mercoledì 14 ottobre 2009

mondiali under 20: brasile e ghana in finale

Di Valerio Clari
(La Gazzetta dello Sport - 14 ottobre 2009)

IL CAIRO (Egitto) - Sarà Brasile vero contro Brasile d'Africa. Verdeoro campioni del Sudamerica contro il Ghana, vittorioso nel suo continente, in finale del Mondiale Under 20. Eliminate rispettivamente Costa Rica e Ungheria, l'appuntamento è per venerdì, al Cairo, ore 20.
Il gol che sblocca il risultato per il Brasile arriva dopo oltre un'ora di possesso palla, non troppo produttivo, per dire la verità. Un tiro da fuori di Souza e un numero di Giuliano fermato in modo sospetto in area sono tutto il prodotto verdeoro del primo tempo. Al 21' però Bertucci da sinistra piazza un bel cross, Paulo Henrique e Smith sfiorano solo, Kardec da posizione molto difficile, sul secondo palo, si coordina in corsa e spara una bomba in porta (nella foto sopra, l'esultanza del giocatore dopo il gol). Quando hai giocatori così, la vita ti sorride, e puoi aspettare senza innervosirti troppo di aprire la scatola centroamericana. Tanto più che il Brasile ha anche un buon equilibrio, con l'interessante Toloi al centro della difesa e due uomini d'ordine davanti a lui, Souza e Maylson (poi sostituito dal non impeccabile Renan). Da metà campo in su il talento non manca: oggi meglio Paulo Henrique, del Santos, di Alex Teixeira, in crisi negli spazi ristretti. Giuliano è un talento fatto e finito, con la palla fra i piedi regala numeri e salta l'uomo, ma l'ingresso fondamentale è quello di Bertucci, dinamismo a sinistra.
La Costa Rica ne aveva prese cinque al debutto, e ha chiaramente imparato la lezione: 4-4-1-1, col solo Martinez oltre la linea della palla. Il risultato nel primo tempo è un imbarazzante trenta per cento di possesso palla, ma anche un predominio nelle occasioni create, con paratone del brasiliano Rafael su Guzman (punizione al 16') e Urena (contropiede al 44'). I Ticos sono ben registrati dietro, attorno alla coppia formata dal capitano Mena e dal "rasta" Smith. Urena poi è una scheggia nelle ripartenze, anche palla al piede, mentre Martinez fa bene la boa. Più dura quando si tratta di recuperare: si fa paura solo con una punizione di Guzman.
Fra Ghana e Ungheria finisce 3-2. Ma non è stata una battaglia come Italia-Ungheria. Gli africani dominano ampiamente il primo tempo, in cui la punta Adiyiah chiude i discorsi per la Scarpa d'oro del cannoniere. La sua doppietta (primo gol al 10' con tocco sulla conclusione di Ayew, fiondatosi su un retropassaggio corto di Presinger; secondo al 30' di testa su cross sul secondo palo di Inkoom) lo catapulta a quota 8 reti, doppiando una folta schiera di secondi (qui nella foto, la sua esultanza). Nella ripresa la squadra di Tetteh, si rilassa un po', subisce il ritorno degli ungheresi, che segnano con Futacs, al 28', su assist di Andras Simon. Il gol non è una sveglia sufficiente, gli africani rischiano il 2-2 di Goszotony e poi di Szabo di testa. Reagisce Quansah, che fa 3-1 in contropiede, si addormenta Addy, che concede il 3-2 a Balajti.
Scusate alcune superficialità dietro con la consapevolezza di essere in controllo della partita, questo Ghana è una potenza: quando attacca, lo fa in 8, coi terzini Inkoom e Addy che sfruttano le fasce lasciate libere dai centrocampisti, che tendono ad accentrarsi per combinare nello stretto. Ayew è leader, il doriano Rabiu ci mette del suo, Agyemang-Badu è l’uomo dell'equilibrio. Poi ci sono quei due là davanti: Adiyiah è imprendibile nello stretto, e colpisce anche di testa, Osei con un tiro da fuori ha fatto tremare la traversa, con altre iniziative i pochi tifosi ungheresi. L'Ungheria è già andata oltre le proprie aspettative, se si considera come i ragazzi prima del torneo avevano pronosticato per lo più un'uscita ai quarti. Si aspettava Nemeth, uscito invece al 45' con qualche problema fisico, è spuntato Andras Simon, altro ragazzo del Liverpool in prestito, al Cordoba: assist e giocate. Bene anche il colosso Futacs, Gosztonyi, spostato a destra sulla fascia di Koman, e nelle ripresa il bresciano Varga: è stato fra i più pericolosi, con un paio di conclusioni a fil di palo.

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