(Gazzetta.it - 15 agosto 2011)
Aguero ha trasformato un City che nel primo tempo aveva sofferto l'orgoglio dello Swansea, colpendo però due traverse con Silva (30') e Barry (46'). L'1-0 è arrivato ad inizio ripresa, con Dzeko, fortunato a ritrovarsi il pallone tra i piedi sulla respinta del portiere Vorm. Poi è entrato Aguero ed è cominciato lo spettacolo. Con Silva, talento spagnolo dalla tecnica immensa, parlano davvero lo stesso linguaggio, come ha sottolineato Mancini: classe e fantasia. Silva è stato, aspettando Aguero, l'anima di una squadra per trenta minuti ipnotizzata dal palleggio dello Swansea. L'allenatore dei gallesi, il nordirlandese Brendan Rodgers, s'ispira al Barcellona. Fatte le debite proporzioni, lo spartito è quello. Naturalmente Xavi e Iniesta sono una cosa, mentre Dobbie e Britton sono altra storia. Per trenta minuti, sostenuti da una tifoseria inebriata dal ritorno ai massimi livelli dopo 28 anni, i gallesi hanno fatto un figurone. Ma quando hanno cominciato a cantare i tenori, addio Swansea.
Silva e Aguero su tutti, poi bene Lescott, Dzeko e Clichy. Nello Swansea, partitone del portiere olandese Vorm, nonostante i quattro gol incassati. Assente illustre della serata, Mario Balotelli. Una panchina di riflessione. Il concetto sul quale meditare è molto semplice: Mancini vuole vincere e non può fare l'eterno badante di Mario. Il ragazzo deve camminare con le sue gambe. All'età di 21 anni non è un optional: è un dovere.
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