sabato 12 settembre 2009

i citizens fanno sul serio

Di Diego Del Pozzo

Nel pomeriggio, la partita del City of Manchester Stadium tra la squadra di casa allenata da Mark Hughes e l'Arsenal di Arsène Wenger è servita come esame di maturità per il City che, a questo punto, può legittimamente aspirare a un ruolo di primo piano nella Premier League di quest'anno.
Il 4-2 finale a favore dei Citizens non dice tutto sulla sicurezza con la quale la squadra di proprietà degli sceicchi ha affrontato il match. Un osservatore neutrale, come non è il sottoscritto, deve aver avuto netta la sensazione che il Manchester City non avrebbe mai potuto perdere questa partita: bei fraseggi veloci, disposizione ordinata in campo, quella sfrontatezza tipica di chi si affaccia ai livelli di vertice dopo tanti anni di delusioni, la coscienza dei propri enormi mezzi (finanziari, innanzitutto...) e, soprattutto, un'ottima qualità degli interpreti.
Dopo una prima stagione, quella passata, trascorsa dagli sceicchi a guardarsi intorno e a provare e riprovare colpi "galattici" rivelatisi regolarmente flop, il Manchester City della stagione agonistica 2009-2010 è stato assemblato, infatti, puntando su giocatori di primo livello che, però, fossero funzionali alle esigenze della squadra e ai ruoli effettivamente da coprire. Si spiega così, dunque, un undici di partenza come quello visto all'opera oggi pomeriggio, schierato secondo il modulo 4-2-3-1: Shay Given tra i pali (cioè, il miglior portiere del campionato inglese); due laterali di difesa come Micah Richards a destra e Wayne Bridge a sinistra (entrambi nel giro del National Team di Fabio Capello); una coppia di centrali difensivi composta da Kolo Touré e dall'ultimo arrivato Lescott; due mediani solidi, dinamici e intelligenti come l'olandese De Jong e il nazionale inglese Gareth Barry; un trio di trequartisti, da destra a sinistra, formato da Wright-Phillips, Ireland e Bellamy; e, last but not least, il fortissimo centravanti togolese Emmanuel Adebayor (peraltro, stupidamente polemico, per tutta la partita, con la sua ex squadra). E va tenuto presente che dall'undici titolare erano assenti altri due uomini decisivi come Robinho e Tevez; e che la riserva di Adebayor si chiama Roque Santa Cruz.
Insomma, forse forse, quest'anno la Premier League assisterà davvero alla nascita di un nuovo Big Team...

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