Ancora sulla vergognosa vicenda della squalifica di Daniele Mannini per un anno, voglio segnalare un interessante articoletto tratto dal quotidiano "Il Mattino" di oggi. L'articolo in questione riguarda la disparità di trattamento tra Mannini e un altro calciatore italiano ben più noto e significativo, a dimostrazione di come, anche nel mondo del calcio, la legge non sia mai uguale per tutti. O, sarebbe meglio dire, per Totti?
"Ritardo al controllo antidoping, un caso - si legge sul quotidiano partenopeo - che ha riguardato anche un campione del mondo. Francesco Totti, capitano della Roma, non si presentò subito nella saletta dopo la partita con il Torino del 13 maggio 2007: quindici minuti, qualcuno in più di quelli che Mannini e Possanzini avrebbero trascorso qualche mese dopo negli spogliatoi di Brescia. Il caso venne segnalato dal medico di servizio allo stadio Olimpico e Totti venne in gran segreto convocato dal procuratore del Coni, Ettore Torri, al Foro Italico. Non scattò il deferimento nei suoi confronti, il capitano della Roma esibì un certificato medico: si era presentato in ritardo al controllo antidoping per sottoporsi a cure alla caviglia. L’episodio emerse il 12 ottobre, cinque mesi dopo: 'Archiviazione'. Ma i vertici del Coni non erano stati informati della convocazione di Totti da parte del dottor Torri".
Su questa vicenda segnalo anche il come al solito illuminante parere di Stefano Olivari in un intervento leggibile sul suo bel blog "Indiscreto".
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