - si completa con le salvezze sul "filo di lana" di due club gloriosi come Botafogo e Fluminense e, soprattutto, col ritorno nella massima serie da parte del Vasco da Gama, che ricompone, dopo un solo torneo di purgatorio, il puzzle affascinante, quest'anno inevitabilmente incompleto, del grande calcio targato Rio de Janeiro.

2 commenti:

  1. C'è grande gioia per er moviola Andrade, evidentemente più a suo agio in panchina che in campo..Ha fatto un miracolo.
    Ci si domanda se Adriano avrà festeggiato in modo sobrio il trionfo. Ma sì, certo, che domande.

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  2. A tale proposito, avrai senz'altro apprezzato il delicato eufemismo che ho utilizzato scrivendo di un Adriano "nuovamente felice e, soprattutto, a suo agio in un ambiente più adeguato alle proprie esigenze"...

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