lunedì 1 febbraio 2010

"off-topic": il rock italiano? per carlo verdone non esiste

Il rock italiano? Non esiste: parola di Carlo Verdone. "Quello che esiste - spiega il regista, campione d'incasso nei cinema con Io, loro e Lara - è soltanto una riproposizione del rock inglese o americano. La musica rock non è nata in Italia. In Italia sono nati Claudio Villa, Gigliola Cinquetti, Nilla Pizzi, Gino Latilla e Ricchi e Poveri. Non riesco ad appassionarmi alla musica italiana perché ha sempre un occhio e un piede a Sanremo: Vasco Rossi ha prodotto cose eccellenti ma Ligabue, ad esempio, mi sembra Guccini con la chitarra elettrica". Di questo e altro, Verdone parla in una lunga intervista sulla sua grande passione per il rock, pubblicata all'interno del libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, curato dal giornalista e critico Diego Del Pozzo e dallo storico del cinema Vincenzo Esposito. Il volume, pubblicato dall'editore napoletano Liguori, esce domani in libreria.
Nell'intervista, realizzata da Fabio Maiello, Carlo Verdone svela le sue passioni rock - da Jimi Hendrix ai Led Zeppelin, da Scott Walker a Nick Drake - ma anche gli artisti e le tendenze che detesta: per esempio, i Clash ("Un'altra bufala: se questi tizi sono considerati dei grandi, dove dobbiamo allora mettere gli Allman Brothers"), i Queen ("Il loro è un rock trash, cafone, mieloso") o le iniziative benefiche di big come Bono degli U2 o Bob Geldof ("È molto fastidioso vedere personaggi come Bono che salgono sul palco per fare proclami contro questo e per salvare quello. Come prima di lui Bob Geldof. Quelle operazioni benefiche, alla fine, sono state soltanto delle grandi messinscene. Degli eventi promozionali. La situazione di quei paesi non è migliorata e le cose vanno sempre peggio").
Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop (294 pagine, 24.50 euro, Liguori Editore) è una raccolta di saggi e interviste a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito. "Quelle che abbiamo voluto raccontare in questo libro - spiegano i due curatori - sono storie artistiche e produttive, culturali e industriali che si sono sviluppate, per tutta la seconda metà del Novecento e fino a oggi, all'insegna dell'affascinante "abbraccio" tra cinema giovane, innanzitutto nello spirito, e musica rock. Lo abbiamo fatto cercando di dare conto dei principali snodi cronologici, privilegiando però itinerari volutamente ondivaghi che fossero in grado di far percepire al lettore il "suono" e magari il "corpo" del rock al cinema e del cinema più rock".
Il libro si apre con due lunghi saggi dei curatori, dedicati ai teen-rock movies degli anni Cinquanta con e senza Elvis Presley (Del Pozzo) e ai grandi raduni rock che, a cavallo del Sessantotto, decretarono la perdita d'innocenza della cosiddetta "Woodstock Generation" (Esposito). Nelle sezioni successive, poi, Rock Around the Screen propone saggi storico-critici su forme e sottogeneri specifici (Simone Arcagni sui rockumentaries, Rosario Gallone sui falsi documentari rock, Alberto Castellano sugli "sguardi d'autore", Giacomo Fabbrocino sulla rock opera, Bruno Di Marino sulla citazione video-filmica), filmografie emblematiche (Michelangelo Iossa sui Beatles e Giandomenico Curi sui Pink Floyd), originali cortocircuiti psico-autoriali (Antonio Tricomi su un Bob Dylan perennemente "altrove" e Corrado Morra sulle mille mutazioni del corpo della rockstar). La sezione conclusiva presenta, infine, quattro interviste, tutte realizzate da Fabio Maiello, a registi rock come Julien Temple e Carlo Verdone e a musicisti come Gaetano Curreri degli Stadio e Fabio Liberatori, compositore di fiducia dello stesso Verdone e autore, tra l'altro, anche della colonna sonora del recente Io, loro e Lara.
"Non abbiamo voluto inseguire intenti di natura enciclopedica, lasciando liberi i vari autori - sottolineano Del Pozzo ed Esposito - di declinare secondo i propri interessi e le rispettive inclinazioni un tema talmente vasto da coincidere quasi con quello dello sviluppo della cultura giovanile tardo-novecentesca". Diego Del Pozzo, giornalista e critico, si occupa prevalentemente di cinema, televisione e fumetti. È autore di Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani e dei testi del volume fotografico Scenari. Dieci anni di cinema in Campania, oltre che di numerosi saggi in volumi collettivi, cataloghi di festival, riviste specializzate. Attualmente collabora col quotidiano Il Mattino. Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore, tra l'altro, di una monografia su Alf Sjoberg e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio. Dirige l'Italian Film Festival di Stoccolma, è vicepresidente della F.I.C.C. – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema e insegna Storia del Cinema all'Università degli Studi di Napoli "Federico II".

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