lunedì 28 settembre 2009
napoli: "poliziotto buono" e "poliziotto cattivo"
Di Diego Del Pozzo
Ho sempre avuto la sensazione che tra Aurelio De Laurentiis e Pier Paolo Marino vi fosse un'intesa quasi totale sul modo di condurre e organizzare il nuovo Napoli, che il produttore cinematografico rilevò sei anni fa dopo il fallimento della vecchia società. Un'intesa, quella tra i due, basata anche su inevitabili compromessi e, soprattutto, su un gioco delle parti altrettanto inevitabile per tener buona una piazza effervescente come quella partenopea.
In particolare, mi ha sempre colpito l'abilità di De Laurentiis e Marino di alternarsi vicendevolmente nei ruoli del "poliziotto buono" e del "poliziotto cattivo" (qui sopra, Denzel Washington ed Ethan Hawke in Training Day), proprio come nei film tanto amati dal presidente azzurro (che, per mestiere, li produce e distribuisce): quando serviva, infatti, il presidente addossava qualche colpa al dirigente, che a sua volta si mostrava, a seconda delle esigenze, tenero e sorridente nei confronti della piazza o della squadra, quando arrivavano le sferzate presidenziali. Con questo voglio dire che ho costantemente avuto, in questi anni di presidenza De Laurentiis, l'impressione netta che Marino fosse assolutamente funzionale alla gestione del produttore cinematografico, sempre bisognoso di un parafulmine che ne mascherasse, in qualche modo, la quasi totale ignoranza calcistica.
A un certo punto, però, diciamo circa a febbraio-marzo di quest'anno, il presidente De Laurentiis deve aver avuto la sensazione che di passi in avanti, con questo trucchetto da poliziesco mediamente commerciale, non se ne potessero più fare; e che, anzi, il suo cospicuo investimento nella società azzurra potesse essere addirittura in pericolo (tutto, infatti, passa per l'ingresso in Champions League in tempi accettabili). Così, parallelamente alla diminuzione della sua ignoranza calcistica, ha deciso di cambiare strategia e, pian piano, ha iniziato a porre in evidenza i limiti dell'operato di Marino, peraltro responsabile di tanti errori - anche gravi - in questi primi sei anni. Tutto ciò è arrivato al suo culmine col repentino ritorno in Italia, con la sfuriata negli spogliatoi di San Siro tra primo e secondo tempo di Inter-Napoli e, infine, col fragoroso licenziamento in diretta televisiva di ieri pomeriggio.
Adesso, tutti sono davvero curiosi di capire quale sarà il nuovo modus operandi di De Laurentiis, che comunque resta uomo e imprenditore dalle mille risorse. Credo che non ci vorrà molto per saperne di più...
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