sabato 2 maggio 2009

la roma, che delusione...

Di Diego Del Pozzo

La squadra più deludente del campionato di Serie A che si concluderà a fine mese è certamente la Roma. Si tratta di un dato incontrovertibile, poiché stiamo parlando della squadra che, nella scorsa stagione, è arrivata a soli 45 minuti dallo scudetto e che, invece, quest'anno non ha convinto quasi mai - in questo, sì, davvero continua... - e, in queste ultime giornate, dovrà impegnarsi strenuamente per raggiungere il quarto posto che qualifica ai preliminari della Champions League.
Quarto posto e qualificazione Champions che, a meno di un concreto cambio di proprietà, sarebbero, per la squadra giallorossa, quasi sinonimi di sopravvivenza, quantomeno con ambizioni di vertice. In caso di fallimento, infatti, il rischio di un ridimensionamento deciso e dolorosissimo sarebbe assolutamente concreto, poiché la Roma attuale ha bisogno dei soldi della Uefa per fare mercato, non potendo contare su "paperoni" in grado di ricapitalizzare a ogni pie' sospinto.
Sulla crisi della Roma si è soffermato anche un illustre e mai dimenticato ex allenatore dei giallorossi, ovvero il "mitico" Zdenek Zeman, in una lunga intervista pubblicata su La Gazzetta dello Sport di giovedì. Alla richiesta di indicare la squadra più deludente del campionato, infatti, il Boemo ha risposto così: "La Roma, perché doveva lottare per lo scudetto. Ha fallito, non solo per il netto peggioramento - ha sottolineato Zeman - rispetto alla classifica dello scorso campionato, ma anche per l'involuzione del gioco, che pure Spalletti aveva saputo proporre a certi livelli negli ultimi anni. Non credo che la causa 'scatenante' sia la limitata disponibilità economica dei Sensi. La rosa della Roma è inferiore solo all'Inter".
Ma allora, quali possono essere state le cause reali di un tracollo tanto inatteso e doloroso? Provo ad azzardare alcuni spunti, auspicando magari l'intervento chiarificatore di qualcuno più addentro alle cose romaniste:
1) un ambiente logoro, prosciugato mentalmente dallo sforzo dello scorso anno per rimontare sull'Inter, senza riuscirci per pochissimo;
2) una pericolosa tendenza al piagnisteo e all'autocommiserazione, che fa vedere in tutta la loro evidenza le pagliuzze negli occhi altrui senza notare mai le travi in quelli propri (per restare ancora allo scorso campionato: va bene lamentarsi per i tanti episodi dubbi a favore dell'Inter, ma perché dimenticare lo scellerato pareggio casalingo col Livorno?);
3) una evidente stanchezza da parte di Luciano Spalletti, che l'estate scorsa, al culmine della delusione per scelte di mercato mai pienamente condivise, si era offerto al Chelsea e ad altre grandi europee, salvo poi sconfessare il tutto, unicamente per quieto vivere;
4) un anno e tanti acciacchi in più nelle gambe di Francesco Totti, che in salute resta ancora oggi - forse assieme a Cassano - il più decisivo giocatore di nazionalità italiana;
5) troppi dissapori tra alcuni giocatori-chiave (Aquilani?) e i quadri societari, a causa di mai chiarite situazioni legate a ingaggi e rinnovi contrattuali;
6) una preparazione atletica che ha fatto entrare la Roma nel Guinness dei Primati degli infortuni subìti in stagione (e, non a caso, nello staff medico della società sono cadute diverse teste...);
7) le incertezze sul futuro societario e i dubbi sulla reale consistenza economico-finanziaria;
8) l'incapacità di gestire emotivamente il doppio impegno campionato-Champions, col ricattatorio miraggio della finale europea da disputarsi nello stadio di casa.
Sommando tutto ciò non poteva che prodursi quanto s'è puntualmente verificato nel corso di questa disastrosa stagione.
Certo è che, in caso di mancata conquista del quarto posto, dal prossimo anno a Trigoria cambieranno molte, molte cose...

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