Davanti all'inamovibile Buffon, dunque, la nazionale italiana schiererà una difesa a quattro, però estremamente duttile e pronta a trasformarsi in linea a tre, grazie alla costante e prepotente spinta a destra da parte di Christian Maggio - già abituato nel Napoli a ricoprire per intero la fascia di sua competenza, pur partendo normalmente dalla linea dei centrocampisti - e alla conseguente scelta di blindare l'estremo sinistro con un Chiellini schierato inizialmente terzino ma pronto, appunto, ad affiancarsi ai compagni di reparto Cannavaro e Bonucci in una difesa con tre stopper.
Per quanto riguarda centrocampo e attacco, poi, nei giorni scorsi è stato provato con insistenza un 4-2-3-1, con doppia mediana di lusso composta da Pirlo e De Rossi - se entrambi in forma, con pochi eguali al mondo - e linea dei trequartisti formata, da destra a sinistra, da Camoranesi o Iaquinta, Marchisio e Di Natale o Quagliarella o Pepe. Il ruolo di centravanti titolare se lo contenderanno, infine, Gilardino e Pazzini, col primo che presumibilmente partirà titolare, anche per la maggiore "anzianità" di servizio rispetto al secondo.
Al di là delle prove dei giorni scorsi, però, la base tattica di partenza dell'Italia a Sudafrica 2010 dovrebbe essere il collaudato 4-4-2 che tanto bene fece già quattro anni fa in Germania. Quindi, davanti ai quattro di difesa, con Maggio (o Zambrotta) a creare costante superiorità in mezzo al campo, Lippi potrebbe proporre un centrocampo con Pirlo e De Rossi centrali, Camoranesi o Iaquinta a destra e Marchisio o Pepe a sinistra, magari con Di Natale a supporto del centravanti Gilardino-Pazzini. Questo schieramento potrebbe essere repentinamente modificato nel succitato 4-2-3-1, grazie al semplice allargamento di Di Natale (o Pepe) sulla trequarti sinistra e spostamento di Claudio Marchisio più al centro, nel ruolo di incursore "alla Perrotta" alle spalle del centravanti. Oppure, grazie alla spinta di Maggio sulla fascia destra e all'accentramento di Camoranesi come mezzala destra, in un elastico 3-5-2. O, ancora, in un più offensivo 4-3-3.
Proprio il pieno recupero dell'italo-argentino Mauro Camoranesi - infortunatosi ieri sera, ma lasciato comunque in gruppo da Lippi a causa della sua unicità - fornirebbe una fondamentale arma tattica alla nazionale azzurra. E, a proposito di duttilità e intelligenza tattica, credo che il commissario tecnico italiano punterà molto, in tal senso, sulle caratteristiche particolari di elementi come Maggio, Marchisio e Iaquinta (capace, quest'ultimo, di ricoprire con eguale efficacia tutti i ruoli offensivi, peraltro in schieramenti tattici differenti). Per concludere, potrà tornare molto utile la presenza in rosa di presumibili "rincalzi" a loro volta duttili tatticamente come Criscito e Bocchetti (indifferentemente laterali sinistri o centrali difensivi di sinistra), Zambrotta (laterale destro o sinistro, a seconda delle necessità), Palombo e Montolivo, oltre ai già citati Pepe e Quagliarella. D'altra parte, un Campionato del Mondo non si vince mai con soli undici titolari.
In definitiva, dunque, l'Italia prosegue il suo avvicinamento al Mondiale sudafricano in un clima di strana - e forse immotivata - sicurezza, con le bufere e polemiche delle scorse settimane che hanno lasciato spazio a una concentrazione assoluta e, coerentemente col "credo lippiano", a una preminenza del gruppo su qualsiasi altra cosa. Certo, magari un po' di fantasia in più, per scompaginare quelle partite complicate da sbloccare, sarebbe stata utile. Ma, ormai, Lippi ha deciso di andare avanti, fino in fondo, secondo quelle che sono le proprie convinzioni. E, chissà, potrebbe persino andargli bene per la seconda volta consecutiva...
Nessun commento:
Posta un commento