Come deve essere considerato il campionato del Napoli, al termine del girone d'andata? A quali obiettivi può realisticamente puntare, la squadra del presidente Aurelio De Laurentiis?
Finora, la stagione degli azzurri allenati da Edy Reja ha fatto gridare al miracolo quasi tutti gli osservatori, nonostante un leggero calo nelle ultime settimane e un rendimento esterno ancora insoddisfacente: quinto posto in classifica, dopo 19 giornate, con 33 punti frutto di dieci vittorie, tre pareggi e sei sconfitte (tutte in trasferta: Genoa, Milan, Atalanta, Inter, Torino e Chievo), con 27 gol fatti (sesto attacco del torneo) e 18 subìti (quinta difesa). Il San Paolo è tornato a essere un bunker inespugnabile (solo il Cagliari è riuscito a portare via un punticino, peraltro al termine di una partita sfortunatissima dei partenopei) e il gioco, almeno fino a un certo punto della stagione, ha prodotto scomposti peana in commentatori autorevoli e solitamente molto misurati nei giudizi.
E allora? Che sia arrivata la volta buona per la definitiva rinascita di una società gloriosa, che in anni recenti ha sofferto non poco, fino a patire l'onta del fallimento e della ripartenza addirittura dalla Serie C? Le premesse ci sono tutte; e i risultati conseguiti finora sono persino superiori al piano triennale che la società aveva deciso di seguire.
Il "Progetto giovani" portato avanti dal presidente De Laurentiis con la sapiente regia del direttore sportivo Pier Paolo Marino sta continuando, infatti, a produrre i suoi frutti. I giovani acquistati l'anno scorso si sono, pur con qualche oscillazione di rendimento (in alcuni casi), trasformati in campioni, appetiti dalle principali squadre italiane ed europee (Lavezzi, Hamsik, Santacroce, Gargano, per citare soltanto i nomi sulla bocca di tutti); la squadra è decisamente più solida dello scorso anno ed è cresciuta in mentalità e convinzione nei propri mezzi (anche se sarebbe auspicabile, anzi appare necessario, un deciso salto di qualità in trasferta); gli innesti di Maggio e Mannini sulle fasce hanno dotato il Napoli di una coppia di esterni italiani che, probabilmente, non ha eguali nel nostro campionato (straripanti in fase offensiva e molto attenti anche in quella difensiva); e quello del "tanque" argentino Denis, superate le incertezze iniziali, ha fornito alla squadra quel finalizzatore che prima non aveva, così simile nei movimenti e nella struttura fisica ai bei centravanti di una volta. Inoltre, la panchina è più profonda grazie a giocatori di rendimento come Pazienza, Aronica, Rinaudo e a talenti giovani e meno giovani come Bogliacino, Vitale, Russotto e Zalayeta; in mezzo al campo, Blasi sta offrendo una continuità di prestazioni da nazionale; la difesa ha in Iezzo un portiere di grande affidabilità e in Paolo Cannavaro e Contini due solidi centrali che si completano benissimo con l'ancora discontinuo talento italo-brasiliano Santacroce; il 3-5-2 di Reja, poi, resta modulo redditizio e spettacolare al tempo stesso, anche se l'allenatore dovrebbe mettere mano anche a qualche variante tattica da utilizzare in partite "particolari", come per esempio l'ultima col Chievo; infine, la preparazione atletica sembra essere stata davvero curata nei minimi dettagli da uno staff di qualità guidato dal professor Febbrari (si tenga presente che il Napoli ha iniziato a giocare a metà luglio in Intertoto e che, finora, ha mostrato soltanto piccoli cedimenti atletici, ancora abbastanza trascurabili).
Insomma, gli ingredienti sembrano essere quelli giusti per puntare a un obiettivo importante, che naturalmente quest'anno non potrà certo essere lo scudetto, ma una qualificazione diretta in Coppa Uefa direi proprio di sì, magari con la segreta speranza di sfruttare le incertezze di qualche presunta big (Milan? Roma? Fiorentina?) per approdare al sogno di quel quarto posto finale che vale i preliminari di Champions League (ma - attenzione! - per questo obiettivo è in piena corsa anche l'ambizioso Genoa del presidente Preziosi...).
Sul mercato di gennaio attualmente in corso, poi, la società potrebbe fare ulteriori investimenti, per potenziare ancora di più la rosa, sempre coerentemente con i criteri seguiti finora: si parla, infatti, di un interessamento per il nazionale Under 21 del Siena, Galloppa (ottimo centrocampista di scuola giallorossa); per l'altro mediano italo-argentino Tissone, attualmente poco impiegato nell'Udinese; e, soprattutto, di un possibile assalto al talentuosissimo diciannovenne del Brescia, Savio Nsereko (trequartista - seconda punta, miglior giocatore del torneo agli Europei Under 19 di questa estate, vinti dalla sua Germania anche grazie al suo contributo determinante).
Da parte mia, sono convinto che un Napoli nuovamente ai vertici - quarto club italiano per bacino di tifosi; e secondo, dopo la Juve, per numero di tifosi all'estero - farà del bene all'intero calcio nostrano, soprattutto se questa sua crescita dovesse continuare a essere accompagnata, com'è stato finora, da una politica basata sulla valorizzazione dei giovani talenti, magari italiani.
Dal girone di ritorno, mi aspetto sicuramente una crescita della squadra lontano dal San Paolo, soprattutto in termini di personalità; la conferma dello strepitoso rendimento casalingo; l'ulteriore valorizzazione di ragazzi di talento come Russotto e Vitale; qualche modulo alternativo al 3-5-2, per scompigliare le certezze delle avversarie; la conferma del "Pocho" Lavezzi su livelli di eccellenza e il ritorno di Hamsik ai picchi dello scorso campionato.
Ma, come sempre, le risposte arriveranno unicamente dal campo, a partire dal difficile confronto diretto di domenica pomeriggio contro la Roma.
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