martedì 22 giugno 2010

sudafrica 2010: il mondo ride di noi (1-1 con i "kiwi"!!!)

Di Diego Del Pozzo

Ho aspettato un paio di giorni, prima di scrivere di Italia - Nuova Zelanda 1-1. Giusto per riprendermi un po' dallo shock (qui sotto, gli azzurri a rapporto il giorno dopo).
Sì, perché il risultato di domenica pomeriggio costituisce, a mio avviso, la peggiore sopresa negativa nell'ultracentenaria storia della nazionale italiana. Peggiore anche della sconfitta del 1966 con la Corea del Nord, dato che quell'Italia veniva da un lungo periodo di magre e avrebbe voltato pagina soltanto di lì a un paio d'anni, grazie alla vittoria agli Europei casalinghi del 1968 e al secondo posto mondiale di Mexico 1970. Stavolta, invece, ci presentavamo in Sudafrica da campioni mondiali uscenti, seppur con una rosa che non convinceva nessuno tranne l'ineffabile commissario tecnico Marcello Lippi. Dopo la mezza delusione del pari d'esordio col Paraguay (1-1 in rimonta, grazie a una papera del portiere avversario), gli osservatori più "avvertiti" erano tutti d'accordo sul fatto che l'Italia avrebbe dovuto lanciare un segnale al resto del torneo proprio contro i neozelandesi, vincendo facile e, magari, seppellendo gli avversari sotto una caterva di gol. Insomma, per intenderci, lo stesso segnale lanciato ieri dal Portogallo contro la Corea del Nord (7-0!!!), compagine più o meno equivalente a quella kiwi.
E invece, grazie al consueto regalo difensivo di un capitan Cannavaro sempre più impresentabile, i campioni in carica sono stati costretti addirittura alla rimonta, concretizzata grazie a un arbitro estremamente generoso e alla grande esperienza di Daniele De Rossi, che si conquistava con le unghie un calcio di rigore che, a parti rovesciate, non credo sarebbe stato concesso. Ottenuto il pari, però, l'Italia è stata costretta ad attaccare e - bestemmia!!! - a creare gioco, ovvero le due cose che questa squadra appare incapace di fare per sua stessa costituzione. Sia quella col Paraguay che la seconda con la Nuova Zelanda, infatti, sono diventate ben presto le classiche gare durante le quali si sarebbe dovuto alzare dalla panchina un Cassano o, meglio ancora, un Balotelli, per dare la cosiddetta "scossa" a un gruppo disorientato e depresso, capace di concepire qualcosa di realmente offensivo (per gli avversari) soltanto con un Montolivo definitivamente maturato anche a livello di nazionale.
Non ci voleva un genio per capirlo, ma Lippi ha fatto finta di non cogliere una serie di elementi che, invece, si stanno rivelando assolutamente determinanti:
1) Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Gattuso, Pirlo, Camoranesi - cioè sei uomini-cardine della vittoriosa spedizione tedesca - hanno quattro anni e mille battaglie in più sulle spalle;
2) In rosa non c'è più la classe, seppur a mezzo servizio e scartamento ridotto, di Francesco Totti e Alex Del Piero (non sostituiti da nessuno di pari livello e personalità: Di Natale è semplicemente un buon giocatore "di categoria" e non ha la personalità per far bene in un Mondiale...);
3) Troppi giocatori convocati vengono da una stagione disastrosa, nel corso della quale hanno evidenziato scarsissima condizione atletica;
4) Alcuni uomini di grande importanza per questa squadra, Gilardino su tutti, sono in condizioni psico-fisiche disastrose;
5) La mitizzazione del concetto di "gruppo" ha impedito inserimenti che, invece, in questo contesto di squadra sarebbero stati decisivi (primo tra tutti quello di Balotelli). Un commissario tecnico di gran lunga meno esperto di Marcello Lippi, cioè Diego Armando Maradona, ha cementato un gruppo molto più "complicato" di quello azzurro, nel quale deve gestire personalità forti come Veron, Tevez, Samuel, Heinze, De Michelis, Higuain e tanti altri (mica Pepe, Criscito, Marchisio e Di Natale...).
Insomma, alla vigilia della decisiva partita con la deludente Slovacchia di Marek Hamsik, la situazione dell'Italia appare meno deludente soltanto di quelle della ridicola Francia di Domenech e della spaurita Inghilterra di Capello. Ormai, il primo posto sembra definitivamente fuori portata e, anche in caso di qualificazione agli ottavi, lo spettro dell'Olanda è appena dietro l'angolo. E, in caso di miracolosa vittoria, ci sarebbe addirittura il Brasile nei quarti. Però, Lippi ci tiene a far sapere che il gruppo dell'Italia è solido e che tutti i giocatori sono amici tra loro...

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