I titoli di testa li meritano certamente i rossoneri che hanno acquistato a prezzi di saldo due campioni come Ibrahimovic (nella foto, al momento della sua presentazione a San Siro) e Robinho e che, forti di un attacco che sulla carta non ha eguali al mondo, sono pronti a lanciare - "finalmente", direbbe Massimo Moratti - il guanto di sfida ai cugini interisti, per la supremazia in Italia e in Europa. Ovviamente, però, molto dipenderà dalla salute di uomini decisivi come Nesta, Thiago Silva, Pirlo e Ambrosini, dando per scontato che in avanti non ce ne sarà per nessuno, con i vari Pato, Ronaldinho, Ibra e Robinho a darsi il cambio. Certo che anche l'escalation del mercato milanista in questi giorni fa capire tanto sul Paese nel quale viviamo, col presidente del Consiglio (anche presidente del Milan e di tante altre cose...) prontissimo a stupire gli elettori con effetti speciali appena ha intravisto all'orizzonte la possibilità di andare alle urne...
Appena dietro i rossoneri, merita un applauso la finanziariamente derelitta ma furbissima Roma, che con gli arrivi di Burdisso senior (un ritorno) e, soprattutto, del centravanti Marco Borriello (nella foto qui sotto) - entrambi "benedetti" dalla banca che controlla la società - trova la quadratura del cerchio e ripropone la propria candidatura per la lotta-scudetto. Stavolta, infatti, i giallorossi possono contare pure sulle giuste alternative in panchina, forti di una rosa ampia e qualitativa in tutti i ruoli in modo da non dover sempre chiedere miracoli ai leader storici Totti e De Rossi (si pensi a Castellini vice-Riise a sinistra e Mexes in alternativa ai due centrali di difesa; Simplicio, Taddei, Brighi e Menez pronti a dire la loro in mezzo al campo; Adriano da recuperare).
Ma anche la lotta per la salvezza potrà essere influenzata dagli ultimi giorni del calciomercato, col neo-promosso Cesena reso decisamente più qualitativo dagli innesti di Jimenez, Paonessa e Budan, che vanno ad aggiungersi ai "gioiellini" già presenti in rosa, cioè Schelotto, Giaccherini e il sorprendente "razzo" giapponese Nagatomo (destinato a inserirsi tra le sorprese della nuova stagione). Sul filo di lana si sono mosse anche le altre due compagini provenienti dalla Serie B. Da parte sua, infatti, il Lecce - asfaltato a San Siro dal Milan nell'esordio stagionale - punta forte sul "figliol prodigo" Chevanton e su Jeda per aumentare il proprio peso offensivo; il Brescia, invece, dopo Eder, sfrutta al meglio il saldo legame col West Ham per aggiungere il promettente laterale sinistro Daprela e, soprattutto, il rientrante trequartista Diamanti, atteso alla definitiva consacrazione dopo anni trascorsi a convivere con l'etichetta di eterna promessa.
In precedenza, c'erano state diverse altre operazioni di mercato degne d'interesse e potenzialmente influenti sullo sviluppo della prossima Serie A: innanzitutto, l'assurda cessione di Mario Balotelli dall'Inter al Manchester City, aggravata dal quasi totale immobilismo nerazzurro in entrata (Mourinho era riuscito a farsi comprare persino Quaresma...); poi, ottimi colpi come Hernanes alla Lazio, Cavani al Napoli (compensato negativamente dalla partenza di Quagliarella), Giovinco al Parma, D'Agostino alla Fiorentina, Gelson Fernandes al Chievo, Ranocchia e Miguel Veloso (più un'altra decina di calciatori) al bulimico Genoa. La situazione monitorata con maggiore attenzione da parte dei semplici appassionati e degli operatori specializzati è stata, comunque, quella della grande delusa della passata stagione, cioè la Juventus del nuovo corso (nuovo?), che ha letteralmente rivoluzionato la squadra spendendo più di 56 milioni di euro senza, però, aggiungere nessun campione realmente in grado di spostare gli equilibri (anzi, cedendo al Wolfsburg il talentuoso Diego, desideroso di una rivincita che non arriverà mai): alla fine, otto possibili nuovi titolari su undici potrebbero non essere sufficienti a colmare il consistente gap che ancora separa i bianconeri dalle due milanesi e dalla Roma.
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