lunedì 25 maggio 2009

ancelotti preferisce "la coppa" (in che senso?)


Esilarante, il brano tratto dall'autobiografia di Carlo Ancelotti in uscita mercoledì. Lo ha pubblicato ieri La Gazzetta Sportiva (l'edizione domenicale della Gazzetta dello Sport). Eccolo. (d.d.p.)
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(La Gazzetta Sportiva - 24 maggio 2009)
Mercoledì esce in tutte le librerie "Preferisco la coppa" scritto da Carlo Ancelotti con il giornalista di Sky Alessandro Alciato. Il volume è edito da Rizzoli. Ecco, in anteprima, una parte del capitolo sul primo incontro tra Ancelotti e Galliani.
<[...] Nel 1987 il Milan aveva preso un allenatore giovane, Sacchi, che non so per quale motivo era fissato con me. Mi ha voluto a tutti i costi, più di Gullit e Van Basten che erano già stati comprati da altri. Ero arrabbiato, speravo che la trattativa andasse in porto subito ma ho dovuto aspettare un po': l'affare si è concluso l'ultimo giorno di mercato. Ero in vacanza in Sardegna, mi ha chiamato il segretario generale della Roma, Borgogno: "Ti abbiamo venduto. Vieni a Roma, ti do un indirizzo, vai e troverai un dirigente del Milan".
Palazzo al Velabro. Dovevo andare lì. Era un residence nella zona storica della città. Arrivo, entro, sono curioso. Il portiere non dice niente, mi dà la chiave della camera e mi fa l'occhiolino. Sul momento non so perché, il motivo l'avrei capito dopo. Salgo in stanza, apro la porta, il salone è grande. Sul tavolo ci sono champagne e pasticcini, lascio stare l'alcool ma il vassoio è spacciato. All'improvviso, a tradimento, spunta un dirigente del Milan, giovanile ma senza un capello in testa. Zero, neanche uno, ho controllato bene. È Adriano Galliani, l'amministratore delegato. Lo Zio. Penso al portiere, mi metto nei suoi panni e mi vengono i brividi: ha visto arrivare un signore senza capelli che prima di andare in stanza gli ha chiesto champagne e pasticcini, poi ha visto arrivare me, Carletto detto Il Bimbo. Capisco perché mi ha fatto l'occhiolino: ci ha preso per culattoni.
È la prima volta che vedo Galliani. Parliamo della sua filosofia, della società, di quello che vuole fare: "Abbiamo grandi ambizioni". Frase già sentita mille volte. "Vogliamo vincere il campionato l'anno prossimo, fare la Coppa dei campioni, vincere la Coppa dei campioni nel giro di due anni e la Coppa Intercontinentale il terzo". Ecco, questa è nuova. Guardo l'ora, dice cose da ubriaco ma è troppo presto perché sia già sfondato di alcool. Forse è completamente impazzito. Da lì a poco, avrei parlato al telefono con Silvio Berlusconi. Per la prima volta. "Pronto? Sono il presidente". "Buongiorno". "Buongiorno a lei: come stanno le sue ginocchia?". Non è che ci avesse proprio girato intorno. È stata la prima domanda, a bruciapelo. "Presidente, stanno bene". "Contiamo molto su di lei. Vogliamo vincere il campionato il prossimo anno, dopo due anni la Coppa dei Campioni, dopo tre la Coppa Intercontinentale". Ufficiale, l'ubriacatura era collettiva. Ma cosa cazzo bevono a Milano? Faceva un sacco di battute, è stato stimolante parlare con lui. "Allora arrivederci, presidente". "Arrivederci, Carletto. E speriamo che le visite mediche vadano bene". Mi sono toccato le palle>.

1 commento:

  1. Da quel poco che ho potuto leggere di questo libro, Ancelotti si conferma il personaggio gradevole e intelligente che mi è sempre sembrato. Per chi non avesse capito il senso del titolo di questo post, mi rifaccio al doppio significato della parola "coppa" (quella della Champions e il salume, tanto amato da quel buongustaio di Carletto), utilizzandola nello stesso modo che, credo, sia stato usato per il titolo dell'autobiografia ancelottiana.

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