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Domenech e la Francia, però, stasera non hanno fatto di certo una bella figura, riuscendo a scippare letteralmente la qualificazione all'Irlanda di Giovanni Trapattoni, grazie a un gol apparso irregolare a causa di un ripetuto controllo di mano, volontario, del capitano Henry prima del suo cross per l'intervento vincente di Gallas (qui sopra, nella foto, il vergo
gnoso fallo di mano di Henry; qui a lato, l'imbarazzata prima pagina del quotidiano francese L'Equipe): a quel punto, in pieni tempi supplementari, l'Eire era ancora in vantaggio per 1-0 in trasferta (con gol di Robbie Keane) e aveva pareggiato la sconfitta casalinga di sabato sera; i rigori si avvicinavano sempre di più; l'inerzia del match era tutta dalla parte degli uomini del Trap, che avrebbero potuto affrontare i tiri dal dischetto con uno stato d'animo senz'altro più rilassato rispetto ai francesi, impauriti e sconfortati, tra l'altro, dal clima di montante contestazione che aveva trasformato lo Stade de France di Saint Denis quasi in un ostacolo in più da superare. Per tutti i 120 minuti, Trapattoni (nella foto in basso a destra) ha dato un'autentica lezione di tattica al suo collega - spero che il Trap non si offenda... - francese, schierando una formazione aggressiva, meglio motivata, veloce nelle ripartenze ed estremamente abile nel gioco sulle fasce, dove Lawrence e Duff distruggevano letteralmente Evra e Sagna.
- consentiva alla Francia di approdare, immeritatamente, alla fase finale del Mondiale 2010, estromettendo un'Irlanda generosissima seppur decisamente più limitata rispetto ai transalpini. Ma il punto è proprio questo: col materiale umano a disposizione, i vicecampioni del mondo in carica non avrebbero mai dovuto ridursi ai tempi supplementari dello spareggio, bensì avrebbero dovuto vincere il proprio girone, peraltro non certo tra i più difficili.
Già detto dell'Africa - dove l'Algeria raggiunge i padroni di casa del Sudafrica e le qualificate Ghana, Costa d'Avorio (stasera 2-2 fuori casa, in amichevole contro la Germania), Camerun, Nigeria - va registrato l'approdo al Mondiale del prossimo anno anche da parte dell'Uruguay, che pareggia 1-1 col Costarica dopo averlo battuto a domicilio (0-1) nello spareggio d'andata. Gli uomini di Tabarez hanno dovuto soffrire non poco e sono stati aiutati anche dal clima rovente sugli spalti e a bordo campo.





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Quarta di copertina
Il rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema è affascinante e complesso. E non può essere ridotto alla presenza del rocker del New Jersey nei film, in veste di attore o autore di brani da colonna sonora, come accade per Elvis, Beatles, Rolling Stones, Dylan o Bowie. Il caso di Springsteen è diverso, persino unico, per la profonda influenza che il patrimonio culturale del cinema americano ha esercitato sulla sua scrittura estremamente “visiva”; ma anche per come egli stesso ha ispirato tanti film e cineasti con “pezzi di immaginario” derivanti dalla sua produzione. Si è di fronte, dunque, a un rapporto fortemente empatico e assolutamente paritario, fatto di un “prendere” dal cinema ma anche di un generoso “dare” all’immaginario popolare americano. Il libro curato da Del Pozzo ed Esposito ne ripercorre le tappe e, con ulteriori approfondimenti (Tricomi e Maiello) e un’ampia analisi iconologica (Morra), ne restituisce la ricchezza e l’assoluta originalità.
I curatori
Diego Del Pozzo, giornalista e critico, è autore del libro Ai confini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani (Torino, 2002) e dei testi del volume fotografico di Gianni Fiorito Scenari. Dieci anni di cinema in Campania (Napoli, 2006). Ha curato con Vincenzo Esposito Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettivi, enciclopedie, cataloghi di festival, riviste specializzate. Collabora col quotidiano Il Mattino e fa parte del comitato editoriale della rivista Quaderni di Cinemasud. Insegna Comunicazione pubblicitaria presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli (indirizzo Fotografia, Cinema, Televisione).
Vincenzo Esposito, storico del cinema, è autore di una monografia su Alf Sjöberg (Roma, 1998) e di un libro sul cinema svedese, La luce e il silenzio (Napoli, 2001). Ha curato con Diego Del Pozzo il volume Rock Around the Screen (Napoli, 2009). Ha pubblicato molti saggi in volumi collettivi e riviste specializzate. Dirige l’Italian Film Festival di Stoccolma. Insegna Teoria e Analisi del Cinema all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
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