domenica 19 settembre 2010

l'interismo-leninismo in un saggio davvero originale

Di Alberto Castellano*

"Interisti-leninisti di tutto il mondo unitevi!". Lo slogan sintetizza la reazione spontanea e ironica al libro Interismo-Leninismo (manifestolibri, 142 pagine, 15 euro). Il saggio di Luigi Cavallaro, magistrato del lavoro a Palermo, è un libro serio, colto e sofisticato che fa incontrare la politica e il football, vuole parlare di comunismo attraverso il calcio, propone audaci ma plausibili comparazioni tra le strategie politiche e gli schemi di gioco, applica il materialismo storico marxista alle tattiche calcistiche come recita il sottotitolo La concezione materialistica della zona: breve corso.
Le suggestioni anche scherzose che attiva lo stravagante connubio tra la fede nerazzurra e l'ideologia leninista non sono poche: dal nome originario del club, Internazionale come l'inno dei lavoratori (diventato Ambrosiana Inter per volere di Mussolini, prima di quello definitivo di Inter), alla vocazione internazionalista e multietnica della squadra nata da una costola del Milan; dal magico "sinistro" di Mariolino Corso all'anarchismo ribelle che ha accompagnato varie generazioni di calciatori (fuoriclasse e gregari) sempre poco aziendalisti; dai presidenti Moratti (padre e figlio), capitalisti illuminati, alla recente presa del Palazzo d'Inverno del potere calcistico dopo i misfatti di Calciopoli.
I primi a ipotizzare un "interismo bolscevico" sono stati i fondatori a Ravenna nel 1993 del circolo "Interisti-leninisti" (nel logo campeggiano affiancati i volti di Moratti e Lenin). Ma Cavallaro, interista e leninista convinto, con la sua analisi vuole andare oltre facili accostamenti e schematiche analogie. Il concetto-chiave intorno al quale ruota il saggio è che la zona se applicata bene può trasformare undici giocatori in un gruppo vincente, in un collettivo capace di sprigionare una straordinaria forza d'urto e di esaltare il ruolo dell'allenatore-guida; e che la si può adottare come paradigma comunista del rapporto tra una società collettivistica e l'indidualismo capitalistico. Citando Barthes e Bentham, Adorno e naturalmente Marx e Lenin e come modelli il grande Ajax degli anni Settanta e il Milan di Sacchi degli anni Ottanta, Cavallaro con competenza calcistica e raffinate considerazioni di filosofia politica si ritaglia un interismo-leninismo sull'asse Herrera-Mourinho complici i presidenti Moratti (padre e figlio), petrolieri democratici. La tesi del magistrato è suggestiva sul piano del leaderismo carismatico dei due maghi dell'Inter legati da evidenti analogie: lo spirito di sacrificio totale chiesto ai giocatori, lo studio maniacale dell'avversario, l'impegno psico-fisico estremo di ognuno per la "causa". E il Mourinho della stagione coronata dalla leggendaria tripletta, più di Herrera irradia un'aura leninista per come sfida il Sistema, i media, gli avversari, trasforma ogni partita in una battaglia che va oltre il risultato, trasmette al gruppo la determinazione e concentrazione necessarie per arrivare alla "meta". Anche se poi le argomentazioni calcistiche di Cavallaro si dimostrano un po' deboli: l'Inter, compresa quella di Mourinho, non ha quasi mai giocato a zona (se si esclude il disastroso esperimento dell'intellettuale Orrico), ha nel suo Dna il contropiede, il gioco di rimessa, il Catenaccio.
In definitiva, comunque, Interismo-Leninismo è un libro piacevole, intelligente, interessante non solo per gli interisti (che sono tanti) o per i leninisti (che in Italia sono pochi) e stimola un interrogativo: può convincere un interista di destra a diventare leninista o un milanista-leninista a diventare interista?

* Una versione più breve di questo articolo è stata pubblicata nella pagina dei libri del quotidiano Il Mattino in edicola oggi.

1 commento:

  1. Beh, da interista non leninista, anche se di sinistra, il titolo del libro da te recensito mi ha strappato un sorriso ;-)

    L'interpretazione dell'autore dell'inter mouriniana come di un collettivo in guerra (come lo fu la Russia sovietica leninista) ha una qualche motivazione, ma non mi convince per niente l'equazione interismo=leninismo, se non come simpatica provocazione di un buontempone interista-leninista che cerca di far convergere fede politica e fede calcistica.

    Sul rapporto tra fede politica e tifo interista posso dire che nella mia lunga militanza interista ho potuto constatare un'evoluzione: prima dell'avvento di Berlusconi alla presidenza del Milan c'era tra milanisti una netta prevalenza di tifosi di sinistra, mentre gli interisti erano prevalentemente di destra. Dalla presidenza di Berlusconi in poi è aumentato nettamente il numero degli interisti di sinistra, forse per godere doppiamente agli insuccessi dei cugini ;-) Per reazione al berlusconismo imperante l'Inter è insomma diventato il punto di raccolta calcistico di chi è ostile a Berlusconi. E il tifo interista ha accolto in particolare intellettuali e uomini di spettacolo orientati a sinistra. Certo questo non è ancora leninismo, ma se ha ragione Berlusconi nel etichettare tutti gli italiani di sinistra come (cripto)comunisti, beh, allora ha ragione l'autore a sostenere che gli interisti in fondo sono leninisti...

    Tuttavia, ancora adesso nella curva nord interista (non mi risulta negli altri settori) ci sono molti allegri "fascistoni", amanti delle croci celtiche, i quali spesso cantano inni anti-semiti, che mi fanno venire i brividi su per la schiena e che, da tifoso interista, mi fanno arrossire. Chissà come interpreterebbe Cavallaro questo fenomeno di interisti di estrema destra: infiltrati anti-rivoluzionari complottisti o kulaki interisti che resistono alla rivoluzione per una difesa egoistica dei propri interessi di classe? Mah...

    A proposito, le due alternative da te proposte ironicamente alla fine del tuo post, Diego, sono entrambi altamente improbabili, ma è sempre molto più probabile che un interista di destra diventi leninista, piuttosto che un milanista leninistra diventi ... interista ...

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