sabato 4 aprile 2009

off topic: stanotte c'è la final four della ncaa

Di Diego Del Pozzo

Finalmente ci siamo: la "March Madness" arriva al suo momento culminante. Da stanotte, infatti, Detroit ospita la Final Four del torneo Ncaa di basket, uno degli eventi più significativi e attesi dell'intero panorama sportivo statunitense (e non soltanto...).
Alle finali a quattro sono giunte le due favorite Connecticut e North Carolina e due agguerritissime outsiders - piuttosto relative, in quanto pur sempre terza e seconda dei rispettivi Regionals - come Villanova e Michigan State, da considerare come la squadra di casa, quest'ultima, poiché il suo campus di East Lansing dista poco più di novanta miglia dalla sede delle Final Four.
Come al solito, lo spettacolo sarà di primo livello, soprattutto dal punto di vista emotivo e della suspence. L'appuntamento è alla mezzanotte, con le due semifinali in sequenza una dopo l'altra: s'inizia con Connecticut - Michigan State (ore 00.07 italiane), seguita da North Carolina - Villanova (ore 2.47 italiane). Le due squadre vincenti si affronteranno in finale nella notte italiana tra lunedì e martedì.
Gli appassionati italiani potranno seguire lo spettacolo delle Final Four in lingua originale su Espn America (canale 213 del pacchetto Sky) oppure col commento italiano su Sky Sport 2 e Sky Sport 16:9 nell'imperdibile formato panoramico. Chi non fosse dotato di televisione satellitare potrà tranquillamente usufruire dello strepitoso servizio di streaming gratuito fornito dalla Ncaa sul proprio sito ufficiale.
Qui di seguito, come degna introduzione alle Final Four, riporto i due articoli scritti in questi giorni da Stefano Olivari sul suo blog Indiscreto.
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Di Stefano Olivari
Dal punto di vista fisico Connecticut sarebbe una squadra NBA, nemmeno delle peggiori: un suo allenamento è probabilmente più intenso dei primi tre quarti delle partite degli Wizards o dei Clippers. Se Hasheem Thabeet e Jeff Adrien arrivano nel finale di partita senza problemi di falli nessuna squadra NCAA può pensare di prendere un tiro comodo, né tantomeno un rimbalzo, contro i lunghi di Calhoun. UConn può vincere partite sia dal ritmo controllato, grazie anche ai break aperti da A.J. Price, che a guardia abbassata. Ma può essere battuta solo in quelle del primo tipo, specie da quando in febbraio ha dovuto fare a meno di Jerome Dyson: nei minuti da vincere o morire l'unico tiratore da tre punti affidabile rimane Price.
Nella prima delle semifinali di Detroit se la vedrà con la Michigan State di Tom Izzo, reduce dalle due tiratissime battaglie con Kansas e la Louisville di Pitino. Le modalità di vendita dei biglietti dovrebbero rendere bar le considerazioni sul fattore campo (East Lansing è a soli 150 chilometri da Detroit), mentre più concreta è la natura tattica degli Spartans: difensiva, con grande pressione messa sugli esterni avversari e un'ossessione per i rimbalzi lunghi o sporchi. Quando gli avversari segnano meno di 70 punti, il loro record stagionale è di 26 vittorie e zero sconfitte. Da tenere d'occhio la guardia senior Travis Walton, defensive player dell'anno nella Big Ten, ma soprattutto a nostro becero avviso (in televisione si nota soprattutto chi segna) la guardia sophomore Kalin Lucas, che nella Big Ten è stato il miglior giocatore in assoluto.
Equilibrio in panchina: sia Calhoun che Izzo hanno già vinto il torneo (il primo nel 1999, con una squadra media più Rip Hamilton, e nel 2004, con lo squadrone di Ben Gordon, Villanueva e Okafor; il secondo nel 2000 con Jason Richardson, Morris Peterson, Charlie Bell, più il 'romano' Andre Hutson), non hanno scimmie da togliersi dalla spalla, raramente abbandonano la loro filosofia.
Previsione: Connecticut è più forte sommando i singoli, ma nella partita che probabilmente verrà fuori gli Spartans hanno qualche arma in più.
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Di Stefano Olivari
La seconda semifinale di Detroit (notte fra sabato e domenica, poco prima delle nostre tre) sembra un po' più scritta della prima, non solo per il modo in cui North Carolina ci è arrivata. Cioè asfaltando avversari modesti (Radford), medio-buoni (LSU e Gonzaga) e buonissimi come Oklahoma nella finale del South Regional. Non inganni il punteggio, 72-60, con cui sono stati rimandati a casa i fratelli Griffin: la partita è stata in ogni sua fase una dimostrazione di equilibrio tattico e di superiorità mentale del 'perdente' (perché non grida) Roy Williams. Il recuperato Ty Lawson è l'uomo del destino: playmaker che sa usare marce diverse, buon tiratore, penetratore sempre sotto controllo. Tyler Hansbrough ha intensità sacchiana, senso del rimbalzo offensivo, buona difesa ed in generale sembra fatto apposta per la NCAA, ma più decisivi saranno Danny Green, altro senior, che quest'anno ha molte più responsabilità (soprattutto tiri in momenti caldi) del passato e l'elegante Wayne Ellington.
La Villanova di Jay Wright ha due uomini di riferimento, il realizzatore super Scottie Reynolds ed il solido Dante Cunningham (senior anche lui), e rispetto ai Tar Heels un maggiore dinamismo. Emozionante nella finale dell'East Regional con la favoritissima Pittsburgh, il college di Philadelphia avrà una filosofia tattica ben precisa: correre, muovere la palla e non subire la buone difese vicino al tabellone di Hansbrough (che in questa fase del gioco è piaciuto anche contro Blake Griffin) e di Deon Thompson.
Anche questa semifinale conferma la tendenza attuale del college basketball: nella maggior parte dei casi (poi è facile citare gli esempi contrari di Derrick Rose o Greg Oden) si arriva alle Final Four con gruppi che crescono nel tempo e non con il freshman fenomeno che ha la NBA già nella testa. Senior non vuol dire sfigato, anche se con queste regole non si può impedire ad un diciannovenne di guadagnare adesso quello che forse, infortuni permettendo, guadagnerebbe fra tre anni.

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