venerdì 12 marzo 2010

un "medioevo atletico" da superare, prima che sia tardi...

Di Diego Del Pozzo

Nella sua cronaca sulla Gazzetta dello Sport di ieri, un giornalista intelligente come Luigi Garlando ha opportunamente parlato di "medioevo atletico" da superare da parte del calcio italiano. Certo è che la differenza di ritmo e intensità delle squadre nostrane rispetto a quelle impegnate negli altri principali campionati europei emerge con prepotente e preoccupante regolarità in occasione di ogni confronto internazionale, in particolar modo nei match a eliminazione diretta, sia in Champions League che nella neonata Europa League (la ex Coppa Uefa).
Si spiega anche, o soprattutto, così il devastante 4-0 col quale il Manchester United ha messo fine alla "leggenda" del "Grande Milan" europeo, distruggendolo nello spirito e nel corpo (qui nella foto, l'esultanza di Wayne Rooney dopo il suo ennesimo gol ai rossoneri); ma si spiegano così pure sconfitte come quelle della Roma contro un'onesta - ma estremamente aggressiva e organizzata - compagine greca come il Panathinaikos; o l'eliminazione della Juventus in Champions per mano di Bordeaux e Bayern Monaco; o ancora le difficoltà del Genoa (che, invece, in Italia fa dell'intensità agonistica e della carica atletica il proprio punto di forza...).
In attesa del confronto tra Chelsea e Inter di martedì prossimo, dunque, una riflessione più ad ampio raggio deve necessariamente imporsi: in Europa va avanti chi riesce ad abbinare alla qualità superiore anche la corsa e l'intensità. Qualcosa va fatto, che sia nei metodi di allenamento o nella preparazione o in altri aspetti della gestione di una squadra. E va fatto con una certa urgenza. Altrimenti, il declino del calcio italiano è destinato a non arrestarsi tanto presto...

1 commento:

  1. Io credo sia un problema di cultura sportiva; provo a spiegarmi, da "loro" ogni partita si gioca per quello che vale (3 punti, in soldoni) senza guardare chi si ha di fronte, la prima o l'ultima in classifica, e tantomeno chi si affronterà la prossima gara. 90/95 minuti per provare a vincere. Da "noi" subentrano un sacco di fattori e bizantinismi, prima cosa non rischiare di perdere, seconda cosa non sprecare troppe energie (ché la sera tocca andare a lavorare in fonderia...), terza cosa la stampa che ti esalta o ti smonta a seconda se la palla colpisce il palo o va in rete, quarta cosa i tifosi che se le cose non vanno come loro vorrebbero bruciano i seggiolini (quando va bene e nessuno dice niente). Tutto questo genera un campionato che va sempre più assomigliando ad una lega di wrestling e quando metti il naso fuori ti arrivano sganassoni che manco Rocky Marciano.. e allora cominci con le scuse (agevolazioni fiscali, stadi di proprietà etc etc) che quando vincevi mica esistevano, vero ?
    Perchè, concludendo, il Manchester city e il Chelsea oltre agli allenatori c'hanno pure i preparatori atletici italiani e non mi direte che Rooney (the best at this moment, imfo) sia un modello di perfezione atletica ... sta tutto nella convinzione e nella volontà di mettercela tutta. Sempre. Contro chiunque. E pure la volta dopo.

    Cruyff

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