lunedì 7 luglio 2014

brasile 2014: i quarti promuovono la nobiltà calcistica

Di Diego Del Pozzo

Il bellissimo Mondiale brasiliano entra nella fase decisiva, quella delle semifinali, dove da domani si affronteranno quattro tra le nazionali più importanti e blasonate dell'intera storia del calcio, in un doppio confronto tra nobiltà del Sudamerica ed europea che promette davvero scintille. Che cosa c'è di meglio, infatti, che chiudere un torneo iridato spettacolare come questo con Brasile - Germania e Olanda - Argentina? In campo ci sono ben dieci titoli mondiali più altre tre finali...
In attesa di gustarci questi fantastici match, dunque, ecco il mio personale riepilogo di quanto accaduto nei quarti di finale di Brasile 2014.
Gioia tedesca al fischio finale
Francia - Germania 0-1
Nel primo quarto, i tedeschi vincono 1-0 con i francesi in uno tra i derby europei tradizionalmente più sentiti e accesi. E vanno in semifinale di un Mondiale per la tredicesima volta in totale e per la quarta edizione consecutiva.
Con mezza squadra febbricitante, la Germania si dimostra più esperta e solida, tecnicamente e mentalmente, di una buona Francia, giovane e con ulteriori, ampi margini di miglioramento.
Il match è equilibrato, deciso da un colpo di testa di Hummels dopo 12 minuti e poi difeso con la consueta organizzazione tattica, arricchita da alcuni interventi in chiusura dello stesso difensore centrale del Borussia Dortmund (belli e decisivi, in particolare, quattro recuperi prodigiosi su altrettante conclusioni avversarie) e dalla presenza tra i pali di Manuel Neuer - il miglior portiere del mondo, con buona pace di tanti commentatori italioti - con due paratone fatte con tale sicurezza e naturalezza da far dubitare del fatto che qualcuno possa realmente fargli gol.
D'altra parte, questa Germania gioca assieme (e sotto la stessa guida tecnica di Joachim Low) già da diversi anni e il Mondiale brasiliano potrebbe essere il momento giusto per la raccolta dopo tanta semina. Vedremo.

L'omaggio di David Luiz a James Rodriguez
Brasile - Colombia 2-1
Un Brasile rude e un po' scarpone, tostissimo, grintoso come il suo allenatore Scolari e difensivamente equilibrato batte in extremis 2-1 una Colombia che, però, paga oltremodo la mancanza di esperienza in match di questo livello e, soprattutto, di questa tensione nervosa. Ma paga anche alcune scelte cervellotiche del ct Pekerman, che all'inizio schiera il fantasma di Ibarbo al posto di Jackson Martinez, non inserendolo poi nemmeno durante l'assedio finale.
Come previsto, il futebol bailado lo giocano i colombiani che, però, regalano quasi l'intero primo tempo ai più blasonati e scafati avversari, i quali, in apertura, li intimidiscono fisicamente con una serie di interventi spezzagambe, in particolar modo con un Fernandinho fallosissimo su James Rodriguez (e con un arbitro meno casalingo - nonché opportunamente dotato di cartellini gialli e rossi - il mediano verdeoro sarebbe finito molto presto sotto la doccia).
Ma il Brasile, nella prima metà, aggredisce i colombiani, entra spesso nella loro area di rigore e costruisce diverse occasioni da gol, dopo aver sbloccato il risultato con una deviazione di ginocchio di Thiago Silva (lasciato colpevolmente libero dalla difesa colombiana) su calcio d'angolo.
Nel secondo tempo, invece, soprattutto dopo aver subito il 2-0 su uno splendido calcio di punizione di David Luiz, la Colombia inizia davvero a giocare, Pekerman fa qualche aggiustamento tattico e James Rodriguez si sblocca e sale in cattedra, mettendo spesso i compagni in possibilità di concludere a rete, finalizzando da par suo il calcio di rigore del 2-1 e guidando la propria squadra fino all'ultimo secondo, quando almeno un paio di volte i Cafeteros sfiorano il clamoroso - e probabilmente meritato - 2-2.
Trovo indicativo, comunque, che questo Brasile solido e pieno di cuore abbia vinto grazie a due gol dei suoi difensori centrali (gli unici fuoriclasse della rosa, oltre a Neymar) e che, nel finale, si sia difeso spezzettando il gioco con falli tattici e buttando continuamente la palla in tribuna, con grande umiltà (e schierando persino Henrique come schermo davanti alla difesa!). La squadra di casa, d'altra parte, sapeva di essere meno tecnica dei propri avversari. E, dunque, non s'è vergognata di puntare forte su altre "doti".
Ma, anche in semifinale, sarà meno dotata tecnicamente della Germania, che però è squadra fornita di ben altra grinta, esperienza e mentalità rispetto alla bella Colombia che, in ogni caso, saluta il Mondiale tra gli applausi dei tifosi brasiliani e degli amanti del bel calcio.
Dopo il fischio finale, c'è uno tra i momenti più belli del Mondiale, quando l'esperto guerriero David Luiz, match winner col suo potentissimo piattone da 25 metri su calcio di punizione, abbraccia a centrocampo il giovane leader colombiano James Rodriguez in lacrime (per me, il migliore giocatore del torneo), lo indica platealmente al pubblico di casa e chiede a grandi gesti un applauso che, per il quasi ventitreenne numero 10 della Colombia, sa tanto di riconoscimento ufficiale del suo nuovo status di superstar calcistica globale.

Il gol decisivo di Gonzalo Higuain
Argentina - Belgio 1-0
Ci voleva una grande Argentina per battere il Belgio visto finora a Brasile 2014. E grande Argentina è stata, almeno per 80 minuti: una squadra in crescita costante e che, soprattutto, dimostra di avere assorbito molto meglio degli avversari le fatiche degli ottavi di finale. Il Belgio, infatti, appare stanco nel fisico e un po' scarico nella testa, con quasi tutte le sue notevoli individualità davvero in ombra.
L'Argentina, invece, è ordinata tatticamente, con la difesa alta, il pressing feroce su difensori e centrocampisti avversari, le fasce presidiate dal solito grande Angel Di Maria (poi sostituito per infortunio da Enzo Perez) e da un Lavezzi millepolmoni, generosissimo e sempre pronto al sacrificio. Su tutti, però, si staglia un fantastico Gonzalo Higuain, autore del gol decisivo del 1-0 e di una serie di giocate di qualità elevata, tra le quali le due con le quali sfiora il raddoppio. E il Pipita, a fine match, è il migliore in campo.
Nei 10 minuti finali il Belgio (meglio con i subentrati Lukaku e Mertens piuttosto che con i titolari Origi e Mirallas) assedia l'Argentina di puro orgoglio e, in extremis, sfiora persino un pareggio che, però, sarebbe stato esagerato. Il giovane Belgio, comunque, è fisiologicamente destinato a crescere ancora, in vista degli Europei 2016. Stavolta, invece, viene eliminato da una squadra più forte, pronta, matura, meritatamente in semifinale mondiale, 24 anni dopo, con cinque vittorie in altrettanti match (unica tra le quattro semifinaliste ad aver vinto, fin qui, ogni partita disputata).

Il pararigori Krul all'opera
Olanda - Costa Rica 0-0 (4-3 dopo i calci di rigore)
Il meno prestigioso tra i quarti di finale è, innanzitutto, una sfida tra due grandi allenatori, tatticamente preparatissimi: Louis Van Gaal e Jorge Luis Pinto.
Alla fine, vince il primo, tirando fuori dal cilindro la mossa a effetto del portiere pararigori, Tim Krul, fatto riscaldare per tutto il secondo tempo supplementare e fatto entrare allo scadere apposta per neutralizzare i due calci di rigore che, poi, decidono il risultato: una sostituzione geniale e inattesa, come l'intera gestione di Van Gaal nel corso di Brasile 2014.
A partire dai minuti finali dei tempi regolamentari e durante tutti i supplementari, dopo aver incontrato enormi difficoltà in precedenza grazie alla perfetta partita difensiva impostata dalla Costa Rica, gli Oranje schiacciano gli ormai stremati centroamericani nella loro metà campo, colpendo pali e traverse e costringendo l'ottimo portiere Keylor Navas a ergersi a protagonista assoluto del match. Quando possono, però, i Ticos ripartono comunque in contropiede, impedendo all'Olanda di stare tranquilla dietro.
A un certo punto, da santone iper-razionale qual è, Van Gaal si convince che la soluzione ai rigori può premiare la sua squadra, più esperta e dotata di tiratori scelti del calibro di Van Persie, Robben, Sneijder, Kuyt, Huntelaar. Al resto, può pensare lo specialista seduto in panchina accanto a lui... E, puntualmente, va tutto come previsto dal Grande Manipolatore.
Comunque, al netto dei pali e delle traverse colpiti dagli arancioni, questa Olanda speculativa e un po' noiosa - che, però, va in semifinale meritatamente - continua a non convincere, pur potendo battere chiunque nella partita secca, in un modo o nell'altro. Da parte sua, la Costa Rica lascia il Mondiale da imbattuta dopo aver giocato contro Uruguay, Italia, Inghilterra, Grecia e Olanda. Applausi, please!
Adesso, nelle semifinali ci sarà spazio soltanto per la storia del calcio.
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