giovedì 15 ottobre 2009

mondiali under 20: domani kardec contro adiyiah

Di Valerio Clari
(La Gazzetta dello Sport - 14 ottobre 2009)

IL CAIRO (Egitto) - Quei due non potrebbero essere più diversi. Alan Kardec è il prototipo del centravanti, è timido, non ha mai lasciato il suo paese. Dominic Adiyiah è una prima punta piccola e letale, balla dopo i gol, a 19 anni ha fatto un doppio salto mortale climatico lasciando il Ghana per la Norvegia. Venerdì guideranno gli attacchi di Brasile e Nigeria alla ricerca del titolo Mondiale Under 20: sarebbe il quinto per i verdeoro, il primo, storico, per gli africani.
Alan Kardec (qui a destra nella foto, di spalle) è, per gli stessi giornalisti brasiliani, una sorpresa a questi livelli: non che sia un signor nessuno, visto che da tre anni gioca professionista, promosso dal settore giovanile del Vasco, e visto che l'Internacional lo ha riportato in prima divisione, prendendolo in prestito dalla squadra di Rio, retrocessa. Però, al recente sudamericano faceva la riserva di Walter, attaccante "ciccione", sempre dell'Internacional. Kardec era considerato un po' leggerino, e poco incisivo: nel giro di sei mesi ha messo su chili di muscoli, e convinto tutti a suon di gol. Ora sa fare il centravanti boa, e può mostrare le sue migliori qualità: "Sono un giocatore fisico, ho un buon colpo di testa, sono un finalizzatore, un numero nove", spiega per presentarsi al pubblico italiano. Per capacità di vedere la porta, coordinazione e anche per qualche pausa ricorda un po' Trezeguet, ma lui ha un altro modello: "Ho sempre ammirato Romario, soprattutto quello dei tempi di Barcellona". In semifinale ha fatto un gol da posizione impossibile: "Ho visto la palla che stava per uscire, ho visto una luce, mi son detto: 'Devi tirare adesso'. E' il mio mestiere, stare lì e aspettare le opportunità". Sa aspettare anche per approdare in Europa: "Certo, giocare la Champions League è il sogno di ogni giocatore, ma voglio prendere le cose con calma. Quando sarà il momento succederà. Squadre preferite? Mi piace il Chelsea, e in generale ho una passione per il calcio inglese".
Dominic Adiyiah (qui a destra, nella foto) interpreta il ruolo di prima punta in modo molto differente e molto moderna: svaria, detta il passaggio, combina nello stretto: per trovare un paragone si può avvicinarlo a David Villa, del Valencia. Cresciuto nella scuola calcio che il Feyenoord ha impiantato in Ghana, dalla scorsa estate è al Fredrikstad, in Norvegia, "dove è stata un po' dura ambientarsi, e trovare posto. Sono il più giovane fra gli attaccanti". Meno difficoltà con il Ghana under 20: 14 gol in 14 partite, 8 in queste sei del Mondiale, di cui è capocannoniere, praticamente senza rivali. "E' la mia grande occasione - spiega - perché so che qui posso mettermi in mostra per progredire nella mia carriera. Voglio andare a giocare in un grande campionato, come quello inglese, francese o spagnolo, e voglio diventare fra i migliori al mondo". L'ambizione e il senso di responsabilità non gli mancano: "Dobbiamo vincere questo torneo per il calcio africano, che ha bisogno di un trionfo. E io, dopo aver visto in tivù tanti grandi giocatori, fra cui il mio preferito, che è Ronaldo, ora voglio essere uno di loro". Timidezza brasiliana o balli ghanesi? Venerdì il verdetto.

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