Di Diego Del Pozzo
Il Napoli arriva alla pausa di novembre della Serie A, per le qualificazioni europee delle Nazionali, issandosi al terzo posto in classifica, dunque rispettando sostanzialmente quelli che erano i pronostici d'inizio stagione, che vedevano proprio gli azzurri di Benitez come unica, possibile alternativa credibile al duello annunciato per lo scudetto tra Juventus e Roma, nonostante la delusione per una campagna acquisti dai più ritenuta non all'altezza (a torto) e per la sfortunata eliminazione di agosto al play-off di Champions League.
Rispetto ad allora, però, il Napoli pare molto cresciuto soprattutto in termini di fiducia nei propri mezzi, con Rafa Benitez che ha saputo compattare il gruppo ma anche l'ambiente, a dispetto di attacchi mediatici spesso ben oltre i confini del cattivo gusto e della malafede. Così, gli azzurri di metà novembre sono una squadra forte innanzitutto sul piano mentale, poi ordinata tatticamente e decisamente competitiva sul piano della tecnica. I big Higuaìn, Callejon e persino Albiol hanno recuperato concentrazione e un po' di condizione atletica; i nuovi arrivati Koulibaly e Lopez stanno rendendo oltre le attese (soprattutto il primo, monumentale contro Roma e Fiorentina); Hamsik sta recuperando la propria centralità tecnico-tattica, mentre un Jorginho potenziato anche nel fisico sembra in grado di poter tenere le redini della squadra con una certa sicurezza. Poi, ci sarebbe il nuovo Lorenzo
Insigne, purtroppo infortunatosi gravemente a Firenze, ma diventato in quest'ultimo mese un tassello indispensabile del
modulo di Benitez, in grado di abbinare alla sua tecnica superiore un
notevole dinamismo e una capacità unica di corsa e resistenza, capaci di fargli svolgere al meglio i suoi compiti in fase difensiva oltre che
offensiva. Accentrandosi dalla fascia sinistra è, ormai, il
suggeritore-principe per gli altri attaccanti azzurri, ma ha anche
assimilato alla perfezione i tempi dei recuperi e dei tagli difensivi. Sul suo infortunio tornerò tra un po'.
Per arrivare al terzo posto prima della sosta, il Napoli ha dato continuità alla magnifica vittoria casalinga sulla Roma andando a espugnare il campo della Fiorentina con l'autorità della grande squadra. Al Franchi, infatti, domina i sempre temibili avversari per la prima ora di gioco, difendendosi poi con ordine e una certa sicurezza nella tranche finale. Contro i viola, tra l'altro, si vede il miglior Gonzalo Higuaìn della stagione, non
soltanto per il gol decisivo dello 0-1, ma anche per alcune giocate
francamente impressionanti e per quella capacità unica di abbinare
potenza atletica, tecnica sopraffina e grande intelligenza tattica (nei
movimenti senza palla è spettacolare). Il Pipita sta recuperando la
forma migliore e, come tutto il Napoli, mostra di avere ancora evidenti margini di
miglioramento.
La bruttissima notizia che arriva da Firenze, invece, è il grave infortunio di
Lorenzo Insigne, che s'è rotto il legamento crociato anteriore del
ginocchio destro. Il giocatore del Napoli è stato operato lunedì a Roma e i
tempi per il suo pieno recupero, purtroppo, si prevedono lunghi, tra i 4
e i 6 mesi.
Ovviamente, il primo pensiero va al ragazzo, che stava
attraversando un momento di grande forma e, senza infortunio, sarebbe
stato convocato anche in Nazionale (il ct Conte gli ha telefonato per manifestargli la propria vicinanza), dove secondo me avre
bbe
avuto un ruolo importante fin da subito. A lui va un sincero "in bocca
al lupo", con la speranza di rivederlo al più presto sui campi di
calcio.
Per quanto riguarda il Napoli, invece, il danno tecnico è
molto serio, poiché oggi come oggi Insigne è forse il giocatore meno sostituibile dell'intera rosa azzurra. Perciò, la sua assenza e quella di uno Zuniga sempre più oggetto
misterioso rischiano di frenare le legittime ambizioni azzurre. In attesa di ritornare sul mercato a gennaio, per acquistare uno o due esterni, adesso toccherà a Benitez inventarsi qualcosa, aumentando di molto il minutaggio di Mertens senza fargli perdere efficacia e puntando sulla duttilità di De Guzman.
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