Il sesto posto finale, con conseguente qualificazione diretta all'Europa League del prossimo anno (nella foto, la festa al San Paolo al termine di Napoli-Atalanta 2-0), è in linea, infatti, con quelli che erano gli obiettivi della vigilia. Il bilancio conclusivo parla di 59 punti, frutto di 15 vittorie, 14 pareggi e 9 sconfitte, con 50 gol realizzati e 43 subìti. Capocannoniere della squadra è stato il "solito" Marek Hamsik - l'unico calciatore di livello realmente internazionale presente in rosa - con 12 marcature, davanti a Fabio Quagliarella con 11, Ezequiel Lavezzi con 8, German Denis e Christian Maggio con 5 a testa.
La svolta della stagione, dopo una partenza francamente disastrosa, s'è avuta all'ottava giornata, quando De Laurentiis ha deciso di sostituire alla guida tecnica della squadra un deludente Roberto Donadoni con Walter Mazzarri, confermatosi anche a Napoli come uno tra i più preparati allenatori dell'attuale panorama italiano. L'avvicendamento in panchina era stato anticipato dalla "cacciata" di Pier Paolo Marino, che sarebbe stato sostituito, di lì a qualche settimana, dal giovane Riccardo Bigon nel ruolo di direttore sportivo.
Dal momento della svolta tecnica, comunque, il Napoli ha riscoperto una voglia di lottare e di non mollare mai che non si vedeva da tempo, abbinata a un grande dinamismo e a una ritrovata saldezza difensiva. Mazzarri ha ottenuto tutto ciò con poche mosse, però efficacissime: il duro e lucido Pazienza titolare in mezzo al campo accanto a Gargano, per costituire una diga centrale dinamica e difficile da superare; Paolo Cannavaro "riempito" di fiducia e restituito alla migliore stagione della carriera (avrebbe meritato di concluderla con la partecipazione a Sudafrica 2010); grande spazio accordato a professionisti serissimi come Aronica e Grava, frettolosamente accantonati da Donadoni, con lo "stagionato" Gianluca Grava capace d'inserirsi nelle graduatorie dei difensori più efficaci dell'intero torneo; Hamsik sgravato da compiti di copertura per i quali non appare ancora tagliato e inserito di fatto nel tridente offensivo, accanto a Lavezzi e Quagliarella.
E i risultati sarebbero potuti essere ancora più positivi senza qualche svista arbitrale di troppo e senza alcune ingenuità da parte di giocatori ancora piuttosto inesperti e non abituati a vincere. Inoltre, sono stati decisamente limitanti i continui infortuni all'esterno sinistro Andrea Dossena, arrivato a gennaio dal Liverpool per colmare lo storico "buco" su quella fascia; e anche la discontinuità di Quagliarella e la scarsa lucidità sotto rete di un Denis che, però, non ha mai lesinato in generosità e partecipazione alla manovra. Tra le delusioni stagionali, inoltre, va inserito anche un Luca Cigarini apparso chiaramente a disagio nel confronto con una piazza complessa come quella partenopea: ma al giovane regista ex atalantino va, comunque, data una prova d'appello l'anno prossimo.
Volendo guardare il bicchiere mezzo vuoto, però, va sottolineato come il Napoli abbia perso una grande occasione per accedere addirittura alla Champions League, alla quale s'è qualificata, invece, la sorprendente Sampdoria di Cassano e Pazzini: non so, infatti, quando capiterà di nuovo una stagione caratterizzata dal contemporaneo, clamoroso fallimento di Fiorentina e, soprattutto, Juventus. In vista del prossimo anno, comunque, la rosa va certamente rafforzata e ampliata, perché l'Europa League - che si gioca di giovedì - potrebbe togliere preziose energie a un gruppo che, invece, dovrà continuare a dare segnali di crescita innanzitutto in Serie A.
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