giovedì 24 giugno 2010

sudafrica 2010: un'italia vergognosa torna subito a casa

Di Diego Del Pozzo

Un'Italia assolutamente vergognosa riesce a fare peggio persino della Francia (almeno dal punto di vista tecnico) e saluta il Mondiale sudafricano già al primo turno, finendo ultima nel girone più facile dell'intero lotto. Il peggior risultato di sempre della nazionale italiana ai Mondiali di calcio - dal 1930 al 2006 non era mai stata eliminata al primo turno senza nemmeno una vittoria - è giunto al termine di una partita sconcertante e indifendibile da ogni punto di vista, meritatamente persa oggi pomeriggio contro la modesta Slovacchia, capace di segnare addirittura tre reti alla difesa dei campioni mondiali uscenti.
E va detto subito che il 3-2 finale non rende pieno merito alla squadra di Vladimir Weiss II, che ha ordinatamente disposto a proprio piacimento di un'avversaria a corto di idee, fiato, carattere e personalità. Tutto ciò nonostante la - peraltro scontata - reazione degli azzurri nel corso del secondo tempo, giunta dopo aver colpevolmente regalato agli avversari, però, l'intera prima frazione di gioco.
L'Italia ha mostrato ancora una volta la propria congenita incapacità di costruire trame di gioco degne di questo nome, evidenziando una tremenda confusione a centrocampo, un'assenza di qualsivoglia proposta offensiva sulle fasce, una pochezza negli uomini d'attacco addirittura umiliante e, last but not least, una solidità difensiva paragonabile a quella di un panetto di burro su un'assolata spiaggia agostana. Naturalmente, di tutto ciò ha colpa innanzitutto l'ineffabile commissario tecnico Marcello Lippi, il quale ha voluto perseverare diabolicamente in errori che persino il più distratto degli osservatori aveva individuato almeno dal momento delle convocazioni (se non prima).
Dunque, ecco dove Lippi, secondo me, ha sbagliato totalmente:
1) Nell'aver creduto ciecamente in troppi calciatori che avevano ampiamente dimostrato, durante la stagione, di non godere di una condizione atletica perlomeno accettabile e/o di esser giunti al capolinea delle rispettive carriere (Zambrotta, Cannavaro, Gattuso, Camoranesi su tutti);
2) Nell'aver riempito la rosa di giocatori chiaramente "di categoria", privi della personalità (un Totò Di Natale francamente ridicolo a questi livelli, soprattutto se doveva essere colui che avrebbe dato fantasia alla squadra) o delle qualità tecniche (il rozzo maratoneta Pepe) necessarie per affrontare la pressione e il livello di competizione di una Coppa del Mondo;
3) Nell'aver delegato al solo Pirlo - poi infortunatosi durante il ritiro al Sestriere - le geometrie e tutti i compiti di costruzione della manovra offensiva, senza assicurarsi la presenza in rosa di un possibile rimpiazzo convincente del milanista (tra un po' potrà esserlo Montolivo, che però è un altro tipo di giocatore);
4) Nell'aver ostinatamente ignorato - per motivi extratecnici - giocatori di talento e personalità come Antonio Cassano e Mario Balotelli, ideali per "colorare" - magari anche partendo dalla panchina - una squadra altrimenti grigissima e, al tempo stesso, dotati di quella personalità, sfrontatezza, persino incoscienza che tanto sono mancate nelle disastrose tre gare sudafricane;
5) Nell'aver "spompato" un generoso Zambrotta con tre partite su tre dall'inizio, lasciando il tonico Maggio a marcire in panchina fino al secondo tempo del match decisivo (Christian avrebbe potuto dare un logico cambio all'esterno del Milan contro la Nuova Zelanda, in modo da averlo più fresco oggi contro la Slovacchia);
6) Nell'aver altresì ignorato fino al secondo tempo della gara decisiva un Fabio Quagliarella (nella foto sopra, le sue lacrime al fischio finale) che - come m'ha fatto notare l'amico Pippo nel suo sms post-gara - ha costruito più occasioni da gol in mezz'ora di tutti i suoi compagni di reparto in tre partite. Quagliarella, tra l'altro, è l'unico uomo in rosa dotato della salutare "faccia tosta" che permette, magari, di tentare un colpo rischioso ma eventualmente determinante (si veda il suo splendido gol odierno), proprio come avrebbero potuto fare - se soltanto fossero stati convocati - i già citati Cassano e Balotelli;
7) Nell'aver fatto venire il mal di testa ai giocatori, cambiando continuamente disposizione tattica senza trovare uno schema che potesse fungere da modulo di partenza per questa nazionale.
Dunque, nonostante i rimpianti da tifosi per i due "quasi-gol" odierni di Quagliarella (che sarebbero stati decisivi), mi sembra che l'eliminazione al primo turno sia assolutamente meritata, direi persino logica per quanto (non) s'è visto in campo, anche se l'ultimo posto nella classifica del gruppo più facile dell'intero lotto resta un risultato francamente vergognoso per l'intero movimento calcistico nostrano. La tanto vituperata Francia, per fare un ovvio paragone, è giunta ultima in un girone che, però, vedeva schierati anche Uruguay, Messico e i padroni di casa del Sudafrica: probabilmente, in quel gruppo l'Italia avrebbe chiuso a zero punti, invece che a due!
Mi sembra evidente che adesso, oltre al cambio di guida tecnica già deciso e formalizzato (il nuovo ct sarà Cesare Prandelli), l'Italia calcistica debba voltare pagina con decisione e senza rimpianti, ringraziando una volta per tutte i campioni mondiali del 2006 e ripartendo dai ventiduenni-ventiquattrenni, con l'obiettivo di qualificarsi per l'Europeo 2012 e disputarlo in maniera convincente, in modo da provare a far dimenticare - ma ci vorrà molto tempo - questa pagina assolutamente vergognosa. E ripeto volutamente questo aggettivo, poiché calcisticamente l'Italia non è la Bielorussia o il Venezuela; e non può chiudere un Mondiale alle spalle dei volenterosi dilettanti neozelandesi.

3 commenti:

  1. Condivido riga per riga.
    Segnalo che Fulvio Collovati si è giustamente stizzito ieri sera quando per l'ennesima volta si faceva il paragone tra Lippi e Bearzot e tra questa nazionale e quella dell'86. Giustamente, con l'orgaglio del campione del mondo e del rude stopper in rosa anche nell'86 in Messico, ha fatto notare che quella Italia chiuse il girone iniziale imbattuta: nella partita iniziale pareggiò con la Bulgaria, che all'epoca non era certo quella attuale; pareggiò con l'Argentina di Maradona futura campione giocando una ottima gara, riuscendo per lunghi tratti ad ingabbiare - a parte lo splendido gol - il Calciatore del Secolo all'apice della sua forza; vinse poi la partita decisiva per 3-2 con la Corea del Sud. Certo, agli ottavi fummo eliminati dalla Francia ma, notava Collovati, era la Francia di Platini, Campione d'Europa in carica, super-favorita per la vittoria finale. Insomma altra storia: quell'Italia, negli anni poi citata con raccapriccio, incontrò le squadre dei numeri uno al mondo di allora (Maradona e Platini). In conclusione, visto che, come insegnano gli storici, la realtà contemporanea serve anche a rileggere il nostro giduizio sul passato, riabilitiamo i campioni dell'82! Bearzot, in Messico, ne aveva di attenuanti!
    Buon mondiale
    Pippo.
    PS Comunque, a questo punto, spero in una vittoria di una di queste tre, nell'ordine: Argentina, Olanda, Inghilterra. Anche se mi ha impressionato abbastanza la Germania. Cara Spagna, stasera occhio al Cile...

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  2. Lippi ha voluto una nazionale di soldatini ai suoi ordini: abbiamo scoperto che sono soldatini di piombo...

    La monotonia di una nazionale triste e abulica, che riuscivo a distinguere dai podisti slovacchi solo per il minore atletismo, è il prevedibile risultato della demonizzazione lippiana della fantasia, diventata nel suo lessico sinonimo di pericolosa anarchia tattica, sacrilega violazione del suo idolo, il Gruppo.

    In questa figuraccia ci sono tutti i limiti caratteriali e tecnici di Lippi, che noi interisti ahimé ben conoscevamo: presunzione senza rimedio quando non è inserito in una struttura che lo protegge e lo controlla (come la Juve moggiana), incapacità di gestire giocatori di carattere e di fantasia: ai tempi dell'Inter mise fuori squadra Panucci e Baggio, dalla nazionale ha escluso Cassano e Balottelli (per non parlare di Ambrosini).

    Sarebbe però troppo semplice dare tutte le colpe a Lippi: mentre Olanda, Spagna e Argentina approfittano di una generazione di piccoli e grandi campioni, da noi la generazione dopo gli eroi di Germania è abbastnza anonima e i pochi campioni (come Cassano) incompiuti. E la generazione di Balottelli si sta affacciando ora al grande calcio.

    La Federazione dovrebbe sostenere i vivai, necessariamente multietnici (alla faccia della Lega) ma naturalizzabili. Prandelli è l'allenatore giusto per valorizzarli. La Garmania negli ultimi anni sta lavorando bene in questa direzione e può essere un esempio per noi.

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  3. Ma ne vogliamo parlare della sfacciata "conferenza stampa" del nostro ct? Inaugurata con una dichiarazione che ha messo in fuori gioco ogni possibilità di contradditorio con i giornalisti. Perchè insistere con Iaquinta? Perchè Qualgliarella solo nell'ultimo quarto d'ora dell'ultima partita? Cosa appariva durante gli allenamenti da portare poi a tali scelte? Se Bonucci non si fosse chiamato Bonucci, ma Cannavaro, avrebbe avuto la possibilità di giocare? Perchè portare al mondiale tanti giocatori artefici del disastro juventino? Quanto pagano gli sponsor per far si che i loro protetti (CANNAVARO!!!!) diventino inamovibili baluardi dei disastri azzurri? Insomma, tutta una serie di domande che non troveranno mai risposta. Timidamente, un giornalista in conferenza stampa ha provato a fare la domanda su Quagliarella, ma Lippi aveva già alzato lo scudo con la sua fasulla assunzione di responsabilità, sollevandosi dall'onere di spiegare agli italiani le sue cervellotiche scelte.

    *MARCO*

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