venerdì 9 luglio 2010

sudafrica 2010: la disfida dei "normal ones"

Di Diego Del Pozzo

La finale mondiale di domenica sera sarà anche una disfida tra normal ones, in un mondo come quello del calcio contemporaneo che continua a correre dietro ai "profeti" svelti di lingua e ai condottieri dallo sguardo di ghiaccio (vero José?).
Sia lo spagnolo Vicente Del Bosque che l'olandese Bert van Marwijk, commissari tecnici delle due finaliste di Sudafrica 2010, sono lontani anni luce dal modello del fascinoso tecnico-dominatore, capace di mandare in sollucchero i rappresentanti dei media, di attirare su di sé il "rumore dei nemici", di mettere in secondo piano persino i propri campioni. Ebbene, Del Bosque e van Marwijk sono l'esatto opposto: umanisti nel senso più profondo del termine, mettono infatti al centro del loro modus operandi i giocatori delle squadre allenate, consapevoli di come siano soltanto questi a tenere in piedi l'universo-calcio. Gestori di uomini, innanzitutto; ma gestori di gran classe, intelligenti e capaci di tirare fuori il meglio da ciascuno.
Lo spagnolo dal baffo che tranquillizza, carico di trionfi realmadridisti sia come giocatore che soprattutto come allenatore, ha preso in mano una squadra campione europea in carica e, con poche modifiche e inserimenti graduali dettati dal buon senso e dall'esperienza, ha saputo tenerne viva la fame di vittorie, portandola alla finale mondiale per la prima volta nella storia del calcio iberico. In quanto a Lambertus (Bert) van Marwijk, ne descrive molto bene i punti di forza un esperto di cose calcistiche olandesi come Alec Cordolcini, in un bell'articolo pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano Il Giornale e ripreso anche sul suo blog Radio Olanda: "[...] Non è ct della nazionale olandese per caso, né tantomeno il classico uomo di paglia messo sulla panchina con il solo compito di non disturbare i galli nel pollaio. Serviva un uomo d'ordine, un pompiere capace di spegnere i fuochi delle liti interne, un mediatore abile nello smorzare i toni. Ma serviva anche un allenatore capace di plasmare un gruppo pieno di talento in una squadra solida ed equilibrata. Missione compiuta, senza troppi fronzoli: [...] 24 partite consecutive senza sconfitte, nove vittorie negli ultimi nove incontri, semifinale ai Mondiali dopo aver messo ko il Brasile per la prima volta dal 1974".
Insomma, domenica sera - chiunque sia ad alzare la coppa - a vincere sarà anche la serena serietà del lavoro di due tecnici speciali proprio perché così normali.

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