mercoledì 21 gennaio 2009
un napoli inesperto, ma poteva finire meglio
Prima pubblicazione: lunedì, 01 dicembre 2008
Non è possibile giocare a San Siro contro l’Inter letteralmente dormendo per la prima mezz’ora e lasciando un uomo in più agli avversari per ben 66 minuti, cioè fino alla sostituzione di un impalpabile Hamsik, che ha “toppato” il secondo “big match” meneghino, dopo quello altrettanto deludente giocato contro il Milan. Partendo da questo semplice doppio assunto ci si rende facilmente conto dell’impossibilità di una vittoria del Napoli, domenica scorsa, sul campo della capolista.
Eppure, eppure… Dopo la prima mezz’ora di assenza, il giovane Napoli scendeva finalmente in campo al “Meazza”, iniziava a pressare i nerazzurri con maggiore convinzione, a tenere difesa e centrocampo più vicini tra loro (e, quindi, più “alti”), a far girare meglio la palla… Peccato che, dal ventiseiesimo minuto, si fosse già sul 2-0 per l’Inter.
Eppure, eppure… Dopo il fantagol di Lavezzi, ben assistito di tacco da uno Zalayeta lento come al solito ma comunque piuttosto utile alla manovra azzurra, il Napoli di Edy Reja conquistava ulteriormente campo, dando la concreta impressione di poter riaprire la partita. Infatti, all’inizio del secondo tempo, soltanto un notevole recupero di Samuel impediva a uno scatenato Lavezzi, ottimamente lanciato in verticale verso la porta di Julio Cesar, di battere a rete per il 2-2. E per l’intera seconda frazione di gioco il Napoli assumeva il quasi totale controllo del centrocampo, gestendo con fluidità il possesso palla e scandendo la partita al ritmo più congeniale. Certo, i tiri verso la porta interista erano davvero pochi, ma la supremazia territoriale teneva in costante allarme i nerazzurri, costringendo Mourinho ad adattare la propria squadra all’avversario e finanche a effettuare la più classica delle sostituzioni “trapattoniane” (Burdisso per Stankovic), difendendo a cinque negli ultimi minuti, pur di blindare la propria porta. A tutto ciò bisognava aggiungere, per l’intero secondo tempo, le costanti perdite di tempo dei giocatori interisti e l’atteggiamento intimidatorio al limite dell’antisportivo da parte di alcuni di loro, in particolare l’intrattabile Muntari, che si candida fin d’ora al titolo di “giocatore più odiato dalle tifoserie avversarie”.
E chissà che cosa sarebbe successo se, a pochi minuti dal fischio finale, l’arbitro Rosetti avesse voluto vedere l’evidente ancata di esperienza con la quale Maxwell buttava a terra un Lavezzi lanciato a rete a tutta velocità, invece di fischiare contro il Napoli e ammonire, in modo assurdo, il “Pocho” per una inesistente simulazione… Ma, si sa, a San Siro, contro le due squadre con le maglie a strisce verticali, da questo punto di vista bisogna sempre pagare un po’ di dazio. Soprattutto se si è ancora piuttosto inesperti come i giocatori del Napoli.
Comunque, e questa è una consolazione, per il secondo tempo disputato il pareggio del Napoli sarebbe stato un risultato giusto; e, in ogni caso, questa sconfitta rappresenta una ulteriore tappa lungo un evidente processo di crescita di una squadra che continua a non nascondere le proprie ambizioni e che, quindi, deve continuare a guardare con la giusta fiducia al prosieguo di questo finora ottimo campionato.
Non è possibile giocare a San Siro contro l’Inter letteralmente dormendo per la prima mezz’ora e lasciando un uomo in più agli avversari per ben 66 minuti, cioè fino alla sostituzione di un impalpabile Hamsik, che ha “toppato” il secondo “big match” meneghino, dopo quello altrettanto deludente giocato contro il Milan. Partendo da questo semplice doppio assunto ci si rende facilmente conto dell’impossibilità di una vittoria del Napoli, domenica scorsa, sul campo della capolista.
Eppure, eppure… Dopo la prima mezz’ora di assenza, il giovane Napoli scendeva finalmente in campo al “Meazza”, iniziava a pressare i nerazzurri con maggiore convinzione, a tenere difesa e centrocampo più vicini tra loro (e, quindi, più “alti”), a far girare meglio la palla… Peccato che, dal ventiseiesimo minuto, si fosse già sul 2-0 per l’Inter.
Eppure, eppure… Dopo il fantagol di Lavezzi, ben assistito di tacco da uno Zalayeta lento come al solito ma comunque piuttosto utile alla manovra azzurra, il Napoli di Edy Reja conquistava ulteriormente campo, dando la concreta impressione di poter riaprire la partita. Infatti, all’inizio del secondo tempo, soltanto un notevole recupero di Samuel impediva a uno scatenato Lavezzi, ottimamente lanciato in verticale verso la porta di Julio Cesar, di battere a rete per il 2-2. E per l’intera seconda frazione di gioco il Napoli assumeva il quasi totale controllo del centrocampo, gestendo con fluidità il possesso palla e scandendo la partita al ritmo più congeniale. Certo, i tiri verso la porta interista erano davvero pochi, ma la supremazia territoriale teneva in costante allarme i nerazzurri, costringendo Mourinho ad adattare la propria squadra all’avversario e finanche a effettuare la più classica delle sostituzioni “trapattoniane” (Burdisso per Stankovic), difendendo a cinque negli ultimi minuti, pur di blindare la propria porta. A tutto ciò bisognava aggiungere, per l’intero secondo tempo, le costanti perdite di tempo dei giocatori interisti e l’atteggiamento intimidatorio al limite dell’antisportivo da parte di alcuni di loro, in particolare l’intrattabile Muntari, che si candida fin d’ora al titolo di “giocatore più odiato dalle tifoserie avversarie”.
E chissà che cosa sarebbe successo se, a pochi minuti dal fischio finale, l’arbitro Rosetti avesse voluto vedere l’evidente ancata di esperienza con la quale Maxwell buttava a terra un Lavezzi lanciato a rete a tutta velocità, invece di fischiare contro il Napoli e ammonire, in modo assurdo, il “Pocho” per una inesistente simulazione… Ma, si sa, a San Siro, contro le due squadre con le maglie a strisce verticali, da questo punto di vista bisogna sempre pagare un po’ di dazio. Soprattutto se si è ancora piuttosto inesperti come i giocatori del Napoli.
Comunque, e questa è una consolazione, per il secondo tempo disputato il pareggio del Napoli sarebbe stato un risultato giusto; e, in ogni caso, questa sconfitta rappresenta una ulteriore tappa lungo un evidente processo di crescita di una squadra che continua a non nascondere le proprie ambizioni e che, quindi, deve continuare a guardare con la giusta fiducia al prosieguo di questo finora ottimo campionato.
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