martedì 23 giugno 2009

gli errori di lippi

Di Diego Del Pozzo

Dopo la brutale presa di coscienza della nostra attuale impotenza calcistica, anche a livello di nazionale, è il momento delle riflessioni, per individuare gli errori commessi in occasione del "naufragio" alla Confederations Cup e, magari, farne tesoro in vista dei Mondiali sudafricani del prossimo anno, dove l'Italia si presenterà da campione uscente e, quindi, dovrà quantomeno proporsi in modo dignitoso.
Le critiche degli osservatori più o meno raffinati - dai critici di professione ai commentatori da bar - hanno come obiettivo, ovviamente, il sempre più discusso commissario tecnico Marcello Lippi. Cerchiamo di passare brevemente in rassegna, dunque, le principali "colpe" del ct italiano:
1) Eccessiva fiducia nella "vecchia guardia" dei campioni del mondo 2006, logora e spremuta ben al di là della comunque oggettiva anzianità anagrafica: in molti casi, infatti, si tratta di calciatori nella fase declinante della carriera (Cannavaro [qui sopra, nella foto], Zambrotta, Grosso, Gattuso, Camoranesi, Toni), stanchi fisicamente e mentalmente per i tanti impegni e spesso appagati per i molti trionfi. Insomma, gambe pesanti, pancia piena e mente lenta;
2) Convocazioni eccessivamente "timide", basate su giocatori ordinati e obbedienti, ma in molti casi dalla personalità scarsa: certo, poco problematici, ma al tempo stesso anche abbastanza privi di quel talento che può fare la differenza in manifestazioni come un Mondiale o un Europeo. Che c'entrano con la nazionale, infatti, i vari Amelia, De Sanctis, Gamberini, Legrottaglie, Dossena, Pepe? In prevalenza, si tratta di onesti mestieranti e nulla più, probabilmente "premiati" perché appartenenti ai "giri" giusti (procuratori amici, società vicine, "burattinai" sodali del ct, ecc.);
3) Diretta conseguenza dei primi due punti è la scarsa fiducia in calciatori più giovani e di maggiore talento, anche se presumibilmente meno "soldatini" dei fedelissimi lippiani: un nome per tutti è quello di Antonio Cassano, sistematicamente ignorato dall'ineffabile ct. E anche Mario Balotelli, se non cambia atteggiamenti, rischia di fare la stessa fine. D'altra parte, stiamo parlando dell'uomo che ha negato il titolo di campione del mondo a Christian Panucci, preferendogli l'ex palermitano Christian Zaccardo: ed è evidente a tutti come i due giocatori abbiano in comune soltanto il nome di battesimo;
4) Scarsissimo rispetto delle indicazioni provenienti dalla stagione dei club (ancora Cassano? Il capocannoniere italiano Di Vaio? L'ottimo D'Agostino dell'Udinese 2008-2009? Il Barzagli titolare inamovibile nel Wolfsburg campione di Germania?);
5) Atteggiamento tattico presuntuoso e non coerente con le disastrose condizioni fisico-atletiche dei giocatori presenti alla Confederations Cup: che bisogno c'era, infatti, di insistere su un 4-3-3 apparso presto assolutamente suicida, in particolar modo contro il Brasile?
Tenendo conto di tutto ciò, dunque, la batosta sudafricana (nella foto sopra, l'autogol di Dossena per il 3-0 del Brasile) potrebbe essere persino salutare, in prospettiva Mondiale. A patto che vi sia, da parte di Marcello Lippi, una reale voglia di correggere i propri errori. Come si dice: "Errare è umano, perseverare...".

3 commenti:

  1. Commento al volo (dopo quattro giorni è il primo minuto libero!!!): condivido pienamente. Il campionato per la verità ha indicato anche un altro nome, Balotelli. E' vero che è genio e sregolatezza, ma la sua metà che segna i gol che ha fatto con l'Under non può non far parte della selezione dei migliori. Con Rossi forma una coppia formidabile: in due, quasi gli stessi anni di Cannavaro. Meditare...
    Pingu71

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  2. Ciao Pingu71,
    Balotelli ovviamente lo considero tra quelli immediatamente inseribili, come puoi leggere anche in un post precedente ("La nazionale dei non giovani / 2").
    A presto e torna a seguirci più spesso.

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  3. Per quanto riguarda il punto 2, purtroppo da tifoso interista posso etstimoniare che Lippi non ama i giocatori di carattere. Quando fu allenatore dell'Inter fece vendere il grande Simeone, giocatore di carattere, che allora era l'anima del centrocampo dell'Inter e riuscì in breve tempo a litigare con Panucci (è da allora che i due non si possono più vedere). E poi aveva il coraggio di lamentarsi nelle interviste che quell'Inter, che aveva sapientemente evirato, non aveva carattere e in trasferta si smarriva regolarmente...

    Il guaio è che l'ombroso Lippi non tollera altri galli (oltre a lui) nel suo pollaio. Ad altri punti critici si può porre rimedio, ma su questo aspetto caratteriale rimedi non ne vedo, se non ... cambiare ct.

    Quindi, fino a che ci sarà Lippi, scordiamoci i Cassano e i Balotelli e in generale tutti i giocatori di carattere (quelli insomma che, secondo la terminologia lippiana, "non sanno fare gruppo").

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