
Comunque sia, l'Olanda 2010 allenata dal normal one Bert van Marwijk - tecnico serio e ben preparato, anche se poco pubblicizzato - vince la propria semifinale con merito, superando 3-2 un ottimo Uruguay, volitivo e grintoso, rimasto in partita fino alla fine nonostante la chiara inferiorità tecnica, accentuata da assenze dolorose come quelle del bomber Luis Suarez e del capitano Diego Lugano.
Gli olandesi riescono a incanalare il match su binari favorevoli già dopo diciotto minuti, grazie al gran tiro da una trentina di metri di Capitan Giò (al secolo Giovanni van Bronckhorst, anni trentacinque). Certo, come accaduto spesso in questo Mondiale, il famigerato pallone Jabulani (cioè il SuperTele del 2010) ci mette del suo, ma la conclusione del terzino sinistro olandese è da applausi (nella foto qui in alto, la sua esultanza assieme ai compagni). Così come il violento tiro che scaglia Diego Forlan a pochi minuti dall'intervallo e che vale il meritato pareggio della Celeste (anche se qui l'Effetto-Jabulani-SuperTele è ancora più evidente e decisivo, facendo fare al portiere olandese Stekelenburg la figura del pollastro...).
Per tutto il primo tempo, il pressing feroce dei sudamericani - ben coordinato da un Walter Gargano estremamente tonico e vivace, oltre che più preciso nei passaggi rispetto a quando gioca con la maglia del Napoli - toglie fiato e idee al gioco olandese, mandando "nel pallone" in particolare il mediano De Zeeuw, schie

Alla fine, in ogni caso, la vittoria dell'Olanda è meritata oltre che logica. E in un torneo segnato dalle sorprese, com'è stato questo sudafricano, si tratta già di una notizia. Adesso, gli uomini di Bert van Marwijk aspettano la vincente tra Spagna e Germania, pienamente consapevoli della loro forza e certi di una concretezza che in passato aveva sempre fatto difetto a versioni dell'Arancia Meccanica ben più forti di questa attuale. Comunque vada, però, domenica sera a Johannesburg per la prima volta una squadra europea trionferà in un Mondiale non disputato in Europa.
Diciamo pure che l'Olanda giocherà la finale in casa. Anzi qualcosa di più; perchè gli afrikaner olandesi ancora residenti in Sudafrica sono tanti e in cerca di un riscatto bianco, e come sempre razzista, dopo 15 anni di governo democratico nero. Magari inciteranno la "loro" Nazionale arancione gridando slogan in afrikaans, variante della lingua olandese. Non è cosa da poco, anche se i media stanno incominciando solo adesso a sottolineare questo "piccolo" particolare.
RispondiEliminaCitando il titolo di un bel libro di Osvaldo Soriano (scrittore calciofilo argentino) mi auguro che per l'Olanda (e soprattutto per i "musi bianchi" afrikaner) domenica sia semplicemente "Triste, solitario y final".