sabato 19 dicembre 2009

barcellona campione di tutto (ma proprio tutto...)

Di Diego Del Pozzo

Ci sono volute ben 64 partite ma, alla fine di questo lunghissimo 2009, il grande Barcellona allenato dall'esordiente Pep Guardiola è riuscito nell'impresa che tutti gli osservatori ritenevano impossibile e che, finora, nessun'altra squadra nella storia del calcio era riuscita ancora a compiere: vincere tutte e sei le competizioni ufficiali alle quali ha partecipato nella stessa stagione.
Ecco qui, allora, l'impressionante elenco, adesso completo e definitivo: Liga, Copa del Rey, Champions League, Supercoppa spagnola, Supercoppa europea, Campionato mondiale per club (qui sopra, il capitano Carles Puyol alza la coppa al cielo, circondato dai suoi compagni festanti: tutti hanno indossato, per la premiazione, la tradizionale maglia blaugrana sopra a quella arancione con la quale hanno disputato la gara).
L'ultimo alloro, come si conviene alle vere imprese, è stato quello più difficile da conquistare, grazie allo straordinario cuore degli argentini dell'Estudiantes de la Plata, che il loro capitano "senza tempo" Juan Sebastian Veron è riuscito a spingere molto oltre i propri limiti strutturali, fino a trascinarli a un solo minuto da una vittoria che avrebbe avuto coloriture addirittura epiche e sulla quale quasi nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo alla vigilia.
Sì, perché oggi pomeriggio, nella finale del Mondiale per club disputata ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, il Pincha è stato raggiunto dal Barcellona soltanto all'ottantanovesimo minuto, dopo essere passato in vantaggio nel primo tempo con un bel colpo di testa di Mauro Boselli ed essersi difeso con successo quasi fino al fischio finale. Infatti, le stelle blaugrana sono state efficacemente annullate, grazie alla tattica accorta adottata dal tecnico Alejandro Sabella, al pressing feroce e a una fisicità degna di quel grande e durissimo Estudiantes che quarantuno anni prima Veron padre guidò al trionfo intercontinentale e che suo figlio avrebbe voluto omaggiare proprio oggi, riportando il trofeo alla Plata.
Purtroppo, però, gli argentini si sono trovati di fronte una grandissima squadra che, pur sulle ginocchia fisicamente, ha saputo ovviare alla mancanza di energie e della consueta brillantezza con un orgoglio almeno pari a quello dei propri avversari. Così, quando mancava soltanto un minuto alla fine, l'ormai "mitico" Pedrito è riuscito a pareggiare il match, con uno spunto acrobatico davvero pregevole (la sua esultanza nella foto qui sopra).
Nei supplementari, poi, con l'inerzia della gara ormai tutta dalla parte dei catalani, è stato il tocco del fuoriclasse - addirittura un colpo di petto!!! - a decidere partita e torneo: e il gol decisivo è stato lo squillo col quale l'immenso Leo Messi ha ricordato al mondo per quale motivo era stato appena premiato col Pallone d'Oro e perché lunedì sera riceverà anche il FIFA World Player. Soltanto un genio del calcio, infatti, poteva pensare - perché certe cose sono difficili innanzitutto da pensare... - di decidere una finale intercontinentale, nel secondo tempo supplementare, con una rete segnata di petto (il suo gol nella foto qui sopra).
Va detto subito che la vittoria del Barcellona è stata meritatissima, per l'oggettiva forza e qualità superiore di quella che è stata, indubbiamente, la squadra più forte dell'anno. Però, non ho potuto non provare commozione e tristezza per quel Veron inebetito, avvolto nella rete di una porta (qui sopra), giunto appena a pochi secondi dalla realizzazione del sogno di una vita. Dall'altra parte, però, a colpirmi allo stesso modo sono state le lacrime genuine - quasi fanciullesche - di Guardiola, quando durante la premiazione ha realizzato, finalmente, ciò che ha portato a compimento al suo primo anno da capo-allenatore della "sua" squadra (qui sotto, il Pep lanciato in aria dai suoi giocatori, come già dopo la finale di Champions League vinta a Roma contro il Manchester United).
Non c'è che dire, dunque: se il Barcellona, con questo trionfo, si è confermato "più che un club" (come recita il suo slogan ufficiale), questa finale intercontinentale 2009 è stata, certamente, "più che una semplice partita".

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