giovedì 10 luglio 2014

brasile 2014: la finale sarà germania-argentina, dopo le semifinali shock

Di Diego Del Pozzo

Dopo quasi un mese di abbuffata calcistica, saranno Germania e Argentina a contendersi il titolo di campione del mondo, domenica sera, nella cornice unica dello stadio Maracanã di Rio de Janeiro. E, al di là del tifo e delle personali predilezioni o idiosincrasie, si può certamente affermare con convinzione che, all'atto finale del Mondiale brasiliano, stavolta arrivano le due nazionali più meritevoli e più forti, dal punto di vista tecnico e mentale, dell'intero panorama internazionale.
Il primo gol di Schurrle: e sono sei!
La Germania allenata da 8 anni da Joachim Löw raccoglie quanto seminato da un decennio a questa parte e si presenta al match decisivo sull'onda apparentemente inarrestabile del clamoroso 7-1 rifilato al malcapitato Brasile di Felipão Scolari in una semifinale apparsa da subito senza storia ma che, invece, alla storia passerà come la più pesante sconfitta della Seleção in una partita ufficiale e in una giocata in casa propria. Da parte sua, invece, l'Argentina guidata dal sottovalutato tecnico Alejandro Sabella suda le proverbiali sette camicie per avere la meglio su un'Olanda che conferma ancora una volta i pregi e i difetti già evidenziati nel corso dell'intero torneo. Abilissima a distruggere il gioco avversario e ad anestetizzarne le fonti, infatti, la squadra del "diabolico" Louis Van Gaal contribuisce largamente allo spettacolo noioso e a tratti persino avvilente che va in scena a San Paolo, dove uno 0-0 ovvio - per quanto visto in campo, non per il potenziale dei due team - resiste fino al termine dei tempi supplementari, col 4-2 finale che premia l'Albiceleste concretizzatosi soltanto dopo i calci di rigore.
Ma è meglio ripercorrere con qualche dettaglio in più tutte e due le semifinali.

Disperazione brasiliana
Brasile - Germania 1-7
Il match di Belo Horizonte fa parte di quegli eventi storici che, tra 50 anni, faranno dire a chi vi ha assistito in diretta: "Mi ricordo di quella sera in cui la Germania distrusse il Brasile 7-1 in casa sua...".
Sì, perché quanto accade nella prima semifinale mondiale ha davvero dell'incredibile, con i padroni di casa umiliati dai tedeschi come una squadretta di dilettanti qualsiasi. Dopo mezz'ora, il tabellone indica già 0-5, con gli uomini di Löw che, appena recuperano palla, scendono a folate verso l'area di rigore avversaria, tagliano la difesa verdeoro come lame nel burro e depositano immancabilmente in rete, quasi indisturbati da un assetto difensivo ridicolo, non giustificabile nemmeno con la pur grave assenza di capitan Thiago Silva per squalifica.
La grande gioia tedesca
Nei primi 20 minuti del secondo tempo, addirittura, i tedeschi si fermano letteralmente, permettendo ai brasiliani di tirare ripetutamente in porta, in modo da far allenare un po' anche il fino a quel momento disoccupato portierone Manuel Neuer. In realtà, infatti, per lunghi tratti pare davvero di assistere a un allenamento defatigante di metà settimana, con i padroni di casa mai visti in una versione così vergognosa. Terminata senza danni anche la sessione di training di Neuer, la Germania riprende ad attaccare, semplicemente perché qualcosa deve pur fare, in attesa che arrivi il novantesimo. E gli altri due gol di André Schürrle (dopo quelli del primo tempo, in rapida sequenza, di Müller, Klose, da quel momento miglior marcatore nella storia dei mondiali, Kroos due volte e Khedira) sono l'inevitabile conseguenza della leggera accelerata finale tedesca, che peraltro avrebbe potuto produrne ancora altri e, invece, concede proprio sul fischio finale la marcatura della bandiera al pallido Oscar, il quale fissa il punteggio su un fantascientifico 1-7 che i brasiliani non dimenticheranno mai. Altro che Maracanazo!
In vista della finale, la Germania è brava, matura, forte di testa oltre che nella tecnica, dunque non dovrebbe correre il rischio di sopravvalutare il risultato roboante della semifinale. Il Brasile di questo Mondiale, infatti, è apparso subito come inadeguato e, con ogni probabilità, in un torneo giocato altrove sarebbe stato eliminato già al primo turno da Messico e Croazia. Con la solida Argentina sarà tutta un'altra storia. Ma questo la Germania lo sa.

Sergio Romero festeggia dopo i rigori
Olanda - Argentina 0-0 (2-4 dopo i calci di rigore)
Nella seconda semifinale mondiale, lo spettacolo è di tutt'altro tenore. Quelle allenate da Van Gaal e Sabella, infatti, sono due squadre molto consapevoli dal punto di vista tattico, arcigne, esperte, anche se dotate di parecchie individualità di spicco (non sempre impiegate al meglio...). La partita è equilibratissima, inevitabilmente brutta e bloccata, come quasi sempre in questo torneo quando ci sono di mezzo gli Oranje. Il 5-3-1-1 olandese chiude tutti i varchi ai solisti argentini, mentre dall'altra parte l'assenza di un tuttofare imprevedibile e talentuoso come Angel Di Maria si sente più del dovuto, nonostante la buona prova tutta corsa e sostanza del suo sostituto Enzo Perez. A centrocampo giganteggia il leader nato Javier Mascherano, che imposta la propria manovra, contrasta e pressa, distrugge le trame altrui, senza mai fermarsi per un solo secondo. In fascia, Lavezzi sgomma e percorre i consueti chilometri, mentre Higuain e Messi appaiono un po' fuori tono o, forse, soffrono la vigoria della difesa olandese, nella quale si distingue in positivo il centrale Ron Vlaar e in negativo il solito Martins Indi, opportunamente sostituito da Van Gaal all'intervallo.
Il penalty segnato da Leo Messi
Le occasioni da gol restano poche per tutto il match, con le due squadre più concentrate sugli aspetti agonistici piuttosto che su quelli strettamente tecnico-spettacolari. E nemmeno il cambio di modulo di Sabella nel secondo tempo, con gli ingressi offensivi di Palacio e Aguero al posto di Perez e Higuain, produce troppi scossoni al nervoso tran tran destinato ad approdare alla soluzione dagli undici metri. Qui, però, Van Gaal si risparmia l'effetto-placebo di Krul al posto del titolare Cillessen, poiché gli argentini non si sarebbero certo fatti intimidire da simili giochetti, come accaduto nei quarti ai meno esperti costaricani. Invece, sull'altro fronte, sale in cattedra l'estremo difensore dell'Albiceleste, Sergio Romero, che para i penalties di Vlaar e Wesley Sneijder, valorizzando le perfette realizzazioni dei compagni Messi, Garay, Aguero e Maxi Rodriguez.
Così, sul suolo brasiliano ancora fresco di profanazione teutonica, l'Argentina si toglie la soddisfazione immensa di andare a giocarsi la finale mondiale contro la fortissima Germania nel tempio carioca del Maracanã, in quello che, dopo i due precedenti di segno opposto del 1986 e 1990, si preannuncia un vero e proprio spareggio iridato.
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