venerdì 12 agosto 2011

italia-spagna 2-1: il commento di mario sconcerti

Di Mario Sconcerti
(Corriere della Sera - 11 agosto 2011)

Non è un successo trionfale, ma è molto importante e per niente usurpato. La Spagna d'agosto sembra un piccolo Barcellona senza Messi, girano tutti intorno all'area, ma se il centravanti è Llorente il tempo passa inutilmente. L'Italia ha invece costruito la sua partita, l'ha anzi dichiarata in anticipo. Solo giocatori di qualità e solo gioco rapido, massimo due tocchi. Nel primo tempo è sembrato di rivedere la vecchia confusione organizzata dei maestri giovani di fine anni Settanta. Nessun riferimento, i quattro centrocampisti a scambiarsi il pallone veloci e gli attaccanti che facevano da sponda. Non è un caso se abbiano segnato i due trequartisti, prima Montolivo, poi Aquilani. Il gol italiano partiva da lontano e doveva essere rapido o non sarebbe mai stato.
Molto bravo Prandelli che ha fatto di questa partita una pietra miliare estiva nella ricostruzione della squadra a buoni livelli. Non l'ha giocata alla pari, l'ha quasi soltanto giocata tatticamente, una trappola dietro l'altra a un avversario che gioca sempre alla stessa maniera. Benissimo, ma sempre uguale a se stesso. Prandelli ha inaugurato una specie di italianismo moderno, sempre contropiede ma fatto di piccoli tocchi veloci. La differenza sta nel saperli fare quei tocchi, servono solo giocatori di qualità. Noi in mezzo al campo li abbiamo, sono la nostra vera fortuna. Pirlo, che è tetragono nella sua ispirazione sempre uguale, forse il migliore ma anche il più facile da capire; poi De Rossi, sempre un po' più opaco, ma con una presenza in campo che pochi altri hanno; e infine Montolivo, a mio avviso il migliore in questo scorcio di epoca, il più universale e generoso, uno che gioca dovunque, che segna e difende, forse il più moderno dei nostri giocatori insieme a Criscito e Rossi. Va da sé che l'Italia è meno forte della Spagna, ma proprio per questo abbiamo fatto un piccolo capolavoro.
A questi livelli sono partite comunque importanti, la Spagna non ha certamente gradito. Domani cinquanta grandi giornali e una decina di grandi televisioni chiederanno conto a Del Bosque di questa sconfitta. Li abbiamo solo presi dolcemente in giro, con un calcio all'italiana rivisto e corretto da un maestro di oggi che ha usato le loro stesse armi, nessun riferimento e gioco veloce, qualità dovunque sia possibile. Questo è quello che significa preparare una partita. L'Italia non ha un gioco, per ora lo prepara sull'avversario se l'avversario è forte. Usa quello che ha di meglio, i centrocampisti. Certo non gli attaccanti. Cassano è in ritardo evidente, e andrebbe capito perché, visto che è in ritiro da un mese con il Milan. Balotelli prosegue la sua guerra personale contro il mondo, Rossi e Pazzini erano troppo soli. Ma la Spagna non era meglio. Anzi, il primo attaccante è il loro primo problema. Hanno vinto il Mondiale con cinque 1-0. Manca Messi appunto, che è casualmente argentino.
E così un anno dopo il Mondiale ci siamo rimessi in carreggiata. Prandelli ha fatto un buon lavoro, il materiale che il campionato gli offre è modesto. Ma ci sono voglia di lavoro e fantasia. Non siamo tornati i migliori, siamo tornati però a essere avversari scomodi. In un anno è il massimo che si poteva chiedere.

1 commento:

  1. Hi, I came across your site and wasn’t able to get an email address to contact you. Would you please consider adding a link to my website on your page. We are happy to offer you a 10% discount to our Online Store if you do so. Please email me back and I would be happy to give you our link.

    Thanks!

    Frank
    frank641w@gmail.com

    RispondiElimina