martedì 2 giugno 2009
lacreme napulitane
Di Diego Del Pozzo
Storie di onore ferito e di dignità offesa sotto al Vesuvio: ma, in realtà, si litiga per i soldi e nient'altro. Senza aspettare nemmeno ventiquattr'ore dal termine del campionato, dunque, il "Pocho" Lavezzi, consigliato dai suoi rapaci procuratori, ha fatto deflagrare la "bomba", scappando via dalla città che, nonostante le delusioni di questi mesi, lo aveva eletto a suo nuovo idolo. E lasciando ai propri tifosi (affranti?) una lettera, scritta a mano e in stampatello, degna della più trash tra le sceneggiate cinematografiche di Mario Merola.
Poiché il testo di questa lettera "strappacore" merita di essere conosciuto integralmente e magari meditato, lo riporto qui di seguito: "Scrivo questa lettera ai tifosi che mi sono sempre stati vicino e che mi hanno dimostrato anche domenica il loro affetto. È un momento difficile e spero che presto la situazione si chiarisca tanto per voi quanto per me. L'unica cosa certa è che un giorno non ci saranno più nè Lavezzi nè Marino, ma resterà soltanto questa grande squadra e questa immensa città semplicemente perché il Napoli non è di nessuno, rappresenta la sintesi del sentimento della dignità dei suoi tifosi. Oggi io devo soltanto scegliere tra la dignità e la mancanza di rispetto, fedele alla educazione ricevuta scelgo senza dubbio la dignità". Mammamia! Finalmente, un uomo che sceglie la dignità! Ci manca solo il passaggio sui figli che sono "piezz' 'e core" e quello sulla "donna svergugnata che m'ha tradito" e poi saremmo davvero in pieni anni Settanta meroliani.
In realtà, Lavezzi - lui sì davvero senza dignità - pretende di ridiscutere il contratto già ridiscusso e adeguato lo scorso anno (con attuale stipendio pari a un milione e trecentomila euro annui), nonostante il disastro tecnico prodotto da lui e dai suoi compagni nel corso del campionato appena concluso, col Napoli che nel girone di ritorno ha chiuso all'ultimo posto in classifica con soli tredici punti (compresi i tre regalati dal finto Chievo all'ultima giornata) e con lui che, da seconda punta, ha confermato la propria allergia al gol, siglandone soltanto sette lungo un intero campionato, in realtà da lui giocato soltanto fino a dicembre. Ora, se un calciatore gioca come sa per soli quattro mesi, invece che per l'intera stagione agonistica, non credo possa poi avanzare pretese nei confronti della società che lo ha regolarmente stipendiato per un anno intero: anzi, forse dovrebbe lui restituire qualcosa, quantomeno in termini di disponibilità e condivisione di un progetto tecnico.
Certo, se davvero vi fosse questa fantomatica offerta del Liverpool, il "Pocho" potrebbe anche impuntarsi per non perdere un "treno" che, magari, per uno come lui passa una sola volta nella vita (perché, poi, vorrei vederlo il Lavezzi che conosciamo nel Liverpool...). Però, magari, pensandoci un po' prima (e, soprattutto, tenendo conto del contratto che lo lega al Napoli, al quale spetta, dunque, l'ultima parola su una sua eventuale cessione), l'attaccante argentino avrebbe potuto prendere esempio dal suo connazionale Diego Milito, anch'egli già certo di lasciare una piazza che lo ama alla follia come Genova, ma professionista fino all'ultimo secondo di una stagione conclusa con ventiquattro gol segnati e con la squadra portata di peso al quinto posto e alla conseguente qualificazione in Europa League. E' ovvio che, così, la società abbia acconsentito alla legittima aspirazione del giocatore di andare a confrontarsi in una piazza più prestigiosa (Inter) e sul palcoscenico della Champions League.
Il comportamento di Lavezzi nella vicenda che lo riguarda, invece, è stato esattamente di segno opposto, caratterizzato da scarsa professionalità e disponibilità. Non si capisce perché, allora, il Napoli dovrebbe accontentarlo e, non avendo pressanti esigenze di monetizzare, interrompere il contratto con l'argentino prima della naturale scadenza.
Adesso, dunque, il rischio di un "braccio di ferro" tra giocatore e società diventa concreto. Ma proprio questo può essere un buon banco di prova per capire se dietro il "fumo" di tante dichiarazioni presidenziali - "Con De Laurentiis i contratti si rispettano alla virgola...", ha più volte dichiarato don Aurelio - vi sia "l'arrosto" di un comportamento conseguente.
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Se non vuole rimanere è meglio farlo andare via. Giorgio
RispondiEliminaSe il giocatore vuole andare via è meglio lascarlo partire per tanti e tanti motivi.
RispondiEliminaSi creerebbe un precedente scomodo per altri giocatori che andrebbero a battere cassa minacciando di andarsene altrove ma io sono dell'idea che tenere un giocatore contro la sua volontà sia solo deleterio e controproducente per entrambe le parti.
Se l'offerta del Liverpool è davvero cosi sostanziosa tanto vale darlo via perchè tenerlo da separato in casa a cosa servirebbe????
Ciao
Il problema è che Lavezzi e i suoi procuratori credo stiano giocando sporco e non abbiano in mano nessuna offerta reale (oggi s'è parlato anche del Manchester City e, addirittura, di una ridicola minaccia di "ritiro dal calcio giocato").
RispondiEliminaIo fossi un dirigente della società pretenderei il rispetto del contratto, a costo di tenere il giocatore fermo per un anno (tra l'altro, l'anno che porta ai Mondiali...).
Come volevasi dimostrare, il portavoce del Liverpool ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, nella quale si evidenzia come "Il Liverpool Fc non è mai stato interessato al calciatore del Napoli Ezequiel Lavezzi".
RispondiEliminaA buon intenditor...