lunedì 3 maggio 2010
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storie del presente e del passato, miti e nomi dimenticati, analisi e punzecchiature, libri e film
Quarta di copertina
Il rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema è affascinante e complesso. E non può essere ridotto alla presenza del rocker del New Jersey nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come accade per Elvis, Beatles, Rolling Stones, Dylan o Bowie. Il caso di Springsteen è diverso, persino unico, per la profonda influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”; ma anche per come egli stesso ha ispirato tanti film e cineasti con “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione. Si è di fronte, dunque, a un rapporto fortemente empatico e assolutamente paritario, fatto di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano. Il libro curato da Del Pozzo ed Esposito ne ripercorre le tappe e, con ulteriori approfondimenti (Tricomi e Maiello) e un’ampia analisi iconologica (Morra), ne restituisce la ricchezza e l’assoluta originalità.
I curatori
Diego Del Pozzo, giornalista e critico, è autore del libro Ai confini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani (Torino, 2002) e dei testi del volume fotografico di Gianni Fiorito Scenari. Dieci anni di cinema in Campania (Napoli, 2006). Ha curato con Vincenzo Esposito Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettivi, enciclopedie, cataloghi di festival, riviste specializzate. Collabora col quotidiano Il Mattino e fa parte del comitato editoriale della rivista Quaderni di Cinemasud. Insegna Comunicazione pubblicitaria presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli (indirizzo Fotografia, Cinema, Televisione).
Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore di una monografia su Alf Sjöberg (Roma, 1998) e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio (Napoli, 2001). Ha curato con Diego Del Pozzo il volume Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato molti saggi in volumi collettivi e riviste specializzate. Dirige l’Italian Film Festival di Stoccolma. Insegna Teoria e Analisi del Cinema all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Recensioni
Troppo facile essere d'accordo, mapperò io sono d'accordo al 100% col gestore del blog. Urge profondo mutamento dell' educazione sportiva che però in fondo deriva da quella civica che alla fine deriva da quella familiare e allora temo che la nostra generazione dovrà "rassegnarsi" (ma non per questo arrendersi) a simili comportamenti.
RispondiEliminaSe pensiamo che tutto nasce da Romolo & Remo...
Cruyff
Cari amici,
RispondiEliminaè andata come si prevedeva.
Tuttavia ve lo devo proprio confessare: a me ciò che è successo dispiace molto, non tanto per l'"attentato alla cultura sportiva" di cui si parla in questi giorni, ma perchè speravo nello scudetto alla Roma (pur riconoscendo superiorità dell'Inter).
Come sempre in Italia si esagera col moralismo. Voglio dire: quante ne abbiamo viste di partite "sul velluto" a fine stagione, certo, non così spudorate? Una cosa analoga pare sia successa proporio domenica tra Liverpoole e Chelsea. Ieri ho sentito persino qualche intellettuale, di solito arguto, sostenere che il tifo "contro" è fuori dalla logica sportiva. Bene: si vede che questo signore non conosce il calcio e il (sano) tifo calcistico. Io, per una vita, oltre a gioire per le vittorie del Napoli, ho interiormente gioito per le sconfitte della Juventus (da bambino) e poi del Milan (da ragazzo), pur restando ammirato, sul piano razionale - questo sì "sportivo" - dallo squadrone rossonero.
Insomma faccio "outing": se domenica prossima il calendario prevedesse Napoli-Roma, e il Napoli avesse poco da chiedere al torneo, non mi straccerei le vesti per una Roma "corsara" al San Paolo. Invece, dvanti a un Napoli che, pur già in vacanza, dovesse battersi come un leone facendo perdere lo scudetto ai giallorossi, confesso che esulterei con molta moderazione, magari brindando formalmente alla lealtà sportiva, ma pensando, in cuor mio: "ma che cavolo! questi la scienza la dovevano cacciare proprio oggi contro la Roma"?
Con stima
Pippo
Carissimi,
RispondiEliminaa scanso di equivoci, la cosa schifosa della quale parlo nel titolo di questo post è il tifo che i supporters laziali hanno fatto CONTRO la propria squadra, in maniera convinta e veemente (direi anche demente, ma questo è un altro discorso...).
Anche io, infatti, in alcune particolari circostanze, posso concepire il cosiddetto "tifo contro", derivante da antipatie generali o eventi specifici: ma non quello contro la mia stessa squadra!!! Mai!!! Soprattutto se fatto attraverso minacce, più o meno esplicite ai calciatori (tipo i cori "Perdete, sennò ve menàmo...", ascoltati domenica sera sulle tribune dell'Olimpico: e chi conosce i tifosi laziali sa che fanno presto a passare alle vie di fatto...). Sarebbe insano e "contro natura"!!!
Sono sicuro, caro Pippo, che anche in un Napoli-Roma decisivo per lo scudetto giallorosso - che, come sai, farebbe piacere pure a me - tu non fischieresti mai né prenderesti a maleparole il portiere della tua squadra semplicemente perché sta parando i tiri degli avversari, facendo il proprio dovere. Potresti dispiacerti, ma non fischieresti mai un tuo attaccante per aver provato a segnare alla squadra avversaria.
Io, per esempio, per domenica sto immaginando questo scenario, che ristabilirebbe un minimo di giustizia: Lazio sconfitta a Livorno dai "compagni" amaranto e Atalanta vincente al San Paolo e a soli due punti dai laziali alla vigilia dei novanta minuti finali. So già, però, che una volta iniziata Napoli-Atalanta tiferò "normalmente" per la mia squadra, sostenendola come merita e come ho sempre fatto, nella buona e nella cattiva sorte...
Ciao a tutti.
E' giusta la tua distinzione, non ci avevo pensato: potremmo dire che il tifo "contro terzi" ha piena citadinanza (quando ovviamente rimane nei confini della goliardia e della ironia, seppure appassionata), mentre il tifo "contro" la propria squadra come quello di domenica sera è in effetti parasosale. Il fato è che probabilmente il derby Roma-Lazio probabilmente è davvero come il Palio di Siena, fuori da ogni logica spiegazione.
RispondiEliminaUna postilla scherzosa giusto per proseguire il paradosso. Il Napoli si sta giocando il sesto posto, per giunta "contro" la Juve, dunque domenica non potrei mai "tifare" per l'Atalanta...
Un abbraccio