giovedì 24 settembre 2009

dieci-domande-dieci sulla crisi del napoli

Di Diego Del Pozzo

Dopo l'umiliante sconfitta di ieri sera a San Siro contro l'Inter, la confusione in "Casa Napoli" è, se possibile, aumentata ancora di più: nessuna reazione da parte della squadra per l'intero secondo tempo e un allenatore che, nel dopo-gara, parla come se volesse farsi mandar via.
A questo punto, mi è venuto spontaneo elaborare un elenco di dieci-domande-dieci da sottoporre al presidente Aurelio De Laurentiis, al direttore Pier Paolo Marino e al tecnico Roberto Donadoni, per me i tre principali responsabili dell'attuale situazione.
1) Chi ha avallato la cessione di Daniele Mannini in comproprietà alla Sampdoria, privando la squadra dell'unico giocatore in rosa capace di giocare esterno sinistro nel 3-5-2, assicurando qualità e risultati sia in fase offensiva che difensiva? Credo che, se continua così, Mannini andrà ai Mondiali con l'Italia di Lippi.
2) Chi ha deciso di non sostituirlo, durante il mercato estivo; contemporaneamente privando la squadra anche di un buon rincalzo come il giovane Luigi Vitale (ceduto in prestito al Livorno), lasciando così il fronte sinistro del centrocampo a cinque in mano ai soli Datolo (che è un'ala pura e ha difficoltà in fase difensiva) e Aronica (niente più che un onesto terzino), entrambi da adattare in un ruolo non loro?
3) Chi ha deciso di spendere 8.5 milioni di euro per acquistare un ottimo terzino destro da 4-4-2 come Juan Camilo Zuniga, che però nel centrocampo a cinque del Napoli non avrebbe potuto far altro che giocare nell'identico ruolo già coperto da una delle stelle della squadra, cioè Christian Maggio? Insomma, si è acquistata una riserva per quella cifra esorbitante? Non sarebbe stato più saggio spendere tutti questi soldi per la fascia sinistra, essendo la destra già coperta adeguatamente?
4) Collegata alla precedente, c'è una questione di carattere più generale: perché si continua a sprecare il cospicuo budget messo a disposizione dalla proprietà, sperperandolo in operazioni di dubbia utilità e in acquisti di giocatori che, nelle squadre di provenienza, sono niente più che riserve (i casi più eclatanti sono quelli degli strapagati Rinaudo e Pazienza, per le cui cessioni Palermo e Fiorentina stanno ancora ridendo)?
5) Come può, una squadra ambiziosa come il Napoli, giocare con un centrocampo tanto leggero e così male assortito com’è quello composto da Gargano-Cigarini-Hamsik? Chi dà peso e fisicità? Chi ha dato indicazioni tecniche per assemblarlo così?
6) Non servirebbe un attaccante di maggior peso e atletismo, magari un Denis più forte, in modo da poter variare il modo di attaccare della squadra (monocorde e spesso sterile) e, soprattutto, evitare l'assurdo logico dei continui cross dalle fasce senza nessuno in grado di intercettarli efficacemente di testa?
7) Come si può impedire che il gioco del Napoli dipenda totalmente dalle "lune" di Ezequiel Lavezzi, senza alcun ordine, nessuna logica, un po' di varietà?
8) Perché Marek Hamsik continua a sparire quando affronta le grandi squadre o gioca in stadi prestigiosi? E' questione di scarsa personalità o c'è qualcos'altro?
9) Com'è possibile che la squadra sia così timida e sbiadita ogni volta che gioca in trasferta; e che l'allenatore non riesca mai a caricarla a dovere né a evitare il naufragio alla prima difficoltà?
10) Assodato che il 3-5-2 non è un modulo che Donadoni predilige, perché non si è approfittato delle ultime partite, inutili, dello scorso campionato e della preparazione estiva per impostare la squadra direttamente secondo un altro sistema tattico, magari il 4-3-3 prediletto dal tecnico bergamasco o con un più razionale 4-4-2?
Di domande da fare ce ne sarebbero tante altre, ma sarebbe bello se qualcuno, per iniziare, provasse a rispondere almeno a queste dieci.

1 commento:

  1. Forse il signor De Laurentiis non ha capito che i calciatori non sono come gli attori del cinema.. i calciatori non studiano una vita per imparare qualsiasi ruolo...

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