mercoledì 28 ottobre 2009

ormai il napoli non molla più

Di Diego Del Pozzo

Fino a qualche settimana fa, il Napoli sembrava addirittura una squadra di "morti". Nel senso che naufragava alla prima difficoltà, senza forza o volontà di reagire, lasciandosi travolgere passivamente dagli eventi. Il tutto, col suo allenatore Roberto Donadoni sprofondato in panchina, lui per primo in preda allo scoramento.
Ebbene, quello ammirato ieri sera - in un San Paolo gremito e ribollente di entusiasmo - è un gruppo completamente differente: un gruppo di uomini che, nelle prime tre gare con Walter Mazzarri sulla panchina partenopea, ha saputo rimontare il Bologna al novantunesimo minuto (2-1), battere la Fiorentina in trasferta a quattro minuti dalla fine (0-1) e rimontare da 0-2 - con i due gol subìti dopo soli cinque minuti! - a 2-2 contro il Milan con due bellissime reti siglate addirittura al novantesimo (Cigarini, con magnifico sinistro al volo da fuori area: qui sopra, nella foto) e al novantatreesimo (Denis, con colpo di testa in girata su bel cross di Maggio: nella foto sotto). E la cosa più incredibile, perfetta per comprendere appieno la sconvolgente trasformazione di questa squadra in sole tre settimane, è venire a sapere che ieri sera Mazzarri s'è persino arrabbiato con i propri giocatori, perché - dopo il "miracoloso" 2-2 - hanno perso troppo tempo a esultare, mentre c'era ancora qualche minuto a disposizione per provare... a segnare il terzo gol e vincere la partita!
Questa sì che si chiama mentalità vincente! D'altra parte, il Napoli si era già trovato un'altra volta, quest'anno, sotto di due gol dopo appena cinque minuti: a San Siro con l'Inter. E quella volta, la squadra non aveva mostrato alcuna capacità di reazione, a cominciare dal tecnico Donadoni, che peraltro aveva aspettato fino a pochi minuti dalla fine per inserire un attaccante in più. Ieri sera, invece, Walter Mazzarri - sempre in piedi a bordo campo, urlante e in maniche di camicia - ha avuto il lucido coraggio di assecondare la spinta della sua squadra e dei sessantamila sugli spalti, facendo entrare, uno dopo l'altro, prima Cigarini per Pazienza (un regista per un mediano) e poi il più offensivo Datolo per Campagnaro e il risolutivo Denis per un Quagliarella ancora troppo timido e probabilmente fuori condizione.
Con questo non voglio dire che la deludente partenza del Napoli in campionato sia stata unicamente colpa di Donadoni, perché anche l'allontanamento del direttore generale Marino ha contribuito non poco a rasserenare gli animi e cementare il gruppo, ma è indubbio che il cambio in panchina abbia letteralmente trasformato la squadra azzurra, restituendole un'anima e fornendole quella grinta, quella incapacità di mollare e quella voglia inesauribile di vincere che il suo nuovo allenatore possiede davvero in quantità industriali.

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