(Corriere della Sera - 11 agosto 2011)
Molto bravo Prandelli che ha fatto di questa partita una pietra miliare estiva nella ricostruzione della squadra a buoni livelli. Non l'ha giocata alla pari, l'ha quasi soltanto giocata tatticamente, una trappola dietro l'altra a un avversario che gioca sempre alla stessa maniera. Benissimo, ma sempre uguale a se stesso. Prandelli ha inaugurato una specie di italianismo moderno, sempre contropiede ma fatto di piccoli tocchi veloci. La differenza sta nel saperli fare quei tocchi, servono solo giocatori di qualità. Noi in mezzo al campo li abbiamo, sono la nostra vera fortuna. Pirlo, che è tetragono nella sua ispirazione sempre uguale, forse il migliore ma anche il più facile da capire; poi De Rossi, sempre un po' più opaco, ma con una presenza in campo che pochi altri hanno; e infine Montolivo, a mio avviso il migliore in questo scorcio di epoca, il più universale e generoso, uno che gioca dovunque, che segna e difende, forse il più moderno dei nostri giocatori insieme a Criscito e Rossi. Va da sé che l'Italia è meno forte della Spagna, ma proprio per questo abbiamo fatto un piccolo capolavoro.
A questi livelli sono partite comunque importanti, la Spagna non ha certamente gradito. Domani cinquanta grandi giornali e una decina di grandi televisioni chiederanno conto a Del Bosque di questa sconfitta. Li abbiamo solo presi dolcemente in giro, con un calcio all'italiana rivisto e corretto da un maestro di oggi che ha usato le loro stesse armi, nessun riferimento e gioco veloce, qualità dovunque sia possibile. Questo è quello che significa preparare una partita. L'Italia non ha un gioco, per ora lo prepara sull'avversario se l'avversario è forte. Usa quello che ha di meglio, i centrocampisti. Certo non gli attaccanti. Cassano è in ritardo evidente, e andrebbe capito perché, visto che è in ritiro da un mese con il Milan. Balotelli prosegue la sua guerra personale contro il mondo, Rossi e Pazzini erano troppo soli. Ma la Spagna non era meglio. Anzi, il primo attaccante è il loro primo problema. Hanno vinto il Mondiale con cinque 1-0. Manca Messi appunto, che è casualmente argentino.
E così un anno dopo il Mondiale ci siamo rimessi in carreggiata. Prandelli ha fatto un buon lavoro, il materiale che il campionato gli offre è modesto. Ma ci sono voglia di lavoro e fantasia. Non siamo tornati i migliori, siamo tornati però a essere avversari scomodi. In un anno è il massimo che si poteva chiedere.
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Frank
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